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Autore: ShessomaruJunior    06/03/2012    3 recensioni
Il giorno 25 ottobre 1415 Francia e Inghilterra si affrontarono in una battaglia entrata nella storia e qusta è la storia di quel giorno in cui il meglio della nobiltà di Francia affrontà il coraggio degli uomini di Enrico V
Genere: Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le grandi battaglie di Axis Powers Hetalia'
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Si ringrazia historygirl93 per le conoscenze legate a Hetalia Axis Powers.
Si ringrazia ShessomaruJunior per le conoscenze storiche.
 
I capitolo: La preparazione.
 
Era il giorno di San Crispino^ dell’anno 1415 e l’alba sorgeva sulla stretta vale che separava i villaggi di Azincourt e Tramecourt.
L’alba stava facendo evaporare la nebbia rivelando due diversi accampamenti posti alle estremità della valle, uno povero e piccolo mentre l’altro era immenso e ricco.
Nell’accampamento ricco i soldati si stavano svegliando lentamente agli ordini di un giovane dai capelli biondi e mossi, lunghi fino alle spalle e occhi color blu cobalto il quale stava arringando le truppe:
“Forza uomini in piedi! Sappiate che siamo superiori con un rapporto 5 a 1, per di più metà di noi solo il meglio del meglio della cavalleria pesante! E rendere più facile le cose devo dirvi che il teppista e i suoi tirapiedi non hanno cavalleria pesante ma solo fanteria, inoltre so per certo che non potranno avere rinforzi l’assedio di Harfleur, li ha indeboliti. Volevano raggiungere Calais ma tra la città e loro ci siamo noi! Hanno tentano più volte di scapparci ma alla fine li abbiamo messi in trappole!”
A quelle affermazioni l’intero esercito urlò “vinceremo!” “Si li schiacceremo!” “Si pentiranno di essere giunti sin qui quei cenciosi bifolchi!”
Francis sorrise mentre gli uomini iniziamo i preparativi per la battaglia “Ehi tu sistema la mia sella!” “Tu e tu aiutatemi a salire!” “preparate quelle balestre!” “affilate le spade!” “Ricordate che ad ogni inglese devono essere tagliate le due dita della mano destra!” “Ehi tu attento a non sporcare la mia veste. Viene da Damasco!”
Francia sorrise cinicamente, un esercito come quello messo insieme dal connestabile* Jean d’Albret e dal maresciallo Jean II Le Meingre era invincibile, quasi 30.000 uomini di cui quasi la metà era formata dai più importanti nobili ben chiusi nelle loro armature splendenti.
Egli, raggiunti i comandanti nella loro lussuosissima tenta in seta pregiata con ricami d’oro e d’argento guardando assieme il suo accampamento in cui si potevano vedere tende di tutti i tipi e tutte le dimensioni, qua e la sventolava gli stendardi delle grandi famiglie nobiliari presenti.
“Ah li vedo gli uomini de duca d’Orleans, dei duchi di Borbone, la ci sono gli stendardi del Duca di Berry, d’Alençon e oh sono venuti perfino i Borbone e perfino i visconti d’Angiò. Persino i conti di Nevers e quelli del Brabante° hanno mandato uomini e i rampolli. Tutti questi potenti cavalieri vantano una stirpe nobile e potente, aiutati dai balestrieri genovesi avranno facilmente ragione di quei Bifolchi ignoranti. Arthur preparati sto per portarti via la tua donna e non potrai impedirmelo! Infondo  mi sono portato dietro i Balestrieri Genovesi i migliori mercenari sulla piazza,”
“Bene ora decidiamo le posizioni di comando e ricorreremo al sistema delle pagliuzze, chi pesca la più lunga prendera la I, linea, chi pesca la media si prende la II e naturalmente la più corta corrisponde alla III linea!”
“bene procediamo!” fece Francis pescando la più corta “accidenti!”
“Beh vado io!” fece il maresciallo pescando la pagliuzza media.
“Bene allora toccherà a me guidare la I linea!”
 
Nel frattempo dall’altra parte.
 
