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Autore: serenity 92    05/03/2012    4 recensioni
Elena Gilbert è una studentessa modello di Seattle, la sua è una vita ricca di soddisfazioni e appagante.
In una afosa notte di mezza estate tutto però cambia; la morte dei suoi genitori segna l'inizio della fine; lei e la sua migliore amica Serena si troveranno ad affrontare una vita nuova dove tutto ciò che è lecito e giusto svanirà.
Le tenebre incombono su di loro, la minaccia è così vicina. " non stava succedendo veramente continuavo a ripetere nella mia testa, ma era tutto reale. Faceva male, era un dolore così intenso... eppure avrei preferito accusare quel dolore in eterno piuttosto che vederlo sparire nuovamente nella notte; il dolore del suo morso non era lontanamente paragonabile al dolore della sua assenza, non riuscivo a resistere a quegli occhi iniettati di sangue, purtroppo erano divenuti la mia priorità e se avessi avuto la possibilità di scegliere avrei venduto l'anima al diavolo piuttosto che perderlo; ma purtroppo io non disponevo della facoltà di scegliere "
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The truth.

POV Elena.

Nel reparto dell’ospedale dove ero ricoverata, c’era un gran via vai di gente quel mattino, era ancora presto perciò iniziai a prepararmi con molto anticipo; tanto non avevo niente di meglio da fare, lui se ne era andato quando ancora dormivo.
Mi sentivo un peso sul cuore, quella notte avevo percepito qualcosa di diverso in Damon, preoccupazione?
No, Damon Salvatore non si preoccupava di nessuno, figuriamoci di un’insignificante ragazzina come me.
Serena entrò tutta trionfante nella stanza e il suo sorriso mi contagiò, lanciò la sacca con i libri sul letto e disse: << Cara ragazza, sei libera perciò andiamo a fare colazione e poi a scuola ci aspetta Caroline per il comitato organizzativo della festa >>,
<< Oh bene, mi serviva proprio una giornata da tirapiedi per Caroline >> dissi sconsolata,
<< Vedrai che ci divertiremo, a proposito non sono riuscita ad aprire il baule con i diari di Jonathan Gilbert, deve essersi ossidata la serratura >> disse lei,
<< Allora vorrà dire che scopriremo la verità da sole >> sentenziai,
<< Secondo me stiamo sprecando il nostro tempo >>,
<< Secondo me no >> conclusi per poi uscire da quella stanza spoglia che mi aveva mostrato quanta influenza avesse su di me quel ragazzo tenebroso.
 
Seduta al tavolo del Mystic grill, mentre divoravo una brioche alla crema, mi guardavo attorno, sperando di incrociare il suo sguardo ma, le mie erano vane speranze.
<< Ciao ragazze sono felice di vedervi, Elena come stai? >> disse una voce melodiosa alle mie spalle, ma non era la voce che avrei voluto sentire,
<< Ciao Stefan, sto molto meglio oggi e vorrei ancora ringraziarti per quello che hai fatto ieri >> dissi io gentilmente.
Prese posto accanto a Serena che se,brava completamente a suo agio, in un certo senso li invidiavo; loro si stavano conoscendo e piano piano si stavano avvicinando l’una all’altro, mentre io non avevo questa opportunità, Damon Salvatore amava camminare all’indietro come i granchi.
<< Ho sentito dire che il prof. Turner  ha dato le dimissioni stamane >> disse Stefan,
<< meno male, non lo sopportavo >> rispose la mia amica sorridendogli beata, mi sentivo di troppo perciò li congedai e uscii a prendere una boccata d’aria fresca.

Salii in macchina e decisi di andare a scuola, volevo cercare nella biblioteca dell’istituto qualcosa che confermasse le mie ipotesi, intanto Serena sarebbe stata più che contenta di chiedere al giovane Salvatore un passaggio.
Giunsi al semaforo e arrestai la macchina in attesa che scattasse il verde, quando un’auto sportiva si affiancò alla mia; era la macchina di Damon ma, quando vi guardai dentro vidi che non era solo; una ragazza mora lo baciava frenetica, non potevo guardarla in viso perché mi dava le spalle.
In compenso vidi i suoi occhi soffermarsi sui miei e un sorriso beffardo formarsi sulle sue labbra negli intervalli in cui quella gli dava respiro.
Stronzo… era l’unica cosa che riuscivo a pensare; vedevo quel polipo in versione umana appropriarsi di ogni centimetro della sua pelle e sentivo la rabbia crescere. Ma lui non mi apparteneva perciò dovevo mettere a sopire quella voce di rabbia nel cuore.
Quando scattò il verde lui partì a tutta velocità senza degnarmi di uno sguardo, e io metabolizzai ciò che avevo visto; cosa mi era passato per la testa? D’altronde era anche normale che avesse una ragazza, ero una stupida ad aver pensato di avere anche solo una minima possibilità.

