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Autore: runningafteryou    29/01/2012    98 recensioni
"Perché metti tutti questi puntini di sospensione?" mi scrisse.
Non seppi che rispondere, per l'ennesima volta in quella conversazione.
"Non lo so...mi sembrano...carini, suppongo" digitai velocemente, accorgendomi che ne avevo messi di nuovo una montagna.
"Dunque, la tua idea di grammatica è particolarmente distorta. Io sapevo che i puntini si mettessero quando lasci un discorso in sospeso, non perchè sono 'carini'." la situazione mi stava sfuggendo di mano, decisamente.
"Intendi intavolare un discorso sulla grammatica?" scrissi stizzito.
Era come se fosse davanti a me, non in dietro ad un computer.
"No, hai ragione Principe Azzurro. Parliamo di quanto il tuo nickname faccia schifo".
D'accordo, voleva essere presa a parolacce, era chiaro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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15.

{I would walk through the desert
I would walk down the aisle
I would swim all the oceans
just to see you smile.
Stand Up - One Direction}


Non avevo mai pensato che mi sarei ritrovato sul davanzale della finestra della mia stanza, a guardare il cielo uggioso di Londra semidepresso.
E quel tempo assolutamente non aiutava.
Erano passati tre giorni da quando Lee se n'era andata. Alla fine anche Edward era partito alla volta di Los Angeles, solo per riportare le ultime cose alle sue sorelle, poi mi aveva detto che se ne sarebbe andato un paio di mesi in Italia, senza sparire d'un tratto e lasciare Lee da sola, però.
Lei, lei invece mi mancava come l'aria. Mi mancava vederla svegliarsi con un diavolo per capello incazzata nera con gli uccellini, mi mancava vederla bere il caffè ad occhi chiusi, mi mancava vederla mentre dava schiaffi a Harry, mi mancava vederla portare cibo a Niall, mi mancavano i suoi baci e i suoi abbracci spontanei, mi mancava fare l'amore con lei e mi mancavano i suoi sorrisi. Mi mancava tutto di lei.
Ogni tanto mi chiedevo se anche io mancassi a lei, tanto quanto lei mancava a me. Chi me lo diceva che era veramente innamorata di me? Se lo fosse stata, sarebbe rimasta, senza preoccuparsi del fatto che sarebbe stato difficile instaurare una relazione a distanza. O almeno, se ne sarebbe andata dicendomelo, per quanto male potesse fare.
Chi mi assicurava che anche lei provava quel sentimento che ti bloccava le vie respiratorie nei momenti meno opportuni? Edward? Harry?
Nessuno poteva dirmelo, tranne lei.
Sbuffai, prendendomi la testa tra le mani: non potevo continuare così. Dovevo fare qualcosa, e le uniche soluzioni che mi venivano in mente erano dimenticarla, o andarla a cercare. Il problema di fondo era che non avevo un secondo libero dal lavoro, non potevo muovermi, e anche se l'avessi fatto, quanto sarei potuto rimanere con lei, tre o quattro ore? E chi diceva che non mi avrebbe respinto e mandato a calci in culo fino all'aeroporto? Conoscendola, ne sarebbe stata perfettamente capace.
Feci per scendere dal davanzale, quando la porta della mia camera si aprì di scatto. Vidi spuntare ad una ad una tutte le teste dei miei migliori amici, che non si fecero molti problemi e si tuffarono tutti sul mio letto disfatto.
Anche loro si erano stufati di vedermi apatico.
"Allora, per una volta nella sua vita, Styles ha avuto un'idea intelligente" esordì Zayn, mentre mi mettevo davanti a loro.
"Cioè?" chiesi, mentre Harry dava un ceffone sulla nuca di Zayn.
"Ti spediamo da Lee, a forza" spiegò Niall. Sbarrai gli occhi.
"Ma che siete scemi? Non posso andarmene così!"
"Sì che puoi, Liam. Anche perché abbiamo parlato col direttore e gli abbiamo detto che una tua nonna lontana sta male e che ti concede qualche giorno libero" mugugnò Louis, con la faccia spalmata contro il mio cuscino.
"Ragazzi, non credo sia una buona idea..." cominciai.
"Oh, stai zitto per una buona volta e non pensare. Agisci e basta" esclamò Harry.
"Come fai tu, tutte le volte?" lo guardai male. Sapevo che volevano aiutarmi e li ringraziavo, ma non mi sembrava davvero il caso di presentarmi da Lee, così dal nulla...
Harry annuì.
"Senti -prese parola Zayn, serissimo, avvicinandosi a me e mettendomi le mani sulle spalle- non ti ho ancora perdonato per avermi tradito con lei, ma ho capito che è la ragazza che stavi cercando da sempre. Magari tu non te ne rendi conto, ma sono tre giorni che fai le stesse identiche mosse che faceva lei la mattina. Sono tre giorni che vai a dormire con la cannottiera che Lee ti aveva rubato perché non le andava di mettersi il pigiama. E sono tre giorni che sei schifosamente depresso, e ci siamo stufati di vederti così".
"E poi, Lee manca a tutti noi" disse Niall, guardandomi con faccia da cucciolo bastonato.
"Non è vero, a Niall manca solo il cibo che lei gli portava" Harry gli fece la linguaccia, mentre lo diceva e Niall lo guardò in cagnesco.
"Fatto sta, Liam, che vogliamo vederti felice, quindi..." disse Louis, alzandosi semi-moribondo dal letto e dandomi una busta.
La aprii sospettoso, notando un biglietto solo andata -per ora- per San Francisco.
"Deciderai tu quando tornare" spiegarono, alla mia occhiata eloquente.
Guardai il biglietto una seconda volta, poi sospirai e sorrisi. Mi alzai in piedi, andando ad abbracciarli.
"Siete i migliori amici del mondo" esclamai. Loro mi sorrisero.
"Ma tu che diavolo hai?" chiesi a Louis, che si era ributtato a peso morto sul letto.
"Ci siamo dimenticati di dirti una cosa..." ridacchiò Harry, grattandosi la nuca imbarazzato. Aggrottai le sopracciglia.
"...Brittany è qui. E' tornata ieri" finì Niall. Tossii un paio di volte.
"E perché non me l'avete detto? E soprattutto perché non l'avete ospitata qui? Siete degli animali" borbottai, incrociando le braccia.
"Forse hai dimenticato che Brittany è identica a Lee. Non volevamo che vedendola stessi peggio" spiegò Zayn.
Oh, avevo già detto di amarli? Sorrisi, riconoscente.
"In ogni caso, ribadisco la mia domanda. Perché diavolo stai così?" stavolta il ridacchiare di Harry si trasformò in una vera e propria risata. Si avvicinò a me, mentre Louis non dava segni di vita, e mi posò una mano sulla spalla.
"Secondo te, mio piccolo Liam James Payne innamorato, cosa ha fatto Louis con Brittany, giocato a monopoli?".
"Io credo che abbiano giocato a nascondino sotto le coperte!" esclamò Niall, scatenando le risate generali.

