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Autore: Sette Lupe    11/03/2012    2 recensioni
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E' una bella giornata di sole. L'ideale per raccontarsi qualche bella storia, allora perchè non narrare di come Modo, Vinnie e Throttle si sono conosciuti? E chi sono gli Erranti?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NDA:  Questo è quello che si dice fare di una mosca un elefante. Guardando la serie, ho notato che, mentre tutti i topi marziani hanno piercing, specialmente alle orecchie, solo uno ha un tatuaggio: Throttle. Perché? Potrebbe essere venuto da lontano, da un posto dove i topi portano abitualmente tatuaggi? Ed è il solo che ha o ne nasconde altri? E se è venuto da lontano come ha fatto a conoscere i suoi fratelli? Ecco cosa ho immaginato.

Non possiedo i Biker Mice from Mars, sono proprietà di  Rick Ungar. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

ERRANTI

PROLOGO
“ Last Chance Garage, in cosa posso esserle utile?”

“Beh, un’idea ce l’avrei anche. Però prima magari facciamo cena  e cinema?”

“Vinnie! Sei un cretino!”

“Aspetta sweetheart! Non riattaccare!  OUCH!  Modo! Sto cercando di circuire una fanciulla!”

Circuire una fanciulla? Ti è caduto in testa un vocabolario oppure sei stato posseduto da entità aliene? Sai almeno cosa vuol dire?”

Vinnie sbuffò all’altro capo del telefono: “Molto divertente Charley-girl” borbottò indignato: “Comunque veniamo al dunque: qui c’è il sole e fa caldo”

“Aha… guarda caso anche qui” –Tra il garage di Charley e lo stadio Quigley c’erano si e no un paio di chilometri-

“Il sarcasmo non ti si addice honey. Modo vorrebbe andare al lago a pescare, vieni con noi? Non importa portare il costume da bagno, una maglietta bianca è più che suff… OUCH”

“Ringrazia Modo da parte mia. E comunque non saprei: ho un sacco di lavoro qui…”

“Ma fa caldo ed è domenica! Senza contare il fatto che rischi di perderti l’occasione di ammirare per un intero pomeriggio uno scultoreo-barra-divino macho-mouse praticamente in versione integral… AAAAGH!”

Charley allontanò dall’orecchio il cordless, quando dall’altro capo arrivò una formidabile serie di urla e il rumore di una rissa… Modo si era assunto un ben arduo compito, quando aveva deciso di insegnare un po’ di galanteria al suo più giovane amico, rifletté la ragazza. Forse una missione impossibile.

Alcuni secondi più tardi la voce potente ma dolce di Modo risuonò: “Miss Charley, scusaci, non dovevamo far chiamare Vin. Abbiamo pensato che sarebbe una bella idea passare una giornata di relax, farebbe molto bene anche a te…lavori duramente negli ultimi tempi”

Charley non poté fare a meno di sorridere dolcemente: “Certo che tu sai come fare un invito, Big Fella. E va bene, mi avete convinto. Passate a prendermi voi? Non ho voglia di guidare”

Una volta riattaccato, Charley si stiracchiò, Modo aveva ragione: non poteva continuare così, aveva bisogno di una pausa; ultimamente gli affari andavano bene nell’officina, grazie anche all’aiuto dei suoi amici pelosi che svolgevano una parte dei compiti, ma negli ultimi giorni loro erano stati occupati a mettere i bastoni tra le ruote a Limburgher e lei era rimasta un po’ indietro con il lavoro. Ciò nonostante non poteva negare di avere una gran voglia di una bella nuotata, una giornata di riposo poteva concedersela.

Scelsero una zona appartata e tranquilla del lago, con una meravigliosa spiaggetta sassosa che digradava lentamente nelle acque cristalline. Una barriera di alberi vigorosi ed un fitto sottobosco li proteggevano da sguardi indiscreti e dal rumore della strada. Per Charley era un sollievo, e i tre topi, che venivano da un luogo deserto e devastato, parevano non stancarsi mai di ascoltare gli uccelli cantare ed il vento che carezzava le fronde verdi sussurrando lievi canzoni tra le foglie... a brevi intervalli tra una battaglia in acqua e una rissa sul bagnasciuga.

Vederli fermi e tranquilli era cosa rara.

Charley fece un lungo bagno con Vinnie e Throttle, finendo travolta dalla loro irruenza diverse volte; fortunatamente non era una ragazza debole e sapeva nuotare bene! Le prime volte si era sorpresa del fatto che anche loro sapessero farlo, dato che su Marte l’acqua non abbondava di certo, ma le avevano spiegato che su molti altri pianeti oltre alla Terra, il problema non esisteva. Era stato là che avevano imparato.