Andai direttamente in biblioteca, una volta giunta a scuola, c’era poca gente per fortuna così avrei potuto cercare nei reparti folcloristici senza destare troppi sguardi curiosi, qui le leggende erano guardate con rispetto e timore.
Uno dei libri che controllai parlava della storia della fondazione della città:
La città di Mystic Falls fu fondata da un gruppo di uomini d’onore, appartenenti all’antica nobiltà della Virginia; qui decisero di fondare la cittadina ma ben presto dovettero fronteggiare un pericolo assassino, eventi paranormali, esseri oscuri provenienti da chissà dove convergevano nel loro territorio.
La morte divenne un incubo per gli abitanti perciò decisero di combatterli, venne costituito il consiglio dei fondatori, cui partecipavano gli eroi della cittadina.
Nel 1864 essi catturarono le creature oscure, mangiatrici di uomini, e incendiarono la chiesa in cui erano stati fatti prigionieri.
Da allora Mystic falls conobbe finalmente la pace ma, quando il pericolo si ripresentava, il consiglio veniva richiamato per contrastarlo; il segreto è stato tramandato di padre in figlio e, le generazioni nuove hanno il compito di mantenere l’ordine ed evitare che l’oscurità si impadronisca della città.
Di seguito riportiamo i nomi di chi fece parte del Gran Consiglio dei fondatori:
-          Igor Bennet
-          Samantha Bennet
-          George Donovan
-          Taylor Fell
-          Paul Fell
-          Raul Fell
-          Edward Forbes
-          Sophie Forbes
-          Logan Forbes
-          Jonathan Gilbert
-          Anne Gilbert
-          Kurtis Lockwood
-          Corinne Lockwood
-          Giuseppe Salvatore
-          Damon Salvatore
-          Stefan Salvatore
 
 
Mentre scorrevo la lista dei nomi per ben due volte sentii come un peso sul cuore, perché il mio bis nonno e sua moglie erano citati nella lista dei fondatori? Nessuno mi aveva mai accennato questa storia, allora le mie origini erano legate a questa insulsa cittadina?
Ma lo shock più grande lo subii quando mi soffermai sui nomi dei Salvatore che portavano il nome di Stefan e Damon, ma se la matematica non è un opinione non potevano essere le stesse persone, a meno che non fossero… a meno che non fossero creature giovani in eterno, creature che avessero molti poiù anni rispetto a quelli che mostravano.
Creature mangiatrici di uomini significava vampiri e i vampiri erano i nemici eterni degli angeli, la situazione non mi piaceva affatto, perché questa coincidenza? Perché proprio loro? Dovevo saperne di più.

Raggiunsi l’aula di storia con un ritardo di cinque minuti: << Scusi il ritardo professore >> dissi con il respiro accelerato per la corsa,
<< Signorina Gilbert prenda posto, mi stavo presentendo ai suoi compagni: sono il professor Saltzman e prenderò il posto del vostro vecchio insegnante che ha lasciato l’insegnamento >> disse, ma il suo tono ammetteva che neanche lui credeva poi così tanto a quella versione.
Mi sedetti accanto a Serena e ascoltai il giovane insegnante, aveva una voce così sobria che, non riuscivo a fare a meno di ascoltarlo.

<< Ho guardato i vostri test di storia e a parte due eccezioni ho notato che siete un po’ arrugginiti per cui, oggi dedicheremo queste due ore al ripasso >> disse lui iniziando a scrivere alla lavagna alcune date mentre Bonnie distribuiva i test corretti.
Quando posò il mio sul banco non riuscivo a distinguere le mie risposte visto che erano piene di segni rossi, cancellazioni e sopra alleggiava una spaventosa D, voltandomi verso Serena notai che a lei non era andata poi tanto meglio.
<< Signor Salvatore, dato che lei è una delle poche eccezioni vuole gentilmente raggiungermi così iniziamo il ripasso della storia locale >>,
Stefan si alzò, accompagnato dalle risatine sommesse di alcune ochette senza cervello, Serena le fulminò con lo sguardo all’istante, certe volte mi intimoriva quella ragazza.
<< Serena rilassati >> sussurrai,
<< Mi rilasserò solo quando avrò staccato il collo a quelle quattro deficienti >> mi rispose con tono a mala pena udibile, ma anche se ormai era distante anche Stefan sembrò udire quelle parole perché le rivolse uno sguardo divertito;
<< Ma cosa ha al posto delle orecchie, due parabole? >> disse lei, vergognandosi per essere stata udita dal bel ragazzo misterioso, nel frattempo io presi un foglio e annotai alcune piccole parole:
“ Questo avvale le mie supposizioni Serena”, le passai il foglio e lei vi incise la risposta:
“Non essere idiota, i vampiri non possono girare alla luce del sole, brucerebbero e guarda un po’, fuori dalla finestra c’è il sole”.
Scossi la testa e dissi: << Magari, hanno trovato un modo per superare il problema, non sono mica ottusi… >>.
Lei non mi rispose e si girò per ascoltare l’interrogazione/spiegazione di Stefan:

