Prima parte della storia
originaria: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=844385
CAPITOLO 1 (1 PARTE)
Dopo tanto tempo, dopo tutta quella sofferenza e solitudine,
finalmente l’aveva ritrovato.
Elijah, l’uomo che amava più di se stessa,
era lì. Dentro la bara e il pugnale era conficcato nel cuore.
Briony lasciò libere le lacrime,
accarezzando il suo viso rinsecchito e freddo. Sebbene dovesse aver paura per
quell’ aspetto tetro, lei dentro di sé provava solo un amore sconfinato per
quel vampiro e lo trovava pur sempre bellissimo, anche in quelle condizioni.
Mentre gli toccava dolcemente i capelli, sentì le
ferite del suo cuore rimarginarsi lentamente. Come se lui le avesse guarite. Lui soltanto.
Gli sussurrò:
“Ti amo Elijah.”
Dopo di che, prese il pugnale fra le mani e lo staccò
con forza dal suo cuore.
Briony aveva fra le mani il pugnale e
restava immobile col respiro agitato e trepidante, in attesa che
Elijah si risvegliasse. Non sapeva quanto tempo ci sarebbe voluto e magari con
la sfortuna che la perseguitava da mesi, Elijah poteva anche non riconoscerla più… chissà cosa succedeva a quelli che ritornavano in vita
dopo un così lungo periodo passato dentro a una tomba…
Non sapeva perché pensava a quel tipo di disgrazia:
che Elijah potesse averla dimenticata o rimosso i ricordi riguardanti la loro
vita assieme, ma forse dopo tutto quello che aveva passato ancora non ci
credeva che lui fosse proprio lì vicino a lei… in
cuor suo pensava che qualche altra catastrofe sarebbe sopraggiunta per rompere
quel suo attimo di felicità.
Ma più passavano i minuti, poi mezz’ore poi ore
intere, Briony si fece prendere dal panico
e si domandò il perché Elijah ci mettesse così tanto a svegliarsi. Sgranò gli
occhi terrorizzata, convinta di essere stata catapultata in un incubo: quella
era la sua pena peggiore, che lui avrebbe potuto non risvegliarsi più e che non
sarebbe mai più esistito.
Sentì il respiro seccarsi in gola, rubato via.
Si inginocchiò davanti al suo corpo e Briony cercò qualunque cosa che potesse impedire il suo
risveglio, ma sembrava tutto a posto. D’altronde il pugnale era stato tolto,
maledizione! Perché non si svegliava?
Briony dalla crisi di panico si fece
prendere da una crisi isterica e chiamò a gran voce Stefan per
chiedere un suo aiuto, ma sembrava non ci fosse anima viva in quella grotta.
Non c’era nessuno a parte lei… e un
cadavere.
“Oddio oddio no.” mormorò senza fine Briony cercando di sentire se c’era il battito.
<< Stupida! Ovvio che non c’è! >> Pensò
poi impazzita alzandosi e mettendosi le mani nei capelli per cercare una
soluzione.
Si mise a singhiozzare pensando che tutti i suoi
sforzi erano stati vani, che tutto quel dolore non aveva portato a niente, soltanto
a una sofferenza ancora più grande: sperare di salvare Elijah e invece lui non
si dannava a volersi svegliare.
<< Perché?! Perché mi fai questo? >> Pensò
angosciata, cominciando a piangere e colpevolizzando il vampiro non di tutte le
cose orribili che in passato le aveva inferto, ma di averla lasciata sola, di
non voler tornare da lei e di farla soffrire più di ogni altra persona in quel
momento per essersi arreso. Per non essere riuscito a sopravvivere.
Briony si appoggiò al muro della grotta, continuando
a singhiozzare e a tenersi le mani nei capelli, dove le unghie scavavano nella
testa per trovare una soluzione per riuscire a farlo vivere. Doveva vivere!
Per cosa sarebbe vissuta d’ora in poi? Per
cos’altro valeva la pena vivere e soffrire ancora, dopo aver speso così tanto
fino ad essersi fatta depredare il cuore? Non ci sarebbe stato più lui… Lui che aveva preso, si era impossessato di
quell’imprevedibile e debole muscolo per poi trasformarsi in un rasoio affilato
pronto a squarciarlo.
Si sentiva una povera creatura sperduta che non aveva
niente in mano, se non le ceneri della disfatta e della perdita. Quando non hai
più niente, diventi un niente.
