NON AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE DELLA MIA STORIA SU ALTRI SITI: WATTPAD, ARCHIVE OF OUR OWN, E SIMILI.
"L'intero ammontare del tuo debito,soltanto nei miei confronti,ammonta a settecentomila galeoni..."Quanto vale tua moglie?-gli domandò Draco.-Hermione non ha prezzo-rispose subito Ron.
Malfoy ghignò.
-Tutti hanno un prezzo,Weasley...Il tuo è settecentomila galeoni-gli disse.
N.d.A. Salve! So che nei capitoli della Fan Fiction sono presenti diversi errori di battitura ed'ortografia... Prometto che appena la vita vera sarà meno frenetica correggerò ognuno dei capitoli. Nel frattempo vi porgo le mie scuse!

Entrò nella stanza di Sango con un sorriso genuino a illuminarle il volto, ma si bloccò dopo appena un passo.
Appeso a una gruccia di legno torreggiava accanto al futon un bellissimo kimono rosa con stampe di fiori di loto bianchi. Loto: forza, purezza, determinazione. Crescita. L’obi, di un rosa più scuro, terminava con un grande fiocco bianco. Rin si avvicinò e sfiorò, tastò, toccò con mano quella stoffa liscia e luminosa, e sentì la seta rinfrescare le sue mani sudate. Si ritirò di scatto, per paura di poterlo rovinare anche solo guardandolo.
- Ti piace, eh? – la voce di Sango le giunse alle spalle.
- Lo adoro. – si ritrovò a dire in un sussurro. – Il signor Sesshomaru è stato qui? – chiese immediatamente, animata dal pensiero. Era tornato, e le aveva fatto una sorpresa? Se ne era ricordato? Voleva vederlo, e ringraziarlo, e chiedergli se adesso finalmente era pronta per una vera avventura insieme a lui.

-Ora può portarci il conto, grazie,- disse Shikamaru al cameriere.
Appena lui tornò Temari alzò la mano per prendere il pezzo di carta, ma lui la anticipò dicendo:
-Faccio io.
-Non se ne parla,- disse lei cercando di strappargli dalle mani la ricevuta.
Ma lui la scansò e diede i soldi al cameriere.
-Nara non mi far incazzare,- sibilò lei.
-Innanzitutto siamo sul territorio di Konoha e quindi, come ambasciatrice della Sabbia, sei mia ospite, e poi ho voglia di offrirti la cena,- le disse lanciandole un’occhiata.
-Assolutamente no, voglio fare a metà!- ribadì lei guardandolo male.
Ma lui poggiò i gomiti sul tavolo, poi il viso sulle mani incrociate e, senza distogliere lo sguardo, le disse:
-Tem, ogni tanto devi lasciarmi fare l’uomo…
-Ma quale uomo, al massimo sei un ragazzino,- gli disse sbuffando e voltandosi, leggermente imbarazzata dalle sue parole.
Ma lui allungò una mano e le prese bruscamente il mento tra le dita, avvicinandosi.
-Non mettere in dubbio il mio essere uomo Temari no Sabaku…
Lei rimase un attimo spiazzata e poi disse tra i denti:
-Dimostramelo…

"-Edward. E... ti ripeto, per un'altra volta, che non devi dire le brutte parole. E tu sei il mio papà, devi essere un esempio, eh. La mamma lo è.-.
-Io non sono tuo padre, torna da tua madre.- l'uomo si alzò a sedere nel letto -Poi... cosa ci fai qui? E dove ca...- s'interruppe, guardandosi in giro -Ok, va bene... dove diavolo sei?-
-Primo: anche diavolo non devi dirlo. Il diavolo è cattivo. B: io sono...-.
-Guarda che dovresti dire secondo.- lo informò Draco, sbuffando.
-Secondo, b... alla fine sono tutti la stessa cosa.- la voce sospirò -Dicevo, secondo, così ti faccio contento: io sono tuo figlio. Lo so che ti piaccio.-.
-Eh?- forse Draco Malfoy, la sera prima, aveva bevuto troppo."
Buona lettura a tutti. Fatemi sapere cosa ne pensate, bacioni, Hermione92.

Remus perde la vista.
Non si vede bene che col cuore.
[Per il compleanno di Chu! ♥]

Nulla di grande è stato compiuto senza una grande passione.
« Che cosa vuoi da me, Malfoy? » sbottò infine Harry, brusco.
Draco sorrise. Un tranquillo sorriso lupesco.
POSTATO ULTIMO CAPITOLO!

Quando Harry cade in coma, i Guaritori le provano tutte per risvegliarlo. Niente sembra funzionare, e allora ricorrono all’artiglieria pesante.
Per questo motivo ora Snape è davanti al suo letto.

Un Deluminatore per ritrovare qualcuno. In questo mondo, in altri mondi.
« Lei è morto ».
« Per tutti questi anni ho sottovalutato le tue capacità, Potter. Ma ora sono commosso. Te ne sei accorto ».

Faceva
freddo, quella notte.Non se ne era neanche accorta, troppo
presa dal cercare un modo per fuggire. Correva a perdifiato,
lungo la fiancata della collina, le braccia strette intorno al ventre
gonfio, cercando di lenire il dolore lancinante ai fianchi. Non sapeva
dove si trovava, né dove stava andando. Vedeva gli alberi
scorrerle confusi davanti agli occhi con tutto il resto del paesaggio. Non
c’era un filo di vento, ma l’aria era gelida.E
silenziosa. Di un silenzio assordante.Sentiva solo
l’eco dei suoi passi, che si affrettavano strascicati sul
terriccio umido…Quando l’ennesima fitta
alla pancia la trafisse, fu costretta a fermarsi per riprendere fiato,
crollando accanto ad un grosso albero. Sudata, le guance arrossate, il
petto che si sollevava furiosamente per l’affanno, i capelli
lunghi e ramati sparsi disordinatamente sulle spalle nude, la strega
sentì le gambe bagnate e le mani appiccicose, e sollevandole
sotto la pallida luce della luna, vide che erano nere e sporche.Di
sangue. Il suo.