<< La guerra di secessione americana, detta anche guerra civile americana, (alcuni la "Grande Ribellione") venne combattuta dal 12 Aprile 1861 al 26 Maggio 1865 fra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America (CSA), entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall'Unione (USA).
In risposta alla elezione diAbraham Lincoln come presidente, 11 Stati del Sud (dediti allo schiavismo) dichiararono la propria secessione e formarono la Confederazione degli Stati d'America. Dopo quattro anni di guerra la Confederazione si arrese e lo schiavismo fu abolito in tutta la nazione. Le questioni che portarono alla guerra furono in parte risolte durante l'Era della Ricostruzione…>>
Lo ascoltai rapita, il suo modo di parlare,il suo tono sembrava renderti partecipe di eventi lontani passati, ma che sembravano avvenuti ieri, come se li avesse vissuti sulla sua pelle; il cervello accese un barlume di razionalità ma lo ignorai, volevo solo udire il discorso di Stefan e dell’insegnante Saltzman che, sembrava sbalordito.
Quando suonò la campanella ci fu un risveglio delle nostre articolazioni in simultanea, rimaste quasi immobili per tutta la durata dell’ora; Stefan si avvicinò a noi e prontamente nascosi il foglio accusatorio.
<< Allora oggi venite a casa mia a studiare? Mi farebbe molto piacere e tanto per rassicurarvi, Damon non dovrebbe essere a casa per cui non dovrebbe disturbare nessuno il nostro studio di gruppo >> disse gentilmente lui, Serena mi guardò facendomi gli occhi dolci e, anche se il mio istinto mi stava urlando di non accettare, risposi << Ok Stefan, allora verso le 4 da te >> e poi sorrisi, sperando di non essermi cacciata in un guaio più grande di me, anzi di noi.

All’uscita di scuola congedammo Stefan, ribadendo che saremmo arrivate a casa sua intorno alle 4 pm,
quando giunsi nei pressi della mia auto vi trovai chi meno mi aspettavo di vedere.
<< Elena ciao >> mi salutò entusiasta e io arrossii all’istante, le mie guance si tinsero di color porpora mentre risposi al saluto sommessa,
<< Ciao tu devi essere Matt >> dissi io, nascondendo l’imbarazzo e sperando che non ci fosse Caroline nei paraggi, mi avrebbe sfottuta a vita.
<< Oh ti ricordi di me, meno male… volevo solo chiederti se, ecco se … >> disse balbettando senza riuscire a terminare la frase,
<< Dimmi Matt >> lo incitai dolcemente,
<< Ecco, io volevo chiederti se ti va di venire alla festa con me, sempre che tu non abbia già un altro accompagnatore >> disse lui tutto d’un fiato,
<< Oh beh, si perché no >> risposi sorpresa dalla proposta.
Lui mi abbracciò e poi disse: << passo a prenderti io alle 8, vedrai sarà divertente, ora però devo tornare a lavoro, a domani >> e si dileguò.
Salii in macchina e guidai verso casa, beh non riuscivo a nascondere la felicità per essere stata invitata dal capitano della squadra di football, poi Matt era davvero un bel ragazzo.

Quando arrivai a casa mi feci una doccia calda e rilassante, Serena non era ancora rientrata perciò me la presi con calma, avvolsi un asciugamano intorno al mio corpo nudo e andai in camera per scegliere cosa indossare, beh la scelta non era molto ampia dato che non ero ancora riuscita a fare un po’ di shopping selvaggio.
Aprii la porta della camera e l’aria fresca e prepotente mi fece rabbrividire, la finestra era semi aperta, forse Serena si era dimenticata di chiuderla…
Presi un paio di jeans scuri e una maglia colorata e l’appoggiai sul letto quando sentii un corvo gracchiare, mi voltai e vidi un corvo appollaiato sul davanzale, lo stesso corvo dagli occhi gialli penetranti che mi aveva accolta al mio arrivo.
<< Ancora tu,sei un uccello inquietante >> dissi rivolgendomi al volatile come se potesse comprendermi.
Per tutta risposta esso iniziò a svolazzare per la stanza e impaurita indietreggiai fino all’armadio, il corvo era un animale pericoloso, il suo becco era forse uno dei più taglienti in circolazione; esso planò in picchiata verso di me ed a pochi centimetri dal mio viso virò per andare ad occupare la sua posizione originaria, tirai un sospiro di sollievo. Decisi di chiudere la finestra per evitare di ripetere l’esperienza, lasciai cadere l’asciugamano ai miei piedi e indossai il completo intimo blu notte quando il campanello suonò.