Elijah…
Ho fatto così tanta strada…
Non posso andare oltre…
Ti prego…
Questo ulteriore allontanamento definitivo avrebbe
spezzato ogni cosa, e il suo rifiutarsi di toccare il fondo sarebbe stato vano
ormai.
Per te ce l’ho messa tutta…
Ci fu un silenzio agonizzante, come di una
capitolazione, e ad un tratto i pensieri dilaniati della ragazza furono
interrotti da un rumore assordante, spigoloso e da far venire i brividi.
Qualcosa si era mosso, qualcuno stava cercando di
respirare e si era alzato in un battibaleno andando a sbattere contro la parete
della grotta, opposta a quella dove stava Briony, la
quale non accennava a muoversi o a respirare.
La tomba si era completamente rovesciata e si poteva
udire un rumore di ossa sradicate e martoriate ad ogni minima mossa.
Ed ecco che tutto fu più chiaro, limpido come
l’albeggiare di un nuovo sole. Apparve Elijah, che stava riprendendo il
controllo del proprio corpo e riuscì finalmente a reggersi in piedi, anche se
le spalle erano ricurve come se avesse bevuto troppo.
E finalmente la guardò.
Sembrava non si vedessero da secoli, come se quello
fosse il loro primo incontro in assoluto e dovessero ricominciare da capo con
le presentazioni.
Gli occhi di Elijah erano sempre neri come il cielo
notturno, circondati da profonde e nere occhiaie mentre la sua pelle poco a
poco sembrava ritornare normale e non più avvizzita come prima. I capelli anche
dopo la morte sembravano ancora fluidi e splendenti, infatti il suo solito
ciuffo ribelle gli ricadeva su un lato della fronte, rendendolo ancora più
bello.
Briony invece doveva sembrare una pazza o
semplicemente una disperata dal modo in cui lo guardava: non riusciva a
respirare, dalla sua bocca non fuoriusciva niente, nessun suono anche se
avrebbe voluto gridare e parlare, ma lo shock l’aveva completamente
immobilizzata.
Non credeva che fosse vero, che fosse soltanto uno dei
suoi incubi peggiori tornati a perseguitarla.
Ma la sua voce, quella voce vellutata per la quale
sarebbe stata disposta anche a attraversare l’inferno, cambiò tutto e la
riportò nel mondo reale.
“Briony…?” domandò Elijah
confuso e disorientato, fissandola attraverso i suoi occhi scuri.
La sua voce era profonda come le profondità
dell’oceano.
Lei sgranò gli occhi, ma poi socchiuse le palpebre
perché l’ondata delle lacrime sembravano accecarla e impedire di osservarlo
come avrebbe voluto. Si portò le mani alle labbra mentre le lacrime erano libere
di rigare completamente il suo viso.
Ma finalmente fece quello che avrebbe dovuto fare fin
da subito; lasciò da parte il dolore, lo shock, e la sorpresa degli ultimi
minuti, e il suo cuore fu pervaso da una felicità e una gioia così intense da
soffocarla.
“Sì... sono io, Elijah.” Sussurrò debolmente e
cominciando a sorridergli radiosa e felice, mentre lui la guardava dall’alto in
basso con gli occhi totalmente sbarrati, confusi, increduli.
E fu questione di un secondo e tutte le incertezze,
gli ostacoli, e i dubbi crollarono come castelli di sabbia.
La ragazza fece dei passi malfermi verso di lui con le
braccia propese, come se stesse per raggiungere un angelo, e finalmente dopo
tanto tempo Briony sentì le
braccia forti e vigorose di Elijah attorno al suo corpo, uniti in un tutt’uno.
Dopo un attimo di titubanza e confusione, Elijah
ricambiò meglio l’abbraccio e la strinse con forza ancor di più a sé, come se
volesse far combaciare i loro cuori spenti fino a qualche secondo prima e ora
di nuovo giunti alla vita.
Sussurrando il suo nome, il vampiro la avvicinò ancora
di più al suo petto duro e freddo, stringendola tanto da toglierle il respiro,
come se volesse sincerarsi che lei fosse davvero lì e lui vivo.
Briony a sua volta uscì dalla sua trance e
rincominciò a piangere per la felicità. Appoggiò il mento sulla sua spalla,
consumandolo nel suo abbraccio per dimostrare così in modo tangibile che lui era
davvero lì con lei e che non l’avrebbe mai più lasciata.
