Aveva fatto della musica la propria vita, e aveva in seguito avuto la fortuna di farne anche il proprio lavoro.
Eppure, e questo George lo sapeva bene, gli mancava qualcosa.
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Goodbye.

Una one-shot rossa come le altre, o forse no?
È il maggio del 1963.John è appena tornato dalla sua vacanza in Spagna con Brian Epstein. Sono tutti contenti del ritorno di John, o forse no. Paul si rifugia nel bagno del Caver Club per gustarsi la sua ultima sigaretta e per evitare di pensare alla sua ossessione per quel ragazzo dalle labbra secche e sottili.
Un viaggio tra i ricordi che riporterà alla luce dei sentimenti che Paul credeva ormai sepolti.
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Dal testo:
«Ma come, Jawn,Non ti basto io, tesoro?»ribadì Paul imitando Cynthia, la nuova ragazza di John, bella, intelligente e soprattutto bionda.
«Zitto, scemo!» rise John dando una sberla al minore.
Paul amava quel sorriso, si era innamorato di quel sorriso sin dal primo istante in cui l'aveva visto dipinto sul volto di John. Paul sentì le viscere andargli in fiamme. No, lui non amava quel sorriso. Tutto gli appariva ogni giorno più chiaro: Paul McCartney amava John Lennon.

“Una maratona di film horror.”
“Sì.”
“Film horror anni ‘80.”
“Sì.”
“Una maratona di film horror anni ‘80 come primo appuntamento.”
“Se hai qualcosa da obiettare dillo ora o taci per sempre.”
[Scritta per il Porn Fest #9 di fanfic_italia.]

Le giornate a Liverpool sono illuminate da uno splendido e caldo sole che rallegra tutti. Anche John è felice come non lo è stato mai. Allora perché si ritrova ad indossare un impermeabile?

Come si era trovato lui, John Lennon, un giovane adulto di successo, una persona che detestava il Natale più di qualsiasi cosa al mondo, davanti ad una porta chiusa, cantando stupide canzoncine natalizie?
Va bene, forse non era poi un adulto di successo, in fondo era solo un illustratore che lavorava in un giornale neanche troppo famoso. E va bene, forse più del Natale odiava quel tizio, quel McCartney.
Oh, Paul McCartney.
Ecco, quello sì che lo odiava più del Natale, più delle guerre, del sedano e persino più dei treni in ritardo. Perché era così che era cominciato tutto.
Con un dannato treno.
*
Buon Natale, meraviglioso popolo di Efp!

Se John e Paul litigano, come farli riappacificare?
Ringo un'idea ce l'ha...
Buon Natale!!

John, sin da quando ne ha memoria, sa che non c’è posto per l’amore nel suo cuore.
Nel suo letto, che sia quello troppo piccolo e cigolante di Mendips, o quello troppo grande e silenzioso dell’ennesimo albergo di lusso, c’è posto per il sesso. L’amore, quello con la A maiuscola, resta imprigionato nelle frasi scarabocchiate di una canzone o nelle note di un disco che suona in ripetizione per coprire i gemiti confusi di due corpi nascosti sotto le lenzuola.
E John questo lo sa ed è felice così, e onestamente non potrebbe importargli di meno di capire cosa cazzo significhi quello struggimento maledetto di cui tutti sembrano voler parlare e cantare.
Lui sta bene così, può fingere di amare. Quello è capacissimo di farlo, fintanto che Cynthia lo sa e lo accetta, e le ragazze ci cascano, a lui va bene così. Perché dovrebbe importargliene?
Fermo nella sua convinzione, John non vuole amare, se si può correre il rischio di perdere chi si ama.
*
Trentacinque anni senza di te. Ci manchi, John ♥

"Mi stai ascoltando, Paul?"
"Va benissimo, John"

Atene e Sparta, due realtà completamente distante, due usi, due costumi, due politiche, due monete, cosa potrebbe mai unire queste due realtà se non un grande amore?
"Ares fissava la propria città con occhi sognanti, era sempre più fiero di ciò che succedeva lì sotto, di come i ragazzi venivano addestrati, di come la città cresceva forte e prosperosa. Nonostante ciò, era leggermente turbato, così come Atena, entrambi avevano avuto da Ascelpio lo stesso oracolo, e continuava a chiedersi perché e soprattutto chi erano i due, fra i tanti cittadini, destinati a compiere quell'oracolo. Bisognava inoltre precisare che fra i due non vi era molta simpatia, il pensiero che le due città si potessero unire, metteva sotto pressione entrambi, non vedevano alcun punto di unione fra la tiranna Sparta e la democratica Atene."

-Ascolta, Geo. John e Paul potranno essere impegnati a fare i fidanzatini quanto vogliono, ma se pensi che io non mi sia accorto che sta succedendo qualcosa allora, sarò sincero, sei davvero un idiota- disse Ringo con molta calma e schiettezza -quindi se mi dicessi cosa c'è che non va, ne sarei davvero contento.
George abbassò lo sguardo per un attimo, prima di trovare coraggio e affrontare il più grande.
-Sono geloso- disse tutto d'un fiato e con molta serietà.
Per un attimo Ringo rimase in silenzio. Sbatté le palpebre un paio di volte, convinto di non aver capito bene.
[Starrison][Accenni McLennon]

Crisi isterica: situazione di disagio di breve durata che porta le persone ad aggressività e violenza. Può essere causata da un avvenimento di qualsiasi genere, anche oggettivamente insignificante.
Questa storia parla di una di esse, di una crisi isterica violenta che porta ai due protagonisti lacrime, dolore, amore e fragole.

"È quello che voglio, raccogliere i nostri cocci. Sempre."
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Buon compleanno, Richie.

Seduto a cavalcioni sulla finestra, Paul sputò lontano il nocciolo della sua ultima ciliegia. Le gambe, libere e nude, si muovevano a penzoloni nel vuoto, mentre lui rimirava la città davanti a sé, inspirandone a pieni polmoni il profumo: odorava di caffè, erba bagnata e Storia. Quella Storia di cui quasi non ti rendi conto di far parte, ma che sa un po’ di sudore dei turisti e di polvere dei musei. La vista, da quella finestra, era straordinaria: Roma, la città eterna, era avvolta nel silenzio e nella pace più totale.
*
In onore del cinquantesimo anniversario dei concerti dei Beatles in Italia.

Rise forte, ancora e ancora, e John si abbeverò di quella risata, di quel modo di essere Paul, solo Paul. Gli strinse i fianchi con entrambe le mani, portandoselo contro ancora di più, poggiando la fronte sulla sua spalla, respirando profondamente.
“Scriviamo una canzone”

Le sue dita si muovevano distrattamente sui tasti della chitarra, premendo con agilità le corde giuste.
Il suo canto era appena sussurrato.
Paul cantava Blue moon.
Pensava fosse appropriata, dopotutto c’era la luna piena fuori, e il suo chiarore argenteo era così potente che illuminava anche la sua piccola cameretta. Ma tutta questa luce a Paul era sembrata molto triste. Il chiaro di luna piena gli aveva sempre trasmesso una sorta di tristezza sconsolata.
E quella sera più che mai Paul si ritrovò a confermare ulteriormente i suoi pensieri. Il motivo?