Bene, eccomi di
nuovo qua, con il penultimo capitolo di questa breve storia... Sono molto
contenta di tutti i lettori che la leggono, un grazie anche a
loro!
Ringrazio anche
i recensori:
Per
Darklight92: Grazie per la
recensione ^_^ Sono contenta che ti piaccia Mai versione principessa... Il re?
Si tratta di Dartz! (Come fai a non conoscermi? ndDartz offeso) Il
supercattivone della serie dell’Orichalcos di
Yugioh...
Per Dark
Feder: Grazie per la
recensione ^_^ Ora vedrai chi è l’orco! Un punto a
te!
Per Gris
Latifoglie: Grazie per la
recensione ^_^ Bene, ora potrai sapere che cosa succederà (hihihih ndAlter
ego)
Per
Nadeshico: Grazie per la
recensione ^_^ Hai ragione, il Mago Nero è proprio affascinante... Su Dartz...
Eh eh, sembra che sia il re preferito di tutti! Ma come non poter dare la parte
del re ad uno che ha regnato saggiamente dodicimila anni fa? (L’orichalcos in
fondo, era solo un piccolo e insignificante incidente... ndDartz) (Piccolo e
insignificante?! ndYami che guarda Dartz con un leggero sguardo Datzicida)
(Esiste uno sguardo Dartzicida?? ndDartz preoccupato) (... ndAlter ego) Per
quanto riguarda Joey, beh, grazie! Per l’e–mail... Tranquilla mi è arrivata!
Grazie, sono molto contenta che ti piaccia la mia idea del gatto con gli
stivali... Purtroppo sono messa nei casini coi compiti estivi, perciò Dartz
versione ubriaco di vodka kuribo, Lucy e Timaius subiranno un
ritardo...
Per
kisa: Grazie per la
recensione ^_^ Mi dispiace che ti manchino le battute sarcastiche di
Seto...
Per
magic: Grazie per la
recensione ^_^ Sono contenta che ti faccia ridere... Per Tea... Ho in mente un
altro ruolo per la nostra amata (?_? ndTutti) ragazza ossessa sul legame
dell’amicizia.
Per
Elisa: Grazie per la
recensione ^_^ Eh, già, Dartz e Mai mi sembravano i migliori per quella
parte...
CAPITOLO III
Venne luglio,
gran calura e grano maturo nei campi.
I tre mesi erano
agli sgoccioli. Il gatto ormai aspettava solo l’occasione più
opportuna.
Avvenne una
mattina. Mentre portava la selvaggina al re, Yami apprese che quest’ultimo e la
figlia sarebbero andati a fare un giro rinfrescante sulla loro limousin e si
sarebbero fermati per un regale picnic. Allora Yami corse subito da Joey. «Bene,
ora fa così. Levatiti tutto di dosso ed entra in quel lago, come se qualcuno ti
avesse buttato dentro. E nascondi i vestiti, lascia fare a me. Se ti chiedono
chi sei, tu risponderai che sei il marchese di Carabas e se ti chiedono cosa sia
successo, tu rispondi i banditi, ok?»
«Sì, ma... Quel
lago fa schifo è più una palude che un lago e dicono che ci sono pure le
sanguisughe! Non ci entrerò mai lì!»
«Vogliamo
vedere?» chiese i gatto. Yami, velocissimo, colpì il retro delle ginocchia di
Joey e con uno sgambetto il giovane finì
nell’acqua.
Riemergendo
iniziò a sputare l’acqua fangosa che aveva bevuto e ad imprecare contro il gatto
che era sparito. Yami infatti era corso lesto nel luogo del picnic del re e sua
figlia. Sembrava una fiera per quanta gente c’era tra maggiordomi, cuochi,
paggi, servitori, cameriere e sguatteri. Yami iniziò la sua recita: «Aiuto!
Aiuto! Oh, splendido sovrano, quale fortuna incontrarvi proprio qui! Presto,
venite, il mio giovane padrone è stato derubato di tutto quello che aveva,
persino dei vestiti e l’hanno gettato nel
lago!»
Il re,
ricordandosi di tutti gli ottimi pasti che gli erano stati cucinati con i doni
del marchese, soprattutto quell’ottimo cosciotto di fagiano che stava
addentando, ordinò al suo seguito di andare ad aiutare quel giovane generoso.