Odiavo gli aeroporti, in ogni loro piccola cosa. Odiavo il fatto che fossero terribilmente caotici e pieni di gente che andava e veniva. Odiavo il fatto che non potessi muovermi liberamente senza andare a inciampare in una ventina di persone contemporaneamente, per quanto questo fosse grande. E l'aeroporto di San Francisco era grande, accidenti.
Ero stanco morto, gli occhi mi si chiudevano da soli dopo tredici fottute ore di viaggio. L'unica cosa che ancora mi impediva di stramazzare al suolo, era la consapevolezza che stavo per rivedere Aileen. Velocemente, uscii dall'aeroporto, e appena vidi un taxi gli feci segno di fermarsi.
Con me avevo solo una borsa con un paio di pantaloni e un paio di magliette, e la cannottiera con ancora l'odore di Aileen addosso.
Sì, ero fissato. Ed ero innamorato.
Amen.
"Quanto ci vuole, per arrivare all'Università di Berkeley?" chiesi, sistemandomi.
"Mezz'ora, più o meno" rispose il tassista.
"Potrebbe fare presto allora, per favore?" lo supplicai. Il conducente annuì, senza parlare per il resto del tragitto. Ammiravo le bellezze di quella città, e quando passammo sopra quel imponente ponte rosso che mi avrebbe portato da Aileen, mi venne in mente un film che Zayn mi aveva fatto vedere migliaia di volte, di cui mi sfuggiva il nome. In ogni caso, nel film, il ponte crollava.
Cercai di non pensare al fatto che sotto di me ci fosse una distesa di acqua tanto, troppo, grande e mi concentrai solo sulle parole che avrei voluto dire a Lee appena arrivato.
Mettevo insieme un sacco di frasi, senza arrivare ad un discorso logico, così mi accorsi che non sapevo cosa dirle. Probabilmente, pensai, le parole mi sarebbero venute sul momento, come nei migliori film romantici.
E se fossi rimasto impalato a guardarla, come mi era già capitato? Mi sarei dato un calcio nelle palle da solo, ecco cosa avrei fatto.
Perso nelle mie elucubrazioni mentali, non mi accorsi che l'auto si era fermata davanti ad un edificio piuttosto grande, rettangolare e preciso.
Era davvero una bella università, e dietro si scorgeva anche il campus. Ora capivo perché Lee l'avesse scelta: era sobria, ma elegante. Come lei.
"Siamo arrivati" esclamò l'uomo. Mi riscossi dai miei pensieri.
"Oh, sì sì, grazie mille" dissi, allungandogli un cinquanta dollari e scendendo sbrigativo dal veicolo.
"Signore, mi ha dato un bel po' di soldi in più!" mi urlò il tassista, mentre richiudevo la portiera.
"Non importa, la prenda come mancia!" dissi, sistemandomi la borsa a tracolla ed avviandomi verso la scuola.
Lee si era già trasferita al campus, me l'aveva detto Edward, quindi ero sicuro di trovarla lì. Il problema era che fosse davvero troppo grande. Attraversai il vialetto che mi ci avrebbe portato, ammirando i giardini e la piccola distesa di verde che c'era, interrotta ogni tanto da qualche panchina o tavolo da picnic. Fu proprio in quel momento che notai una figura famigliare. Anche da lontano, l'avrei riconosciuta tra mille.
Aileen camminava svelta, con la solita borsa a tracolla che le penzolava da una spalla, alcuni fogli particolarmente grandi arrotolati sotto il braccio e un caffè -o almeno credevo fosse caffè- nella mano. Notai solo i capelli stretti in una crocchia disordinata, come suo solito, e gli occhiali da sole sulla testa; senza contare poi i suoi soliti jeans stretti e la felpona XXL.
Un secondo.
Quella era la mia felpona extralarge. Perché stava portando la mia felpa? Involontariamente, il cuore cominciò a battermi.
Liam, sei il solito coglione. Perché dovrebbe portare la tua felpa, non ti viene in mente, eh?
Oh, il mio cervello era ritornato a parlarmi; paradossalmente quello voleva dire che mi stavo sentendo meglio, visto che erano tre giorni che non lo sentivo.
Deciso e con non so quale forza, cominciai ad andarle incontro. Mano a mano che mi avvicinavo, scorgevo altri particolari di lei: le occhiaie che non erano per niente scomparse, il tic fastidioso di mordersi le guance, le labbra screpolate.
Improvvisamente, solo guardandola, sentii tanti piccoli pezzetti di me stesso mettersi al loro posto.