Scesi le scale di fretta, era sicuramente Serena che aveva dimenticato le chiavi di casa, la solita sbadata; aprii la porta ma davanti a me trovai il sorriso malizioso di Damon Salvatore, volevo morire all’istante; ero semi nuda davanti all’essere più sexy e presuntuoso della terra.
<< Beh se questo è il genere di accoglienza che mi riservi verrò a trovarti più spesso Elena >> disse lui con un sorriso tagliente dipinto sul volto,
Agguantai il giubbotto dall’appendi abiti e lo indossai, mentre il mio cuore pompava sangue ad una velocità inaudita e mentre il mio desiderio di sprofondare sotto terra cresceva secondo dopo secondo,
<< Beh ti preferivo in versione semi nuda ma mi adatterò, intanto non copre più di tanto quel giubbotto >> disse lui rincarando la dose,
<< Cosa vuoi Damon? >> chiesi adirata, la situazione mi stava sfuggendo dalle mani,
<< Volevo assicurarmi che il mio polipetto fosse ancora vivo e vegeto >> disse lui, sottolineando l’aggettivo mio,
<< Ma non farmi ridere! A te non importa di niente di nessuno, pensi solo a te stesso, sei un narcisista davvero irritante >> esclamai inviperita,
<< Cosa ho fatto di male per meritarmi la tua ira repressa dolcezza? Sei forse gelosa del fatto che stamane ero in buona compagnia? >> disse lui perspicace, infilando il dito nella piaga,
<< sei libero di passare le tue mattinate con chi ti pare e piace, non mi interessa minimamente >> dissi io cercando di tenergli testa,
<< Non mentire Elena, mi aspettavo più spirito guerriero da te >> mi rimbeccò lui,
<< Allora Damon non ho un’intera vita da dedicarti, cosa vuoi? >>
<< Voglio te! >> disse lui sensuale e a me mancò il mondo da sotto i piedi, un improvviso capogiro che però nascosi…
Non credevo a ciò che avevo appena udito “voglio te, voglio te, voglio te”, aveva davvero detto quelle parole?
Agii senza pensare, senza collegare lo spinotto al cervello; mossi due piccoli passi in sua direzione e oltrepassai di qualche centimetro l’ingresso: << Bene Damon e ora dimmi esplicitamente cosa vuoi da me >> dissi guardandolo in quegli occhi azzurro cielo,
Mi afferrò con le sue mani forti e mi spinse contro il muro, bloccandomi ogni via di uscita, una situazione già vista ma il cuore non era ancora abituato a questi sbalzi e sembrò voler uscire dal mio petto.
<< Rilassati polipetto oppure il tuo cuore esploderà >> disse lui malvagio avvicinandosi al mio viso, pochi centimetri ci dividevano e a stento riuscivo a trattenere il mio istinto dal baciarlo e lasciar cadere ogni difesa.
<< Damon mi stai facendo perdere tempo >> dissi sull’orlo dell’ isteria, mentre i desideri proibiti si figuravano nella mia testa, fosse stato per me ci avrei fatto l’amore anche lì, nell’ingresso.
<< Volevo solo invitarti al ballo di domani ma, dato come si sono messe le cose, potrei anche chiederti di togliere quel giubbotto, prometto che ti riscalderò io >> disse e nei suoi occhi lessi il desiderio, lo stesso che in quel momento stavo frenando con tutta me stessa, in lui però era prepotente quasi come se non riuscisse a dominarlo.
<< Beh Damon, mi spiace ma sei arrivato tardi, sono già stata invitata >> dissi io provocatoria, le sorti della battaglia stavano volgendo in mio favore.
Lui si staccò da me, e io mi rabbuiai perché il contatto con il suo corpo mi aveva mandata in estasi, sul suo volto si dipinse nuovamente quell’espressione neutra, quella maschera che tanto odiavo.
<< Comunque me lo avevi detto tu stesso, è meglio se non diventiamo amici >> sentenziai, in fondo era vero: lui secondo i suoi cambi di umore si rapportava con me ed era difficile capire cosa davvero pensasse, forse era impossibile.
<< Se le cose stanno così ti auguro che sia alla mia altezza il tuo accompagnatore, ma sono praticamente certo che non sia così perciò … buon divertimento! >> disse lui con tono irritante,
<< Oh Damon non sei l’unico uomo su questa terra e si da il caso che io non sia di tua proprietà >> dissi facendo per rientrare in casa, ma lui mi fermò e sussurrò al mio orecchio << Ancora no, ma mai dire mai Elena >> e si allontanò lasciandomi lì, che cosa voleva dire con quell’affermazione?
 
H: 4,00 pm, casa Salvatore.

Dopo l’incontro con Damon non ero più molto convinta di voler andare nella tana del lupo ma, gli impegni presi dovevano essere rispettati per cui ero andata al pensionato.
Certo che la famiglia Salvatore era sicuramente una delle più ricche della città, la casa era molto grande e tutt’intorno c’era un immenso parco, forse solo la casa del sindaco Lockwood era più grande.
Parcheggiai l’auto nell’immenso giardino e mi avviai verso il portone, durante il tragitto avevo ricevuto un messaggio di Serena in cui mi pregava di raggiungerla alla villa dei Salvatore, perché lei si trovava già lì.
Suonai al campanello, forse un po’ troppo antiquato, l’attesa fu breve perché Stefan venne ad aprirmi immediatamente e mi accolse con un sorriso raggiante:
<< Benvenuta Elena, sono felice che anche tu abbia accettato l’invito >>,
<< Grazie Stefan, intanto non mi farà male ripassare con voi >>.
Lui mi prese il giubbotto da vero gentil uomo e mi accompagnò nel grande salone dove ad aspettarci c’era Serena; guardavo ammaliata sia il mobilio che la struttura della casa, una villa di altri tempi, dotata di un fascino senza eguali.
<< Allora sei riuscita a venire, ormai ci eravamo rassegnati >> mi disse Serena con tono altrettanto raggiante, era comprensibile il suo umore dato che passare del tempo con Stefan doveva essere una grande vittoria per lei.
Non ebbi il tempo di farle domande, Stefan ci raggiunse pochi secondi dopo con 3 bicchieri di coca-cola, decisi quindi di rimandare ad un momento più appropriato le domande, inoltre era davvero meglio per tutti se iniziavamo il ripasso, non volevo collezionare un altro votaccio.
Il tempo sembrò volare, erano già le 20,00, io e Serena dovevamo tornare a casa, perciò iniziai a raccogliere le mie cose quando quella voce melliflua sospirò alle nostre spalle:

<< Stefan non mi avevi detto che avevamo ospiti >>,
<< Bentornato Damon, credo che anche a me sia concesso invitare qualcuno a casa ogni tanto >> disse Stefan pungente,
<< Beh se proprio devi invitare qualcuno, potresti sceglierti una compagnia migliore >> rispose il fratello maggiore insofferente,
<< Non preoccuparti Damon ce ne stavamo andando, non vogliamo di certo darti fastidio >> dissi io acida voltandomi per guardarlo in volto,
<< Non ho voglia di sentire le vostre chiacchiere sono esausto >>,
<< Dai Elena andiamo >> disse Serena prendendo una posizione da mediatore.
Ma Stefan mi impedì di replicare: << Perché non vi fermate a cena, potrei mostrarvi le mie ottime doti da cuoco >>,
<< Le stai davvero invitando a cena >> disse Damon con uno sguardo che non prometteva nulla di buono, dopo un nostro simultaneo cenno di assenso,
<< Perché fratello? Non credo che ci sia nessun problema >> rispose Stefan,
<< Beh allora sarebbe scortese se non mi unissi a voi >> proseguì il moro leccandosi il labbro inferiore con la punta della lingua,
<< Guarda Damon che possiamo fare a meno della tua presenza >> dissi io,
<< Elena potremmo anche azzerare le nostre divergenze per una volta >> mi rispose,
<< Quali divergenze? >> intervenne Serena,
Ammonii Serena con lo sguardo, non era certo il momento delle domande sconvenienti; decidemmo di aiutare Stefan in cucina mentre fortunatamente Damon si allontanò al piano superiore.
<< Stefan mi sapresti indicare dove è il bagno? >> chiesi mentre erano in atto i preparativi,
<< La porta sulla desta, vicino alle scale >> disse lui.
Andai nella direzione che lui mi aveva indicato, mi chiusi la porta alle spalle dandogli un giro di chiave; prima di uscire mi guardai allo specchio; l’incontro pomeridiano con Damon non era stato assolutamente positivo, il nostro rapporto sembrava incrinarsi sempre di più dopo la notte precedente, gli occhi mi bruciavano e a stento trattenevo le lacrime, lacrime di rabbia.
Inoltre i miei dubbi persistevano, Stefan sembrava un ragazzo normalissimo, con ottime abilità in cucina, eppure qualcosa non mi convinceva, la loro presenza appena dopo il mio incidente con quell’essere non poteva essere casuale.

Stavo per raggiungere Serena e Stefan ma, dopo aver dato un occhiata alle scale, decisi di dar voce ai miei dubbi; salii lentamente le scale evitando di far rumore, ma l’ultimo scalinò mi tradì scricchiolando lievemente.
Il corridoio era quasi totalmente buio, illuminato dai lampioni esterni che riflettevano la luce fioca tramite i grandi finestroni; percorsi con cautela metà corridoio, notai una porta leggermente socchiusa e riflettei per un secondo, la curiosità mi stimolava ad entrare ma il mio sesto senso mi avvertiva che sarebbe stata una mossa sbagliata.
Decisi di non ascoltare quest’ultimo e entrai nell’ampia stanza, era se possibile ancora più buia; quella doveva essere la stanza di Damon. Padroneggiava un grande letto antico, sul lato destro c’era una libreria piena di antichi volumi, sulla sinistra una scrivania in legno di ciliegio; mi avvicinai a questa e presi un antico portaritratti, nella foto vi era una giovane ragazza bionda, con le labbra rosse e carnose e due occhi azzurri dal taglio sottile, una bellissima donna ma allo stesso tempo incuteva timore; rimisi la foto al suo posto e mi voltai per lasciare la stanza, ma incontrai il duro petto di Damon che mi guardava con uno sguardo assassino.

