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Autore: Cloe87    16/03/2012    4 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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MI È SEMBLATO DI VEDELE UN SILVEL!

Oh C@@@o! è  ploplio un silvel!

 

 

Nei giorni a seguire la sparizione del Gold Cloth, io, le altre e i saint di bronzo nostri alleati, avevamo deciso di rimanere a Tokyo e spesso giravamo nei paraggi della villa Kido.

Anche se Saori era quello che era, non avevamo comunque intenzione di lasciarla sola e quindi avevamo deciso di rimanere pronte ad ogni evenienza e i cinque bronz saint (anche se Seiya all’inizio era stato un po’ riluttante), avevano deciso di rimanere al nostro fianco, anche se più per un gesto umanitario, che per altro. Eravamo infatti tutti concordi nel non lasciare nella melma una ragazzina di 13 anni, anche se spocchiosa. Ne approfittammo quindi per conoscerci meglio e potei appurare il forte legame che legava la californiana ventenne Katy Pricet a Hyoga, tanto che i due sembravano fratelli.

La Guaritrice ci raccontò infatti di aver perso il suo fratellino per un tumore e di aver preso quindi la decisione di indirizzare la sua vita nel guarire gli altri; una decisione tanto forte da avergli permesso di sviluppare il suo cosmo. Il suo sogno era difatti quello di diventare medico senza frontiere e scoprire una cura contro il cancro. Poi, durante il suo soggiorno fuori programma in Siberia, aveva avuto modo di conoscere la triste storia del saint del Cigno, che aveva visto morire sua madre in un incidente nautico. Aveva quindi deciso di prenderlo sotto la sua protezione, trovando così sostegno l’uno nell’altra.

Sembrava anche che a trarre giovamento dalla simpatica abitudine del Manipolatore, di spedire i suoi pacchi postali ai committenti con biglietto di sola andata (lasciando poi ai suddetti pacchi il compito di capire come ritornare a casa), ci fosse stato anche un certo Camus. Questo tizio, che faceva avvampare di rosso Katy ogni volta che ne pronunciava il nome, era il maestro di Hyoga e, a sentire il Cigno, doveva essere un tipo piuttosto distaccato e poco incline alle smancerie e il fatto che Katy fosse riuscita ad allacciare amicizia anche con lui, l’aveva sorpreso. Hyoga ci disse infatti che prima dell’arrivo di Katy, non aveva mai visto il suo maestro sorridere, anche se all’inizio i rapporti tra i due erano alquanto burrascosi per via dell’interferenza della ragazza negli allenamenti che Camus impartiva a Hyoga. Per Katy infatti il dover reprimere gli affetti per diventare forti, era un emerita cavolata, perché sono proprio quelli che invece hanno sempre portato l’uomo a fare grandi cose.

Eva O’Connel, così faceva di cognome l’Alchimista, era invece un’irlandese di diciannove anni e aveva instaurato una profonda amicizia con Ikki ed Esmeralda, che non facevano mistero del tenero che c’era fra di loro. A legare la coppietta ad Eva era invece un profondo affetto e riconoscenza per averli aiutati. L’Alchimista, dal canto suo, li ricambiava difendendoli a spada tratta. Una cosa ci fu subito chiara su di Eva (oltre che patisse da morire il teletrasporto): nessuno avrebbe potuto alzare mano su Esmeralda o Ikki senza trovarsi a faccia a faccia con lei che, nonostante la sua indole pacata e riflessiva, sapeva dar prova di grande temerarietà e determinazione per proteggere chi amava e i suoi ideali. Anche lei come i cavalieri di bronzo, era orfana ed era cresciuta nei sobborghi di Dublino dopo la morte cruenta della madre, per mano del suo protettore. La donna che aveva dato i natali all’Alchimista esercitava infatti il mestiere più antico del mondo, ma nonostante questo, Eva aveva sempre una parola di consolazione per tutti e un amore sconfinato per la vita in se. Diceva infatti che aver toccato con mano la dura vita che si conduceva nei quartiere malfamati, le aveva dato la possibilità di conoscere le miserie, ma anche le grandezze degli uomini e a riconoscerle in un mondo in cui l’ombra si mescola alla luce incessantemente.

