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Autore: MangakA_BakA    25/02/2012    4 recensioni
è una storia abbastanza classica, di bulli, ragazzini bullizzati e tanto tanto ammore omoslashoso che però non si sa bene come faccia a sbocciare, nè quando, nè perchè. Non vi annoierò ulteriormente, ma vi lascio un pezzettino del primo capitolo che secondo me rende abbastanza l'idea.. :)
« Ma non posso lasciarti qui così… »
Nonostante il dolore all’occhio, allo zigomo, alla bocca e a tutto il corpo in generale, riuscii ugualmente a dedicargli un ghigno cattivo.
« E perché no? È il tuo dovere civico che te lo impone? O un qualche fottuto istinto da crocerossina? » Lui mi guardò ancora con quegli occhioni dorati aperti all’inverosimile. Era proprio quella sua aria da gattino maltrattato che faceva venire a tutti la voglia di essere cattivi con lui. « ..O magari ti sei preso una cotta per me, eh, frocetto? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER 1 p.o.v. Shane

 

Sentii un ennesimo fuoco accendersi sotto la mia pelle, all’altezza dell’occhio destro, e mi piegai in due, portandomi le mani al volto, imprecando.  Altri due colpi riuscirono a raggiungere il mio fianco e la mia coscia.

« Non farti vedere in questa casa almeno fino a domani, capito? »

Riuscii a rimettermi in piedi a fatica, nonostante non fossi esattamente stabile, e lo guardai dritto in faccia. Come sempre quando mi guardava, da ormai 5 anni, tutto quello che vidi nei suoi occhi fu una rabbia fredda, raggelante.

« Sei davvero una delusione.. Da ogni punto di vista. »

Mi morsi un labbro e mi portai una mano all’addome, che pulsava in un modo dolorosamente preoccupante. « Vaffanculo papà. » sibilai, prima di barcollare fuori di casa nella fredda aria di ottobre.

 

Vaffanculo davvero, non bastava fare a botte con quei quattro idioti, dovevo pure prenderle da mio padre una volta tornato a casa…

Non riuscii a trattenere un gemito di dolore, mentre mi accasciavo contro un muro, senza forza. Mi faceva un male fottuto ovunque e non non riuscivo a vedere bene da un occhio. Sputai per terra, per liberarmi la bocca dal sangue.

« Merda. Merda… Vaffanculo! » ringhiai, sedendomi a terra, incurante della sporcizia sul marciapiede.

« Ehm.. Scusa, stai… stai bene? »

Alzai lo sguardo al suono di quella voce titubante, e mi trovai a fissare una faccia conosciuta. Capelli biondo scuro scompigliati, un viso ovale piuttosto infantile e grandi occhioni del colore del miele. Era quello sfigato di 4° B… Adam Thomas. Un piccolo finocchio so-tutto-io, fissato con la letteratura di fine ‘800 e la musica metal. Pigliarlo per il culo era sempre stato uno dei miei passatempi preferiti.

Appena mi riuscì a vedere in faccia mi riconobbe, nonostante l’occhio pesto ed il labbro spaccato e sanguinante. Spalancò gli occhi, stupito.

« Che cazzo di domanda è? Ti sembra che stia bene? » ribattei, in un rantolo dolorante.

« Webber. » esalò lui, senza aggiungere altro.

« Complimenti, hai indovinato il mio nome.. »

Questo idiota mi stava irritando. Cosa diavolo pensava di fare, rimanendo lì a fissarmi sconvolto? Merda, ma proprio lui dovevo incontrare? Chiunque altro sarebbe andato bene, ma non lui.

Dopo una manciata di secondi sembrò finalmente risvegliarsi da quello stato di catalessi, e si inginocchiò accanto a me, con aria alquanto preoccupata.

« Aspetta ti do una mano a rialzarti, ma che diavolo.. Cosa ti è successo?? »

Mi prese sotto braccio per aiutarmi, ma allontanai le sue mani con un gesto nervoso.

