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Autore: Silvia Roberta    03/03/2012    3 recensioni
"Ingegno. È questo che serve per fare un colpo. Se non si ha ingegno non si arriva da nessuna parte. La prima cosa che devi imparare è che bisogna sempre sorprendere la gente. La gente sono gli spettatori. Gli spettatori sono le vittime. Non c’è nulla di meglio che vedere le loro facce sbalordite, confuse e terrorizzate. Panico. È questa la vera essenza. Questo è quello che ci fa davvero divertire…"
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando Harley Quinn si sveglia e non vede Mr. J accanto a lei ha un brivido. Ma non va nel panico. Sa bene che Joker non l’avrebbe mai abbandonata. Se si fosse stancato di lei l’avrebbe semplicemente uccisa. Ormai glielo ricorda talmente tante volte che si è fatta l’abitudine.                                                                                    Scende lentamente dal letto, si infila la camicia e ridacchia tra se e se ricordando la serata precedente.       
"Che disastro"  sussurra osservandosi nel riflesso dello specchio del bagno, cercando di sciogliersi i nodi dei capelli.                                                                         
Pazzo! Ti piace così tanto attorcigliarti le dita tra i miei capelli, mr J?                                                              
Una volta presentabile Harley arriva in soggiorno dove finalmente incontra il suo macabro angelo.                                      
Affacciato alla finestra e avvolto nei suoi pensieri contorti.  Percepisce qualcosa nell’aria. Della tensione, dell’ansia. Si, Joker è pronto. È pronto a stringere Gotham tra le sue mani. È pronto a riconquistarla, a cingere la corona che gli spetta. La corona che gli è stata portata via. È pronto.       
Si schiarisce la gola, la stupida, per dagli un misero segno della propria presenza. Dopotutto anche lei è parte della storia. Io ti fatto arrivare fin qui. Io ti ho ridato la libertà, la gioia di uccidere, di sorridere ancora….                
Eppure ora si sente così vuota, così sola, così inutile. Mentre lui non la degna di uno sguardo.
"Buongiorno Mr J"
Idiota. Lo sa benissimo: mai interrompere Joker quando sta pensando; quando si concentra nei suoi loschi e diabolici piani per riprendersi il domino della città.
glielo avrà ripetuto mille volte, ma non le importa proprio niente.
 Lui non le risponde. Fa apposta. O forse non si è nemmeno accorto che la sua arlecchina è dietro di lui e che sta tentando in tutti i modi di farsi notare. Lei rimane distante. Senza insistere ulteriormente.               
Sarebbe terribilmente romantico se il suo clown stesse ammirando lo splendido paesaggio: l’alba di gotham. Troppo romantico conoscendolo. Ora che ci pensa, però quel bagliore color oro, che filtra dalla finestra, gli dona proprio. Lo fa sembrare ancora più bello e importante di quanto lo fosse mai stato prima.                                      
Finalmente si volta fissandola dritta negli occhi. Harley riesce a riconoscere i suoi splendidi occhi azzurri.           
Il trucco nero li risalta ancora di più. Le batte forte il cuore. Ma non vuole far trasudare oltremodo i sui sentimenti per lui. Non vuole apparirgli debole. Lei non deve essere debole. Lui le si avvicina. Harley si auto impone di tener a bada il suo corpo. A paura che l’istinto di scappare prenda il sopravvento.Calma Harley…calma… Mr J le afferra un braccio tirandola a se. Harley riesce  a sentire le unghie di Joker affondarle nella pelle. MrJ?!...
Lui le avvicina le labbra al suo orecchio sinistro. Harley rabbrividisce. Non capisce se desidera di più gettarsi tra le sue braccia e riempirlo di baci, oppure correre via il più velocemente possibile. Poi la voce decisa, ma allo stesso tempo suadente, di Mr J le irrompe nella testa: "Su tesoro vestiti. Usciamo".
"Dott.  Crane riprende la maschera da Spaventapasseri e torna a terrorizzare Gotham… "                                                
Quante volte sua mamma le ha detto di lasciar giù il giornale e di non interessarsi troppo agli affari di suo padre. Sa benissimo che è seduta dietro di lei, ma Barbara fa finta di niente; lo tiene ben stretto tra le mani e ricomincia la sua lettura con ancora più curiosità di quanta ne avesse prima. Gira la pagina.                  
"…Ora la polizia non ha solo Joker da riportare ad Arkham… "                                                                    

" Per l’amor di Dio, Barbara! " Protesta di nuovo la madre, strappandole il giornale dalle mani. " Non sono cose adatte a una bambina di appena dieci anni".                 
