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Autore: Tactolien    03/03/2012    2 recensioni
La mia prima EFP del Mondo Emerso. Spero che vi piaccia.
Il posto era già ghermito di gente di tutte le razze: uomini, gnomi e qualche ninfa non troppo a suo agio.
La donna sorrise: con tutta quell'etnia riunita lì, nessuno avrebbe fatto caso a lei o ai suoi occhi viola
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taniro sgranò gli occhi, allibito da ciò che vide.

L'Elfa e i tre bambini, varcarono il portone d'ingresso... ridendo.

"Lady Raftela... sta ridendo?"

si disse il Fammin "Quando mai ha riso".

Da che l'aveva conosciuta, Raftela era sempre stata una persona seria, incapace di provare la minima felicità come se portasse sulle spalle un peso che non voleva cedere.

Mentre ora era lì... contenta e giocosa che parlava e scherzava con quei tre piccoli cuccioli umani che avrebbe dovuto abbandonare appena recuperato il Talismano.

"Com'è possibile?"

si chiese "Fino a ieri non li sopportava nemmeno".

Si sorprese nel provare una punta di gelosia. Lui e i suoi simili erano stati al suo servizio per mesi. Oh... li aveva sempre trattati bene come nessun altro aveva mai fatto, nulla da dire su quello. Ma... mai un sorriso o una risata aveva piegato quelle labbra sempre ferme nella loro serietà.

- Taniro- gli rivolse la parola lei, come le braccia piene di giocattoli e decorazioni per la camera che avevano preso al mercato.

- Sì, mia Signora?-

- Fa preparare la tavola grande-.

Il Fammin inarcò la fronte - La tavola grande?-

- Sì, stasera si mangia tutti insieme-

- Insieme?-

- Tutti e diciannove-.

"Diciannove?".

Sussultò.

Ma certo, diciannove! Quindici Fammin, lui compreso. Un'Elfa, e tre bambini.

Stavolta fu lui a sorridere.

- Con molto piacere- e si dileguò di corsa.

Incredibile.

Prima i Fammin consumavano i loro pasti nel laboratorio segreto, o in altre ale del palazzo, mentre Raftela se ne stava da sola in camera sua.

"Qualunque cosa abbiano fatto quei tre bambini me lo devono proprio insegnare".

 

- Ma mamma... i Fammin mi fanno paura- piagnucolò Ally.

- Sciocchezze. Sappi che loro hanno molta più paura di te. Ditemi, bambini... guerra del Tiranno a parte... avete mai sentito di un Fammin che uccide un uomo?-.

Morgan e Eron ci pensarono sul serio. In effetti... non avevano mai sentito niente del genere. Bè... guerra del Tiranno a parte, naturalmente.

 

Secondo giorno.

 

 

 

Era da una vita che non disegnava più. Raftela se ne rese conto solo ora che stringeva in mano un carboncino nero dopo tanto tempo.

Da bambina amava disegnare. Prima che la magia entrasse nella sua vita.

- Lady Raftela, è bellissimo!- esclamò impressionato Eron, quando diede un'occhiata al suo foglio di pergamena.

- Tu dici?-

- Dove ha imparato?- continuò Morgan, unendosi alla conversazione.

- Bè... io...-

- Me lo puoi insegnare?- le porse il disegno Ally, mostrandole il suo alberello ritorto.

Quel giorno Raftela aveva deciso di riposare un pò. Niente ricerche, niente magia, e niente ansie per il futuro.

Senza neanche più camuffarsi i capelli... lei, Morgan, Ally, Eron, Taniro e altri due Fammin di scorta... erano saliti su alcune collinette al confine con la Terra del Mare.

Trovato un punto che godeva di uno splendido panorama... si erano fermati respirando a fondo quell'aria che già sapeva di salmastro.

"Papà..."

si sorprese a pensare lei.

Ancora ricordava la sua camera da bambina completamente addobbata coi ritratti di quell'uomo che tanto amava, ma soprattutto di quelle immagini naturalistiche che era solita donargli.

 

- Allora? Come stanno venendo i vostri disegni?- chiese dopo un paio d'ore.

Ridacchiando tutti insieme con fare cospiratorio, i tre bambini le mostrarono i fogli.

L'Elfa sgranò gli occhi.

Avvertì qualcosa sussultare nel petto, e un qualche nodo alla gola che quasi le impediva di parlare.

Morgan, Eron e Ally... avevano tutti fatto un suo ritratto.

Lei l'aveva addirittura decorato con petali di fiori, raccolti nei dintorni.

 

 

Terzo giorno

 

 

 

Il drago nero-blu fu una vera sfida per loro.

Certo, lo conoscevano già e avevano volato insieme a lui, ma era la prima volta che gli davano da mangiare.

