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Autore: Scarcy90    12/01/2012    14 recensioni
Blake e Cassie, un ragazzo e una ragazza che non si sono conoscono e non sanno nulla l'uno dell'altra... Eppure hanno qualcosa in comune, qualcosa che li porterà ad incontrarsi: la loro capacità di poter vedere i fantasmi...
Dal prologo...
Ho avuto a che fare con i fantasmi ogni attimo della mia vita e a volte, dimenticandomi del fatto che le altre persone non li possono né vedere né sentire, iniziavo a conversare con loro in pubblico, e soprattutto a scuola, dando l’impressione di parlare da sola. Per questo mio comportamento sono stata etichettata come una tipa stramba e forse è anche il motivo per cui al di fuori della mia famiglia e dell’organizzazione non ho mai avuto amici, fino a quando la mia strada non ha incrociato quella di Jason Blake e del suo caratteraccio.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ghost Seeker- Capitolo 4
Capitolo 4: La Nascita Dell’S1 Cassandra (Cassie)
 
 





 Mi sentivo strana. Era come se fossi sospesa all’interno di una bolla d’aria. Sentivo di essere cosciente ma allo stesso tempo non lo ero come se ci fosse stato qualcosa che non mi permetteva di aprire gli occhi anche se in realtà lo volevo.
 Cercai di sforzarmi e di riuscire a capire dove mi trovassi, o cosa fosse accaduto.
 Ricordai di aver avuto il mio primo contatto anima-Seeker con Jane, e ricordavo una bambina e una pistola. Cos’altro era accaduto?
 “Non permetterò che ti succeda qualcosa.”
 Spalancai gli occhi nel ricordare quelle parole e la persona che le aveva pronunciate. Blake!
 Lui… Lui era venuto da me, era venuto ad aiutarmi e mi aveva salvata proprio poco prima che la mia anima abbandonasse completamente il mio corpo. Era stato tutto esattamente come aveva previsto mio padre, Blake non era riuscito a ribellarsi alla sua natura ed era venuto da me. No, era corso da me! Infischiandosene di tutto, persino di se stesso e della sua vita. 
 Ci misi qualche secondo a ricordare tutto e a capire dove fossi.
 Mi guardai attorno un po’ spaesata prima di intuire che ero nuda e completamente immersa in una vasca piena di un liquido azzurro.
 Era la Healthy Room, così l’aveva soprannominata mio padre quando l’aveva fatta costruire. La stanza dove i Seeker e i Guard potevano riprendersi dopo le missioni che in genere prosciugavano tutte le energie, soprattutto in una Seeker alle prime armi come me. Mio padre la usava di rado ormai, era abbastanza esperto da non averne più bisogno troppo spesso.
 Il liquido in cui ero immersa era S.G.E, S Gene Extract, un composto preparato dai biochimici della Tripla S. A quanto mi aveva detto mio padre era un concentrato di cellule contenenti il Gene S, modificate in modo da far accelerare il processo di guarigione.
 Quel composto aveva rappresentato una vera svolta nel mondo dei Seeker, prima di quella scoperta potevano sopportare solo poche missioni nell’arco di una settimana, ma con quel siero un Seeker riusciva a portarne a termine anche due o tre in un giorno solo.
 Mi misi a sedere all’interno della vasca di vetro e cominciai a guardarmi intorno. La stanza era esattamente come l’ultima volta che l’avevo vista: completamente bianca. Pavimento, soffitto e pareti erano di un bianco quasi accecante.
 Notai un accappatoio piegato con cura e posato su una sedia. Mi alzai e subito un getto d’acqua calda proveniente dal soffitto lavò via i residui dell’ S.G.M che avevo addosso. Strizzai con cura i miei lunghi capelli neri e uscii con calma dalla vasca indossando il morbido accappatoio blu e le infradito che stavano vicino alla sedia.
 Mi passai la mano sul viso per togliere le ultime goccioline d’acqua e notai con piacere che non mi sentivo per niente stanca, anzi. Era come se tutte le energie fossero tornate in me completamente rinnovate e amplificate.
 Mi voltai verso la porta per uscire ma in quel momento notai qualcosa.
 Nella seconda vasca, a pochi passi da me c’era qualcuno e non mi serviva di certo chissà quale intuito per capire chi fosse.
 Raggiunsi la vasca e fissai il viso di Jason Blake ancora profondamente addormentato. Anche lui era immerso fino al collo in quel liquido blu che gli consentiva di riprendere le forze più velocemente.
 Per un Seeker non era semplice gestire un’anima intrusa ma anche il lavoro di un Guard non era facile: permettere l’uscita dell’anima intrusa dal corpo del Seeker era un processo che comportava una grande fatica sia fisica che mentale. Non mi stupiva che il corpo di Blake si fosse affaticato almeno quanto il mio.
