L’estate comincia a farsi calda – e afosa – la primavera è rigogliosa, gli uccelli canticchiano, ma qualcosa, in questo quadro perfetto, stona: l’amore incerto tra Draco e Hermione. Fidanzati da anni, amanti da sempre, i due si ritroveranno a far fronte alla gravidanza – per certi versi indesiderata – della Granger, che si risolverà in un vero e autentico paradosso Kafkiano.
Non è vero che l’amore non lascia segni, anzi, lascia dei segni violenti e illusi, capaci di fissarsi indelebilmente nella carne, per sempre, lasciandoti, però, un vuoto dentro. Riusciranno i due a continuare ad amarsi, dimenticando i tradimenti passati, riponendo quegli episodi in “sbagli di gioventù” e affrontare serenamente la gestazione? Nove mesi sono lunghi, i giorni, invece, sono corti.
INTRODUZIONE SCRITTA DA Venenum
La storia è momentaneamente sospesa, essendo in fase di revisione.

Seconda classificata al
Contest "Casi&Destini" indetto da Morgana e Venenum. 
“Prenderai la rosa?”
“Te l'ho detto, Granger, non sono tipo da fiori.”

 Si erano sposati, ce l’avevano
fatta. Da quel mattino Blaise e Ginevra erano diventati ufficialmente
marito e moglie. Le fedi oro brillavano sui loro anulari sinistri,
dando prova a tutti che sarebbero stati uniti per sempre, nella buona e nella cattiva
sorte.
Prima notte di nozze di Ginny e Blaise, da "We're fucked"

Quando riaprì le palpebre, la vista di qualcosa lo folgorò. Non sapeva che ci fosse anche lei lì. Sola, appoggiata pigramente sul tavolo, il suo desiderio proibito. Era così sensuale anche se non aveva nemmeno la consapevolezza di esserlo, così invitante, appetitosa. Un vero e proprio bocconcino prelibato.

La notte è oscura, totalmente priva di luce, un gioco di ombre e nuvole che coprono il cielo ed il bagliore chiaro, confortante della luna.
La luna non c'è.

Sei entrato da quella porta oggi, in questa giornata calda di settembre, come sei entrato nella mia vita in quella afosa giornata di giugno, un anno fa.
Lì, ho capito che sarebbe cambiato tutto.
Lì, ho capito che tu avresti avuto un ruolo importante nella mia vita, e così è stato.

Era morta. Morta. Senza vita. Non c’era più.
Il suo corpo era disteso sul letto del San Mugo, coperto dal camice dell’ospedale e dal leggero lenzuolo azzurro. Ma non vi era respiro o battito ad animarlo. Perché lei era morta.