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Autore: Tactolien    16/03/2012    1 recensioni
La mia prima EFP del Mondo Emerso. Spero che vi piaccia.
Il posto era già ghermito di gente di tutte le razze: uomini, gnomi e qualche ninfa non troppo a suo agio.
La donna sorrise: con tutta quell'etnia riunita lì, nessuno avrebbe fatto caso a lei o ai suoi occhi viola
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taniro era preoccupato.

Che ne era di Lady Raftela? Ormai era già tardo pomeriggio.

Era uscita parecchie ore prima insieme a Eron, Ally e Morgan per recarsi nella Terra del Fuoco per chissà quali affari. Certo... lei avrebbe preferito andarci da sola, ma i tre bambini avevano insistito per accompagnarla.

Ma perchè non tornava?!

"Che l'abbiano presa?!" si disse.

- Krevius!- chiamò... e fu subito raggiunto da un suo simile leggermente più basso e spelacchiato - State continuando a sorvegliarla, vero?-

- Certo. Kor la sta tenendo d'occhio dall'esterno, nel caso cercasse di uscire dalla finestra-.

Ma l'altro non era tranquillo. Quella che avevano catturato era una Guerriera Ombra. Una serva della Terra del Sole. Se quella sapeva della loro presenza lì... allora era probabile che anche altri uomini attendessero la loro Signora al di fuori del castello, per arrestarla alla prima occasione.

Scosse la testa pelosa.

No. Non voleva nemmeno pensarci. Raftela era una Maga straordinaria e non sarebbero certo stati un pugno di stupidi umani a metterla in difficoltà.

Un suono ritmico di sbatter d'ali attirò la sua attenzione.

Poi fu la volta del ruggito di un drago.

- Oh... grazie al cielo!- disse subito il Fammin, precipitandosi alla porta d'ingresso.

- Lady Raftela! Lady Raftela! Siete tornata!- addirittura l'abbracciò. Un mese prima non l'avrebbe mai fatto, ma da quando c'erano quei tre bambini, l'Elfa sembrava essere molto più aperta alle manifestazioni d'affetto.

Ma si ritirò subito.

- Diavolo, Taniro, che succede? Perchè sei così agitato?-.

La creatura lanciò un'occhiata ai ragazzini che lo fissavano curiosi.

Che doveva fare? Doveva dirlo davanti a loro?.

Ma d'altro canto non poteva certo spaventarli.

- Possiamo parlarne in privato, per favore?-.

Raftela aggrottò la fronte. Le bastò guardare gli occhi porcini del suo primo Fammin per capire che qualcosa non andava.

- Andate a giocare, bambini-.

Quegli ultimi non protestarono, ma prima di allontanarsi, Morgan la guardò in modo perplesso e preoccupato. La donna fu subito pronta a rispondergli con un sorriso rassicurante.

- Allora, Taniro. Che c'è?- chiese infine.

Appena lui le diede la notizia... sgranò gli occhi.

 

Amina si diede della stupida per l'ennesima volta.

Come aveva fatto a farsi catturare in quel modo?.

E Jamila? Dove l'avevano portata quei Fammin.

Cercò di dimenarsi per allentare le corde che le graffiavano i polsi,

niente da fare. Il Fammin che aveva fatto quel nodo sapeva il fatto suo.

Si guardò intorno nella speranza di trovare qualcosa che potesse aiutarla a liberarsi.

Non si trovava in una prigione o in un sotterraneo. Probabilmente quel palazzo non ne era nemmeno provvisto.

Era per lo più una stanza vuota in via di restauro, decorata con fiori in rilievo, con tanto di finestra e balcone. L'avevano portata lì, e legata a un occhiello che sporgeva dal muro non appena l'avevano catturata.

 

Era arrivata nella Grande Terra meno di una settimana prima e aveva cominciato a fare domande ai suoi contatti di Nuova Enawar, per capire se qualcuno avesse notato qualcosa di strano.

Ma niente.

Per quel che ne sapeva, l'Elfa che aveva visto nella Terra del Sole poteva anche essersene già andata da un pezzo.

Poi le era venuto in mente che anche quella, come lei... possedeva un drago dai tratti neri.

Perciò si era affidata all'olfatto di Jamila.

Non sarebbe stato troppo difficile per lei, percepire odori simili al suo.

Era strano però che un Elfo cavalcasse i draghi del Mondo Emerso, invece delle spaventose viverne delle Terre Ignote.