Alexis, detective ventottenne di Sydney, aveva invece un rapporto più autoritario nei confronti di Shiryu, che la trattava con lo stesso rispetto con cui parlava del suo maestro. Si vedeva che il Dragone, così come Shunrei, erano un po’ in soggezione nei confronti di Alexis. La Sensitiva aveva infatti un carattere molto forte, deciso e senza peli sulla lingua. All’apparenza era molto sfacciata, ma il suo atteggiamento aggressivo e strafottente nascondeva in realtà uno spirito sensibile alle sofferenze degli inermi e, nonostante non lo desse a vedere, a Shiryu e a Shunrei voleva molto bene. Alexis sapeva bene cosa voleva dire trovarsi faccia a faccia con la morte. Spesso si era ritrovata con una pistola puntata alle tempie per opera della malavita organizzata, che aveva giurato di combattere, rinunciando a tutto; ad una casa, ad una famiglia, ad una vita . Shiryu lo sapeva e la stimava. Sul motivo per cui avesse fatto una scelta del genere rimase però vaga. Ci disse solo che aveva visto morire troppa gente innocente per mano del potere e dei soldi.

Morgana Van Neker (di età ignota.“Mai chiedere gli anni ad una donna” ci aveva sgridato; anche se a occhio e croce doveva avere sui 24/25 anni) era invece poco incline a legare troppo con qualcuno e se possibile preferiva la solitudine alla compagnia (speranza vana, soprattutto se c’erano Seiya e Alexis in circolazione), anche se all’occorrenza sapeva essere un’ottima conversatrice, nonché una vera esperta di materie occulte. Anche lei non espresse chiaramente la motivazioni che la spingevano. L’unica cosa che le scucimmo è che si tingeva di fucsia i capelli per non assomigliare troppo a suo padre e che sua madre, di cui portava il cognome, era di origine olandese, anche se lei era cresciuta in Germania.

Infine facemmo conoscenza di Shun. All’inizio pensavamo che si fosse unito a noi per via di Ikki, ma ben presto capimmo che le motivazioni erano anche altre.

Shun era infatti entrato in contatto con la Veggente, ovvero l’ultima contattata, il cui nome era Sayuko Okida, giapponese di Tokyo, e che aveva abbracciato la sua causa insieme al suo maestro e agli allievi dell’isola di Andromeda, dopo essere entrati in contatto con il cosmo della giovane. Inoltre Sayuko, a differenza nostra e sentendo Shun, era molto abile nelle arti marziali e aveva quindi deciso di rimanere ancora sull’isola di Andromeda per apprendere meglio lo stile combattivo dei saint e diventare più abile nell’uso del suo cosmo, mentre Shun, dopo aver ottenuto il cloth, era tornato in Giappone per convincere anche gli altri saint a sabotare il torneo.

«Incredibile.» commentò Eva appoggiando sul tavolino del bar la sua birra.

«Cosa?» chiese Ikki guardando perplesso l’Alchimista.

«Che tutti i flussi cosmici siano collocati in prossimità dei luoghi di addestramento dei saint. Non può essere solo una coincidenza!» disse Eva.

«In effetti non lo è. I flussi sono punti energetici tramite i quali il nostro mondo viene alimentato dal cosmo. Non è quindi così strano che i luoghi di addestramento per i guerrieri che usano proprio questa forza siano stati collocati in quei punti. La prima incarnazione di Atena non era stupida, anche se l’attuale lascia un po’ a desiderare...» spiegò Morgana come se fosse la cosa più logica del mondo.

«Ed è stata una fortuna! Altrimenti sarei morta ibernata. Dopo l’incontro con il Custode sono finita in mare in pieno inverno. Se non fosse stato per Hyoga e Camus non sarei qui!» rabbrividì Katy. «Mai patito tanto freddo in vita mia!»

«A proposito, come pensate di gestire la faccenda? Insomma, qui la situazione non è poi così rosea, anche se noi stiamo cazzeggiando allegramente al bar!» commentò Alexis.

«Già, il Santuario non tarderà ad inviare dei cavalieri per Saori.» disse Shiryu.

«E per noi.» aggiunse Eva.

«Già. Arles sa del mio cosmo» dissi.

«Del nostro» mi corresse Morgana: «Non credo che il gold incontrato da Eva, una volta tornato al Grande Tempio, abbia tenuto la bocca chiusa. Anzi, avrà fatto una bel resoconto dei fatti al Grande Sacerdote»

«Arianna, che sai dirci sui saint del Grande Tempio?» mi chiese quindi Alexis.