Dopo quasi due ore però, cominciava ad essere stanca e aveva voglia di sdraiarsi al sole, quindi raggiunse Modo, che sedeva a gambe incrociate poco distante, con lo sguardo pigramente rivolto ai galleggianti che danzavano tra i riflessi delle piccole onde del lago. Sembravano dotati di vita propria, con il loro leggero fremere, pronti a fuggire sott’acqua da un momento all’altro, bruni e verdi come piccole alzavole.

Il topo grigio le rivolse un sorriso quando lei si distese vicino a lui per fargli compagnia, il sole aveva scaldato la sua pelliccia scura accentuando il suo odore  che aleggiava intorno come un’ aura tangibile. Sapeva di metallo e di cloro, ma non in maniera sgradevole. Sconcertante, si, ma non spiacevole.

“ Abbocca qualcosa?” chiese lei distrattamente.

“ Qualcosa” rispose il gigante scrollando le possenti spalle: “Del resto non posso pretendere molto con tutto il baccano che fanno quei due…”

Charley ridacchiò: “Tra un po’ si stancheranno vedrai”

Come previsto, dopo un po’ i due disturbatori di pesci si stufarono di stare in acqua e si misero a rovistare nella sacca di Charley, trovando quasi subito la scatola con il gioco della dama cinese e cominciando una partita.

Lo sguardo della ragazza scorse sul manto perfettamente bianco di Vinnie, di un candore così perfetto da risultare quasi doloroso, quando veniva colpito dal sole come in quel momento. L’espressione seria e concentrata che aveva in quel momento lo rendeva affascinante, ma al tempo stesso meno familiare a lei, così abituata a vederlo ridere sguaiatamente e saltellare come un grillo isterico per tutto il tempo. Il volto del suo avversario invece, lei  non poteva vederlo, perché Throttle le girava le spalle, ma poteva sentire la sua voce calda e leggermente roca che la faceva fremere ogni volta che il vento portava alle sue orecchie una o due parole. Il manto del topo fulvo in quel momento pareva fatto di bronzo liquido, e ricopriva compatto e perfetto il suo corpo scultoreo, ma la cosa che attirava di più la terrestre in quel momento era il gigantesco tatuaggio sulla gamba sinistra. Charley ne era sempre stata attirata, ma lui raramente lo mostrava, portando quasi sempre pantaloni lunghi e stivali.

Si trattava di una serie di intricati segni neri, bianchi e rossi che parevano un misto tra una scrittura geroglifica e i tribali che molti terrestri usavano per decorare la loro pelle. Scorrevano, a partire dall’alluce, sul lato interno del piede, soffermandosi sulla pianta prima di risalire in una fitta spirale irregolare su per la caviglia e lungo il polpaccio, e terminando sul lato esterno della coscia, poco sopra al ginocchio.

Poi una domanda si insinuò nella sua mente.

“Modo, come si fanno i tatuaggi su Marte?”

“Come?”  il topo grigio seguì lo sguardo della ragazza fino alla gamba del proprio leader: “ Oh, capisco. E’ molto simile a come fate voi, mi pare; solo che invece di iniettare sotto pelle del semplice inchiostro, si usa una sostanza che provoca una mutazione dei follicoli piliferi che così cominciano a produrre peli di colore diverso. E’ piuttosto doloroso, perché la reazione che causa questa mutazione è un avvelenamento localizzato, e per tatuaggi molto grandi, si corrono seri rischi. Sai Charley-mam’, le sostanze che si usano sono ricavate dal veleno di alcuni serpenti  e animali simili ai vostri scorpioni, combinandoli tra loro si ottengono diversi colori”

“Da non credere… ma per fare i particolari? Voglio dire, Throttle ha il pelo abbastanza lungo e alcuni particolati dei suoi tatuaggi sono veramente piccoli, su alcuni peli è presente solo una stria nera, ed il resto è fulvo”

Modo ridacchiò: “Sei un’osservatrice attenta! Non conosco tutti i particolari, dovresti chiederlo a lui: la sua tribù è molto abile nel fare quelle cose. So però che sono in grado di far si che su ogni singolo pelo siano distribuiti fino a cinque colori diversi, e che sono rinomati tra la loro gente per la loro abilità. Ma noi altri non portiamo tatuaggi, quindi non sono molto ferrato in materia.”

“La sua gente? Ma non siete cresciuti assieme?”

