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Autore: Manu_Hikari    12/01/2012    1 recensioni
Come inizia questa storia?
Un po’ come iniziano tutte le storie; con un incontro. Un incontro tra due persone, come tutti gli altri, apparentemente casuale, semplice, che potrebbe capitare a tutti, certo. Ma di sicuro, i due protagonisti della nostra storia, fin dal loro primo sguardo avevano capito che non era stato un caso che proprio loro due si fossero incontrati.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Any moment, everything can change…

 

 

 

 

CAPITOLO 2: Cambiamenti

 

 

«Vieni, te lo faccio vedere!  » Sango e Kagome si precipitarono, ridendo, lungo il corridoio principale, dalla sala mensa, ancora pina di rumoreggianti studenti affamati, verso gli armadietti. Kagome aprì velocemente il quarto in alto a sinistra, il numero 112, estraendone una cartellina colorata. «Che te ne pare? » Chiese mostrando alla sua amica un disegno. Questo ritraeva una ragazza bruna con indosso un bellissimo abito rosa pesca, attillatissimo, aveva la gonna tagliata trasversalmente sul ginocchio e una scollatura vertiginosa sul seno. In vita una cintura di strass verde acqua.

«Kagome, è bellissimo! » Esclamò Sango riferendosi al modello che sarebbe presto diventato un bellissimo abito da sera, ideato e realizzato da Kagome stessa per il ballo dei ciliegi che si sarebbe tenuto di lì a un mese circa per inaugurare l’arrivo della primavera e, insieme, l’inizio degli ultimi mesi di liceo per quelli del terzo anno. Aspirante stilista, la ragazza non si era mai azzardata a creare qualcosa di così impegnativo; ma, poiché i suoi studi sarebbero proseguiti, l’anno successivo, all’accademia di moda, contro il volere di suo nonno, proprietario di un tempio scintoista, aveva pensato che fosse ora! «Davvero Kagome per essere un primo esperimento è…perfetto! »

«Grazie! » Fece Kagome di rimando «E per ringraziarti di essere mia amica, inizierò presto a disegnare il tuo! » 

«Cosa!? » Esclamò Sango sorpresa. Non avrebbe mai sperato in tanto. «Kagome sei gentile, davvero ma io non so se ci vado… »

«Ma dai! Devi venirci assolutamente, è l’ultimo anno! all’università non ci sono feste scolastiche! » Ribatté testarda l’altra.

«Ma nessuno mi inviterà e tu e InuYasha… »

«Sango io non lo so, non lo so davvero se quel cocciuto mi chiederà di andare al ballo con lui…non è il mio ragazzo, dopotutto. » ammise Kagome con gli occhi bassi.

«Già…tipico di InuYasha…un eterno indeciso, capriccioso e permaloso! »

«Ehi, calma, non scaldarti, a me va bene così, sai…per tutto quello che ha dovuto affrontare a causa della sua famiglia va più che bene…la sua vita non è stata tutta rosa e fiori, è normale che non abbia fiducia nel suo prossimo, no? »

Sango sorrise, aveva una santa pazienza quella ragazza che era qualcosa di sovrannaturale, per quanto fosse una ragazza calma, lei lo avrebbe già fucilato!

«E poi chi te l’ha detto che non ti invita nessuno? » Riprese Kagome con la sua solita  allegria. « C’è sempre Kinomya! Chissà che tu non riesca a scroccargli un invito!  »

«Kacchan, io… »   

«Non accetto obiezioni; oggi pomeriggio vieni a casa mia a farti prendere le misure. Chiuso il discorso! »

«Ma tu vuoi avere sempre l’ultima parola? » chiese Sango esasperata seguendola verso la sala mensa.

«Chi è che vuole sempre l’ultima parola? » Fece ironico il ragazzo contro cui il naso di Kagome si trovo spiaccicato.

«Oooh! Finalmente abbiamo ritrovato il disperso!  » disse Kagome con falso stupore. «Dove cavolo sei stato per tutto il pranzo? »

«Non lo immagini? » Disse ammiccando ad una ragazza bellissima che entrava proprio in quel momento in mensa. Kagome lanciò uno sguardo eloquente a Sango, che lei non restituì, gli occhi profondamente tristi. « E Voi, che ci facevate qui?  »

«Stavamo…»

«Stavamo cercando gli appunti per la prossima lezione. » la interruppe Sango mostrando un plico bianco «…e ora io me ne andrei in bagno, eh? ci vediamo dopo Kacchan! » e scappò verso il bagno che era esattamente due corridoi dopo.

Kagome la guardò dubbiosa mentre tornava in mensa con Miroku, chissà perché non aveva voluto che il ragazzo sapesse cosa si dicevano. Era un po’ di tempo, a proposito, che la sua migliore amica era un tantino strana. «Kinomya…» 

«Ti prego Higurashi, » La interruppe lui. «Non chiedermi che cos’ha Sango…non saprei cosa dirti…»

«Avete litigato? » Azzardò la ragazza mentre entravano in mensa e rispondeva al saluto di InuYasha.

«Magari…» Sospirò l’altro «Almeno avrebbe un motivo per evitarmi… »

 

 

Lasciò correre l’acqua dal rubinetto aspettando, con le dita sotto il getto, che diventasse fresca, sciacquandosi poi il volto, leggermente arrossato.