E' questo che si prova, quando si ama una persona, no?
Quando svoltò l'angolo e incrociò il mio sguardo, vedendomi, si immobilizzò al centro della strada, scontrandosi con le persone dietro di lei che non l'avevano vista fermarsi così repentinamente.
"Liam.." non la sentii pronunciare il mio nome, ma lo lessi sulle sue labbra. Cominciò a camminare velocemente verso di me, e per un attimo mi balenò in testa l'immagine di lei che mi saltava addosso e mi baciava con foga, sempre come nei migliori film romantici.
Invece arrivò davanti a me con gli occhi fuori dalle orbite, mi prese per un braccio senza dirmi nulla e mi portò vicino ad una panchina.
Poggiò violentemente i suoi progetti su questa, insieme alla borsa e bevve il caffè tutto d'un sorso.
Okay Liam, non è molto contenta.
Quando si fu ripresa, mi guardò e potei notare la sua espressione preoccupata.
"Perché sei qui, Liam?" mi chiese, con voce flebile. Avrei voluto abbracciarla, anziché parlare.
"Volevo ammirare le bellezze di San Francisco. Perché sarei qui, Aileen?" sbottai. Lei sbuffò, incrociando le braccia.
"Spiegami come cazzo puoi essere qui. Questa settimana non avresti dovuto avere un secondo libero, ed invece sei qui!" la sua voce parve addolcirsi, e cercò di non farsi sfuggire un sorriso.
"C'hanno pensato i ragazzi, dicono che gli manchi" a quel punto il sorriso apparve, e non potei non sentirmi bene. Dio, quanto mi era mancato vederla sorridere.
"Anche a me mancano quegli animali sfonda-dispense" borbottò, sorridendo ancora.
"Lee..." provai a intavolare un discorso, senza riuscirci.
"Liam, so perché sei venuto qui, e ne sono lusingata, ma non me lo merito. E soprattutto, non possiamo stare insieme. Sarebbe troppo difficile, impegnativo. E poi, mi mancheresti di secondo in secondo, non lo sopporterei" spiegò, con la voce leggermente tremolante.
Mi stupii di come fosse subito passata all'argomento clou. E in quel momento, seppi esattamente cosa dire, tutte le parole mi vennero da sole, prepotenti.
"Non me ne frega un cazzo, Lee. -lei sgranò gli occhi- Io ti amo, porca puttana. Lo capisci? Pensi che se non ti amassi in modo così devastante e completo mi sarei sprecato per venire fin qui? Pensi che mi sarei tenuto dentro tutta quella storia sulla nostra vita virtuale? Sapevo che avrei rovinato tutto, sapevo che ti avrei persa e non volevo. Tu sei stata l'unica a colpirmi dopo Danielle, l'unica a farmi provare dei fottuti sentimenti, l'unica per cui avrei donato anche l'unico rene che mi rimane se solo ce ne fosse stato bisogno. Io ti amo, Lee, e non me ne andrò di qui finché non lo ammetterai anche tu, perché so che anche tu mi ami".
Lei rimase a fissarmi, probabilmente senza sapere cosa dire; ripresi fiato, un po' scosso.
"Pensi che ti salterò addosso urlandoti che ti amo, come fanno le povere sgallettate cotte?" esclamò, alzando un sopracciglio. Sbiancai: forse non provava tutto quello che io provavo per lei, forse mi ero solo sbagliato...
"Al diavolo, sì!" disse invece, balzandomi addosso e stringendomi le braccia intorno al collo. Il suo profumo invase le mie narici, e mi sentii a casa. La sollevai da terra, cominciando a girare in tondo mentre la sua risata mi riempiva le orecchie.
Quando mi fermai, sentii Lee aggrapparsi alle mie spalle e i suoi capelli solleticarmi l'orecchio:"Ti amo anche io, stupido One Direction canterino".
Sentendo quelle parole, la strinsi a me più che potei, cominciando a ridere a mia volta.
"Non ti perdonerò mai per averlo detto" mugugnai tra i suoi capelli.
La rimisi a terra, guardandola tra le mie braccia e sentii il cuore scoppiarmi nel petto: quella si chiamava felicità, accidenti, ed io non potevo fare a meno di sorridere.
Mi staccai da lei velocemente, lasciandola interdetta.
"Che ne dici di ricominciare?"
"Eh?" chiese lei, non capendo. Le porsi la mano, sotto il suo sguardo sospettoso e circospetto.
"Ciao, sono Principe Azzurro novantatrè, e tu sei?" dissi, cercando di essere serio.
Le uniche cose che sentii dopo furono la sua risata fragorosa ma tuttavia cristallina, e le sua labbra sulle mie. 