«Sui gold, non molto, a parte che il cavaliere del Cancro è molto maleducato e terrificante. Di silver ne ho incontrati alcuni e vi posso dire che erano molto fedeli ad Arles. Fare capire loro come stanno i fatti non sarà facile, ma tolto questo sono comunque ottimista. I loro cuori erano puri. Ho fiducia in loro» risposi.

«Anch’io ripongo fiducia nei cuori degli abitanti del Santuario, ma non bisogna comunque prenderli sotto gamba. Ho viso di cosa è capace un gold e fin dove si possa spingere la sua fedeltà al Grande Sacerdote.»

Ci voltammo tutti in direzione di Katy.

«Spiegati meglio» disse Alexis.

«Camus è il cavaliere d’oro dell’Acquario.» rispose. Cosa a cui Hyoga annuì. «E vi posso garantire che quando si parla del Santuario spegne completamente il cervello. Il Grande Sacerdote è la bocca di Atena, la dea della giustizia, quindi tutto quello che dice è legge. Finita la questione.»

«Questo vale anche per i silver. Al grande Tempio se Arles dice “salta” tutti saltano.» ammisi io.

«Allora basterà che miss torta di compleanno sfoggi il suo cosmo svelando la sua vera identità! Se per loro Atena è legge, il gioco è fatto!» disse Alexis stiracchiandosi.

«Non è così semplice. Sarebbe la parola di Arles contro la nostra.... inoltre c’è anche un altro piccolo inghippo...»dissi quindi io.

«Quale?» chiese Shun.

«Al Santuario credono che io sia Atena e che Seiya mi abbia rapito» esordii, con l’aria più innocente del mondo, cosa che fece sputare a tutti quello che avevano bevuto in faccia al proprio dirimpettaio. Tutti tranne Morgana e Seiya, che già ne erano a conoscenza, e Ikki, troppo serio per fare una cosa del genere.

«Quindi c’è il rischio che anche se Saori dimostrasse di essere Atena, tramite il suo cosmo, verrebbe presa ugualmente per un’imbrogliona dai saint?» chiese infatti la Fenice senza scomporsi.

«Non c’è il caso di allarmarsi, perché non tutto il male viene per nuocere e forse questo piccolo scambio di persona potrebbe tornarci utile per un po’. Che dici Arianna?» mi chiese Morgana.

«Già, e poi non sarebbe le prima volta che usi l’inganno di Arles a tuo vantaggio.» disse Seiya.

«Non è che la cosa mi convinca molto... le bugie hanno le gambe corte!» risposi.

«Basta che tu riesca ad utilizzare l’inganno quel che basta per mandarli in confusione sull’operato di Arles! Se parli in veste di Atena, smontando Arles, voglio proprio vedere cosa ne viene fuori» disse Morgana.

«La cosa potrebbe funzionare per farli cadere nel dubbio» asserì Alexis.

«Cercherò di fare del mio meglio» dissi io.

«Scusate se cambio discorso, ma c’è un altro problema: in caso di attacco la mia armatura è completamente fuori uso» intervenne a quel punto il saint di Pegaso.

«Anche la mia ha riportato ingenti danni durante lo scontro contro di te, Seiya» intervenne Shiryu: «Però io so chi può ripararla. Il mio maestro mi ha parlato di una persona in grado di farlo. Lasciami pure il tuo cloth.»

«Chi vi ha detto che vi vogliamo come guardie del corpo? Avete già sofferto abbastanza ed è ora che vi godiate anche voi un po’ di meritato riposo!» sbottai io.

«E avervi sulla coscienza? No grazie.» disse Seiya.

«Non preoccuparti, ce la caveremo!» gli sorrisi io, ma il cavaliere di Pegaso mi tolse il foulard che portavo intorno al collo.

«Ehi!» protestai.

«Già, te la caverai alla grande! La scorsa volta ti è andata bene, ma la prossima?» gli occhi di Seiya erano puntati sui miei lividi: «Spiacente, ma non permetto a nessuno di dirmi cosa devo fare. Me l’hai insegnato tu, te lo ricordi? Quindi io vi proteggerò» e il saint di Pegaso, dopo aver mollato l’armatura a Shiryu, uscì dal locale.

