L'abisso che era scrivere se lo
sentiva addosso.
Bernardo
Pacini.
Nam,
si descedas, [laqueo tenet ambitiosi
consuetudo mali,] tenet insanabile multos
scribendi cacoethes et aegro in corde senescit.
Decimo
Giunio Giovenale.
Dopo quasi nove anni di
militanza su questo sito, finalmente ho pensato che sarebbe opportuno
scrivere qualcosa di più su di me, anche se qualcuno mi
conosce già e a molti (comprensibilmente) potrebbe non
interessare mai.
All'alba dei miei ventiquattro anni (eh sì, sono vecchia!)
ancora non ho fatto molta chiarezza su di me, ma conosco quel poco che
basta per dire che:
1) Conduco una vita noiosissima;
2) Sono riuscita a farmi venire un'infiammazione alla mano sinistra a
forza di giocare ai videogiochi, cosa che non credevo possibile;
3) Forse nella mia vita sarò una filologa, magari una
linguista, molto probabilmente una senzatetto e di certo mai una
scrittrice, anche se quasi tutte queste possibilità mi
piacerebbero molto;
4) Odio le cinture degli accappatoi e faccio sempre di tutto per
perderle;
5) Tutti dicono che sembro dolce e paffuta come un Jigglypuff o un
panda rosso, e che il mio sarcasmo caustico e la mia malizia sono
sempre sorprendenti;
6) Sono tremendamente egocentrica e vanitosa, ma odio così
tanto questo lato di me che faccio di tutto per nasconderlo;
7) Sono anche tremendamente insicura e permalosa;
8) Amo fare amicizia;
9) Scrivo unicamente a mano, con la mia fidata Parker azzurra con la
quale condivido gioie e dolori dal lontano 2010. In questi anni avrei
potuto crescere un figlio, invece io ho una penna.
10) Amo scrivere più di qualunque cosa al mondo.
In questa vita non molto
originale seguo anche qualche altro progetto: se a qualcuno interessa,
la pagina Facebook Quello che Non Sapevi sui
Pokémon, di cui faccio parte dal
2013, è uno dei miei principali orgogli.
Nel tempo libero mi devo anche laureare, ma per quello c'è
tempo.
No?
E
poi, perché cercare a cose fatte le ragioni di una decisione
già presa,
come per scusarsi di averlo fatto? Scrivo perché ho bisogno
di
scrivere; ecco tutto.
André Gide.