Dopo gli eventi di Crait le misteriose connessioni tra Rey e Ben continuano, nonostante la morte di Snoke, nessuno dei due è in grado di controllarle e diventano sempre più intense. Ignorarsi non porterà a nulla, i due dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra per imparare a controllare quel legame e confrontarsi su ciò che è successo tra loro esplorando i propri sentimenti.

Raccolta di Shot medio lunghe di vari momenti Reylo. Non collegati tra loro, sono storie a se.
Ogni Kyber è diverso e i generi sono vari.
Buona lettura :*

[SPOILER per l'Ascesa di Skywalker se non avete visto il film-NON LEGGETE]
Rey e il redento Ben hanno vinto.
Insieme, come avrebbe dovuto sempre essere, hanno trionfato sul Lato Oscuro.
Ma mentre le azioni del passato tornano a tormentare Ben, una nuova minaccia incombe sulle galassie, e il richiamo del sangue potrebbe rivelarsi molto difficile da ignorare per Rey.
[Finale alternativo perchè SI, Ben Solo è stato sprecato, e meritava di meglio, meritava un intero film almeno ç_ç e insieme al finale alternativo, se riuscirò a non lasciarla in sospeso xD una storia nuova :) Ho messo OOC tra gli avvertimenti per sicurezza, anche se cercherò di fare del mio meglio per non sforare ^^'']

Raccolta di One-Shot sui veterani (o su quelli che sarebbero diventati veterani, se fossero sopravvissuti), riguardo a spaccati della loro vita (sempre siano ancora vivi) passata o futura che sia. La raccolta è divisa in capitoli, a seconda del personaggio.

Erwin aveva da sempre combattuto contro i suoi demoni, demoni più silenziosi di quelli che provavano a portarselo via. Aveva portato quell'ideale sempre da solo, nonostante lo definisse un assassino. Ma era un uomo prima di una definizione, una persona prima di un comandante. Accompagnato di chi avrebbe voluto salvarlo da se stesso.
Ma ora le porte gli si chiudevano davanti, perché si guardava alla definizione senza conoscere l'uomo.
Piccolo estratto:
“La manica, larga sul suo avambraccio sinistro, svolazzava insieme alla polvere. Non aveva cicatrici da mostrare dove la camicia era bucata, soltanto il ventre di un uomo vissuto in un purgatorio circondato da mura.”

Continua "Paradis' Chronicle".
La guerra contro Marley è finita, si avviano i trattati di pace e i nostri protagonisti sono già al lavoro per trovare un rimedio e arginare il potere dei Titani: vogliono restituire al Diavolo i poteri che ha donato ad Ymir. Prima di questo, però dovranno vedersela con una questione che rischierà di mandare tutto al diavolo e far perdere loro il prezioso aiuto del Capitano di Vascello Talia Swan.
Dal testo:
"Talia era nella sua stanza. Indossò la sua alta uniforme. Non l’amava molto, non amava molto il bianco candido che la caratterizzava, ma quello era il colore della marina militare, che lo contraddistingueva dagli altri corpi d’armata. Indossò la sua casacca con le mostrine, i gradi e le decorazioni sul petto, risultato di battaglie, guerra, vite prese, vite salvate. Detestava quell’uniforme anche per la gonna stretta e le scarpe bianche, indumenti che raramente aveva il piacere di indossare. Agganciò la sciabola al fianco e indossò i guanti bianchi. I capelli li aveva stretti in una crocchia molto compatta, nessuna ciocca ribelle in vista, e aveva messo su anche il cappello. Si guardò allo specchio: avrebbe voluto essere mille miglia lontano da lì"

Può il soldato più forte dell'umanità, colui che sembra senza sentimenti, provare qualcosa di così forte verso qualcuno?
Dal primo capitolo:
...Fu allora che le vide. Le ali della libertà. La speranza dell’umanità. La sua.
“Levi!” il biondo parlò e l’uomo più basso si girò verso di lui. “Portala da l dottor Jeager… sta perdendo troppo sangue. Io mi occupo di questo qui”....