<< Dammi una spiegazione Elena… per quale motivo ti trovi nella mia stanza e perché stavi rovistando tra i miei oggetti? >> disse lui, a bocca semi chiusa e respirando pesantemente, quasi come se a stento trattenesse la sua ira,
<< Stavo cercando il bagno, ma ho evidentemente sbagliato stanza >> balbettai,
<< Non dirmi stronzate >> rispose agguantandomi per i polsi e spingendomi contro il muro,
<< Scusami Damon non era mia intenzione intromettermi >> dissi io, ora le lacrime inondavano il mio viso,
<< Invece era tua intenzione, ma mi chiedo cosa sperassi di trovare angioletto >>,
<< Lasciami andare Damon, così mi fai male >>,
<< Questo non è niente confronto a quello che potrei farti, non mi piacciono le impiccione >>,
<< Mi spezzi i polsi così, Ahia… >>,
<< Elena rispondimi! >> tuonò lui,
<< Volevo solo capire chi tu sia, cosa sei e perché mi hai salvato da quel demone >> risposi sincera, non avevo altre alternative,
<< Mi sembrava di averti già detto che è una storia che non ti piacerebbe >>,
<< Ma io dovevo saperlo perché … >>,
<< perché gli angeli devono temere i vampiri, creature immortali che danno la caccia agli angeli per appropriarsi dei loro poteri >> mi interruppe lui malvagio, mentre la sua faccia prendeva le sembianze di un vampiro,
<< Tu … Tu… sei un vampiro >> dissi, mentre il cervello elaborava un piano per allontanarmi da lui, da quella casa …
<< Hai scoperto l’acqua calda Elena, ma brava! Ed ora dimmi, hai paura di me? >> si avvicinò alle mie labbra pericolosamente,
<< No, non ho paura di te >> mentii spudoratamente,
<< Invece dovresti averne >> mi rispose lui senza allontanarsi da me,
<< Hai ragione, dovrei … eppure mi hai salvata ieri, ti sei preoccupato per me e sei venuto all’ospedale; perciò non sei poi così tanto cattivo >>,
<< Non leggere nelle mie azioni un buonismo che non esiste >> disse lui liberandomi finalmente dalla presa.
Tirai un sospiro di sollievo, la circolazione cominciò a fluire nuovamente nelle mie braccia; alzai lo sguardo per incontrare il suo, stava lentamente tornando normale: il suo sguardo assassino stava lasciando posto alla solita espressione da sbruffone.
<< Chi era quella donna? >> chiesi d’istinto,
<< Una forma demoniaca >> mi rispose apatico,
<< Cosa voleva da me? >> insistetti,
<< Ucciderti per poter liberare la sua stirpe >> mi rispose,
<< E tu cosa centri con lei? >> chiesi, ma avevo paura della sua risposta,
<< Questi non sono affari tuoi >> disse.
Decisi di non fargli più alcuna domanda, intanto non avrei cavato un ragno dal buco; mi allontanai da lui ma prima di uscire dalla stanza gli dissi: << Avevi ragione tu, noi non possiamo essere amici >>.

Lasciai la stanza e raggiunsi Serena, stava scherzando animatamente con Stefan in cucina, ma dopo quello che avevo scoperto non era il caso che ci fermassimo a cena, con il rischio di diventare noi stesse il pasto.
<< Serena è meglio se torniamo a casa, non m sento bene >>,
<< Ma perché ormai abbiamo preparato tutto >> mi rispose lei delusa,
<< Perché è meglio così >> risposi risoluta,
<< Dai restate, davvero non è un problema >> disse Stefan,
<< Invece è un problema, non credo che per due umane sia normale restare a cena con dei vampiri >> esplosi.
Stefan rimase scioccato dalla mia affermazione, non disse più una parola e Serena si avvicinò immediatamente a me; prendemmo i nostri giubbotti e uscimmo da quella villa il più in fretta possibile, Stefan ci seguì fino all’ingresso ma noi non ci voltammo e proseguimmo verso casa.

Poco dopo entrammo nel nostro appartamento, il viaggio era stato più silenzioso del solito, mi distesi sul divano stravolta e lasciai che Serena smaltisse la notizia, era affranta perché le piaceva davvero il giovane Salvatore.
<< Mi aveva invitato al ballo sai? >> disse poco dopo sedendosi accanto a me,
<< E’ meglio sapere la verità ora che non sei ancora coinvolta >> le risposi ma sapevo quanto faceva male questa assurda verità,
<< Io mi fidavo di lui, era così diverso da tutti quelli che ho conosciuto >> mi disse in preda allo sconforto,
<< Non possiamo fidarci di nessuno se non l’una dell’altra, dobbiamo lottare Serena e restare unite; domani notte la nostra vita cambierà, sapevamo che prima o poi sarebbe successo >>dissi abbracciandola.
Dopo una camomilla decisi di andare a dormire, la giornata si era rivelata davvero stressante; sul davanzale trovai il solito corvo, questa volta sembrava fissarmi, se possibile, ancora più con insistenza.
Lo ignorai e indossai la camicia da notte azzurra appoggiata alla sedia, mi rintanai sotto le coperte e lasciai che le lacrime si riversassero sulle mie guance; anche a me Damon piaceva, anche lui era diverso da tutti gli altri, non volevo credere a quello che era successo poco prima nella sua stanza; Stefan era davvero un ragazzo splendido e genuino eppure anche lui ci aveva mentito, chissà se anche lui in verità voleva ucciderci?