Nella grotta si udivano soltanto i singhiozzi continui
di Briony soffocati dal petto di Elijah, e
i respiri affannosi del vampiro. Anche se lui non aveva alcun bisogno
di respirare, ma dopo aver visto sana e salva la ragazza che amava qualcosa si
era mosso dentro di lui ed era come se il suo cuore freddo da secoli
cominciasse a battere a ritmi sempre più veloci a causa dei sentimenti che
stava provando in quel momento, senza i soliti freni.
Sembrava che ricordasse com'era essere davvero umani.
Sembrava che finalmente le sue emozioni riaffiorassero dall’abisso della sua
oscurità piena di tenebre e freddezza che lo perseguitava da tutta una
vita. Una sensazione liberatoria, e letale e distruttiva allo stesso
tempo.
Elijah per questo alzò gli occhi al cielo con un
sospiro silenzioso, come per cercare il controllo o ringraziare qualche Dio
della nuova occasione preziosa che gli stava dando, per poi appoggiare le
labbra fredde sulla fronte della ragazza, quasi a voler scacciare quelle
lacrime che il vampiro credeva di non meritare, e soprattutto perché non voleva
più rivedere i suoi meravigliosi occhi verdi piangere ancora per lui.
Briony si raggomitolava contro il petto del
vampiro, come se cercasse uno scudo che l’avrebbe aiutata a sopportare l’inferno
in terra, senza alcun rammarico se la sua forza non era chissà cosa rispetto a
ciò credeva e per le condizioni fisiche precarie del vampiro.
In seguito Elijah alzò la testa di Briony con la mano cosicché potessero guardarsi dritto
negli occhi. La ragazza non riusciva ad essere più spaventata, triste o stanca;
fra le sue braccia i suoi sentimenti per lui l’avrebbero sostenuta per il resto
della vita.
Le fuoriuscì un sorriso di piena di gioia, non si
capacitava dall’idea di controllarsi. Elijah non teneva più il fiato pesante,
ma si vedeva che era in preda a un vortice di emozioni impossibile da placare
con tutto ciò che stava avvenendo lì.
“Sei ritornato…”
Sussurrò lei a bassa voce, cercando di scacciare le lacrime dagli occhi.
Elijah le restituì uno sguardo tenero, dolce… davvero raro in lui. I suoi occhi
sembravano brillare nell’oscurità della caverna e con l’altro braccio la teneva
ancora stretta a sé, come se non intendesse lasciarla andare per un secondo.
“Ti amo Briony… e
non ti lascerò mai più.” Erano le parole più sincere e vere che avesse mai
pronunciato in tutta la sua lunga vita da immortale.
Briony non ebbe neanche il tempo di
metabolizzare la confessione o di dimostrarsi felice, poiché le labbra di
Elijah le bloccarono ogni sua parola.
Fu un bacio bellissimo e adorante. Briony dimenticò la follia, il tempo, la disperazione,
gli ostacoli che venivano a crearsi spontaneamente e chi glieli creava.
Ricordava solo che lo amava e che era sua.
Si sentì andare in iperventilazione e la testa le
martoriava a causa dell’ondata di adrenalina. Le piacevano le labbra fredde di
Elijah con cui le riscaldava il cuore.
Sentì poi sulla bocca il sapore delle proprie lacrime,
che venivano scacciate via ogni volta che Elijah appoggiava, in modo possessivo
e terribilmente sensuale, le labbra sulle sue.
Avrebbe continuato quella trepidante emozione
all’infinito se avesse potuto.
Ma poi Briony emise
un lieve gemito dopo che Elijah si fu allontanato, seppur di pochi centimetri
dal suo viso, come se avesse bisogno anche lui di riprendere fiato.
Appoggiò le braccia sotto le spalle del vampiro, non
tollerando alcuna lontananza, mentre lui continuava a tacere e a stare
immobile.
“Dopo tante vicissitudini…
finalmente.” Esclamò lei con un sorriso felice e rassicurato da quella
presenza.
Elijah allargò un angolo della bocca: “Non è facile
farmi restare lontano a lungo da ciò a cui tengo. Dovrai abituartici, signorina Forbes.”
Briony sorrise affabile, con l’anima in
euforia di risentire le eleganti parole sulla lingua di Elijah rivolte a lei:
“Mi fido della tua parola, Elijah Mikaelson. So
che la mantieni sempre.”