Una ricerca di giorni a camminare e volare in circolo... e si era ritrovata davanti a un palazzetto di cristallo nero, sperduto nella foresta, sorvegliato da Fammin.

Non era mai riuscita a vedere chi l'abitasse per davvero, ma vedeva spesso il drago blu e nero alzarsi in volo con qualcuno in groppa.

Quel giorno si era finalmente decisa ad entrarvi quando un Fammin dal pelo rossiccio con sfumature giallastre le si era avventata contro, bloccandola a terra.

Lei aveva estratto il pugnale per difendersi, ma era intervenuta una seconda creatura, disarmandola.

Un colpo in testa... e al risveglio si era ritrovata lì.

 

La serratura della porta scattò, e il battente di legno si aprì.

Amina trattenne il respiro quando vide una donna dalle orecchie a punta varcare la soglia e avvicinarsi di pochi passi.

Strinse gli occhi. Era indubbiamente la donna della Terra del Sole. I capelli erano camuffati, certo. Ma le proporzioni erano inequivocabili. Per non parlare degli occhi viola.

Era caduta in mano agli Elfi.

 

Raftela s'irrigidì subito quando la riconobbe.

- Tu sei la ragazza che canta nelle taverne- disse.

La Guerriera Ombra non rispose. E che poteva dire?.

- L'abbiamo presa ai margini del bosco. Mi perdoni, mia Signora, avrei dovuto dirvelo prima- s'inchinò Taniro.

- Che vuoi dire?-

- Già da cinque giorni avvertivo un odore sconosciuto da queste parti, ma non volevo sconvolgervi. Ho dato ordine ai miei compagni di tenersi all'erta, ma sono riusciti a prenderla solo oggi-.

Amina digrignò i denti. Dunque quei mostri l'aspettavano.

L'Elfa la guardò qualche secondo... poi un cenno della mano... e le corde della prigioniera si sciolsero, lasciandola libera.

Cosa che la lasciò assai perplessa.

- Mia Signora, cosa fate?- si agitò Taniro.

- Questa è la nuova stanza di Ally, non una prigione-.

Era desiderio di Raftela che i bambini avessero tre camere tutte loro, invece lasciarli ammassati in quello stanzino in cui li aveva relegati il primo giorno.

Tornò a rivolgersi alla ragazza - Chi sei?-.

La Guerriera Ombra esitò. Che doveva fare? Dirle chi era fuori discussione.

- Ti ho liberato. Non ti basta come segno di buona fede?-

- Chi sei tu, piuttosto?- ribattè Amina, prendendo tempo - Che ci fai nel Mondo Emerso?-

- C'è qualche legge che me lo vieta?- ghignò Raftela, pensando già a qualche incantesimo per cancellarle la memoria su quell'incontro.

Per tutta risposta... la principessa scattò verso la finestra, frantumò il vetro... e si buttò giù dal balcone.

Fortunatamente non erano molto in alto e Amina atterrò cavandosela semplicemente con una piccola distorsione al piede.

Si voltò per fuggire nella foresta, ma fu subito circondata da un pugno di Fammin ringhianti, pronti a saltarle addosso al minimo movimento.

In tutto quel trambusto, la sua attenzione fu attirata da tre piccole sagome poco distanti da loro.

Amina aggrottò la fronte.

Bambini.

Bambini umani che la guardavano allibiti.

"Che diavolo ci fanno insieme a un'Elfa?"

si chiese.

Quell'ultima la raggiunse buttandosi anch'essa dalla finestra, ma poggiando delicatamente i piedi grazie a un incantesimo di levitazione.

- Non ti conviene provocarmi- sibilò.

- Mamma Raftela!- la raggiunse impaurita Ally, stringendole le gambe.

"Mamma?!"

la guardò Amina.

- Lady Raftela!-

- Chi è quella?- fecero poi Morgan e Eron.

- Non vi preoccupate, bambini- li rassicurò quella - Tornate dentro. Io devo discutere con la mia "amica"-.

L'idea dell'Elfa sarebbe stata quella di ucciderla e di finirla lì, ma se lo avesse fatto avrebbe attirato su di sè le ire degli uomini. E poi non voleva che i suoi "quasi figli" la vedessero in quello stato.

"Senza contare che devo scoprire se c'è qualcun altro che sa di me".



 

 
  
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