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Autore: IlaOnMars6277    27/01/2012    8 recensioni
La vendetta non serve a nulla. Non ti riscatta dalle sofferenze subite, non cambia il passato. La vendetta attira altri problemi, soprattutto se servita calda. Ma se non avessi nulla da perdere, la penseresti comunque così?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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REVENGE


La vendetta non serve a nulla.
Non ti riscatta dalle sofferenze subite, non cambia il passato.
La vendetta attira altri problemi, soprattutto se servita calda.
Ma se non avessi nulla da perdere, la penseresti comunque così?





“Sei così bella” le sussurrò piano, soffiandole  sul viso e accarezzandole dolcemente il fianco. Brividi di piacere si diradarono sul tutto il corpo a quel tocco, lui se ne accorse e sorrise. Lei si voltò e nascose il viso accaldato sul suo collo.
“Sei arrossita”  gli piaceva stuzzicarla.
“Smettila, non sono abituata ai complimenti”. Non lo era davvero. Non aveva esperienza con gli uomini. Aveva sempre preferito i libri alle persone, ma tutto il suo mondo era cambiato quando aveva incrociato il suo sguardo quella sera fredda e uggiosa di gennaio. Il vento le muoveva i lunghi capelli scuri mentre osservava quell’immensa distesa d’acqua aggrovigliarsi su se stessa, come se stesse lottando contro quell’aria che voleva risvegliarla dalla quiete. Le si era avvicinato un uomo, visibilmente più giovane. Gli occhi chiari le sorrisero prima che le labbra si stirassero a mostrare una dentatura perfetta.  Lui era stato attratto da quella figura in lontananza  che si gustava il mal tempo in solitudine; lei da quello sguardo buono che non aveva mai incontrato in vita sua. Delle semplici frasi per capirsi all’istante, il tempo scorreva senza che a nessuno dei due importasse. Se fosse arrivato un uragano in quel momento li avrebbe trascinati via entrambi, incatenati dai loro stessi sguardi.

“Mi piace quando le guance ti prendono fuoco, lo fanno solo con me. Mi fa sentire importante” continuava a sedurla e corteggiarla, nonostante fosse sua da mesi. Lei gli aveva consegnato le chiavi del suo cuore sulla riva di quella spiaggia e lui le aveva prese, le bramava nonostante tutto.
“Lo sei. Sarai sempre importante per me, mi hai cambiato la vita, sono tornata a respirare con te”. Lui ribaltò le posizioni in quel letto che sapeva tanto di loro, forse troppo. La baciò con violenza sfiorandola con dolcezza, come piaceva a lei. Si unirono di nuovo, ogni volta come  la prima e come se fosse l’ultima.
Quella era davvero l’ultima volta che condividevano il loro amore, l’ultima volta che si soffiavano parole dolci e cariche di significato, l’ultima volta che si guardavano come se non vedessero altro che il loro amore. Ma non l’ultima volta che incrociarono i loro sguardi. Ci sarebbe stata ancora una volta, l’unica, quella che stavolta avrebbe cambiato la vita di lui.

Il vento quel giorno era stato clemente. Il mare era una tavola piatta. Lei aveva scelto il posto che aveva dato inizio a tutto, per potergli parlare un’ultima volta. Se doveva finire, sarebbe accaduto lì, di fronte a quel mare che aveva fatto da testimone. Lo vide in lontananza  camminare verso di lei, così prese il cellulare, fece una telefonata rapida e attese che si fermasse di fronte a lei. Non era cambiato molto ma per lei era come se fosse un’altra persona.
“Perché mi hai fatto venire qui?”
“Volevo farti una domanda”
“Non potevi farmela per telefono?”
“Voglio leggere la risposta nei tuoi occhi, prima che tu possa pronunciarla”
L’uomo si grattò la nuca in evidente imbarazzo, poi annuì.
”Non voglio sapere perché tu abbia deciso di tradirmi e di farlo con l’unica persona di cui mi fidavo su questo pianeta. La mia domanda è più semplice. Mi aspetto una risposta sincera”. Sentiva un dolore al petto e il formicolio diradarsi ovunque. Lui ignaro di ciò annuì ancora.
“Mi hai mai amata?”
Lei vide stupore nei suoi occhi, poi colpa, poi imbarazzo. Poi, finalmente, parlò “credo..di no”.
Non le fece male. Era solo la conferma ai suoi sospetti. Si toccò il cuore e si inginocchiò a terra esausta. Lui si chinò a sorreggerla ma lei lo bloccò sentendo le sirene della polizia in lontananza. Deglutì e parlò “Non ho nulla, tutto quello che avevo l’ho perduto. Con te avevo imparato a respirare…..con te, smetto di farlo”.
Poi roteò gli occhi e cadde a terra senza vita. Lui non sapeva che fare. Rimase, per quello che sembrò un lungo tempo, di ghiaccio. Rimase così anche quando lo arrestarono, anche quando gli dissero della telefonata d’aiuto che lei aveva fatto qualche minuto prima, anche quando gli mostrarono le lettere intimidatorie che lui non aveva mai scritto, anche quando vide il referto medico che confermava la salute mentale della donna, anche quando lo chiusero in cella per omicidio.

   
 
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