Elijah fece un ultimo freddo sogghigno ma cominciò a
osservarla con sguardo serio e inquisitore; sembrava la stesse scrutando
attraverso le sue ciglia scure.
Briony temette allora che stesse per
sopraggiungere un vero e proprio interrogatorio, anche se non ne aveva mai
avuto uno così. Difficile trovare un poliziotto così affascinante e che la
tenesse stretta in quel modo più che intimo.
Dopo che Elijah ebbe finito di fissarla, come se
volesse penetrarle nella mente, le chiese:
"Come sei arrivata qui?"
Briony abbassò lo sguardo ma non fece alcun
movimento poiché il vampiro la teneva ancora stretta in una presa micidiale.
"Ho seguito Stefan,
é grazie a lui che sono riuscita ad arrivare a te. É stata una vera odissea e
temevo di non farcela..!" sussurrò ricordando il piano fallito riguardante
la morte di Klaus.
Elijah la guardò visibilmente preoccupato:
"Raccontami quello che é successo."
Briony sospirò rumorosamente e gli spiegò
per quanto le era possibile ciò che era successo la notte in cui avevano
tentato di uccidere Klaus. Ogni volta che si nominava il fratello,
l'espressione sul viso di Elijah diventava rigida, dura e gelida come la
pietra; segno che non vedeva l'ora di vendicarsi delle malefatte di Klaus.
"Devo sapere cosa ha osato fare alle mie spalle.
Ti ha fatto del male, non è vero? Quante minacce abominevoli hai dovuto subire
per la mia malaugurata assenza?" le chiese in freddo disprezzo prendendola
per le spalle e cercando di contenere la calma gelida. In quel momento tuttavia il suo sguardo di
ghiaccio stava imprigionando una fiamma.
Briony sussultò leggermente dicendogli che
era impossibile tenerne il conto visto che Klaus ne aveva fatte passare di ogni
colore a tutti gli abitanti di Mystic Falls, ma purtroppo non erano riusciti a fermarlo per
davvero.
Sospirò chiedendosi come Elijah avrebbe reagito quando
avrebbe scoperto tutta la verità:
"Tuo padre é morto."
"Che cosa hai detto?" le domandò allibito,
come se stesse sputando schegge di vetro. Briony gli
spiegò dell'inganno di Klaus e di come avesse ucciso il padre con la sua stessa
arma.
Elijah girò lo sguardo in maniera così veloce come se
fosse saettato un fulmine, e disse con tono minaccioso: "Devo andare da
lui."
Briony allora si fece prendere dal panico e
lo pregò di non andare perché sarebbe morto di nuovo; ma sembrò come se lui non
la avesse affatto ascoltata, infatti si bloccò a fissarla
per qualche secondo interminabile.
Elijah si fece all'improvviso severo, e a Briony non piacque quella sua espressione.
"Briony, quello che hai
fatto oggi... venendo a salvarmi... poteva costarti la vita."
Lei sapeva a cosa si stava riferendo: gli aveva
promesso di non rischiare la vita per salvare la sua. "Ti avevo detto di
non venire a cercarmi se qualcosa fosse andato storto, di pensare solo a
te stessa… Potevi morire Briony." sussurrò lui duramente, ma con gli
occhi pieni di preoccupazione, come se non sopportasse la sola idea di metterla
in pericolo, o peggio ancora saperla morta. Nel cuore non l'avrebbe mai sopportato,
anche se aveva sempre cercato di tenere separate le emozioni dai suoi obblighi.
"E tu davvero credevi che mi sarei arresa
così?" rispose lei sincera abbozzando un sorriso. “Non spetta solo a te il
salvataggio.”
Elijah ricambiò lo sguardo scuotendo la testa, ma poi
la ragazza si accorse che le occhiaie del vampiro si stavano scurendo a vista
d'occhio ogni volta che i due erano vicini. Gli occhi profondi del vampiro, per
qualche fugace attimo, furono rivolti alla delicata linea del suo collo bianco.
Doveva essere insopportabile per lui sentire il suo
odore così a stretto contatto, e dopo quel lungo periodo doveva per forza
essere affamato.
"Elijah sei troppo debole... hai bisogno di
sangue." disse comprensiva avvicinandosi.