 

Nei giorni seguenti Shiryu partì quindi alla volta del Jamir insieme a Eva che, irremovibile nonostante le remore di Ikki, aveva deciso di accompagnarlo. Mai e poi mai avrebbe lasciato un ragazzino da solo ad affrontare un viaggio del genere. Gli altri saint servivano infatti a Tokyo per sorvegliare la villa Kido, mentre le capacità sensitive di Alexis sarebbero state utili in occasione di un attacco per captare i punti deboli dell’animo di eventuali avversari. La Sensitiva non prese bene il veto ad accompagnare il Dragone e ci piantò il muso per un paio di giorni; anche se, per negare la sua preoccupazione, aveva avvallando come scusa che Shiryu si sarebbe sicuramente perso senza di lei.

Quindi, mentre Eva si dissanguava al posto di Shiryu per ridare vita alle armature (mai avrebbe permesso ad un ragazzino di tagliarsi le vene davanti ai suoi occhi!), turbando notevolmente il Grande Mu, che avvertì senza problemi il cosmo di Eva; noi ci davamo i turni per tenere sotto controllo la signorina Kido.

 

A dire il vero ci eravamo aspettate un intervento più fulmineo del Grande Sacerdote, ma come si dice: è proprio quando ci si rilassa che arrivano le sfighe!

 

Shiryu era infatti da poco ritornato da solo con Kiki (l’allievo del riparatore di armature) e i cloth dal Jamir, cosa che provocò un attacco d’ansia a Esmeralda e notevole preoccupazione in Ikki, fortunatamente senza motivo (Eva era stata infatti salvata da Mu prima di morire dissanguata ed era stata trattenuta dal riparatore di armature per un motivo che non aveva reso noto al Dragone, ma legato al cosmo dell’Alchimista), quando fecero la comparsa i primi silver saint.

Mi ricordo che al momento dell’attacco, io e Seiya, avevamo appena finito il nostro turno di ronda attorno alla dimora di Atena, e quindi ci eravamo concessi una capatina alla spiaggia, quando un ragazzo biondo, effeminato e con tanto di lucidalabbra rosa, ci si parò davanti, minacciando Seiya di morte. Il tipo si presentò dicendo di essere Misty, il silver saint della Lucertola, per poi intimare a Seiya di consegnargli Atena:

«Spiacente, ma non ora. Ho delle importanti faccende da sbrigare a Tokyo. Ritorna pure al Grande Tempio. Mi scuso per il disagio e per il tuo viaggio a vuoto.» risposi io senza scompormi e, con fare autoritario, feci per andarmene seguita da Seiya, quando il ragazzo mi bloccò afferrandomi con garbo il braccio:

«Il Grande Sacerdote mi aveva avvisato di una vostra eventuale risposta negativa, ma mi ha anche detto di non badarci e di riportarvi ugualmente indietro» mi disse il silver, tirandomi a se. Mi ritrovai così a pochi centimetri dalla sua faccia e potei costatare che Misty faceva uso anche di fondotinta e fard.

«Le voci che girano su di voi sono vere. Nemmeno io, l’uomo più bello sulla faccia della terra, non posso competere con la vostra bellezza. Non temete, ucciderò quel lurido bronz saint, che ha osato rapirvi!» mi disse quindi sorridendo la Lucertola.

“Che spudorato lecchino” pensai per poi dire: «Non mi ha rapito! Quindi levami le mani di dosso e va pure ad incipriarti il naso!».

«Vi ha plagiato, non c’è altra spiegazione, il Grande Sacerdote aveva ragione, ma tra poco sarà tutto finito, ve lo prometto! Ehm... solo una cosa... veramente devo rifarmi il trucco?»

«Ehi, ma chi dovrebbe avere più voce in capitolo? Il Grande Sacerdote o Atena!... comunque si... il mascara ha sbavato!» fu la mia risposta, mentre Seiya intimò al silver di lasciarmi andare, cosa a cui rispose una voce che già conoscevamo, alle spalle del bronz:

«Arrenditi Seiya. I silver saint non sono alla tua portata.»

«Marin! Che ci fai qui?» disse stupito il saint di Pegaso.

«Sono venuta ad uccidere i bronz saint traditori e salvare “Atena”» disse piatta la donna, per poi rivolgersi a Misty: «Io mi occupo della nostra signora, e tu di Seiya. D’accordo?» chiese Marin.

