Film > Peter Pan
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Autore: kamy    23/01/2012    6 recensioni
Dedicata a Nonna Papera che mi ha proposto di scriverla ^_^. Sperò sarà di suo gradimento, sinceramente non avrei mai pensato a questo pairing di mio, ma mi sono molto divertita a farla ^^.
Raccolta sparsa UncinoxPeter. [Slash].
[Riconoscerete il richiamo più che esplicito alla discussione che fanno Uncino e Peter nel film, prima che Wendy lo baci ^_^ nel capitolo 1].
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Capitan Uncino, Peter Pan, Quasi tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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salvo che... Ringrazio anche solo chi legge.

DEDICATA A NONNA PAPERA ^_^



Salvo che...

Cosa fai con la mano? Sono il tuo capitano! Cosa fai col bacino quando il capitano è chino?

Peter afferrò con entrambe le mani due foglie appoggiate sul suo petto e le tirò, sistemandosi più in alto il vestito. Controllò che le ragnatele reggessero, alzando a turno le gambe oscillando leggermente sul ramo. Avvertì un fruscio e spostò di scatto la testa, il tronco tremò leggermente e si sentì forte il rumore quando il pugnale si conficcò nella corteccia.

“Non male per un vecchio!” si congratulò osservando Uncino sotto di lui.

“Lo so quello che sei” rispose l’uomo incrociando le braccia. 

Peter si guardò e braccia osservando la polvere dorata che brillava sulla sua pelle chiara, si spinse in avanti e scese giù.

< Cielo azzurro e libero in cui sfrecciare > pensò. Raggiunse il capo del suo avversario sguainando il suo piccolo pugnale, volteggiando intorno al capitano pirata.

“Sono il migliore che ci sia mai stato!” si vantò il ragazzino.

“Sei una tragedia” mormorò cupo l’uomo. Sfoderò la spada stringendo forse l’elsa nella mano. Si voltò verso il più giovane, fissandolo negli occhi.

Peter scattò all’indietro e, deglutendo, si soffermò a guardare per la prima volta gli occhi del suo eterno rivale. Le iridi color dei fiordalisi erano velate dalle lacrime, una luminosa goccia rossa scivolò lungo la guancia scura bruciata dal sole.

“Io? Una tragedia?” domandò il biondo. Allungò il pugnale fino alla guancia dell’uomo e con la lama afferrò la goccia.

< Assomiglia al veleno-medicina che ha bevuto campanellino > valutò.

“Ti ha lasciato Pan. Anche l’ultima Wendy è partita! Perché sarebbe dovuta rimanere? Che cosa hai da offrire?” sussurrò suadente il pirata. Gli appoggiò la lama alla gola e il ragazzino sgranò gli occhi colto di sorpresa. Sentiva il freddo del metallo strofinare contro la pelle e un leggero bruciore.

“Sei… incompleto. Loro crescono e non restano con te” ringhiò il pirata. 

Il ragazzino si spostò all’indietro, fece una capriola in aria una volta che il suo collo fu fuori pericolo e con un movimento, delle gambe e dei reni, si allontanò. Non volava più in alto e i suoi piedi nudi strofinavano contro l’erba con la punta delle dita.

“La vedo già nel futuro Wendy” disse l’uomo, tornando a usare un tono più dolce. Si passò la mano, coperta da un guanto di velluto, sopra l’uncino metallico. Inspirò e sorrise, chiudendo del tutto gli occhi.

“… E’ nella stanza dei giochi e la finestra e chiusa” mormorò scandendo le parole.

“La aprirò!” gridò Peter, strinse i pugni e si sporse in avanti.

Uncino negò con il capo, accennò un sorriso e riaprì gli occhi.

“E’ vietato” sussurro e spostò il capo di lato osservandolo.

“Chiamerò il suo nome!” strillò il giovinetto. Il viso era arrossato e digrignò i denti fino a farsi male.

“… Lei non può sentire”stabilì l’uomo. Risistemò la spada al suo fianco e alzò le spalle, sollevando il capo e aumentando il sorriso.

“No! Wendy!! ”ululò Pan. Gli occhi azzurri si fecero liquidi, si arrossarono e bruciarono per le lacrime. Strinse fra loro le labbra con forza, tirò su con il naso e trattenne le lacrime.

“… Lei non può vedere… ha dimenticato tutto di te!” sancì. Si chinò, afferrò un fiore e ne gustò il profumo.

< Un colore così vivo andrebbe sicuramente bene vicino a un rosso sanguigno. E un odore tale si accompagnerebbe bene a un allegretto suonato al piano insieme a un buon bicchiere di porto > considerò.

“Basta! Per favore, basta! Fermati!”mugolò il più giovane. Atterrò, chinò il capo e scoppiò a piangere.

< Anche la mia nuova amica se n’è andata. 
I bambini sperduti sono di nuovo senza mamma > pensò rattristato.

< Non lo reggi un altro rifiuto, vero? > pensò il pirata, tornando ad osservarlo, lasciando cadere il fiore che teneva in mano.

“… E chi è questo che vedo? … C’è un altro al tuo posto, si chiama marito!” disse il Capitano indurendo il tono. Strisciò con la punta dello stivale contro l’erba, alzò lo sguardo osservando una fatina che si era avvicinata preoccupata al biondo.

“Io non credo nelle fate” disse l’adulto, sporgendo leggermente le labbra. 

La creatura fatata s’irrigidì gelata e cadde a terra priva di vita. 

Il ragazzino cadde in ginocchio e strinse l’erba con forza con entrambe le mani, ringhiò e il viso divenne ancor più accesso.

< Mi manca l’aria > pensò sconfortato. L’aria si fece fredda, il mare si ghiaccio e il cielo divenuto scuro si riempì di fulmini. 

Il pirata s’inginocchiò con una gamba davanti a lui e con grazia gli afferrò il mento e gli sollevò il viso.

“Morirai solo e non amato. Proprio come me”. Gli soffio sul volto, aveva l’alito caldo con un retrogusto di liquore che fece storcere la bocca al più piccolo.

“Noi non possiamo morire”mormorò. Spostò il viso pulendo gli occhi con la mano e singhiozzò ancora.

“Allora ci aspetterà l’eternità in solitudine, salvo che…”sussurrò il pirata.

Lo afferrò per i capelli biondi e lo trasse a sé, appoggiò con forza le labbra su quelle del biondo e le premette con vigore. Lo tenne fermo con la mano, impedendogli di voltarsi di nuovo.

A sua volta Peter afferrò i suoi capelli, socchiudendo gli occhi con una luce dispettosa brillante in essi. La parrucca cadde insieme al copricapo dalla grande piuma bianca del moro, lasciando liberi i suoi veri lunghi e lisci capelli neri.

Pan divenne totalmente rosso e si sprigionò una forza energia tutt’intorno, chiuse gli occhi e stringendo il collo dell’adulto ricambiò il bacio. La sfida proseguì nella lotta delle loro lingue che richiamava quella delle loro lame: una era adulta ed esperta che si muoveva lenta e una più piccola e rapida.

  
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