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Autore: Asuka Kazama    16/01/2012    5 recensioni
Alessia vive la sua nuova vita da universitaria, ma se a vent'anni scopre di discendere da un'antica e lunga generazione di mistici guerrieri, tutto si complica inesorabilmente. Quando poi scopre che le sue amiche più strette sono creature magiche incaricate di proteggerla...
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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The Defender Of Magic
Capitolo 1 - Il giorno in cui tutto ebbe inizio


«In guardia!».
Il cavaliere dall'armatura scintillante con un solo balzo, coprì la distanza che li separava e tentò un affondo contro la spalla sinistra di Jacopo.
«Troppo lento!». Facilmente Jacopo deviò la spada del cavaliere, e scintille rosse esplosero dal metallo delle lame. Il cavaliere arretrò. Si volse e ripartì all'attacco più determinato a colpirlo. Jacopo respinse l'avversario eseguendo una specie di manovre complesse e balzò più in alto che poté. La lama sfavillò alla luce del sole mentre provava ad affondare la spada sulla schiena del nemico. Quest'ultimo con un balzo all'indietro parò il colpo, proteggendosi con lo scudo e agitando la spada nel tentativo di colpire Jacopo al fianco sinistro. All'ultimo istante, Jacopo parò il colpo.
«Non male», si complimentò con l'avversario, felicemente sorpreso dei suoi progressi.
«Grazie» ghignò l'altro, provando numerosi affondi ma nessuno andò a buon fine.
«Adesso è il mio turno» così Jaki si lanciò all'attacco e malgrado le manovre diversive del cavaliere, riuscì a toccarlo sul collo, provocandogli un leggero taglio da cui sgorgarono delle gocce di sangue. Hai perso».
Il cavaliere lo guardò con espressione attonita poi scoppiò a ridere. «A quanto pare, non sono ancora alla tua altezza».
«Ti sei battuto bene Sigismondo, non essere così duro con te stesso» replicò Jacopo, rinfoderando la spada.
«Sarà, ma ma io non mi vedo così diverso».
Un applauso attirò l'attenzione dei due cavalieri dalle lucenti armature.
In fondo vi era una ragazza, seguita da un gruppo di uomini, dalla stessa armatura grigia dei due combattenti. Appariva come una ragazza di dodici anni appena, bella come un fiore di ibisco, dolce e sorridente, labbra rosse e lucenti come boccioli di rosa e capelli biondi come l'oro gli cadevano morbidamente sulle spalle incorniciando il suo volto da bambina. La sua veste richiamava in sé tutte le gradazioni del blu, proprio come uno scintillante oceano.
I due cavalieri s'inginocchiarono nel polveroso campo di addestramento chinando la testa in segno di rispetto. Gli atri guerrieri che fino a un attimo prima stavano duellando fra loro, si fermarono e li imitarono.
«Alzatevi pure» disse una vocina delicata, poi si rivolse agli altri guerrieri. «Continuate pure».
Annuirono e ripresero gli scontri interrotti.
«Cavalieri Jacopo e Cavaliere Sigismondo, stavo cercando proprio voi».
«Principessa Angelica, non c'era motivo di venire qui a cercarci in questo luogo sporco e polveroso, inadatto ad una donna del suo rango» mormorò Jacopo, «saremo venuti volentieri noi nel suo palazzo».
La principessa sorrise. «È stato il miglior duello che abbia mai visto; vi faccio i miei complimenti, cavalieri»
«Le vostre lodi ci lusingano» parlò Sigismondo portandosi una mano al torace e chinandosi nuovamente per qualche secondo.
«Conoscevo la vostra bravura nell'uso della spada ma vedervi duellare è stata la prova decisiva. Jacopo e Sigismondo ho scelto voi per affidarvi una delicata missione. Questo però non è il posto migliore per parlarne; vi prego, seguitemi e spostiamoci a palazzo, lontano da questo chiasso e orecchie indiscrete. Inoltre, non vorrei che la mia presenza qui deconcentrasse gli allenamenti altrui».
I due cavalieri annuirono e seguendo la principessa imboccarono un sentiero di terra battuta, circondato da una fitta vegetazione. Alberi alti e rigogliosi si ergevano in tutta la loro imponenza, le foglie verdi bagnate di rugiada brillavano come diamanti brillavano di varie sfumature alla luce del sole. Gli scoiattoli saltavano felici di albero in albero, alcuni dei quali si fermarono incuriositi a osservare il gruppo.
Il sentiero terminò davanti un lussuoso palazzo di pietra circondato da un campo fiorito. Entrati, salirono una rampa di scale, il corrimano d'oro massiccio scintillava, i gradini di marmo riflettevano il loro riflesso. Attraversarono un lungo corridoio, anche quest'ultimo di marmo. Il sole era così splendente quel giorno che non occorrevano torce per illuminare l'interno del castello.
Entrarono in una stanza molto ampia, adornata con bellissimi arazzi e dipinti raffiguranti antiche battaglie e precedenti sovrani, incorniciati d'oro.
Al centro della camera vi era un trono di topazio con delle gemme preziose incastonate, centinaia di velluti rossi si intrecciavano a formare un soffitto sul trono a piramide.
Gli uomini si fermarono, osservando la principessa sedersi sul trono di sua madre e sorridergli teneramente. «Lasciateci soli».
La sua guardia composta da cinque uomini, s'inchinò lievemente poi rapidi uscirono dalla stanza per sorvegliare l'ingresso.
«Bene, come stavo dicendo sul campo di addestramento ho scelto voi per una delicata missione».
«Dica pure mia principessa. Saremo molto lieti di adempiere alla missione che ha deciso di affidarci» mormorò Jacopo.
«Aspettiamo ancora. Non siete gli unici incaricati. Gli altri arriveranno a minuti, ho mandato dei messaggeri a chiamarli», l'informò.
 