 Guardai il suo volto tranquillo e sereno, le sue palpebre chiuse e i suoi lineamenti dolci. Sembrava quasi un bambino che dormiva beato.
 Non seppi il perché ma la mia mano si mosse da sola prima che potessi soffermarmi a pensare su quello che stavo facendo. La posai con delicatezza sulla sua guancia e lo accarezzai fino al mento.
 “Non permetterò che ti succeda qualcosa.”
 Le sue parole mi ritornarono in mente all’improvviso.
 Aveva rischiato così tanto per me, senza che io neanche glielo chiedessi. Anzi, lo volevo convincere ad andare via, non volevo che corresse dei rischi per salvare me.
 Da una parte sapevo che quella volontà di salvarmi era dovuta alla sua ritrovata natura di Guard ma dall’altra cominciavo a preoccuparmi perché ero io a non essere normale. Un Seeker non ha slanci di protezione verso il suo Guard, a meno che non subentri un forte rapporto di fiducia o di amicizia. E di certo io non avevo avuto il tempo di instaurare qualcosa del genere con Blake.
 Però in quei momenti di pericolo avevo pregato perché lui si mettesse in salvo, avevo il terrore che gli potesse accadere qualcosa.
 Probabilmente era solo il senso di colpa verso qualcuno che avevo messo in pericolo, o almeno lo speravo. Non potevo provare qualcosa per lui, era un Guard e ai Seeker era proibito innamorarsi di un Guard, almeno quanto lo era innamorarsi di un essere umano normale.
 No, non era un sentimento romantico. Era solo il senso di colpa. Punto.
 Tolsi la mano dal suo volto e avvicinandomi un po’ sussurrai:
 -Grazie, di tutto Blake. Ti devo la vita.-
 Glielo dissi in quel momento perché una volta sveglio non avrei mai avuto il coraggio di ammettere che gli ero davvero grata, il mio carattere non me lo avrebbe permesso.
 Lo guardai ancora qualche istante e mi voltai per raggiungere la porta.
 -Cassie!-
 Il mio nome urlato mi costrinse a guardarlo di nuovo.
 Si era messo a sedere e si guardava intorno spaesato con il respiro affannato e tremante.
 -Blake- dissi avvicinandomi preoccupata. –Blake, va tutto bene. Sei a casa mia.-
 Lui mi guardò dritto negli occhi e l’azzurro intenso con cui mi travolse mi destabilizzò. Mano a mano che il suo sguardo si tranquillizzava e il suo respiro diventava più regolare anche la mia ansia nel vederlo così impaurito cominciò a scemare.
 -Stai bene?- mi chiese subito posando una mano sulla mia che era appoggiata sul bordo della vasca. –Cosa è successo? Dov’è Jane? E Rick?-
 Quella mano, abbassai lentamente lo sguardo su quella mano posata sulla mia. La fissai mentre una strana fiammata partiva da quella mano e cominciava a diffondersi in tutto il mio corpo. Raggiunse il cuore e lo fece accelerare, e se non avessi avuto un autocontrollo così sviluppato probabilmente non sarei riuscita ad impedire anche alle mie guancie di diventare scandalosamente arrossate.
 Tornai a guardare Blake: il suo viso era ancora teso e i suoi occhi azzurri e caldi cercavano delle risposte all’interno dei miei, ancora spaesati per tutte le emozioni che mi avevano travolta.
 -E’ andato tutto bene, Blake-, cercai di sorridere, ma non era nella mia natura riuscire a rassicurare le persone con dolci espressioni facciali, perciò il mio viso rimase totalmente impassibile. –Siamo riusciti a completare il trapasso di Jane e a salvare Rick e la piccola. Non ricordi nulla di quello che è successo?-
 Stavo cercando di non badare al fatto che la mano di Blake era ancora sulla mia ma proprio non ce la facevo, ancora un minuto e sarei davvero arrossita.
 -Ricordo che tu eri in pericolo e che stavi per sparire, e che quando ti ho visto in quello stato ho attaccato Jane e poi sono riuscito a far uscire la sua anima dal tuo corpo con… con una strana luce che mi usciva dalla mano.-
 A quel punto posò gli occhi sulla stessa mano di cui aveva parlato e che era ancora posata sulla mia. La fissò per un attimo e poi la tirò subito via come se si fosse scottato.
 -Ehm… Scusa. Io… Devo...-, si guardava intorno spaesato e imbarazzato mentre cercava un modo per tirarsi fuori da quella situazione. Se non fossi stata in imbarazzo anch’io probabilmente mi avrebbe fatto sorridere vedere Blake così in crisi.
 -Io… O cavolo!-
 -Cosa?- chiesi aggrottando la fronte.