Tutte domande senza risposta, ciò che era più amaro nel dolore che provavo quella notte, era il ricordo della gioia di ieri.
Urlo il mio dolore nel silenzio della notte.
Nessuno sente più i miei pianti, nessuno può alleviare i tanti rimpianti.
Nessuno sfiora i miei occhi stanchi.
La solitudine mi culla e sorride, la solitudine mi sussurra non morire, mi tiene per mano ed io sconfitta accetto l'inganno.
Senza parole il mio cuore resta in silenzio.
Senza speranze accetto la sconfitta.
Non si può elemosinare l'amore.
Destino la mia vita adesso è tua.
Destino sicuramente hai vinto.
Ti ho sfidato ma esco sfinito e vuoto.
Ci sono momenti in cui anche il presente fa male e guardare avanti o indietro non fa nessuna differenza.
Mi abbandonai al sonno profondo nel tepore delle mie lenzuola, una serie di immagini non definite si accalcarono nella mia testa, sogni confusi che diedero pace per poche ore al mio cuore ferito.
 
POV Damon.
 
Quando sentii la loro auto allontanarsi sul ciottolato decisi di affrontare Stefan, non potevo non dargli spiegazioni, mi avrebbe placcato per il resto dei miei giorni.
Scesi le scale e raggiunsi Stefan nel soggiorno, era visibilmente sconvolto, non avevo intenzione di sorbirmi le sue prediche ma non potevo evitarlo,
<< Per quale assurda ragione Elena sapeva della nostra vera natura? >> disse lui senza neanche guardarmi in faccia,
<< Perché intanto lo avrebbe saputo prima o poi >> risposi,
<< No Damon, non adesso, avrei trovato il modo per dirglielo, per rendere meno sgradevole la verità… io non sono un pericolo per loro, non lo sono mai stato, ma non posso dire lo stesso di te… dove passi te distruggi sempre le vite degli altri >>,
<< Fratello anche tu sei un pericolo per loro, e loro lo sono per noi visto che sono due angeli >> gli dissi sincero,
<< Non mi interessa cosa sono, per me erano solo Elena e Serena, una volta che intendo ricostruirmi una vita trovi il modo per rovinarmela, come allora con Katherine >>,
<< Non mettere di mezzo Katherine, non c’entra proprio nulla >>,
<< Invece si, tu mi porti rancore perché sai benissimo che amava anche me, mi porti rancore perché sai che non avrebbe mai scelto di passare la sua vita con te, mi porti rancore perché se io sono qui a parlare con te è stata una sua scelta >>,
<< Ti ho detto che Katherine non c’entra niente Stefan >> ripetei,
<< Non credo ad una tua singola parola, e come potrei? Cosa avete in mente tu e quel demone, ora cosa sei Damon, un mercenario di angeli? >>,
<< Ma cosa ti salta in mente fratello? Ho difeso Elena da Gayla, se non fossi intervenuto l’avrebbe ridotta in pezzettini grandi quanto un francobollo >> protestai, in fondo Stefan aveva ragione ma non avevo alcuna intenzione di dirgli la verità, di dirgli che avrei sacrificato quelle due insulse creature per riavere Katherine, no questo non poteva saperlo.
<< Che cosa vuoi Damon, rovinarmi la vita non ti basta più? >>,
<< Stefan mi serve il tuo aiuto per proteggerle, almeno per il momento >> dissi infine,
<< E perché dovrei aiutarti? >>,
<< Perché sfortunatamente questa volta ciu troviamo dalla stessa parte fratello, non fraintendermi è solo un caso ma, come è che dicevano? L’unione fa la forza >> ridacchiai.

Lasciai la stanza lasciandolo più perplesso di come lo avevo trovato, quando raggiunsi la macchina il mio sesto senso mi avvertì, poco distante da me c’era qualcuno che mi fissava, perciò decisi di precedere le sue mosse, qualunque esse fossero.
<< Gayla ti prego non nasconderti, non mi piace essere spiato >> dissi tranquillamente,
<< Io non ti stavo spiando, passavo per caso da queste parti e mi chiedevo cosa stesse facendo il cavaliere degli angeli indifesi >> ridacchiò lei avvicinandosi,
<< Ancora con questa storia, se tu non avessi agito d’istinto non avrei mai dovuto fermarti >>,
<< Non sono qui per parlare di questo Damon, mio padre ti propone un accordo >> disse lei animata da un sorriso inquietante,
<< Gli accordi di Caleb non sono quasi mai vantaggiosi >> risposi,
<< Scommetto che questo, vampiro, ti piacerà >>,
<< Sentiamo … >>,
<< Mio padre ha deciso di accettare la tua richiesta di vedere Katherine, ma in cambio pretende un accelerazione del processo di eliminazione degli angeli >>,
<< Senti Gayla io sto facendo il possibile, devono prima fidarsi di me per potermi avvicinare a loro e agire >>,
<< Non le avvicinerai certamente confessandogli che sei un vampiro, ti credevo più furbo >>,
<< Non sono riuscito a trattenere la rabbia, ma non è un problema, riuscirò a conquistare la loro fiducia, con questo bel faccino sarà facile >>,
<< Attento, potrei rovinarti quel bel faccino in pochi secondi >> mi minacciò,
<< Devi solo provarci Gayla >> risposi a tono prima di salire in macchina.
Abbassai il finestrino elettrico e le sorrisi: << Stamattina eri più dolce tesoro, ma la gelosia fa brutti scherzi anche ai demoni >> la derisi,
<< Damon ti avverto, non tollererò nessun passo falso >> disse lei ignorando la mia frecciatine e poi sparì nella notte.