«Certo, lo schiaccerò come un moscerino!» e detto questo il Silver mi passò a Marin, per poi cimentarsi nel pestaggio di Seiya, mentre la rossa continuava a dire quanto il saint di Pegaso non fosse all’altezza del silver saint della Lucertola.

«Ma invece di sfotterlo, dargli una mano?» sbottai io.

«Non sono in condizione di farlo, ma tu si. Solo il tuo cosmo può fermare Misty senza che nessuno ci rimetta la vita! Il mio è infatti come il loro: adatto solo a distruggere, non come il tuo volto solo a proteggere; l’ho avvertito chiaramente quando lo hai esibito al Grande Tempio, rendendolo percepibile per proteggere Seiya» mi sussurrò Marin liberandomi.

“La rossa ha ragione, segui il tuo istinto Arianna e affidati alla forza del Cosmo positivo che è in te. L’universo accorrerà in tuo aiuto!” la voce del Custode rimbombò nella mia testa.

“Alla buon ora! Chi non può morire si risente!” gli risposi mentalmente io.

“Con tutte le nuove amicizie che hai fatto, ho pensato di non servirti più! Morgana in fatto di cosmo positivo e forze occulte è peggio di un’enciclopedia. Pensa che nella loro famiglia si tramandano tali conoscenze da generazioni!”

“Di che è stato più comodo sbolognare il problema a lei e lavartene le mani delle mie lacune!” sbottai.

“Quante storie per nulla! Intanto, mentre tu rimbecchi me, Seiya se le prende” commentò il Custode.

Il saint della Lucertola aveva infatti respinto i colpi di Seiya, utilizzando una barriera d’aria, per poi scaraventarlo in mare con il suo Marble Tripper, sporcandosi con il sangue di Seiya. La scena che ne seguì rasentò il ridicolo e l’imbarazzante assieme: Misty, schifato dalla cosa, aveva infatti iniziato a spogliarsi in fretta e furia, rimanendo senza veli, per poi gettarsi in mare continuando a ripetersi quanto era figo.

«...» fu il commento di me e di Marin, mentre Seiya, riemergendo dall’acqua gli urlò un azzeccatissimo:

«Ma sei scemo! *» Per poi lasciare il tempo al silver di rivestirsi. Ma che diamine si fumava il silver della Lucertola?!

«Cavolo, quel silver è fuori come un balcone! Magari tenersi addosso almeno le mutande?» mi sfuggì.

«Che cretino» fu il commento della rossa.

“Bene. Ho definitivamente capito che sono circondato da idioti!” fu invece la considerazione del Custode.

I due quindi ricominciarono a pestarsi.

“Stellina la Lucertola! Si è fatta la bua! E sì, c’è sempre la prima volta per tutto! Anche per sperimentare il dolore! Certo che la forza di volontà di Seiya è notevole... come il suo fondoschiena! Sicuri che sia un saint di Atena e non un protetto della dea bendata?” commentò il Custode.

Seiya era infatti riuscito ad oltrepassare la barriera del silver saint, mentre la sabbia andava assumendo il colore del sangue che Seiya e Misty stavano perdendo.

«Adesso basta! Mi avete stancato!» urlai io.

«Questi sono gli ordini del Grande Sacerdote e io devo portarli a termine per il vostro bene!» fu la risposta di Misty.

«Se mi fermo mi ammazza!» fu la risposta di Seiya.

«Bene, se non volete darmi retta, peggio per voi, perché sono sicura che questo luogo lo farà al posto vostro!» dissi io, cercando di entrare in sintonia con la natura intorno a me, come mi aveva mostrato Morgana. La mia speranzosa richiesta di aiuto non cadde infatti fortunatamente nel vuoto e venne accolta.

Fu così che il mio cosmo interagì con l’aria, che si abbandonò completamente ad esso, e io potei constatare di poterla muovere a mio piacimento come se fosse una parte del mio corpo.

Accadde quindi tutto in un attimo e i due saint, attaccandosi in contemporanea, vennero sobbalzati indietro per l’onda d’urto provocata dai loro stessi colpi che andarono ad infrangersi contro un muro d’aria, che a sua volta si chiuse attorno al saint della Lucertola formando una gabbia invisibile, ma tangibile come il vento.

«A... Arianna cos’è successo?» mi chiese stupito Seiya, rialzandosi un po’ barcollante.

«Questo luogo era stanco di essere sporcato inutilmente dal vostro sangue e ha accettato di aiutarmi a porre fine alla vostra contesa.» dissi io dando voce al desiderio silenzioso della spiaggia.