 -Che ore sono?!-
 Mi voltai verso la porta e guardai l’enorme orologio bianco con i numeri rossi che segnavano le…
 -Ti prego, dimmi che sono le due del pomeriggio e non della notte?- chiese lui con tono supplicante.
 -Sono le due di notte.- Delicata come un macete ovviamente.
 -Accidenti! Mia madre mi ammazzerà! Sono morto! Non mi ha ucciso Jane ma ci penserà mia madre a finire il lavoro…-
 Non feci in tempo a provare a calmarlo che lui si alzò in piedi. Spalancai gli occhi incredula mentre usciva dalla vasca senza neanche aspettare che l’acqua della doccia lo ripulisse completamente dal siero. Eppure non era stato questo a sconvolgermi ma il suo corpo completamente nudo che si trovava proprio davanti ai miei occhi.
 -Blake!- esclamai afferrando l’accappatoio blu posato sulla sedia accanto alla sua vasca.
 -Cosa? Devo tornare subito a casa-, disse con urgenza.
 -Hai intenzione di andare in giro per la città completamente nudo?!- risposi cercando di tenere gli occhi bassi ma ormai avevo visto tutto quello che c’era da vedere.
 -Cazzo!-
 Gli lanciai l’accappatoio e lo indossò subito completamente rosso in viso.
 -Tranquillo, non ho visto niente-, cercai di imbastire quella bugia ma dubitavo che lui ci credesse, visto che il mio tono era tutt’altro che incoraggiante: la mia voce tremava, era troppo evidente.
 -Pensi che ci siano i miei vestiti qui da qualche parte?- mi chiese senza guardarmi mentre io mi stringevo ancora di più la cinta dell’accappatoio, ricordando solo in quel momento che anch’io sotto ero completamente nuda.
 -Andiamo a cercare mio padre, lui e Dafne dovrebbero saperne qualcosa.-
 Blake annuì sempre senza accennare a guardarmi.
 Gli feci strada fuori dalla Healty Room. Eravamo sotto la libreria di famiglia, al di sotto di tutto l’edificio. Mio padre aveva fatto costruire un ambiente enorme dove poteva allenarsi insieme a Dafne e ovviamente la Healty Room rappresentava solo una piccola percentuale di quel posto.
 Mi diressi lungo il corridoio ben illuminato che ci avrebbe portati all’ascensore.
 -Dove siamo?- mi chiese Blake con voce confusa.
 -E’ il posto in cui Dafne e mio padre si allenano, una specie di quartier generale della famiglia Hyde. Si trova sotto l’edificio dove vivo. Quella da cui siamo usciti prima è la Healty Room, la stanza dove Seeker e Guard riacquistano le forze dopo le missioni.-
 -E il liquido blu dove eravamo immersi… Cos’era?-
 -Un siero. Un estratto del Gene S che aiuta i nostri corpi a guarire più in fretta.-
 -E’ per questo che mi sento così… bene. Mi sembra di essere rinato e di aver dormito per giorni.-
 -Sì, è merito del siero. E probabilmente anche del fatto che la tua natura di Guard si sta risvegliando, quindi ti senti molto più forte di prima.-
 Non lo guardai. Non avevo ancora capito se avesse accettato o meno la sua natura di Guard, se avesse finalmente deciso di diventare il mio Guard.
 Arrivammo davanti all’ascensore. Spinsi il bottone e quello subito si aprì.
 -Per fortuna non è come quello che abbiamo usato per salire prima a casa tua…-
 -Quello è l’ascensore per gli ospiti. Non sarebbe normale avere un ascensore ultramodermo in un edificio come quello-, risposi con ovvietà.
 Entrammo e rimanemmo in silenzio, mentre io spinsi il terzo bottone, su uno schermo Touch Screen, per raggiungere il secondo piano.
 Mi appoggiai alla parete dell’ascensore e fissai  le spalle di Blake che se ne stava in piedi un passo davanti a me. Le sue spalle erano larghe e mi trasmettevano una strana sensazione di sicurezza, sentivo di poter affidare la mia vita nelle sue mani, avrei potuto farlo fino alla fine dei miei giorni senza pentirmene neanche per un istante.
 Ma lui poteva accettarlo? Avrebbe davvero voluto che la sua vita venisse sconvolta in quel modo?
 -Ho deciso-, disse all’improvviso girando solo il viso all’indietro per puntare i suoi occhi nei miei.
 -Cosa?- chiesi confusa.
 -Da adesso in poi… Io sarò il tuo Guard.-
 Spalancai gli occhi mentre la porta dell’ascensore si apriva.