Babs la osserva alzarsi, andare in cucina e gettare nel recipiente della spazzatura il giornale. Ha ragione. Ha sempre ragione. Ma come può la piccola Babsy scordarsi del suo incontro con il vigilante mascherato della scorsa notte.                                                                         
Batman, si. Sono da settimane che non pensa ad altro che a Batman. Ormai è diventato il suo chiodo fisso. E ieri addirittura lui le ha rivolto la parola e non solo…    
Sorride e tira fuori dalla tasca il dardo metallico che il cavaliere oscuro le ha donato. Lo accarezza e lo fa passare dolcemente tra le dita.                                           
"Da grande… voglio diventare come te" gli aveva mormorato con voce tremante. Ma non stava scherzando. Era sicura di ogni parola. E lo è ancora. Il problema è che deve imparare ad aspettare. Deve crescere, se no non potrà essergli di nessun aiuto, e di sicuro non vuole essergli di intralcio.                                                                                      
La televisione della cucina è accesa. Il rumore la distrae, non la fa pensare. Vorrebbe tanto che sua madre la spegnesse. Così potrebbe riordinarsi le idee e tornare a riflettere unicamente sul suo idolo.                                     
Solo due parole, invece, la fanno alzare dal divano e correre in cucina. Due parole che lei conosce molto bene:  " James Gordon ".
Parlano della rapina alla first National. La cosa non la sorprende più di tanto. Suo padre si è alzato presto sta mattina per correre in commissariato quando gli hanno dato la notizia. Ora è li. Insieme a Batman sistemeranno la situazione.                                                             
Sua mamma non la pensa allo stesso modo. Ormai è da tempo che li sente litigare. Quasi ogni sera da quando l’hanno promosso commissario.                                        
Proprio l’altra notte gli ha fatto una sfuriata di un’ora e mezza, concludendo dicendo che se si fosse fatto ammazzare non le sarebbe importato. Babsy era in camera sua. Faceva finta di dormire. Teneva gli occhi sbarrati e le mani premute all’ orecchie, nel tentativo di non udire le loro grida. Ma purtroppo ha sentito ogni parola. E ripensare al quel momento le fa venire un colpo al cuore.                                                                        
Eppure ora sua mamma è li, con le lacrime agli occhi mentre aspetta notizie dell’ "eroico commissario Gordon". Patetico. Davvero patetico.                                              
Ma la madre ha tutto il motivo per essere preoccupata. Dopo tutto lei ha aperto la porta quella sera in cui gli agenti di polizia le hanno fatto visita, dicendole della  "presunta" morte del marito. Come può dimenticarlo.
La  verità è che lei lo ama. Perdutamente. E ha paura di perderlo. Gli adulti sono troppo orgogliosi per ammetterlo. Ed ecco il commissario che fa la sua entrata in scena. Ormai è diventato quasi più semplice vederlo in televisione che a casa. Una conferenza stampa, chi l’avrebbe mai detto…                                                        
"Cosa ci può dire dell’accaduto?" domanda uno dei giornalisti avvinghiandosi a lui al punto di fargli perdere l’equilibro.                                                                  
Se non ci fosse stato quel poliziotto ad afferrarlo per il cappotto, per intervistarlo, avrebbero dovuto ripescare suo papà da terra? Solo il pensiero fa sorridere la piccola Barbara.
" I criminali hanno portato via dalla banca venti milioni di dollari in tutto " Risponde dopo essersi ricomposto. E solo in quel momento Babs si accorge di quanto suo padre sia in realtà stressato e angosciato.                                                   
Le basta guardare il suo viso pallido e sentire la sua voce secca e tremante, che non ha niente a che vedere con quella dolce e gentile che le raccontava le favole il sabato sera. Le è difficile credere che quello sia davvero suo papà. Ma forse è proprio questo il vero commissario: il poliziotto temerario di cui si parla tanto. Dopo tutto lei non l’ha mai visto in azione, è normale che le sembri estraneo.                                                                    
"…Non possiamo rilasciare altri commenti sui progressi delle indagini in corso…comunque abbiamo rinvenuto in una delle casseforti la carta del Joker, evaso pochi giorni fa…". Poi la sua voce viene sopraffatta dal quella del sindaco di Gotham. E come un vero politico fa promesse che non può mantenere: " La situazione è sottocontrollo. State certi che questo pazzo sarà assicurato nuovamente alla giustizia". Scemenze a cui neppure lui crede. Ma sorride con un sorriso finto, come se glielo avessero dipinto in faccia. La cosa le fa disgusto. Eppure non ha dimenticato che una volta era stato lui sotto il mirino del Joker ed è grazie a Gordon che ora è li…vivo. E cerca di non far entrare la città nel panico. Un’altra volta.
  
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