 
Alcuni minuti dopo entrarono tre ragazze. La prima dal fisico minuto e gracile aveva dei lunghi capelli blu, morbidi come le onde del mare. La pelle del color del cielo era in perfetta armonia con gli occhi zaffiro. La sua veste era lunga e bianca con delle sfumature chiare richiamanti al colore dei suoi occhi. Sulla schiena scintillavano due paia d'ali celesti. Le orecchie appuntite. La seconda invece aveva i capelli color dello smeraldo raccolti in una complicata acconciatura decorate con fresie, fior d'arancio e violette. La sua veste non era altro che un cespuglio di piante, così tante che risultava impossibile identificarle tutte. L'ultima, era una ragazza dall'aspetto umano, molto di più rispetto alle altre due accanto a sé, vecchia oltre ogni dire, anche se l'unico segno di età erano i suoi occhi ambrati che tradivano una saggezza millenaria. Le tre ragazze si limitarono a scoccare un'occhiata ai due cavalieri fermandosi al loro fianco, dopodiché s'inchinarono al cospetto della principessa.
«Miharu, Lothus, Raziel» mormorò Angelica. Ad ogni nome pronunciato, le ragazze una per una si sollevarono, posando i loro occhi luminosi sulla sovrana. «Ora che siete tutti qui posso mettervi al corrente degli ultimi eventi accaduti. Le sibille hanno ricevuto un messaggio dall'oracolo. Il nuovo guerriero si è rivelato. Al momento i suoi poteri sono ancora assopiti ma si sveglieranno a breve» spiegò scrutandoli, quasi a leggere nel loro animo. «La vostra missione consiste nel proteggere il guardiano e addestrarlo, impedendo che qualcuno ne approfitti per rubare i suoi poteri. Sapete tutti cosa succederebbe se quel potere finisse nelle mani sbagliate».
I cinque annuirono.
«Cavaliere Sigismondo, tu avrai l'incarico di sostituire Jacopo, diventando il capitano della mia guardia seppur temporaneamente; Cavaliere Jacopo, il tuo incarico consiste nell'addestrare il guerriero insegnandogli l'arte del combattimento, sarai il suo maestro e il suo tutore. Fata di tutte le acque Miharu, fata della foresta Lothus e spirito millenario Raziel, voi vi infiltrerete nella sua scuola, le insegnerete i valori morali e la saggezza, la terrete lontana dai pericoli e terrete sotto controllo i suoi poteri. Non possiamo permettere che qualcun altro le si avvicini. Ricordate: non dovrà sapere nulla della sua vera natura finché i suoi poteri non si saranno rivelati; non voglio che si spaventi né che racconti di sé a qualcuno».
I cinque annuirono. Fu Jacopo a prendere parola. «Principessa, chi sarà il nuovo protettore?»
«È una ragazza di vent'anni, una studentessa universitaria», ai quattro incaricati consegnò una pergamena ciascuno sigillata. «Sono passati circa cinquecento anni dall'ultima volta che il protettore si è risvegliato, questo significa che una potente forza maligna si annida all'orizzonte, minacciando di spazzare via tutto ciò che incontra sul cammino».
«Vent'anni» ripeté incredulo lo spirito millenario. «L'ultimo protettore si rivelò all'età di dieci anni»
«Sì, ed è proprio questo a preoccuparmi» mormorò incupendosi in volto. «Vi presenterete a lei, sotto-forma umana e assumerete queste identità: Miharu, fate delle acque, risponderai al nome di Dafne e sarai una comune ragazza di vent'anni»
«Sì» rispose la fata cerulea con una riverenza.
«Lothus, fata della foresta, il tuo nome sarà Aida e avrai ventiquattro anni».
La fata dalla carnagione olivastra si limitò ad annuire.
«Raziel, spirito millenario, corrisponderai al nome di Angela e avrai venticinque anni».
Lo spirito imitò Lothus.
«Per ultimo ma non meno importante, Jacopo. Essendo un mezzosangue di nobile stirpe è stato deciso di rimanere il tuo nome invariato, dopo una lunga discussione diplomatica. Avrai diciassette anni e frequenterai un liceo dove potrai esercitarti nelle scienze, approfondire le tue conoscenze, preparandoti ad addestrarla».
Jacopo s'inginocchiò sul freddo marmo, baciando il dorso della mano della principessa. «Come desideri, mia signora».
Le gote di Angelica a quel gesto inaspettato si tinsero di un leggero rossore.
«La ragazza... come si chiama?» s'intromise lo spirito.
Angelica tossì appena, riprendendo il controllo delle sue emozioni e puntato i suoi occhi azzurri sullo spirito. «Alessia. Il suo nome è Alessia. Troverete tutte le informazioni nella pergamena che vi ho dato. Ora andate e assolvete alla missione che vi ho assegnato. Ricordate di non farne parola con nessuno. Il destino, non solo di Shinar, ma del mondo intero, grava sulle vostre spalle». 
   
 
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