 -Sono l’unico che può proteggerti e non lascerò che tu corra di nuovo il rischio di perdere la vita.-
 I suoi occhi rimasero fissi nei miei, erano seri e decisi, finché non voltò la testa e cominciò ad uscire dall’ascensore mentre io me ne stavo immobile, assolutamente allibita e senza parole. Il giorno che avevo aspettato per così tanto tempo era finalmente giunto: avrei avuto un mio team, e un mio Guard. Finalmente sarei diventata una vera Seeker, e il fatto che Blake fosse al mio fianco contribuiva a rendermi felice, sapevo di potermi fidare ciecamente di lui, lo potevo sentire chiaramente analizzando le sue emozioni. Era determinato e deciso, voleva davvero proteggermi, e questo lo rendeva l’unico al mondo capace di essere il mio Guard.
 Lui era davvero l’unico.
 Uscii dall’ascensore, dopo quel mio momento di stallo, e insieme a Blake mi ritrovai all’interno della mia cucina, la stessa cucina che solo poche ore prima aveva accolto me e Blake di ritorno da scuola. Erano successe così tante cose da quel momento che sembrava lontano secoli.
 -Papà! Ci sei?- dissi a voce alta.
 -Cassie, siamo in biblioteca…-, la voce di mio padre arrivò un po’ ovattata a causa della porta della biblioteca, che notai, era chiusa.
 Guardai un attimo Blake e con calma ci dirigemmo verso la stanza. Posai la mano sulla maniglia e abbassandola aprii la porta con un leggera spinta.
 -Vi siete svegliati prima del previsto-, sorrise mio padre alzandosi dalla sedia e venendomi incontro.
 C’era qualcosa di strano. Sul tavolo della biblioteca c’erano quattro tazze di caffè e una montagna di pasticcini. Dafne era in piedi vicino al caminetto, ma sul divano di fronte vidi seduti un uomo e una donna. Lui in giacca e cravatta, aveva dei perfetti capelli castani, un po’ brizzolati ai lati, un viso quasi squadrato e senza imperfezioni nei lineamenti, e degli occhi neri e profondi. La donna attirò di più la mia attenzione: i suoi lineamenti dolci, i lunghi capelli castano scuro, la forma dei suoi eleganti occhi verdi, mi ricordavano tremendamente qualcuno.
 -Mamma! Papà!- esclamò una voce al mio fianco.
 -Ciao Jason-, sorrise la donna mantenendo un’espressione distesa.
 Quella situazione cominciava ad apparire davvero molto strana. Una madre che rivedeva il figlio dopo che lui aveva quasi rischiato di morire non si comportava in quel modo. Lei era calma e se anche avesse avuto una qualche forma di preoccupazione non la dimostrava per niente.
 -Cassie-, cominciò mio padre con un sorriso. –Lascia che ti presenti Sandra e Michael Blake, i genitori di Jason.
 -Salve-, risposi io in tono educato cercando di non badare al fatto che indossavo solo un accappatoio.
 -Ma che ci fate qui?- chiese Blake stupito, e passandomi accanto si diresse verso i propri genitori.
 -Li ho contattati io-, riprese mio padre. –Non potevo certo permettere che ti dessero per disperso, Blake. Pensavo di dover dar loro qualche spiegazione, e invece, a quanto pare, i tuoi genitori sapevano già tutto, e anche di più.-
 -Che significa?- il tono di Blake era più confuso che mai, lo sentivo chiaramente.
 -Tuo padre ed io sapevamo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato-, Sandra continuava ad avere un viso disteso e rilassato. –Tuo nonno mi ha preparato bene all’eventualità di avere un figlio Guard, e io ho preparato tuo padre. La Tripla S ci ha fatto trasferire qui perché sapevano che c’era un Seeker che aveva bisogno di un Guard e le possibilità che fossi tu erano molto alte, almeno secondo la loro opinione. E’ stata la Tripla S a fare in modo che tuo padre avesse la promozione e a dirci che scuola avresti dovuto frequentare. Mio padre me lo diceva sempre: “i capi della Tripla S sono sempre un passo avanti a te, quando tu cominci a pensare qualcosa loro l’hanno già attuato”. Aveva ragione.-
 Spalancai gli occhi e mi voltai verso Blake. All’improvviso avevo sentito una strana sensazione di tristezza provenire dal suo corpo, e quella tristezza mi entrò dentro, potevo quasi toccarla.
 -Perché il nonno non mi ha mai parlato di tutta questa storia?-
 Era per suo nonno, sicuramente era molto affezionato a quell’uomo, e l’idea che non l’avesse istruito per affrontare il mio mondo lo aveva tremendamente deluso.