L’alba illuminava un giovane ragazzo vestito di un’armatura leggera che osservava, davanti ad una povera tenda, sconsolato un piccolo esercito che stava uscendo da semplici ripari di fortuna realizzati con fronde degli alberi e bandiere, assieme ad un giovane che aveva capelli corti biondi, gli occhi verdi e ha delle folte sopracciglia che indossava una corazza a maglie che lo ricopriva completamente, la sua arma era un’ascia, ed a una donna con i capelli castani, ricci e corti, e gli occhi grigi  che indossava una giubba di cuoio, le armi della fanciulla erano una semplice lancia e un pugnale.
La giovane donna sembrava preoccupata e fece “Arthur temo che non avremo scampo! Noi siamo soltanto 6.000 uomini di cui solo 900 uomini d’arme il resto è formato da arcieri. Oh paura, sai che cosa fanno i Francesi alle donne inglesi? Prima le violentano e poi le mandano al rogo, se rischiamo la cattura amore mio uccidimi!”
Il diretto interrelato stancamente alzò lo sguardo e fece “Si mia amata Cecilia, se quel maledetto di Francis si avvicina troppo cercherò di fermarlo e se non sarà possibile salvarsi ti ucciderò per poi raggiungerti!”
“Smettetela subito voi due!” fece il giovane rimasto fino ad allora in silenzio “non è detto che siamo in trappola. Ho appena mandato Iacopo in esplorazione!”
“Maestà ci scusi!” fecero i due inchinandosi.
“Ma maestà cosa credete che potrà fare Iacopo?”
“Tu non lo sai ma lui era con me mentre sedavo le ribellioni in Galles, Scozia e Cornovaglia. È un vero veterano visto che ha almeno 6 archi che hanno seguito la corda^^ e ogni volta che doveva cambiarlo io ero presente!”
In quel momento presso il trio giunge un quarto individuo che portava lunghi capelli neri come i suoi occhi, come abiti indossava sono un paio di pantaloni di stoffa verdi chiaro, una corazza di cuoio e un piccolo elmo, le sue armi erano un longbow°°, un piccolo pugnale e un martello.
“Iacopo sei arrivato finalmente!” fece il re fissando il soldato inchinatosi “cosa puoi dirci del campo?”
“Maestà il nemico è in fase di schieramento, sono tantissimi ma non ho visto un comandante supremo. Inoltre il terreno è fangoso e questo li rallenterà di parecchio!” fu la risposta del giovane.
“Ormai non possiamo più scappare!” fece History.
“Enrico V!” fece Inghilterra “ormai abbiamo solo due possibilità. L’arresa oppure combattere!”
“Iacopo che giorni è oggi?” fece il re.
“Il giorno di San Crispino!” fece il guerriero.
Oggi è la festa dei Santi Crispino e Crispiano; colui che sopravviverà quest'oggi e tornerà a casa, si leverà sulle punte sentendo nominare questo giorno, e si farà più alto, al nome di Crispiano. Chi vivrà questa giornata e arriverà alla vecchiaia, ogni anno alla vigilia festeggerà dicendo: "Domani è San Crispino"; poi farà vedere a tutti le sue cicatrici, e dirà: "Queste ferite le ho ricevute il giorno di San Crispino". Da vecchi si dimentica, e come gli altri, egli dimenticherà tutto il resto, ma ricorderà con grande fierezza le gesta di quel giorno. Ogni brav'uomo racconterà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest'oggi, fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi. Noi Iacopo, Enrico V, Cecilia e chiunque altro sopravviverà a questo glorioso giorno.  Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino!”
“Non so perché ma qualcosa mi dice che questo monologo passerà alla storia!” fece l’arciere.
“Lo credo anch’io” fece Inghilterra.
“Belle parole da incidere sulla lapide!” fece il popolano
“non credi che ce la possiamo cavare con una trattativa?” fece Inghilterra.
“Iacopo tu che non hai visto altro che campi di battaglia cosa ne pensi?” fece il Re
“Al punto in cui siamo o noi li uccidiamo oppure saremo passati a fil di spada. Quelli sono tutti nobili che mirano solo a far prigioniero il nostro re e per farlo ci massacreranno tutti. Solo se li faremo fuori tutti potremo cercare di salvarci” Fece l’arciere con gli occhi assetati di sangue
“Aiuto mi fa paura!” fece la fanciulla leggermente intimorita dall’arciere nascondendosi dietro all’amato che a sua volta cercava di nascondersi dietro il re.
“Beh se è cosi allora dobbiamo trovare il modo di combattere e di salvare la pelle! Iacopo chiama il conte di York e i miei consiglieri devo tenere un consiglio di guerra. Anche tu parteciperai in rappresentanza dei soldati; infondo sei l’esperto no?”
“Si mio re!” detto questo il soldato si allontanò dal gruppo a passo lento e deciso tornando poco dopo con i consiglieri militari.
“Dunque cosa né pensate della situazione?” fece il re
“Ormai dobbiamo combattere, tuttavia dobbiamo trovare il modo di fermare i cavalieri!”
“Giusto il guaio è che non sappiamo come!”
“se scavassimo una trincea?” Fece la dama.
“La loro cavalleria la supererebbe come se niente fosse e poi non c’è il tempo!” fece il suo amore.
“Posso parlare?” fece Iacopo che ottenuta l’approvazione fece “per esperienza diretta so che dei pali appuntiti riducono l’efficacia della cavalleria e visto il numero che ci siamo portati dietro dall’assedio credo che forse li fermiamo!”
“bene si faccia cosi!”
Poco dopo Iacopo riunì i soldati e fece.
“Fratelli! Noi siamo uomini liberi e liberamente abbiamo seguito il nostro re! Ora tra noi e la nostra patria ci sono nobili francesi che ci disprezzano manco fossimo animali! Il nostro re combatterà a piedi con noi uomini liberi! Noi siamo boscaioli e cacciatori e sappiamo bene come si può usare la legna per fermare qualcuno! Chi è con il re si dia da fare e che gli arcieri si preparino metteremo a frutto le gare fatte in madre patria!”
A quelle parole i soldati che si erano riuniti alzarono i loro archi urlando il loro desiderio di combattere mentre qualcuno fissava dei pali appuntiti nel terreno inclinandoli di 45°.
 
