Il giovane Regulus sfiorò piano la colonna di marmo della sua Casa. Il freddo contatto con il marmo lo fece rabbrividire ma un sorriso triste si aprì sul suo volto: quella era stata anche la sua Casa, la Casa di suo padre..
«Padre » sussurrò con gli occhi lucidi, seguitando ad accarezzare quella colonna, come se potesse trasmettergli qualcosa di lui.
«Mi mancate.»

Poggiato alla grande finestra, Sisifo guardava la giovane donna venire verso la sua Casa. Fuori era notte fonda, la Luna e le stelle splendevano complici del loro sacrilegio segreto.
Sospirò. Sapeva che tutto quello era sbagliato, che era un atto di empietà verso Athena e questo lo dannava come - e se non di più - dell’idea di aver strappato quella che allora era una bambina ai suoi cari, convincendosi di aver dato inizio alla Guerra Santa.
Poteva davvero macchiarsi di tante empietà, lui, il Sagittario lungisaettante che scorge la Giustizia nelle tenebre?

Dal cap.1 ~
«Oh, ti sei svegliato »
Il biondo rivolse uno sguardo sofferente verso la figura che gli si stava facendo incontro. Riconobbe la figura di una donna alta, slanciata. I tratti delicati e lo sguardo fiero di chi otteneva ciò che voleva, sguardo di una dominatrice.
«Chi.. sei..? » rantolò il biondo accorgendosi di avere la gola secca.
«È irrilevante.. ricorda solo il mio nome, Arthur Pendragon » la donna si chinò su di lui con un sorriso maligno e malizioso «Irene Adler »
L’uomo si sporse in avanti, le mani unite sotto il mento «Chi è lei? »
Il ragazzo alzò lo sguardo lucido e determinato «Merlin Emrys »
I due presero tempo a guardarsi un momento. Sarebbe successo qualcosa, lo sapevano entrambi. Non sapevano il perché di quella reciproca curiosità ed attrazione…
«Non credi sia mio compito. Si rivolga a Scotland Yard» l’uomo si alzò e gli passò accanto, ma Merlin lo fermò trattenendolo dal polso, una stretta salda.
«Lo trovi, per favore, signor Sherlock Holmes »
[Cross-over: Merlin, Sherlock (BBC)]

Era sempre cosí tra di loro. Brutale contatto fisico.
Era da quando si erano incontrati quella volta a York Shin City che andava avanti così.
E bastava solo che i loro occhi si incrociassero per ristabilire quel contatto. Bastava un solo sguardo...
~ Ship: Kurapika x Sorpresa

Il ragazzo lo guardò, il peso di quel nome che aleggiava nell’aria.
«Ave, Caesar »
E la voce gli uscì sicura, lo sguardo fiero: l’avrebbe trattato come un suo pari. Nonostante il cuore che gli martellava nel petto, voleva mostrarsi sicuro, capace di affrontare quello sguardo autoritario ed infinito.
Cesare sorrise.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma quel ragazzino gli era piaciuto da subito. Poteva vederlo, anche lui sarebbe stato grande…
Personaggi: Gaio Giulio Cesare, Ottaviano (Augusto)
Ship: Cesare x Ottaviano

Cesare chiuse gli occhi ispirando l’aria fresca e frizzantina.
Poteva sentire, vedere, Roma risorgere dall’orrore che aveva attraversato. L’aveva vista, sentita, fiaccata, grondante del sangue dei suoi abitanti - per la seconda volta. L’aveva sentita appoggiarsi sulla sua spalla, chiedendo aiuto, pace.
« Pax tibi, Roma »
Sussurrò ascoltando la pace della città che splendeva sotto i raggi del nuovo giorno.
Roma era grande e lo sarebbe stata sempre di più, ne era sicuro.
Loro l’avrebbero aiutata a diventare grande. Loro che l’amavano incondizionatamente, loro che avrebbero fatto a pezzi tutto e tutti, che avrebbero rischiato la pelle per realizzare quel sogno. Per vedere Roma eterna..
Personaggi: Gaio Giulio Cesare; Ottaviano (Augusto)

«Miss me?»
Il messaggio apparve nitido sullo sfondo del telefonino del consulente investigativo e lui sorrise.
« Yes, I do.»
Il mittente del messaggio, il redivivo Moriarty, sorrise divertito mentre Londra cadeva in preda allo sgomento.
Se prima trovava divertente giocare con Sherlock, ora averlo come complice era anche meglio. Il detective era dalla parte degli Angeli, ma lui non lo era.
Forse era il più terribile dei demoni che cercava di sfuggire alla noia.
«I owe you a return.»