 -Tuo nonno aveva abbandonato il mondo dei Seeker perché si era innamorato di una donna normale. Quando sono nata io era felicissimo perché non sarei stata coinvolta in questo mondo neanche come Guard. Ormai mio padre non voleva avere più nulla a che fare con la Tripla S, e mi parlava dei suoi giorni da Seeker come qualcosa di lontano e ormai finito.-
 Non potevo crederci, stavo davvero ascoltando la storia del famoso Icarus Warren. Avrei provato molta più felicità se lo stato d’animo di Blake non avesse continuato ad opprimermi in quel modo.
 -Se un Seeker decide di lasciare la Tripla S perché s’innamora di un umano, viene considerato un traditore e disconosciuto dall’intera comunità dei Seeker. Purtroppo la popolazione dei Seeker va sempre diminuendo a causa del gran numero di Seeker che decide di sposare umani, e nonostante questo anche il numero di Guard non è alto. Il Gene S è molto fragile, non è semplice che da un Seeker e un umano posso nascere un Guard. Infatti quando sei nato tu, mio padre non poteva crederci. Lui era anche un biologo molecolare quindi sapeva che era praticamente impossibile che dentro di me ci fossero dei geni che potessero dar vita al Gene S, e invece era successo. Tu eri una specie di piccolo miracolo, Jason. Tuo nonno decise il tuo nome e mi fece promettere che se la Tripla S avesse scoperto di te io avrei lasciato che tu seguissi il tuo destino, ovviamente solo se fosse stato un tuo desiderio. Tuo nonno ti voleva molto bene Jason, e non voleva coinvolgerti prima del tempo in qualcosa di così enorme, e non voleva influenzarti sapendo quanto affetto provassi per lui. Io ho sempre sentito parlare dell’affascinante mondo dei Seeker, e non sai quante volte da bambina ho desiderato di poter avere i poteri dei Guard, sapendo ciò tuo nonno non voleva che io deponessi dei miei desideri in te, come per viverli di luce riflessa, perciò abbiamo deciso di non dirti niente. Eppure sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, perché per ogni Guard che nasce c’è un Seeker che lo aspetta, era solo questione di tempo.-
 Sandra spostò i suoi profondi occhi verdi su di me, scrutandomi gentilmente. Sbattei le palpebre sentendomi parecchio in soggezione mentre lei continuava ad osservarmi.
 -Adesso che mio figlio è diventato il tuo Guard, Cassie, anche tu potrai portare avanti il lavoro di mio padre. Se lui vi potesse vedere sarebbe davvero fiero di questa squadra.-
 Annuii con un sorriso e mi voltai a guardare Blake. Aveva ancora il volto contratto dalla delusione ma il suo animo era più sereno come se avesse davvero capito che Icarus aveva taciuto solo per il suo bene.
 -A proposito di squadra-, intervenne mio padre. –E’ ora di ufficializzare la nascita del vostro team. Ora che Jason ha accettato di diventare un Guard la Tripla S deve essere informata di tutto questo.-
 -Ehm, papà…-, cominciai leggermente imbarazzata.
 -Dimmi, tesoro-, mi disse lui un po’ confuso.
 -Prima di ufficializzare tutto quanto, potremmo andare ad indossare qualcosa?-
 Blake mi lanciò uno sguardo imbarazzato e per poco non arrossii. Nessuno di noi due aveva dimenticato quello che era accaduto poco prima nella Healthy Room, anche se di certo avrei preferito rimuovere. Era decisamente troppo imbarazzante.
 Una volta nella mia stanza indossai un top nero e dei jeans scuri. Asciugai i capelli velocemente e li lasciai ricadere lungo le spalle.
 Mi sedetti un attimo sul letto e chiusi gli occhi, respirando profondamente. Avrei voluto chiedere scusa a Blake per averlo costretto a far parte di questo mondo, anche se era predisposto geneticamente, la Tripla S lo aveva portato da me di proposito, costringendolo ad abbandonare la sua vita precedente senza neanche avere la certezza che sarebbe stato lui la persona idonea per essere il mio Guard.
 Avevo cominciato a rovinargli la vita ancora prima di conoscerlo. Era assurdo.
 “Cassie, i tuoi sensi di colpa mi stanno facendo venire il mal di testa. Datti una regolata!”
 Blake?! Ma non era possibile, come poteva usare il pensiero per comunicare anche quando la mia anima era dentro al mio corpo? Solo i Guard e i Seeker più allenati ci riuscivano, dopo anni di collaborazione. Dafne e mio padre avevano bisogno di una grande concentrazione per riuscirci.
 “Blake, come hai fatto?”
 Ci riuscivo anch’io, e senza sforzarmi neanche troppo. Era una cosa così strana.
 “Di che parli?”
 “Ad attivare la comunicazione tramite il pensiero. In teoria dovremmo riuscirci solo quando la mia anima è fuori dal mio corpo.”
 “Non ne ho idea. Avevo voglia di dare un taglio al tuo senso di colpa, visto che mi sta opprimendo, e ho provato con questo metodo. Ero certo di riuscirci visto che lo avevo già fatto.”