“Si, miss Charley, il padre di Throttle si unì ai Freedom Fighter portandolo con se quando avevamo circa dieci anni. Dopo un po’ facemmo amicizia, e da allora ci siamo separati molto di rado, qualche volta ci hanno persino portato con loro, quando si riunivano al loro popolo per un po’, non mi dire che non hai mai notato che non è proprio uguale a me e Vinnie”

Charley considerò per un attimo le informazioni appena ricevute. Ok, non erano uguali, ma lei faticava a vedere oltre le differenze più eclatanti, come poteva essere il colore del manto o la stazza fisica, e in quel senso, tutti e tre facevano razza a se. Modo si stava riferendo a qualcos’altro;  evidentemente c’erano particolari più sottili, ma lei li guardava con gli occhi di una specie aliena e quegli occhi rilevavano soprattutto le differenze tra se e loro, non erano in grado di cogliere sfumature così sottili; un po’ come avviene quando si guardano le zebre di una mandria: a chi osserva paiono un po’ tutte uguali, ma una zebra saprebbe distinguere a colpo d’occhio un’altra che viene da un diverso branco.

Si concentrò di più, confrontando i due topi impegnati nella dama cinese. Che la coda di Throttle fosse un po’ più lunga? Il suo mantello era leggermente più folto, ma aveva conosciuto pochi marziani oltre a loro tre e non approfonditamente, quindi non poteva dire se quelli erano particolari rilevanti. Per quanto poco si potessero vedere dietro le lenti che portava praticamente sempre, sapeva che aveva occhi più allungati dei suoi compagni, con una incantevole forma a mandorla.

“Senza offesa Modo ma non l’avevo fatto, anche ora fatico a dirti cosa potrebbe distinguerlo da voi due”

Modo ridacchiò: “ Beh Charley-mam’, ci sono molte differenze, ha il pelo più folto, loro vengono da zone più fredde, gli occhi di forma diversa e… beh se vuoi davvero vedere una differenza palese, guardagli la lingua: lui non ha il frenulo linguale”

Charley lo fissò sbigottita: “Vuoi farmi credere che vi distinguete x la maggiore o minore capacità di allungare la lingua fuori dal muso?!”

Questa volta Modo scoppiò a ridere forte, attirando l’attenzione degli altri due per un istante: “No, Miss Charley! Ma di certo quella è la più facile da individuare!”

“Hey bro! Non ci starai mica provando con la mia ragazza!” lo apostrofò Vinnie.

Modo divenne bordeaux sotto la pelliccia plumbea.

“Tanto per cominciare non sono la tua ragazza! Cresci prima. E poi Modo stava per raccontarmi come vi siete conosciuti!” lo salvò Charley.

Throttle gli rivolse uno sguardo strano e Modo si irrigidì: “Veramente non so se sono adatto…”

“Modo dice che appartieni ad un popolo diverso dal loro” lo interruppe Charley rivolgendosi al topo fulvo che si stava avvicinando.

Throttle ridacchiò: “Si Charley-girl, ci siamo conosciuti quando mio padre si unì ai Freedom Fighter, era un caro amico di Stoker, e per diverso tempo la nostra tribù si fermò a combattere tra i loro ranghi.” Le spiegò lui indeciso se la piega che stava prendendo la discussione gli piacesse o meno .

“Che bello! Mi piacciono queste storie!” Charley battè le mani deliziata: “E’ vero che non hai il frenulo?”

Throttle si inalberò e arrossì violentemente, Vinnie scoppiò in una delle sue risate tipiche: “Dai bro! Faglielo vedere!”

Throttle serrò la mascella e gli rifilò uno schiaffo sulla nuca, ma Modo insistette: “Dai! Come quando spaventavi le ragazze a scuola!”

“Modo! Questo è un colpo basso! Non faccio più quelle cose! E poi che divertimento ci sarà?!”

Vinnie si stava sbellicando dalle risate, la ragazza umana era divorata dalla curiosità: “Cosa facevi?”

Throttle sospirò rassegnato, tanto non si sarebbero arresi finchè non avessero ottenuto quello che volevano: “E’ un po’ imbarazzante… eravamo piccoli e io mi divertivo a spaventare le ragazze, tutto qui….e poi non sono mica un fenomeno da baraccone!”

“Pleeeeeeeaseeeee…..” fecero in coro gli altri tre.

Sospirando e arrossendo, finalmente Throttle sollevò un po’ il muso e schiuse la bocca. La lingua rosa sgusciò lentamente, passando sopra gli incisivi inferiori e allungandosi fuori dalla bocca per una lunghezza pari a quella del muso, la punta aveva la una forma lanceolata, e i bordi si arricciavano leggermente come quelli della lingua di un cane, scossi da un sottile fremito. All’improvviso, scomparve nuovamente. Spettacolo finito.

“Che carino! Mi ricorda quella di un labrador!” gli altri due topi scoppiarono nuovamente in fragorose risate.

Carley si asciugò le lacrime dagli occhi: “Dai ragazzi, raccontatemi  questa storia”
 
 
 
 
  
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