« Vaffanculo, non ho bisogno dell‘aiuto di un frocetto come te. »

Thomas spalancò gli occhi alle mie parole, ma non diede segno di volersi allontanare. « Sei conciato malissimo, dovrei chiamare un‘ambulanza.. »

« NO! » lo interruppi. « Non chiamare nessuna ambulanza del cazzo, e neanche i miei genitori, se stavi per dirlo.. »

« Ma non posso lasciarti qui così… »

Nonostante il dolore all’occhio, allo zigomo, alla bocca e a tutto il corpo in generale, riuscii ugualmente a dedicargli un ghigno cattivo.

« E perché no? È il tuo dovere civico che te lo impone? O un qualche fottuto istinto da crocerossina? » Lui mi guardò ancora con quegli occhioni dorati aperti all’inverosimile. Era proprio quella sua aria da gattino maltrattato che faceva venire a tutti la voglia di essere cattivi con lui. « ..O magari ti sei preso una cotta per me, eh, frocetto? »  Sputai, sprezzante.

Trasalì a quelle parole e sbatté un paio di volte le palpebre, poi si alzò, scuotendo la testa. Sperai che avesse finalmente deciso di andarsene e lasciarmi la possibilità di collassare su quel marciapiede, senza che nessuno mi infastidisse, ma ovviamente le mie erano le vane speranze di un ingenuo: si fermò davanti a me e tirò fuori il cellulare.

« Che cazzo stai facendo? Ma ci senti quando ti si parla? Se chiami l‘ambulanza, giuro che ti ammazzo di botte. »

Lui mi ignorò, ben consapevole che, per come stavo messo, non avrei potuto impedirgli di fare proprio niente, visto che non riuscivo neanche a reggermi in piedi.

« Pronto? Si, vorrei un taxi all‘angolo tra la quinta e la quarantacinquesima.. »

Lo guardai perplesso un paio di minuti, poi chiuse la chiamata e mise via il cellulare.

« Si può sapere perché cazzo hai chiamato un taxi? Guarda che io non ce li ho i soldi per pagar… »

« Oh cristo, non ti sembra di parlare un po‘ troppo per essere uno che sembra appena finito sotto un trattore? » mi interruppe, con aria esasperata. «  Il taxi te lo pago io, e per il momento limitati a collassare su quel cazzo di marciapiede e chiudi il becco. »

Lo guardai sconvolto. A scuola non aveva mai ribattuto ai nostri maltrattamenti, ma a quanto pareva quando voleva sapeva tirare fuori le palle anche lui.. A turbarmi più di tutto, però, era che in quel modo sarei stato in debito con lui. Fanculo, non volevo avere debiti con uno come lui. 

Rimanemmo in silenzio senza neanche guardarci per qualche minuto, finchè non arrivò il taxi, poi lui mi prese per un braccio, aiutandomi ad entrare in macchina, ed io non protestai più, troppo impegnato ad impedirmi di imprecare per il dolore.

« Dove vi porto? » chiese la voce annoiata del tassista dai sedili davanti.

Gli diedi l’indirizzo di un mio amico, poi mi accasciai sul sedile, chiudendo finalmente gli occhi. Dio, se faceva male. Faceva davvero tanto male. E il bello era che erano venuti a pestarmi in 4 per una tipa che neanche mi ricordavo di essermi fatto, cazzo. Ero ancora assorto in pensieri di questo genere, quando sentii qualcosa toccarmi la guancia. Spalancai gli occhi, trasalendo, e mi accorsi che quel qualcosa erano le dita di Thomas.

« Ma si può sapere che cazzo stai facendo? »

Lui spalancò di nuovo quei suoi occhioni da cucciolo abbandonato che mi facevano venire tanta voglia di picchiarlo, e arrossì. Si, quel frocetto di merda era veramente diventato rosso come un pomodoro. Ma dove diavolo ero finito? Non potei fare a meno di pensare che quella fosse la tanto millantata gioventù che avrebbe portato in rovina il nostro povero paese.

« Scusami. Scusa, è che… avevi.. Hai… c‘è del sangue sulla tua faccia. » esclamò alla fine, per poi voltarsi verso il finestrino ed iniziare ad… osservare il panorama, immaginai. Scossi la testa, con uno sbuffo. Non avevo la forza, né la voglia di incazzarmi in quel momento. Rimanemmo così, in silenzio, fino a quando il taxi non fermò davanti a casa di Mike. Thomas pagò con una banconota da 10 $, poi fece il giro della macchina e mi aiutò a scendere, mettendosi un mio braccio intorno al collo.