 “E’ così strano…”
 “Cassie, smettila di sentirti in colpa.”
 Spalancai gli occhi incredula. Blake stava cercando di tranquillizzarmi, aveva capito che mi sentivo in colpa per quello che gli avevo fatto.
 “Ero destinato a questa vita e se non fossi diventato il tuo Guard lo sarei diventato per qualcun altro. E’ una cosa che parte da me, che è dentro di me. Non posso sradicarla e non è colpa tua se adesso la mia vita non sarà più come prima. Da un lato devo ammettere che comunque sono contento di quello che sta accadendo perché almeno ho trovato un vero obiettivo da portare avanti. Te lo dico in questo modo perché guardandoti in faccia non penso che ce la farei ma non so se è la mia natura di Guard a farmelo dire però farò qualsiasi cosa perché tu sia al sicuro durante le missioni, non ho intenzione di permettere che qualcuno o qualcosa ti faccia del male, non lo potrei sopportare. Adesso proteggere te è l’unica cosa che conta davvero nella mia vita.”
 Okay, quelle parole erano dettate dal Gene S di Blake, eppure mi rendeva felice il fatto che lui la pensasse così. Mi rendeva molto più felice del dovuto e mi trovai costretta a  reprimere tutta la mia gioia altrimenti Blake l’avrebbe avvertita.
 “Blake… Grazie, davvero. Grazie per avermi salvato la vita e per aver deciso di non abbandonarmi. Ti devo molto e penso che ti dovrò anche di più in futuro. Ricordati queste parole perché non credo che le sentirai mai più pronunciate da me.”
 L’atmosfera cominciava a diventare un po’ troppo strana per i miei gusti, e per fortuna qualcuno decise di togliermi da quell’impiccio bussando alla porta. Forse era mio padre che veniva a chiamarmi per andare.
 Mi diressi verso la porta e quando l’aprii il mio corpo si immobilizzò davanti alla persona che aveva bussato alla mia porta.
 -Posso entrare?- mi chiese Sandra Blake con voce gentile e con un sorriso che probabilmente era l’arma più usata dalla donna per non ottenere un rifiuto.
 -Certo-, risposi cercando di mantenere una voce ferma.
 Mi feci da parte e lasciai che la madre di Blake entrasse nella mia stanza. Si muoveva in modo stranamente sciolto. Sapevo perfettamente che non aveva alcun tipo di Gene S eppure tutta la sua persona e il suo essere delineavano quanto fosse stata vicina alla possibilità di essere una Guard. Era leggera nei movimenti, lo notai mentre prendeva una foto di mia madre posata su uno scaffale e la osservava. Aveva occhio critico ed intelligente, si vedeva dal suo sguardo arguto e curioso.
 Sì, quella donna sarebbe stata una grande Guard se sono la genetica gliene avesse data la possibilità. Era impossibile che un essere totalmente umano potesse sprigionare quell’aura così sovrannaturale eppure lei aveva questo dono.
 -Sai, Cassie-, cominciò guardandomi dolcemente negli occhi. –Come ho detto prima io non ho il Gene S però ho sempre avuto un sesto senso molto sviluppato e a volte mi è capitato di avvertire la presenza di un fantasma.-
 Spalancai gli occhi quasi incredula.
 -Mio padre una volta mi spiegò come sia possibile che figli di un Guard e di un umana possano diventare dei “sensitivi”, passami il termine. Ovviamente non mi riferisco a Santoni imbellettati che gestiscono programmi Tv a pagamento ma di persone come me. Noi non siamo Seeker, non siamo Guard eppure abbiamo una specie di capacità che ci permette di avvertire a volte la presenza di anime o di… Be’ di altro. Sai a cosa mi riferisco.-
 Annuii rapita da quel discorso. Non avevo mai creduto a coloro che si definivano sensitivi, ma dovevo ammettere che forse c’era del vero in quello che stava cercando di dirmi Sandra Blake.
 -A volte ho sentito la presenza delle anime e non mi riferisco solo ad anime innocue ma anche quelle malvagie. Ho avvertito di cosa possono essere capaci e devo ammettere che nonostante io abbia sempre conosciuto il destino di mio figlio da un lato sono anche tremendamente spaventata per ciò che potrebbe accadergli.-
 Fece un sospiro e si sedette sul mio letto facendomi segno di sedermi accanto a lei.
 -Quando sono diventata madre ho promesso di proteggere mio figlio da tutto quello che avrebbe potuto ferirlo o danneggiarlo ma il mondo delle anime e dei Seeker è al di sopra delle mie forze e so di non poter nulla contro i pericoli che Jason incontrerà sul suo cammino d’ora in avanti. Lui ha deciso di accettare la sua natura e spero che abbia capito a cosa andrà incontro, anche se ora è il Gene S a scegliere per lui. Jason in questo momento non vede altri che te e l’importanza della tua vita ma io vedo la sua di vita e soprattutto vedo l’importanza che ha per te.-
 Spalancai gli occhi incredula a quelle parole.
