Nell'ultimo periodo, le uniche compagne di Sherlock sono il silenzio e la signora Hudson, quando improvvisamente le scale che portano all'appartamento del 221B, ritornano a scricchiolare, rumore causato da passi inconfondibili al suo orecchio.
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Adesso hai il violino sulla spalla sinistra, mentre Londra è nei tuoi occhi, sulla tua pelle, attraversando ogni minimo capillare e fibra del tuo essere; un poco come la musica. Un poco come John, che non vedi da precisamente un mese, due settimane, un giorno e mezzo.

È proprio un peccato che tu non ricordi, non è così, Elliot?
Forse non dovremmo parlare di lui, chissà dove sia in questo momento...sei sicuro di non saperlo?
Dev'essere triste non ricordare l'esperienza più bella della tua vita, ti sarebbe piaciuto.
Ti saresti divertito, no Elliot?
La sua voce invece la ricordi bene, oh sì che la ricordi.
Chissà quante lingue sa parlare e chissà quante cose sa fare con quella lingua.
Ah, quanto sarebbe bello se potessi ricordare, Elliot.

L'ultimo pensiero di Ettore morente è per la moglie Andromaca

Dal testo:
"Spesso Malefica si tormentava chiedendosi il perchè fosse ancora lì, con lei.
Sospirò e si girò a guardare l'amico.
L'incantesimo che li teneva legati insieme si era spezzato ormai da tempo, Malefica aveva riacquistato le sue ali e Fosco la sua indipendenza (oltre che l'eterna riconoscenza di una regina), quindi perchè? Perchè ancora non la lasciava? Perchè non si faceva ritrasformare definitivamente in corvo e volava semplicemente via?"

[...] Il cuore sussurra amori vecchi e nuovi: una giovane regina è arrossita sotto le mani callose di un marinaio;
prima di lei una spartana, una maga, una dea [...]
Un tempo c'è stata Troia, poi il Mediterraneo e le sue spiagge infinite.
C'è stato un eroe e c'è stato Nessuno.
C'è stato Ulisse.

L'amore è una debolezza.
[Terza classificata al contest "Drabble e flashfic contest: Brighter than a thousand suns" indetto da Stareem sul forum di EFP.]

In una città di sangue e polvere è strano come non ci si abitui mai agli addii. Alfred lo sa bene.
[...]Gotham resterà una ferita infetta e putrescente, un ricordo marchiato a fuoco nella carne – la puzza di bruciato dell’esplosione ancora nelle narici. [...]