Secondo capitolo della saga che vede protagonista Talia Swan, originaria di Marley, che decide di dare una mano ai nostri eroi.
ATTENZIONE: pericolo spoiler, si seguono le pubblicazioni del manga in Giappone.
Dal testo:
"Fu in quel momento che, come un lampo si abbatte sul terreno durante una tempesta, Levi atterrò sull’edificio accanto a lei e Connie. Era sempre inquietante vederlo fumare per il sangue dei giganti, specie con l’uniforme nera e il dannato mantello con le Ali della Libertà cucite sopra. Questa volta però, il sangue non era solo di giganti."

In quel momento sembrava che i due fossero travolti da un uragano di sensazioni; erano come freddo e caldo messi a confronto, erano tempesta e impeto che si scontravano, che si muovevano in quella danza perfetta.
[...]
"Non ti faccio paura? Non provi ribrezzo nei confronti di un mostro come me?"

[ATTENZIONE! Sono presenti riferimenti al manga!]
" Dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce. "

Lydia Hahn era a capo di una delle squadre dell’Armata Ricognitiva, una delle peggiori a detta di molti, un’innovazione a detta di Erwin Smith. La colpa, certo, non era da attribuirsi ai poveri ragazzi che con entusiasmo la seguivano, ma la verità era che Lydia difficilmente risultava apprezzabile alle nuove conoscenze con il suo carattere irriverente, irrispettoso, egoista, sciatto e apparentemente insensibile.
Per Levi era una fastidiosa zanzara, rumorosa e punzecchiante, ma geniale abbastanza da concederle di rivolgergli la parola e coinvolgerlo nei suoi progetti.
Per Hanji era una fidata complice, amica da sempre, con cui aveva condiviso scoperte, esperimenti e… qualche esplosione di troppo.
Per Erwin era una risorsa preziosa, che proteggeva e accudiva, permettendole di portare con le proprie invenzioni l’Armata Ricognitiva dove non era mai arrivata.
Sarah Roth, il secondo di Lydia, parlava della caposquadra come di un arcobaleno: piena di sfaccettature, di sorprese e meraviglie che mai avrebbe smesso di ammirare. A Lydia il paragone piaceva, glielo lasciava dire, ben consapevole però che qualora quei colori si fossero mescolati tra loro il risultato sarebbe stato un cupo, terrificante, nero oblio.
"Non importa quale sia il tuo colore... tanto al buio siamo tutti neri".

Come tentare di farsi ammazzare da un branco di metallari e restare invece invischiati in qualcosa di ben peggiore.
Storia di Suzie, del suo Folk e di certi brutti incontri, che proprio brutti non sono.
[In revisione e aggiornamento]

“Cazzo”.
Levi non era un poeta, né mai lo sarebbe diventato. Eppure, neanche i più raffinati cantori di epoche remote, di ere ormai perdute nelle brume del tempo, sarebbero riusciti a formulare un'espressione che potesse racchiudere in sé, con tanta efficacia, la catarsi di quel momento. Nel silenzio denso che avvolgeva la stanza, quel "cazzo" era rimbalzato tra le austere pareti in calce, straordinariamente potente, autoritario persino. Insomma, era stato ben più di una mera imprecazione.

«Tu ti fai troppi problemi, Erwin; là dove non ce n’è bisogno.»
Lo aveva continuato a guardare, consapevole che, quello stile di vita, sarebbe stato il più congeniale e, di certo, gli avrebbe fatto patire di meno quello che lo aspettava, con l’andare del tempo. Ed era così vicino, in fondo, quello che avrebbe voluto vivere in quel momento… Se solo avesse allungato la mano sarebbe riuscito a toccarlo, stringerlo e baciarlo, perfino.
[Titanic!AU - Erwin/Rivaille]

Incontri, nuovi amori, delusioni, tradimenti, tutto a causa di una semplice festa alla quale quattro ragazzi si sono incontrati per puro caso (o erano già destinati ad incontrarsi?)