 -Tranquilla, Cassie. So che per un Seeker provare preoccupazione per il suo Guard, soprattutto dopo una conoscenza così breve, è alquanto insolito ma non ho intenzione di comunicarlo alla Tripla S o cose del genere.-
 Non era stata l’idea che la Tripla S venisse a conoscenza della mia preoccupazione che mi aveva sconvolta ma il fatto che quella donna avesse capito così tanto in un lasso di tempo decisamente breve. Possedeva un intuito davvero invidiabile.
 -In realtà sono venuta qui a parlarti perché vorrei che tu mi promettessi una cosa.-
 Sfoderò di nuovo quel sorriso che avrebbe fatto sciogliere un ice-berg.
 -Cosa?- chiesi ancora sorpresa.
 -Tu provi un certo affetto per mio figlio, vero? Ti senti legata a lui da qualcosa che non riesci a spiegarti.-
 Ma come diamine faceva a saperlo? Come lo aveva capito? Come poteva aver interpretato i miei comportamenti così velocemente e in modo altrettanto corretto?
 -Io… Credo di sì-, risposi abbastanza titubante.
 -Non ti chiedo di spiegarmi questo legame, dubito che riuscirei a capire di cosa si tratta, è un qualcosa di sovrannaturale che io non ho le capacità per analizzare.-
 A dire la verità sembrava il contrario visto che aveva capito praticamente tutto fino a quel momento.
 -Conosco mio figlio, Cassie. Se lui dice che darà la vita per te stai pur certa che lo farà. Pur di salvarti metterà se stesso in pericolo e io ho paura che lui non sia del tutto cosciente del significato della morte. Non pretendo che lui non faccia quello per cui è nato e a cui è destinato però… Ti prego, Cassie, promettimi che veglierai su di lui. Promettimi che cercherai di impedirgli di fare sciocchezze. Vorrei solo questo, che tu ti prendessi cura del mio bambino perché io ormai non posso più farlo.-
 Abbassai lo sguardo rattristata. Non era solo per la mancanza del Gene S che Sandra non avrebbe più potuto prendersi cura di Blake ma anche perché per le regole stabilite dalla Tripla S i Guard erano costretti a non avere più contatti con la loro famiglia di origine se composta da soli umani. Probabilmente la Tripla S avrebbe fatto trasferire di nuovo i genitori di Blake trovando il modo di far restare lui a S. Francisco. Lo avrebbero fatto in modo subdolo e graduale in modo che lui se ne accorgesse quando era ormai troppo tardi e io, per legge, non potevo fare alcuna parola su questo avvenimento. Blake avrebbe dovuto sopportarlo e affrontarlo a tempo debito.
 Non avevo mai condiviso più di tanto le stupide regole della Tripla S e dovevo ammetterlo quella regola era tra le più idiote e crudeli.
 Finché Blake fosse stato il mio Guard non avrebbe mai più potuto rivedere i suoi genitori e questo mi uccideva. Il mio senso di colpa rischiava di raggiungere livelli storici inauditi.
 Dovevo fare qualcosa per alleviare almeno in parte quella sensazione sgradevole che mi stava attanagliando lo stomaco e dovevo farlo prima che Blake si accorgesse del mio stato d’animo. Non era assolutamente pronto per conoscere la verità.
 -Le prometto che veglierò su Blake- risposi fissando Sandra dritto negli occhi. –So quanto possa essere istintivo, ne ho avuto oggi la prova, e cercherò in ogni modo di fargli comprendere che la sua vita è fondamentale quanto la mia. Lei sa meglio di me che al mondo esiste un solo Guard per ogni Seeker, se Blake dovesse fare delle sciocchezze e perdere la vita anche la mia essenza di Seeker non avrà più senso di esistere.-
 Sandra ricambiava il mio sguardo con un misto di gratitudine e curiosità.
 -Se posso chiedertelo, chi è che parla in questo momento? Cassandre Hyde, la nuova neo Seeker, o Cassie una diciassettenne in pena per la vita di un amico?-
 Quella era un’ottima domanda, e probabilmente da quella donna avrei dovuto aspettarmi un’osservazione di quel genere.
 -E’ Cassandra a parlare. Semplicemente Cassandra, una ragazza legata ad un mondo che molti non accetterebbero e che sa quanto sia importante la vita, soprattutto se è la vita di una persona buona e piena di coraggio come lo è Blake. Non potrei mai permettere che gli accadesse qualcosa, la sola idea mi fa stare male.-
 La madre di Blake continuò a guardarmi ma questa volta scorgevo solo gratitudine nei suoi occhi.