Ma a ogni suo passo, lui sembrava distante anni luce e
la incenerì con lo sguardo per intimarle di allontanarsi. "Sto bene." rispose scuro in
volto.
"No non é vero, hai bisogno di nutrirti! Puoi
prendere il mio sangue, almeno abbastanza per rimetterti in carica. Mi fido di
te e so che hai l'autocontrollo necessario per.." ma le sue suppliche
furono interrotte di colpo dallo sguardo di ghiaccio e tagliente di Elijah, che
quasi le stava perforando l'anima.
Tuttavia Briony sapeva
che il suo sguardo gelido e terrificante non era rivolto a lei, anche se il suo
scarso istinto di autoconservazione era davvero preoccupante, ma
invece era rivolto più che altro a se stesso. Elijah si
maledisse nel voler assecondare interiormente il suo folle desiderio che avrebbe
potuto costarle la vita.
Detestava quella sensazione repellente, come se
andasse contro i suoi codici d’onore.
"No." mormorò duramente a bassa voce.
"Non fare il testardo. Hai bisogno di sangue per
stare bene. E credi che giunta fino a questo punto, mi tirerei indietro per la
tua natura?" Gli disse sincera avvicinandosi di nuovo contro di lui e
toccandogli il viso, per fargli sentire apposta la sua intima vicinanza e
assenso.
Il vampiro si scurì di nuovo il volto, quasi da
apparire famelico nella sua eterna eleganza; Briony
poteva sentire i suoi muscoli irrigidirsi così a diretto contatto e percepì il
proprio cuore palpitare per la tensione vibrante che stava salendo. Sembrava
che il tempo si fosse fermato in quella piccola grotta.
Quando infine Elijah abbassò gli occhi dai suoi e le
accarezzò il braccio, ma solo per scostarla poi da lui.
"Starò bene quando avrò salvato la mia famiglia e
dopo aver ucciso Klaus." rispose distogliendo lo sguardo da lei e
camminando lungo la grotta per non sentire più la tentazione del suo odore
dolcissimo.
Briony allora alzò la testa per l'innata
testardaggine del vampiro, ma poi lo seguì. Non poteva fare nient’altro ora.
Non c'era traccia di altre tombe e neanche di Stefan, e Briony allora
pensò che se la fosse data a gambe prima di essere scoperto da Klaus. Elijah
nel frattempo si era messo a cercare imperterrito le tombe della sua famiglia
senza risultato. Briony si intristì per lui
perché sapeva quanto gli era cara la famiglia e voleva dimostrargli
la sua completa comprensione, che lei gli era vicina..
Ma all'improvviso le balenò in mente una cosa che
prima aveva scordato di dirgli, e gli sorrise per rassicurarlo.
"Dobbiamo tornare a Mystic Falls." disse appoggiandogli la mano sulla spalla.
"É lì che troveremo Stefan?"
domandò lui girandosi verso di lei.
Briony scosse la testa, sorridendogli
dolcemente.
"C’è qualcuno che ti sta aspettando."
Dopo qualche ora Briony tornò
a Mystic Falls insieme
a Elijah, che per tutto il viaggio aveva osservato la ragazza con un sorriso
compiaciuto: "Sei davvero formidabile Briony.
Nessuno prima d'ora si era così avvicinato a mia sorella, tanto meno un'umana.
Mi domando cosa avrete combinato in mia assenza." le mormorò divertito
inarcando un sopracciglio.
Briony però non ricambiò il sorriso e si
fece seria: “Abbiamo combattuto fianco a fianco per farla pagare a Klaus e riportarti
indietro."
Anche l'espressione sul volto di Elijah cambiò
radicalmente e la guardò pensieroso, in maniera così profonda che il cuore
di Briony perse qualche battito e sentì le
guance ribollire nel viso.
Elijah fu sul punto di dirle qualcosa, ma Briony parcheggiò in fretta nel cortile di casa e
all'improvviso fuoriuscì dalla porta una Ylenia tutta
agitata e ansante:
"Briony per
fortuna sei arrivata! Perché ci hai messo così tanto? Ti ho chiamata un sacco
di volte!"
Briony la guardò allarmata non capendo
questa sua preoccupazione: “Scusami, ero... occupata."
E proprio in quel momento Elijah uscì dalla macchina,
imprimendo l'atmosfera della sua unica e inqualificabile presenza; anche da morto
sembrava così nobile e fiero, senza mai risultare fuori posto.