«Ehi, che è successo! Abbiamo sentito prima il cosmo di Seiya affievolirsi e poi quello di Arianna espandersi!» Alexis e Shiryu ci avevano raggiunti seguendo i nostri cosmi, mentre gli altri erano rimasti in allerta nei presi della villa Kido.

«Mio dio come è ridotto Seiya!» disse Alexis, intanto che Shiryu si precipitava a soccorrere l’amico. Io invece mi lasciai scivolare al suolo, esausta. Non pensavo che usufruire del mio cosmo positivo fosse così stancante.

«Ehi, tutto bene?» mi chiese Marin e io annuii.

«Mi sento solo uno straccio. Non pensavo ci volesse uno sforzo mentale del genere per controllare il cosmo positivo!»

“La forza di volontà che permette di cambiare il destino, così come la determinazione nei propri ideali e la fiducia nelle forze cosmiche, sono facoltà che vanno allenate. Più le sviluppi, più sarai in grado di usarle senza problemi. Comunque sono fiero di te. Finalmente stai capendo che per usare il cosmo bisogna vere fiducia in esso e in ciò che ti circonda.” Mi disse il Custode, per poi lasciare la mia mente libera di riposarsi.

Intanto Shiryu e Seiya si avvicinarono al silver saint, che mi guardava sconvolto nella gabbia:

«Mia signora perché questo intervento, non capisco...» sussurrò.

«Perché non voleva che perdeste la vita sotto i suoi occhi.» gli disse Alexis, riportando a voce alta i miei pensieri.

«Poi non siamo noi i traditori! Siete caduti vittime di un inganno.» aggiunse Seiya.

«Già, state facendo un grosso errore.» concluse Shiryu.

«Quindi Atena non è stata plagiata e rapita, ma è venuta qui di sua volontà, come sostenuto da te, Marin? Non riesco a credere che il Grande Sacerdote abbia preso una cantonata del genere...» disse Misty rivolgendosi a Marin.

«Al dire il vero, Misty, io non sono nemmeno Atena.» dissi rialzandomi.

«Cosa? Ma allora chi è veramente Atena e il cosmo che ho sentito provenire da te cos’era? E per quale ragione il Grande Sacerdote ci avrebbe mentito?» Misty era incredulo, confuso e irato allo stesso tempo, ma per quanti sforzi facesse non riusciva a liberarsi dalla gabbia in cui l’avevo rinchiuso e più si dimenava più il vento sibilava. La mia volontà era più forte della stanchezza.

«È proprio per questo che ho accettato senza batter ciglio questa missione, Misty. Per vederci chiaro. Molte cose non quadrano già da un po’ nell’operato del Grande Sacerdote e so per certo che questi due ragazzi non sono traditori, così come questa donna non è nemica del Grande Tempio; il suo cosmo puro e cristallino, come non ne ho mai visti, ne è la prova, anche se ammetto di averlo preso inizialmente sottogamba scambiandolo per il cosmo innocuo di una comune donna» disse la sacerdotessa.

«Ehi, Misty, ma come ci sei finito in gabbia? Neanche contro un bronze riesci a cavartela? Che vergogna!»

La voce di un ragazzone con un occhio sfregiato che emergeva dalle acque ci fece voltare.

«Moses, non è stato il saint di Pegaso, ma quella donna che assomiglia alla statua di Atena, con il suo strano cosmo! Anche se sembra inoffensivo è molto insidioso, stai attento!» sibilò Misty da dietro le spire d’aria, in direzione del collega.

«Vedi di trattare quella donna con più rispetto!» disse una seconda voce che riconobbi subito. Asterion aveva fatti fatto la sua apparizione sulla spiaggia insieme a Babel, che si precipitò verso di me:

«Mia signora, state bene?»

«Sto benissimo, grazie, e sono felice di vedervi» dissi io abbracciando prima Babal e poi Asterion, mentre Moses non venne calcolato praticamente da nessuno.

«Misty è un incapace, ma vi garantisco che io farò fuori questi traditori in un baleno!» disse a quel punto Babel atteggiandosi da bullo, ma io lo bloccai.

«Fermo lì, non è come sembra!» dissi io. Babel mi guardò attonito.

«Ma il Grande Sacerdote ha detto...»