 -Sarai davvero una grande Seeker, Cassie.-
 Prese una delle mie mani e la strinse tra le sue senza lasciare i miei occhi neanche per un istante.
 -Lo sarò solo perché al mio fianco ci sarà un grande Guard. Però, la prego di non riferire a Blake le mie parole, non vorrei che si montasse già la testa.-
 Stranamente mi aprii in un sorriso complice, di certo non solito alla mia indole, che Sandra ricambiò divertita.
 -Non mi sembra il caso che mio figlio conosca così presto la vera idea che tu hai di lui. Gli aspettano giorni difficili e sono sicura che il tuo carattere autoritario e severo lo aiuteranno a maturare ancora e a diventare l’uomo e il Guard che ho sempre sognato che fosse.-
 Quella donna. Era una rivelazione, non avevo mai conosciuto un’umana così sensibile e perspicace. Era come se anche lei, a suo modo, avesse dei poteri che nemmeno io riuscivo a comprendere totalmente.
 Probabilmente dalla madre di uno come Blake non avrei potuto aspettarmi niente di meno.
 -Dopo la cerimonia di ufficializzazione, io e mio marito non rivedremo più Jason. Lui si trasferirà qui da voi e noi tra pochi giorni lasceremo San Francisco, e ovviamente non posso dire né a lui né a te dove andremo.-
 -Conosco le leggi della Tripla S, anche se molte non le condivido.-
 -Non parteciperemo alla cerimonia, sai che non ci è dato vedere il quartier generale della Tripla S, quindi saluterò mio figlio adesso. Ti prego di non fargli capire in alcun modo quello che sta per accadere, e di spiegargli quando sarà il momento che questo è un passaggio fondamentale perché la sua vita di Guard abbia inizio.-
 La guardai negli occhi per un lungo istante, avevo come la sensazione che avrebbe voluto scoppiare a piangere ma era quanto il suo carattere deciso e la sua discendenza così prestigiosa glielo impedissero.
 -Le prometto che Blake conoscerà tutte le motivazioni e che troverò un modo per fargli accettare questa parte del percorso.-
 -Grazie, Cassie- rispose sorridendo. –Non avrei davvero potuto sperare in una compagna d’avventura migliore per Jason.-
 -Siamo pronti- urlò mio padre dalla cucina.
 Sandra si voltò a guardarmi ancora una volta.
 -E’ il momento- rispose con un sospiro.
 -Vada a salutare Blake- le suggerì con voce calma. –Si prenda tutto il tempo che le occorre. Ci penserò io a tenere buono mio padre e anche tutto il mondo dei Seeker se sarà necessario.-
 Sandra mi guardò con commozione.
 -Sei davvero una ragazza straordinaria, Cassie.-
 Mi aprii in un sorriso amaro.
 -Sono solo una ragazza che vorrebbe tanto vivere in un mondo normale, ma faccio buon viso a cattivo gioco e vado avanti. Blake merita di salutare i suoi genitori, se l’è meritato per quello che ha fatto oggi e per tutto quello che farà in futuro.-
 Sandra annuì.
 -Grazie ancora, Cassie.-
 Con queste parole e un ultimo, dolce, sguardo lasciò la mia stanza e si diresse verso il suo destino e il suo futuro. Un futuro in cui il figlio che aveva amato e cresciuto non ci sarebbe più stato.




***L'Autrice***
 Salve a tutti ^^
 Lo so, tra un po' vi dimenticherete anche di chi sono, scusatemi. Ormai aggiorno così di rado che mi vergogno di me stessa. Comunque piano piano e con pazienza qualcosina dal mio cervello bacato riesco a tirarla fuori.
 Ecco qui un nuovo capitolo di questa storia, e spero vivamente che vi sia piaciuto. Ci ho messo davvero tanto a partorirlo e spero che per il prossimo non dobbiate aspettare così tanto, anche se purtroppo riesco a scrivere sempre più di rado.
 Però posso garantirvi che comunque questa storia è sempre meglio delineata nella mia mente e che davvero intenzione di far accadere di tutto. ^^
 Nel prossimo capitolo vedremo l'ufficializzazione della S1 Cassandra, e quindi mi toccherà descrivere il quartie generale della Tripla S, il che mi rende un po' indecisa, non so esattamente come sarà, spero non una schifezza comunque xD
 Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono queste e tutte le mie storie, e vi prometto che risponderò alle recensioni di questo capitolo e anche a tutte le recensioni a cui non ho ancora risposto.
 Vi ringrazio infinitamente per tutto l'affetto che ogni volta mi dimostrate... ^^

Un bacio
  
   
 
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