Dal cap.1 ~
Ma quello che fece appena entrato, fu solo levarsi il cappotto fradicio e sedersi accanto al camino. Sherlock era stato piú veloce di lui a riposarsi in bagno.
John sospirò, a volte Sherlock aveva i modi di una bestia. All'inizio sembrava tornarsene di tutto e tutti, dicendo tante cose terribili ed offendendo, diventando anche cattivo.
Ma col tempo, John aveva imparato a conoscerlo e sapeva che, sotto sotto, ci teneva ai suoi amici. E soprattutto sembrava tenerci particolarmente a lui. Forse un cuore umano ce l'aveva...
Ships:
John x Sherlock ~ Cap.1
Lestrade x Mycroft ~ Cap.2
Moriarty x Sherlock ~ Cap.3

Ridacchió poggiando la mano sullo specchio. Era davvero contenta di sposare Taiki. Lo amava davvero ed era stata più che felice quando le aveva fatto la proposta. Sembrava che le stelle si fossero messe a brillare per lei!
Ma c'era una cosa che non andava, che la rattristava, che la fece sospirare ed abbassare gli occhi, che la faceva sentire una traditrice.
La faceva sentire una traditrice svegliarsi la mattina e rivolgere la mente, anche solo per un secondo, ad un uomo che in una vita passata, remota, era stato suo.
Non era giusto pensarlo, né per lei né per Taiki. Ma il ricordo di quel dolce, remoto, amore non la lasciava, trasmettendole un nostalgico affetto...
{Zoisite x Ami x Taiki}

« Nervoso, tesoro? » Moriarty lo guardò sogghignando.
Sherlock si limitò a lanciargli un’occhiataccia, sistemandosi il nodo della cravatta. Seriamente, come faceva il compagno a partorire certe trovate? Sembravano esser diventati un’orrenda coppia ordinaria! Una di quelle che proprio non sopportavano...
« Oh, andiamo.. » sbuffò l’uomo che, come sempre, aveva indovinato il fulcro dei suoi pensieri « Potremo sembrare una coppia ordinaria, ma.. »
Le sue mani si intrecciarono con quelle del compagno. I profondi occhi scuri si immersero in quelli ghiaccio e per ora ostili di Sherlock. Le labbra erano a pochi centimetri dallo sfiorarsi, i loro respiri si mischiavano.
«.. a volte la vita ordinaria è divertente, soprattutto quando ti destabilizza »
Il castano ghignò ed unì le loro labbra. Anche quella poteva considerarla una sua vittoria. Era appagante sapere di poter destabilizzare Sherlock Holmes con piccole cose e quindi avere il controllo su di lui. Lo divertiva. Lo divertiva da morire.
« Questa cosa non si deve sapere in giro » mormorò infastidito il moro.

«Cosa ci fai qui a quest'ora? »
Max si strinse nelle spalle, a disagio «Gianni mi voleva far conoscere un'amica »
Takao lo guardò sorpreso «Anche a me doveva presentare un'amica! » esclamò fornendogli le mani fra le sue, facendo arrossire Max.
«Ed ha detto che è bionda con gli occhi azzu... oh » il blader si fermó di colpo.
La verità gli si palesó con forza davanti.

Sgranó gli occhi. Riconosceva quella voce, l'avrebbe riconosciuta ovunque.
Scrutó fra la gente, era impossibile che fosse stato uno scherzo della sua mente sconvolta...
« Sherlock... » sussurró scrutando fra la folla. Ma non poteva accorgersi di un fruscio, una figura controcorrente.
Scosse la testa mesto e riprese il cammino. Le lacrime gli solcavano le guance.
« Mi manchi... »

E John si ripromise che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe pianto per lui.
Non ne poteva davvero più del suo cuore che gli urlava di correre da lui. Non voleva essere più essere calpestato.
Per questo avrebbe lasciato che il tempo seguisse il suo corso ed avrebbe messo a tacere il suo cuore.
Avrebbe messo a tacere tutto quello che provava – perché sì, nonostante tutto, nutriva affetto per lui! -, amicizia, affetto.
L’avrebbe fatto per sé stesso e per riprendere in mano la sua vita. Ormai aveva deciso e nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.

Dal cap.1 ~
" - Signora e signor Mizuhara - esordí Takao serio e teso come una corda.
Era seduto sulle ginocchia, ma ciò che più di tutto stupì i presenti, fu la posizione di supplica che assunse.
- Io... vorrei il vostro permesso per aver la mano di vostro figlio! - esclamò tutto d'un fiato.
Era nervoso. E se non avessero accettato? Se non avessero voluto?
Li avrebbero separati...?"

Gli occhi onice scorrono velocemente da una parte all’altra della magione, alla ricerca della prossima vittima.
Oh povero sciagurato… non sai che fine ti aspetta! Non puoi fuggire dal tuo carnefice
Non puoi sfuggire alla lama che affonderà nella tenera carne umana.
Non puoi sfuggire allo sguardo folle, sadico, instabile del tuo aguzzino.
Dovrai pagare con la vita il tuo errore…