"Briony che sta
succedendo?" domandò in tono freddo il vampiro avvicinandosi a lei.
Ylenia allora guardò completamente
sbalordita il vampiro bellissimo che aveva di fronte, forse perché Elijah
metteva in soggezione chiunque.
Briony le si avvicinò: “Lei
é Ylenia, una strega. Mi aiutata molto da quando
Klaus é arrivato in città e di lei possiamo fidarci."
Elijah le sorrise cordialmente, ma era terribilmente
urgente prevenire quella situazione d'emergenza che Ylenia cambiò
subito discorso.
"Klaus... é stato qui.." disse devastata.
Briony sgranò gli occhi sorpresa mentre
Elijah serrò duramente le mascelle, come se stesse sul punto di scoppiare.
In breve Ylenia spiegò
come non era riuscita a tenere a freno Rebekah dopo
che si era risvegliata, e appena aveva fatto un passo fuori dall'uscio della
porta si era trovata davanti Klaus e non era riuscita a impedire che lui le
conficcasse nuovamente il pugnale nel cuore.
"L'ha presa.." sussurrò Briony amaramente. Non aveva il coraggio di guardare
Elijah negli occhi; riusciva però a cogliere la sua rabbia gelida e
frustrazione per quello che era appena accaduto.
Briony maledisse Klaus per aver distrutto
ancora una volta quel minimo di felicità che Elijah aveva diritto di provare
dopo tutti quei secoli bui. E lei che sperava davvero di ricongiungere fratello
e sorella.
Elijah non perse un secondo di più e subito si
precipitò via per cercare Klaus.
Briony sobbalzò per la sua intenzione, il
cuore insieme a lei, e riuscì ad afferrargli il braccio prima che se ne
andasse.
Respirava a fatica per la rincorsa e per la paura di
perderlo un'altra volta. E la determinazione nel volto duro del vampiro la
angosciò ulteriormente:
"Se andrai da lui, ti ucciderà un'altra volta.
Non puoi fidarti, non puoi..!" sussurrò angosciata guardandolo negli
occhi.
Allora qualcosa nel viso di Elijah cambiò: non aveva
più un espressione furiosa o glaciale negli occhi.
I loro sguardi si incatenarono: la fissava
intensamente come se sembrasse lacerato, possedeva una bellezza così fiera da
farle sentire di nuovo il desiderio di stringerlo come poco prima.
Elijah sollevò la mano indeciso come se stesse
esitando; alla fine tracciò il profilo della sua guancia con il palmo della
mano, e Briony sussultò lievemente a quel
contatto, anche se il cuore stava per scoppiare per colpa di un calore
divampante.
"Andrà tutto bene Briony te
lo giuro, so come gestire Klaus." sussurrò lui profondamente. Lei assentì con
la testa ma questo non riusciva a rassicurarla... era attagliata da mille dubbi
e preoccupazioni. “Non offenderti però se la mia paura per tuo fratello è
ben maggiore rispetto alle tue promesse.”
Elijah sospirò ma sempre retto nelle sue convinzioni.
Abbassò la mano: “So che ti sto chiedendo molto…”
All'improvviso però Ylenia si
materializzò al fianco di Briony e disse:
"Forse ha ragione lui Briony. E’ il solo che può
parlare con Klaus senza procurarsi un male mortale e potrebbe intuire quali
intenzioni abbia, e magari fare un accordo se avesse ripreso le altre bare..."
Briony guardò confusa sia l'amica sia lui, si
morse il labbro per deglutire il rospo che aveva in gola, e alla fine lasciò la
presa sul braccio del vampiro.
Dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Briony, Elijah si volatilizzò nel nulla in cerca di Klaus.
Ylenia abbracciò timidamente le spalle
dell’amica per cercare di rassicurarla, ma lo sguardo della ragazza era debole
e vacuo mentre fissava il punto in cui Elijah era scomparso.
Ormai era ovvio che da quando viveva a Mystic Falls sembrava
davvero che la sua vita riguardasse soltanto lui, come se fossero legati a
doppio filo... dallo stesso destino.
FINE PRIMA PARTE!!
Per chi fosse un nuovo lettore vi
informo che questa storia è la 2 parte della fanfic “My story with an Original.. with Elijah”, vi posto il link se non ve ne siete accorti
nella descrizione J http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=844385