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Autore: Ezrebet    04/03/2012    0 recensioni
Uno strano caso coinvolge un tranquillo paese dell'Appennino tosco-emiliano. Il Commissario Giugni si trova sparato dentro qualcosa di inspiegabile.. almeno per le sue categorie mentali.. Dopo Le Notti di Alice, un altro esperimento noir..
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima persona che vide svegliandosi fu Doc. Era appoggiato alla parete verde, di fronte al letto, e lo fissava.
“Pensavo che non ti saresti svegliato più. Devono averti dato una dose da cavallo” disse subito, in tono polemico “..come stai?”.
Giugni lasciò vagare lo sguardo intorno, rendendosi conto di trovarsi in ospedale.
Il letto accanto era vuoto, i rumori giungevano attutiti dal corridoio. Oltre i vetri della finestra, il buio della notte.
“Hai dormito un giorno intero” lo informò l’uomo.
Il commissario lo guardò “..che cosa mi è successo?”. In realtà, ricordava i fatti nel bosco, ma non riusciva a ricostruire gli ultimi momenti. Si rivedeva correre nella boscaglia portando il peso del capriolo, poi più nulla.
“La volante ti ha trovato svenuto al margine della strada. Eri abbracciato ad un capriolo sotto choc, a quanto ho potuto appurare.. perché come al solito, il veterinario aveva altro da fare.. Rizzi mi ha svegliato e mi ha costretto a raggiungervi all’ospedale, dove ho preso in consegna l’animale, lasciandoti nelle abili mani dei medici del reparto”.
“Sta bene..?” s’informò a mezza voce.
“Benone, direi. Almeno fisicamente” lo scrutò con aria divertita “Ti sta a cuore Bambi, a quanto vedo”.
Lo sguardo che gli lanciò Giugni non servì a cancellare l’ironia dagli occhi di Doc, che riprese “..dovresti preoccuparti anche di tutto il lavoro che ti aspetta nel tuo ufficio, degli interrogatori ai pazzi che i tuoi hanno arrestato nel bosco, al Sindaco che vuole fare una conferenza stampa..”fece un cenno insofferente con la mano “Non so se riuscirai a sopportarlo. Ti dovrò prescrivere delle vitamine ricostituenti..”.
“..me le prescriverà se mai il mio medico, non il medico legale” ribatté subito sospirando.
Doc fece un sorrisetto, si avvicinò “Hai risolto il caso, comunque. Una banda di pazzi invasati campeggiava abusivamente nel parco e si dedicava a pratiche vietate sotto l’effetto di allucinogeni. Ho già prelevato campioni di DNA da ognuno dei fermati e sono certo di trovarne un po’ di quello che ho rinvenuto sulla scena, l’altro giorno. Caso risolto, complimenti, commissario”.
Giugni annuì, provò a sollevarsi, ma il dolore alla schiena gli impedì di farlo.
“No no, fermo là. Ancora due giorni di degenza e poi valutazione. Ti tocca” gli disse l’amico.
Un momento dopo, gli domandò “Gli agenti Rossi e Micheli hanno parlato di un tizio, un tale Roman, che sembra fosse rimasto con te nella boscaglia durante l’appostamento. Non c’è traccia di lui.. che devo dire, se mi chiedono qualcosa? E’ stata un’allucinazione collettiva o si può trovare da qualche parte?”.
Il commissario parve riflettere per un momento, poi disse “Provate a cercarlo. Ma secondo me, se ne è già andato”.
Il suo compito è finito, pensò tra se.
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Il treno lo aveva portato lontano molte volte dall’odore della morte. Seduto in uno scompartimento vuoto, Roman si lasciava trasportare via, lasciava che le tracce si cancellassero, lasciava che gli uomini spiegassero per conto loro quanto avvenuto.
Pensò a Giugni. Pensò che la sua consapevolezza sarebbe stata l’unica traccia. Come sempre.
Lasciò che questo pensiero lo pervadesse, poi sbirciò fuori dal finestrino. La prossima stazione non era lontana.
 

   
 
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