«Perché deve essere tutto così maledettamente complicato?! » Gridò scagliando un pugno contro il muro accanto allo specchio, il che non fu esattamente una buona idea. Quando due o tre lacrime ribelli minacciarono di caderle dagli occhi castani, scosse la testa, cercando di calmarsi. Tutto quel parlare di sentimenti con Kagome, aveva ricordato a Sango i suoi; così confusi e ignoti in quel momento. E dire che tutto era iniziato in un attimo, un momento prima era certa di conoscerli come il suo palmo, un attimo dopo una confusione totale. Aveva sempre navigato in acque tranquille e calme, poi, all’improvviso, una tempesta aveva sballottato la sua nave tra venti contrapposti.

 

Il trillo del campanello risuonò allegramente in casa Kinomiya, quel pomeriggio; Miroku scattò giù dal letto su cui stava seduto e precipitò ad aprire la porta.

«Ciao Sangochan! » salutò con un grande abbraccio colei che si ritrovò davanti. « È tutto pronto di là, mancavi solo tu! »

« Il mio nome è Sango! » sibilò la ragazza. Non le piaceva essere considerata una bambina da Miroku, quel suffisso denotava la loro grande intesa, certo, ma significava che lui era rimasto a dieci anni prima, quando erano solo due bambini. Poi tirò un gran sospiro ed entrò; quel pomeriggio la aspettava una vera e propria battaglia, aiutare Miroku a preparare l’esame supplementare di matematica. Dopo tante ramanzine il ragazzo aveva imboccato la retta via ed era riuscito ad ottenere la sufficienza in tutte le materie, tranne in matematica; l’unica materia che non gli entrava proprio in zucca, figuriamoci poi la geometria analitica! Disperato, quando i prof gli avevano proposto l’esame supplementare, si era rivolto per aiuto a Sango, decisamente predisposta alla materia.

«Veramente, dato che non ci sono i tuoi e dovremo necessariamente passare la notte in bianco, vorrei che ci trasferissimo dalla tua stanza al salotto, vicino al camino…come quando eravamo piccoli…» Disse Sango con un’aria da bambina che fece sorridere Miroku. E poi si lamentava del soprannome che Miroku gli dava! «Anche perché fa un freddo! » 

«Ok! »  Rispose il ragazzo convinto tentando una pronuncia alla “ inglese d.o.c” «Prendo coperte e cuscini e torno! » E si fiondò in camera sua.

Come aveva promesso, Miroku fu ben presto di ritorno con in mano un paio di lunghe e pesanti coperte e tre o quattro cuscini che tratteneva a fatica. Mentre il camino si riscaldava, sistemò le coperte sull’enorme tappeto persiano, ai piedi del divano. Tornò ancora una volta in camera sua per prendere alcuni libri, un quaderno e il dizionario; poi si sedette a terra insieme a Sango, finalmente pronto per studiare.

«Cos’è che ti dà maggiori problemi? » Chiese subito Sango. Ma il suo entusiasmo si spense quando lesse la perplessità sul volto di Miroku. «Forse è meglio una terapia d’urto!  »

Miroku annuì decisamente.

E così andarono avanti a studiare per delle ore; Sango era contentissima di poter essere utile al suo migliore amico, e poi lui era così intelligente, quando voleva apprendeva subito, senza troppo sforzo, tanto che più che una seduta intensiva di matematica, sembrava una serata di divertimento. Tuttavia, nel bel mezzo della ricapitolazione teorica, entrambi si lasciarono un po’ troppo andare e, in pochissimo tempo, si trovarono stretti fra le braccia di Morfeo.

 

Una sensazione di tranquilla serenità le pervase nello stesso attimo in cui il dormiveglia cessò e Sango realizzò di essere sveglia. Era distesa su un lato e una mano, una mano grande e forte, le accarezzava dolcemente i capelli e le guance; aprì gli occhi e si trovò a specchiarsi in quelli grandi e profondi di Miroku.

«Ti ho svegliata? » Chiese dolcemente il ragazzo che la fissava facendo scivolare i capelli di lei fra le dita. «Ho pensato che sul pavimento stavi scomoda, così ti ho poggiata qui…»

 Subito Sango si alzò a sedere, sconvolta da uno strano scalpitare che andava fra il suo stomaco e il cuore che non seppe decifrare. Le  guance le si imporporarono e lei desiderò essere in qualsiasi altro luogo, tranne lì.

 Li per lì non ci aveva fatto troppo caso. Ma la cosa si era ripetuta altre volte nel giro di una settimana, non riusciva a capire cosa fosse quella strana sensazione, le impediva anche solo di parlare con Miroku, ormai. Ed era palese che ne soffrissero entrambi.

Probabilmente non era nulla di grave, una cosa stupida, ma lei ci stava male da morire, desiderava che tutto tornasse come prima e che non le facesse più male al cuore che Miroku scavasse nella sua anima con quei grandi  occhi azzurri, che la stringesse forte a se, o che la chiamasse sangochan…

 

 

CONTINUA…



Se amate inuyasha, non perdetevi le altre mie fiction su questo manga!

Al mio tesoro più grande (Sango pensa a Miroku e ai sentimenti che prova per lui)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=213000&i=1

If I Die tomorrow (Quali sono le paure di Miroku?)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=166414&i=1

Alla calda luce di un falò (Sesshomaru x Rin ---> l'ho scritta e si è avverata in parte l'estate successiva, quindi ci sono molto affezionata)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=42472&i=1

L'ultima lacrima (Naraku è stato sconfitto, ma perchè le guance di Sango sono rigate dalle lacrime? ---> ad oggi la mia fic del cuore.)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=18302&i=1


Alla prossima! mi raccomando, commentate!
  
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