- Morgan, Eron, non abbassate mai lo sguardo. O diventerete voi il suo pasto- ridacchiò Raftela nel vedere i ragazzini avvicinarsi a Fafnir con una carriola piena di carne sanguinolenta.

Ally deglutì. Forse la sua nuova mamma aveva fatto bene ad impedirle di seguire i fratelli. Quell'animale non faceva altro che grugnire e digrignare le zanne al primo movimento sospetto.

Meglio restare accanto all'Elfa e suoi Fammin.

- Sì! Ce l'abbiamo fatta!- esclamarono poi loro, allontanandosi dal drago.

Raftela sorrise soddisfatta. Sembravano proprio maestra e allievi.

"O madre e figli"

si sorprese a pensare.

 

 

Quarto giorno.

 

 

 

Non avevo mai pensato all'amore.

Prima di venire nel Mondo Emerso avevo dedicato tutta la mia vita alla magia, senza più preoccuparmi di niente e di nessuno.

Da quando è successo quel fatto... nulla è stato più lo stesso e per non impazzire ho dovuto rinchiudere i miei sentimenti e curarmi solo di me stessa.

Solo io contavo.

Persino mia madre è diventata un puntino così lontano da ridursi a un essere insignificante.

Ma c'era una cosa di cui ero sicura... la mia indole malvagia.

Nessuno aveva mai creduto che io fossi altro che questo. Una maledetta strega dagli inquietanti poteri che ha ucciso un bambino, quando lei stessa era ancora una bambina.

Quante volto ho pianto per quella storia. Poi ho finito le lacrime, e ho impiegato tutto il mio tempo a odiare quelle persone che mi guardavano storto e che sussurravano alle mie spalle.

Avrei voluto ucciderli tutti. Ma ero già abbastanza nei guai così, perciò ho dovuto subire e abbassare la testa.

Crescendo... ho imparato a non farci più caso, ad accettare il loro odio, e alla fine... anche ad amarlo. In fin dei conti non mi rimaneva altro da fare, giusto?

Fu una vita sola e infelice la mia.

Poi sono arrivata nel Mondo Emerso. E' quasi un anno che abito in questo palazzo da me costruito, e solo adesso mi rendo conto di non essermi mai sentita sola da che sono qui. C'erano i Fammin con me, con cui ho un sacco di cose in comune. E loro mi rispettano, non mi temono. Mi servono come una regina, ma sono anche miei amici. Soprattutto Taniro.

 

Poi sono arrivati loro.

Morgan, Eron e Ally.

Quando ero a Orva... non sono bastati dieci anni affinchè quelle persone imparassero ad amarmi. O io ad amare loro.

Mentre per questi tre piccoli umani, ci sono voluti solo quattro giorni.

Quattro giorni per amarli come fossero figli del mio sangue. E anche loro amano me. Provo sempre una strana sensazione quando Ally mi chiama "mamma Raftela" ma è piacevole. A loro non importa niente che io sia un'Elfa, o una Maga.

Li vedo ora dormire nei loro letti. Sembrano tranquilli. Eron quasi sorride sotto i baffi, magari sta sognando.

Cosa?... Che?... Perchè sto piangendo? Da dove viene questa lacrima?.

Non sono triste. Ho tutto ciò che volevo. Ho il Talismano del Potere. Ops!... già. Devo ancora andarlo a controllare.

Da quando l'ho rubato è sempre rimasto chiuso in uno scrigno del mio laboratorio segreto.

Chissà perchè me ne sono dimenticata?.

Ora vado.

Oh, no... aspetta. A Morgan è caduta la coperta. Meglio che vada a rimboccargliela prima che si prenda un malanno.

 

 

 

Riaprì lo scrigno quasi con ansia.

Ah... Meno male. Il Talismano era ancora lì.

Raftela lo esaminò più da vicino. Era ora di mettersi al lavoro.

Era spento e privo di vita. Persino le nove pietre che l'adornavano erano di un grigio smorto, senza più alcuna traccia di potere. Quella centrale era addirittura rotta.

Era stato conservato dai Fratelli della Folgore come reliquia sacra... ma ora come ora era solo un gingillo senza valore.

"Ma a questo posso rimediare io"

sorrise l'Elfa, prendendo un piccolo stiletto fissato alla cintura.

Si incise profondamente il dito indice... e lasciò che il suo sangue colasse su ciascuna pietra del Talismano.

"Il sangue è vita"

si disse mentre recitava un'inquietante litania elfica "Furono gli Elfi a creare questo manufatto. E noi siamo sempre stati i più vicini agli spiriti naturali".

Dopo che ebbe finito, richiuse il Talismano nello scrigno, ragionevolmente sicura che il suo sangue lo avrebbe riportato all'antico splendore.

"Prima che Nihal e Sennar lo danneggiassero".


 

 
  
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