«So quello che ha detto, ed è una balla! Tutto quello che vi ha detto è una enorme balla!» sbottai a quel punto «Perché io non sono Atena!» giuro che mi tolsi un peso. Babel era scioccato, Moses non ci stava più capendo nulla, Misty aveva rinunciato a cercare di liberarsi dalla gabbia e Marin era impassibile come al solito per via della maschera. L’unico a suo agio era Asterion che sorridendomi mi disse:

«Lo sapevo già.»

«...» fu il commento di tutti mentre Babel si incazzò con l’amico:

«Cosa? E da quando lo sai?»

«Da quando l’abbiamo incontrata per la prima volta al Grande Tempio. Dovresti sapere che leggo nel pensiero e mi è sembrato troppo strano poter accedere così facilmente alla sua mente. Con il Grande Sacerdote, che è comunque solo un uomo, è impossibile farlo.»

«E perché non me l’hai detto?»

«Non mi avresti retto il gioco e io volevo capire che diamine stava succedendo e per quale motivo il Grande Sacerdote avesse fatto una cosa del genere. Poi se non l’avessi fatto sarei finito sulla forca. Sai che chi contraddice il Sacerdote perde la testa!» disse Asterion, dimostrandosi meno scemo di quanto avessi pensato all’inizio.

«Quindi il fatto che fosse così facile sfuggire alla vostra custodia era calcolato?» chiesi.

Asterion annuì: «Già, avevo bisogno di vederci chiaro.»

«Aspetta un attimo, Asterion; stai dicendo che questa donna ha ingannato il Sacerdote e ha preso il posto della vera Atena? Questo è gravissimo! Una cosa del genere merita la pena di morte come castigo!» sbottò a quel punto Moses marciando minaccioso verso di me, ma ben presto si bloccò. L’acqua del mare aveva infatti cinto le sue caviglie impedendogli l’avanzamento.

«Non essere così precipitoso balenottero! Prima di giungere ad un verdetto cerca sempre di sentire tutte le campane e per intero! Anche perché il tuo amico Asterion sta insinuando una cosa ben diversa... giusto?» l’apostrofò Alexis.

«Già, io intendevo dire che è stato il Grande Sacerdote a montare la sostituzione per motivi a noi oscuri. Dai pensieri di Arianna era infatti palese che lei non ne sapesse nulla della faccenda e che era più intenta a...» Asterion si bloccò arrossendo visibilmente.

«... sbavare dietro al Grande Sacerdote. E così che risparmi sui porno, ragazzino?» chiese Alexis.

«Tu hai fatto cosa, Asterion?» sbottai io.

A cui lui mi rispose visibilmente imbarazzato: «Non era voluto credimi, ma chi avrebbe mai pensato che tu e il Grande Sacerdote avevate un tresca. Anche se sinceramente credevo vi sareste spinti molto più in là in certe cose... sì, insomma... vi facevo più svegli! Io non mi sarei fatto tanti problemi... anche se il Grande Sacerdote me l’ero sempre immaginato più vecchio date le voci che circolavano su di lui!»

«...» fu il mio commento, mentre il saint dei Cani da Caccia si rivolse incuriosito ad Alexis: «Anche tu leggi nel pensiero?»

«Non solo. Oltre al presente, anche il passato per me è un libro aperto, che riesco a captare non soltanto dalle menti altrui, ma da tutto ciò che mi circonda; oggetti inanimati compresi. Inoltre, per chi non l’avesse notato, il mio cosmo è come quello di Arianna, quindi smettila di brontolare balenottero perché non ti serve a nulla. Impara da mister rimmel della Lucertola a stare un po’ calmino!» Misty guardò Alexis con astio, mentre Moses ringhiò un: «Liberami».

«Col cavolo! Prima mi ascolti e poi eventualmente lo farò!» rispose il detective, andandosi ad appoggiare con disinvoltura al saint della Balena, per poi esibirsi nel riassunto dell’inganno ordito da Arles tramite l’utilizzo della mia persona, per rimediare all’effettiva assenza della vera Atena dal Santuario, per opera dello stesso Arles, che nel frattempo le aveva fregato il posto. Concludendo con la spiegazione dell’esistenza dei due cosmi e, in particolare, sul nostro.

«Che ne pensate? Sono un po’ confuso, ma la capacità di queste due donne non posso negarla!» disse a quel punto Misty ai suoi colleghi.