Sospirai, arrendendomi all’idea di farmi aiutare da quel ragazzino.

Lui suonò il campanello, e dopo un paio di minuti Mike venne ad aprirci, in boxer e maglietta, con una birra in mano.

Appena vide me conciato così, e Adam Thomas che mi sosteneva, nonostante la sua corporatura fosse circa un quarto della mia, scoppiò a ridere.

« Come cazzo ti sei conciato amico? È stato lui? » mi chiese, continuando a ridere a crepapelle, indicando Adam con un cenno.

« ‘Affanculo Mike, mi fai rimanere qui fino a domani? » gli chiesi, cercando di ignorare i miei istinti omicidi nei suoi confronti.

Lui scosse la testa, ancora ridendo, e si scostò, aprendo la porta del tutto per farmi entrare. « Entra coglione.. »

Mi staccai finalmente da quello stupido ragazzino ed entrai in casa di Mike, chiudendomi la porta alle spalle, ignorando il saluto incerto mormorato da Adam dietro di me. Seguii il mio amico in cucina e mi lasciai cadere su una sedia, mentre lui apriva il frigorifero e ne tirava fuori una birra anche per me.

La afferrai al volo e ne presi subito una lunga sorsata. Era gelata. Dio, mi ci voleva proprio. Sospirai.

« Allora, chi cazzo è che ti ha fatto sta roba? E, soprattutto, perché eri con Thomas? » mi chiese alla fine Mike, sedendosi davanti a me. I capelli castani gli ricadevano in una massa insensata sugli occhi azzurri, arrossati dal fumo e stanchi.

Scrollai le spalle, bevendo un altro sorso di birra. « Sono stati quegli sfigati della Union e quello stronzo di mio padre.. »

« Che cos..? Quelli della Union? E perché?? »

« A quanto pare mi son fatto “una delle loro tipe“ qualche sera fa… boh, io manco me la ricordo questa.. Comunque mio padre si è incazzato e mi ha menato pure lui, poi m‘ha detto di non presentarmi a casa fino a domani. E questo è quanto. » cercai di abbozzare un sorriso, ma era troppo doloroso, e ciò che spuntò sul mio viso, più che un sorriso, fu una cazzo di inquietante smorfia.

« E Thomas? Da dove è sbucato? »

« Da un tombino? »

Mike inarcò un sopracciglio. « Ah Ah. Quanto sei simpatico. Dovrei ridere? »

Alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo. Quel ragazzo non aveva mai apprezzato il mio senso dello humor.

« Non lo so stronzo. Quando sono uscito di casa me lo sono trovato davanti in modalità WWF-salviamo-uno-Shane-Webber-in-via-d‘estinzione. Ha voluto aiutarmi a tutti i costi, mi ha persino pagato il taxi.. Quello ha dei problemi seri. »

Mike ridacchiò, sorseggiando la sua birra. « Già, evidentemente tutti quei soldi gli hanno dato alla testa.. »

« Mh, più che ai soldi, mi sa che la colpa della sua mentalità perversa andrebbe attribuita a quella roba che ascolta e che legge.. »

« Cazzate, anche tu ascolti musica rock e metal. »

« Si, ma io non leggo Baudelaire e Rimbaud dalla mattina alla sera.. È l‘accoppiata che è fatale.. »

« Non so, quella roba non l‘ho mai letta. » mi rispose Mike, con un’alzata di spalle.

Non era un idiota, intendiamoci, anzi, per essere l’ex quarterback della squadra di football era quasi un genio, quasi. Però la poesia proprio non la sopportava. In realtà neanche a me piaceva un granchè.. Trovavo che tutta la poesia lirica non fosse altro che una enorme sega mentale di sfigati che non vedevano la vagina di una donna da quando erano usciti da quella della propria madre. Per quanto riguardava invece la poesia di quei francesi fattoni, semplicemente, la trovavo inquietante. La poesia epica era decisamente la mia preferita, ma in ogni caso preferivo la prosa.

« Secondo me ha una cotta per te. » esordì Mike, dopo qualche secondo di silenzio.

Lo guardai sconcertato. « Cosa? » esalai, con aria stolida.