Panda's Corner.


Questo è l'ultimo pandascorner per quanto riguarda questa fan fiction ç_____ç. Non lo so se il finale vi è piaciuto, ma ho notato nelle recensioni che molte volevano questo Liam intraprendente, e mi sono sorpresa nel leggere che avevate quasi tutte bene o male capito come sarebbe finita, ossia con Payne supereroe che partiva alla volta della California. LOL.
Che dire, non so come ringraziarvi per avermi seguito per tutto questo tempo. Questa è la prima fan fiction che ho scritto dopo un periodo di blocco assurdo -che ancora ho, in realtà- e pensavo che sarebbe risultata una merda. Invece tutti quei preferiti, tutte quelle recensioni. çç Io vi amo, veramente. Questi cinque mongospastici su cui ho scritto la storia non sanno quanto in realtà io li ami, e come siano riusciti in sei fottuti mesi a salvare l'ultimo briciolo di felicità che mi rimaneva. Non lo sanno e non so se lo sapranno mai. Ho deciso di postare prima del loro arrivo in Italia, LOL, perché dopo sarei stata tremendamente depressa. HAHAHAHAHAHAH :''D
Il capitolo è stato un parto, perché nonostante volessi farlo dolce, non volevo perdere quella nota di sclero che ha sempre caratterizzato questa storia, capitemi. Spero che questa fan fiction vi abbia fatte ridere e sognare un pochino, perché per me sarebbe meglio di cento recensioni, veramente :')
Grazie per avermi seguito. Non sto a ringraziarvi una ad una perché ho una memoria del cazzo e sicuramente ne scorderei qualcuna, ma sappiate che ognuna di voi -che mi scassava le ovaie su twitter o su facebook o su msn o su qualsiasi altro social network- mi ha portato fin qui. Voi, mi avete aiutato a finire questa storia e a mandarla avanti, perché fosse stato per me probabilmente l'avrei lasciata marcire al terzo o quarto capitolo, conoscendomi.
Dunque, voi siete le uniche che devo ringraziare. Davvero, per tutto. Per tutti i complimenti, le puttanate e le recensioni chilometriche, che io amo tanto tanto tanto tanto :')
Spero che qualcuna di voi deciderà anche di seguirmi nelle mie altre due fan fictions.




So che non avranno lo stesso seguito di questa, e neanche me lo aspetto, ma mi farebbe davvero piacere :')
Detto ciò, fatemi sapere cosa ne avete pensato di questa storia, dall'inizio alla fine, o tutto quello che volete. Stavolta risponderò subito alle recensioni. HAHAHAHAHAHHAAH :''D
Grazie per tutto, veramente. Grazie.
I love you all,
Andreea :)

  
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