Gli fece levare tutte le sanguisughe da dosso, poi lo fece vestire con l’abito
più elegante che aveva a lo invitò a fare un giro sulla sua porches con sua
figlia. Mai, vedendo e studiando il giovane, decise che sarebbe stato suo marito
e se ne innamorò perdutamente.
Yami, intanto,
correva alla massima velocità che riusciva a
raggiungere.
Quando
incontrava i contadini che lavoravano nei campi si fermava e ordinava loro: «Ehi
voi, da questo momento queste terre appartengono al marchese di Carabas! Sta per
passare la porches del re, se vi chiede di chi sono queste terre, sapete cosa
rispondere».
Si fece avanti
un contadino, un giovane alto e con i capelli scuri: «E cosa ci guadagneremo,
noi a credere alla parole di un
nanerottolo?»
Yami, mostrando
una grande pazienza e un immenso spirito di sopportazione, rispose: «Preferite
l’orco?»
Il contadino
annuì e gli assicurò che avrebbero fatto ciò che diceva e che avrebbero sparso
la voce in tutti i territori dell’orco. E così quando il re con una frenata si
fermò a chiedere di chi fossero quelle terre, fu proprio il contadino che aveva
espresso i suoi dubbi al gatto a rispondere: «Ma come, sire, non lo sapete?
Queste terre e tutto questo ricco raccolto appartengono al nostro signore il
marchese di Carabas!»
Il gatto intanto
aveva raggiunto la casa dell’orco, più che casa, un piccolo palazzo lussuoso, un
po’ cupo, ma sarebbero bastate poche modifiche per farlo risultare più
accogliente. Entrò nel palazzo chiedendo, con voce impertinente: «C’è nessuno
qui?»
«Come ti
permetti di entrare qui, razza di essere minuscolo che non si vede neanche col
microscopio?» le parole erano state pronunciate da un giovane con gli occhi
scuri e i serici capelli argentei che gli sfioravano le spalle. Era lui, Bakura,
che tutti conoscevano come “l’orco” a causa del suo immenso potere, ovvero
evocare una creatura delle ombre che poteva assomigliare molto vagamente ad un
orco.
Yami, ormai
stufo di essere insultato a causa della sua scarsa altezza, esclamò: «Questa
volta mi libero di te sul serio, Bakura, si dice che la tua Entità Transnaturale
si imbattibile!»
«Mi sembra che
tu l’abbia già provato sulla tua pelle, Sua Altezza Reale il Faraone alto un
metro meno cinquanta centimentri, ma se non ti è bastato...» Bakura alzò le mani
al cielo e gridò: «Vieni a me, Entità Transnaturale!» Subito comparve l’ormai
famoso mostro distruttore. «Bene Bakura, combattiamo!» esclamò Yami agguerrito.
«Evoco le mie più fedeli creature e una novità: venite, Mago Nero, Giovane Maga
Nera e... Gatto con gli stivali!»
Subito apparvero
i due incantatori, nelle loro tuniche abituali più un tenero gattino che
indossava gli stessi stivali e lo stesso cappello che indossava Yami. Al sentire
il nome dell’ultima creatura e nel vederla, Bakura scoppiò in una risata che gli
costò il ricovero in un ospedale
psichiatrico.
«Gatto con gli
stivali? Faraone, sei caduto proprio in basso! Vai Entità Transnaturale, attacca
quel tenero gattino indifeso!»
Yami sorrise
accattivante: «Bakura, non lo sapevi? Il Gatto con gli Stivali ha un potere
speciale: se sono presenti degli incantatori sul campi insieme a lui, questi
ultimi possono trasformare qualsiasi creatura in un topo. Va’ mio fedele Mago,
trasforma Entità in un bel topolino!» Il Mago Nero fece ciò che gli era stato
ordinato con un gesto noncurante del suo bastone, quasi a dire che un’azione del
genere fosse stata una banalità, per lui.
Bakura sbottò in
un’altra risata da psicopatico: «Bella trovata Faraone, ma tutte le
caratteristiche di Entità rimangono anche se è sotto questa ridicola forma!
Anzi, mi hai regalato un potere speciale! Il topo ora ha la capacità di passare
ad un attacco diretto!» Bakura continuava a
ridere.
Yami osservava
Bakura sorridendo.
Bene, cosa avrà in mente il nostro furbo protagonista? Come sconfiggerà la terribile Entità Transnaturale di Bakura che, nonostante la sua nuova forma, conserva intatte tutte le sue temibili caratteristiche?