« Thomas. Secondo me gli piaci. »

« Ma ti sei rincretinito? » okay, o mi stava pigliando per il culo, oppure aveva tremendamente ragione.

« No, sono serissimo. Lo sanno tutti che è gay, no? »

« Si, ma ciò non implica che abbia necessariamente una cotta per me, razza di idiota. »

« Okay, ma ti assicuro che a volte ti guarda in un modo… » fece un piccolo ghigno divertito. « E poi, dai, sono 3 anni che non fai altro che maltrattarlo e pigliarlo per il culo e, appena ti vede in queste condizioni pietose, invece che goderci immensamente come farebbe qualsiasi essere umano normale, lui cosa fa? Ti aiuta a rialzarti e ti paga un taxi? Cos‘è, il cazzo di buon samaritano che porge l‘altra guancia ed aiuta i bisognosi? »

Scrollai le spalle e finii con un lungo sorso la mia birra, poi mi tirai fuori una sigaretta dalla tasca dei pantaloni.

« Oh, no, hai capito malissimo. » mi interruppe Mike, mentre con le mani frugavo i jeans alla ricerca di un accendino.

Mi fermai per un secondo e lo guardai sconcertato. Cosa voleva adesso? Non potevo più fumare in casa? E da quando? Per caso era diventato improvvisamente un salutista?

« Che vuoi? » biascicai, tenendo la sigaretta tra le labbra.

« Shane, stai gocciolando sangue ovunque. Prima vai a lavarti, poi potrai fumare. »

Mi alzai con uno sbuffo sonoro, appoggiando la sigaretta sul tavolo, perché attendesse il mio ritorno.

« E magari disinfettati un po‘ la bocca e il sopracciglio, già che ci sei! » mi urlò dietro il mio amico, mentre mi dirigevo verso il bagno traballando leggermente.

Mi posizionai davanti al lavandino e finalmente potei osservare la mia faccia allo specchio. Non era una bella visione, affatto. I miei occhi scuri erano quanto mai inquietanti, in quanto uno era mezzo chiuso e gonfio come una palla da tennis, mentre l’altro, apparentemente in condizioni migliori, era di dimensioni normali, ma in compenso era completamente arrossato. Avevo il labbro inferiore gonfio e spaccato, e non potei fare a meno di ringraziare il cielo e tutti i santi per non essermi fatto il labret, perché se l’avessi fatto credo proprio che sarebbe rimasto ben poco della mia bocca. In compenso il septum l’avevo fatto eccome, e adesso il buco perdeva sangue, anche se stava lentamente smettendo.

« Merda.. » imprecai, sfiorandomi appena il piercing con la punta delle dita.

Mi morsi un labbro e lo tolsi con un gesto secco. E fece male, FECE MALE. Vaffanculo, se fece male!

Mi sciacquai la faccia con l’acqua fredda, pulendo anche i ciuffi di capelli neri inzuppati di sangue, poi finii di controllare la situazione del resto del corpo -pietosa, naturalmente-, prima di andare a farmi la doccia.

« Che giornata del cazzo. »

 

 

 

Salve a tutti! Dopo anni e anni di assenza l’illustre sottoscritta torna a tediarvi con i suoi deliri mentali! Yèè! Innanzitutto mi scuso per aver postato questo aborto. XD questo primo capitolo è scritto piuttosto maluccio, perché inizialmente l’avevo scritto al presente, poi ho deciso di metterlo al passato, ma non avevo voglia di riscriverlo tutto in modo decente, quindi mi sono limitata a cambiare il tempo dei verbi. XD sono pessima, mi faccio schifo da sola. La storia è un gioioso clichè, ma spero che almeno qualche spunto originale ci sia… o almeno che vi faccia divertire un pochino, se no mi sentirò un fallimento su tutta la linea. XD il problema è che ultimamente io e il teen drama andiamo a braccetto come due fidanzatini. Ed è una cosa che non augurerei a NESSUNO. E poi questi mezzi bulli con seri problemi mentali mi ispirano un sacco. E dovrei smetterla di sproloquiare e sparare minchiate. .-.

Chiedo umilmente perdono .

Lasciatemi qualche commentino se vi va J

Tanto ammmmore a tutti <3

   
 
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