«Inoltre, del fatto che il Grande Sacerdote ci abbia spacciato Arianna per quello che non era, immischiandola a sua insaputa in questa storia, ne sono testimone, così come la veridicità su ciò che ci è stato detto sui Custodi e sul resto!» Disse Asterion, per poi rivolgersi a me: «Il tuo è un mito! Digli che lo stimo quando lo rivedi!» (se l’obbiettivo di Asterion era quello di prendersele dalla sottoscritta, ci era molto vicino!)

«Non riesco a credere che il Grande Sacerdote abbia potuto fare una cosa del genere! Insomma lui è il garante delle giustizia sulla terra!.» disse incredulo Moses guardando torvo Alexis, che gli aveva sfilato l’elmo dicendo:

«Carino... possiamo usarlo per giocare a frisbee?»

Cosa che fece commentare ai presenti un: “Puoi evitare, non è il momento.”, mentre Seiya esclamò un “Sì, dai passa!”. Se non fosse stato ferito credo che Marin l’avrebbe legnato, ma si limitò a rispondere a Moses:

«Non essere ridicolo Moses. È Atena la garante, non lui, che ne è solo il portavoce! E ciò che è accaduto oggi ci ha dimostrato quanto il Grande Tempio sia sottomesso più a lui che alla dea!»

«Già, nel caso Arianna fosse stata la vera Atena vi sareste rifiutati di seguire un suo ordine credendo più alle parole del Sacerdote che alle sue! Non pensate che la cosa sia piuttosto grave? Oltre al fatto che non siate nemmeno capaci di riconoscere la divinità in cui credete e per cui siete disposti a rischiare la vita?» aggiunse logica Alexis.

«Quindi chiedetevi se siete veramente saint di Atena o del Grande Sacerdote!» concluse Shiryu.

Il silenzio calò tra i presenti, resisi conto del problema di fondo che avevamo portato a galla, mettendoli seriamente in crisi sul loro operato; silenzio che venne interrotto da un lampo di luce, da cui apparve Eva e un ragazzo sulla ventina dai capelli lilla.

«Scusatemi, ma non mi sento tanto bene!» disse in un filo di voce l’Alchimista, prima di svenire tra le braccia del giovane capellone.

«Ehi, questa volta è solo svenuta senza vomitare! Sta facendo progressi!» commentò Alexis.

«Eva patisce il teletrasporto, Grande Mu» disse Shiryu rivolgendosi al nuovo arrivato, che, a quanto pareva era un suo conoscente. Anche ai silver il giovane uomo non doveva essere sconosciuto, visto i visi sorpresi e i mormorii increduli, da cui dedussi che il capellone era il ripara armature e che non era facile farlo smuovere dal posto inculato in cui viveva.

«Me ne sono accorto» commentò ironicamente il giovane uomo, guardando Eva svenuta tra le sue braccia, per poi rivolgersi a Shiryu: «Tieni, io devo tornare in Jamir. Sono venuto fin qui solo per evitarle il lungo viaggio di ritorno in solitaria» e dopo aver rifilato Eva al Dragone, guardò Alexis e me: «Ma ho la sensazione che ci rivedremo presto. Non sono ancora sicuro, ma una mezza idea di chi siate me la sono fatta e devo dire che il vostro cosmo è strabiliante. Sembra che l’Universo stesso parteggi per voi .Chissà che quel vecchio saggio del Jamir, non abbia ragione e che voi possiate fare il miracolo che nemmeno i saint sono in grado di fare...» e dopo aver gettato un ultimo sguardo ai silver saint presenti, svanì come era venuto; lasciandoci tutti molto perplessi.

«Lo voglio anch’io il teltrasportatore privato! Risparmierei un botto di aereo!» commentò Alexis, a cui rispose un colpo di tosse mio e di Shiryu, per sottolineare l’intervento inopportuno, mentre i silver la guardarono truci.

«E dai, ma voi saint siete sempre così seri? Mamma mia che mortorio deve essere il Grande Tempio!» sbuffò la Sensitiva.

Asterion però la ignorò allegramente e riprese il discorso da dove l’avevamo lasciato: «Quindi, in definitiva, chi sarebbe Atena?»

«Seguiteci» e io e Alexis, dopo aver liberato Misty e Moses, facemmo cenno a tutti di venire con noi.

 

 

NOTE

 

* (Cit. Saint Seiya)

  
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