Continua ….
 
Note:
 
^ si tratta del 25 ottobre
* Grado militare assegnato dal re ad un nobile che fungeva da comandante supremo dell’esercito secondo solo al re, di cui faceva le veci, sotto di lui c’erano uno o due marescialli.
° Si tratta delle famiglie francesi più importanti dell’epoca che, a causa dell’instabilità mentale del re Carlo VI il Beneamato o anche il Pazzo, governavano ampie regioni della Francia come fossero dei re.
^^ quando l’arco si usurava si usava tale termine. Gli arcieri non buttavano via gli archi logorati dall’uso perché questi avrebbero garantito una maggior opportunità di essere arruolati dai nobili come soldato con esperienza.
°° è l’arco lungo inglese. Lungo circa 2 metri era potentissimo visto che prove moderne hanno dimostrato che poteva perforare una corazza a piastre anche a 300 metri di distanza.
 
Angolo autori:
 
ShessomaruJunior: Bene la battaglia sta per iniziare, History per tè chi vincerà tra noi 6.000 e i nostri nemici 30.000?
Historygirl93: chi vincerà tra noi e i francesi maledetti? bhè, credo che dipenda da quanto solo capaci di gestire la situazione i comandati. un esercito non si giudica dal numero dei suoi soldati, ma dalle capacità dei condottieri.
ShessomaruJunior: deduco che non hai studiato la storia militare. Beh meglio cosi non ti rovini la storia sapendo già come andrà a finire.
Francis: Tanto si sa come andrà a finire. Vincerò io sono troppo forte.
Arthur: Ma io ho gli autori dalla mia parte.
Francis: E io ho cavalleria e fanteria. Tu noi hai niente.
ShessomaruJunior: vedremo chi la spunterà io non dico nulla.
   
 
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