Decisi di andare a bere qualcosa al grill, lì vi trovai Bonnie e Caroline, le due amiche degli angeli e di Stefan, ma le ignorai e loro fecero lo stesso con me, fortunatamente.
Eppure sentivo pulsare nel mio cervello un desiderio, un desiderio che cercavo di combattere da quando se ne era andata; ammetterlo a me stesso mi costò caro ma, volevo sapere come stava, volevo in qualche modo fare qualcosa per alleviarle la sofferenza che le avevo letto negli occhi.
Poco dopo mi appollaiai sulla sua finestra, sbattendo le piume lucenti così che lei si accorgesse della mia presenza, ma sfortunatamente mi ignorò; si tolse i vestiti e indossò una candida camicia da notte, controllai i miei desideri insani con difficoltà.
Il suo corpo era un richiamo così forte, quasi indomabile, avevo conosciuto creature forse anche più belle ma quelle forme aggraziate e fragili erano fuoco per la mia gola, avrei voluto assaggiare il suo sangue cristallino, avrei voluto sentire il suo corpo caldo sotto il mio freddo, avrei voluto goderne la purità il più a lungo possibile.
Il mio udito sovra sviluppato udì deboli singhiozzi, stava piangendo e la causa dei suoi pianti era facilmente riconducibile a me, nonostante lei rappresentasse un nemico per me, non riuscivo a non provare tenerezza nei suoi confronti.

Entrai dalla finestra accanto, la camera della rossa, presi di nuovo le sembianze umane e ignorando completamente quell’umana raggiunsi la mia preda, piano piano i suoi singhiozzi diminuirono e finalmente si addormentò, tramite il controllo mentale evitai che cadesse negli incubi; sfiorai i suoi capelli setosi con grazia e naturalezza; quella ragazza era la mia rovina, ne ero cosciente anche se non lo volevo ammettere a me stesso.
Scatenava in me moti di pietà mai provati prima, la sua vicinanza risvegliava la mia umanità assopita, quell’umanità che credevo persa per sempre, quella stessa umanità che credevo morta nell’istante stesso in cui mi era stata portata via la fonte della mia personale felicità; ma ora, che ero ad un passo da riaverla qualcosa mi frenava, forse perché temevo che dopo tutto questo tempo niente sarebbe stato come allora.

Era passato così tanto tempo che mi ero convinto che non sarei più stato in grado di amare, mi ero convinto che l’amore era per i deboli, mi ero convinto che per essere felice dovevo darmi l’opportunità di esserlo, e lei che dormiva beata, era la mia opportunità di esserlo.
Lasciai la stanza, sapevo che ero in un vicolo cieco, sapevo che non c’era tempo per dubbi e tentennamenti, decisi quindi che le avrei posto le mie scuse il giorno seguente, durante la notte dell’eclissi avrei fatto ciò per cui ero tornato a Mystic Falls, ormai era troppo tardi, intanto non avrebbe fatto alcuna differenza la mia pietà, lei aveva comunque il destino segnato e la mia felicità non era mai stata una priorità.

Quella notte non chiusi occhio, il suo pensiero non mi dava tregua, eppure nel mio inconscio cercavo disperatamente una seconda possibilità, una via di fuga; poi la trovai ma, non era neanche lontanamente percorribile, lei mi avrebbe odiato per il resto dei suoi giorni e forse, non solo lei.

Serenity 92

 

Ehi BUONA SERA... perdonatemi, è più di un mese che non mi faccio vedere da queste parti, forse anche due... ma ho avuto quello che si chiama blocco dello scrittore!!!
No in realtà ho perso i capitoli salvati e presa dallo sconforto avevo lasciato perdere... ma se sono qui vuol dire che non ha funzionato, non riesco a stare lontana da Ele, Dam, Stef e Sere...
Beh spero che il capitolo vi piaccia, se vi piace recensite, le recensioni mi danno la motivazione per scrivere, sapere che non pensate che questa storia sia un rottame mi rende felice e mi sprona a far di meglio.
Comunque vi ringrazio ancora tutti, vedo che comunque le visite crescono e anche chi mette la storia tra preferite, ricordate & seguite. Non vi dico quando aggiornerò, perchè non lo so... ma spero presto per poter leggere che ne pensate. Un bacio!!!
Alla prossima, non vedo l'ora di scrivere dell'eclissi.

 

  
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