“Non è serata, Evidenziatore, torna un’altra volta”.
Osservai quell’energumeno che avevo avuto la sfortuna di incontrare: i capelli in disordine e un orrendo paio di occhiali con le lenti spesse era appoggiato sulla fronte, tenendo quei ciuffi rosso vermiglio alzati verso l’alto; la maglia sporca di nero, pantaloni neri, scarponi neri. Praticamente avevo davanti a me l’Uomo Nero in persona.
Avrebbe potuto spaventare i mocciosi qui intorno.
*
Ecco, lui sembrava infiammato. Costantemente. Sembrava sempre avere qualcosa da dire, da fare o da vedere; non stava mai fermo e si muoveva in continuazione; a volte sembrava calmarsi ed essere colto da un’improvvisa quiete e sonnolenza, ma si riprendeva subito dopo; adorava i fuochi d’artificio e il fuoco lo affascinava. Diceva che era caldo, e quindi apprezzato dalle persone, ma allo stesso tempo temuto perché poteva bruciare e fare del male. Questi aspetti contrastanti gli piacevano immensamente, tanto da suscitare anche la mia curiosità e facendo si che, ogni volta che passava, mi ritrovassi chino sul bancone ad ascoltare le sue stramberie per nulla annoiato.
Ace era certamente così: bello, scoppiettante e caldo. Era il fuoco.
*
Kidd/Law. Ace/Marco. Penguin/Killer. Accenni Zoro/Nami.

Cosa succederebbe se due Supernove di nostra conoscenza venissero invitati ad uno show televisivo...per essere messi sotto torchio riguardo il quantomai bizzarro rapporto che condividono? Semplice: disordini, rivelazioni e tante stranezze! Signore, benvenute a OTP!

Haruka non vuole che arrivi il momento di avere una ragazza. Non gli importa niente di appuntamenti e cose del genere, sta bene così.
Non vuole che qualcuno sia così vicino da interferire con la sua sfera intima, con le sue consolidate e buone abitudini, e finisca per invadere lo spazio nel quale si muove.
A parte Makoto.

Law sedeva con calma sul gradino della veranda di una delle case del luogo, masticandosi il labbro e cercando di sembrare il più indifferente possibile. E stava facendo anche un ottimo lavoro, dato che nessuno si era ancora fermato per fissarlo.
Quando aveva scelto quel particolare tipo di stivali, aveva ignorato l’avviso della commessa riguardo ai tacchi. Erano solo 5 cm. In senso medico, avrebbe dovuto preoccuparsi della distorsione della spina dorsale solo se fossero stati più alti di 7 cm e mezzo. Ora, tuttavia, stava pentendosi amaramente di non avere ascoltato.
Tutti i diritti su questa fanfiction sono di SilverEternity, a me va solo il merito di averla tradotta in italiano... Enjoy peeps!

Era una settimana che non aveva un caso decente, così si era cimentato in un nuovo promettente esperimento: ogni notte, sottoponeva un ignaro e dormiente John a vari esperimenti per testare la sua fenomenologia. Inutile dire che l’esperimento stava portando a risvolti inaspettatamente interessanti.
Tre notti. Un taccuino. Uno Sherlock che non ha nulla da fare se non compiere esperimenti su di un dolce e addormentato Jawn.
Note: Johnlock, fluff

Plot: Kurt Hummel è vittima del bullismo di Dave Karofsky e, quando riceve una minaccia di morte, decide di trasferirsi alla Dalton Academy, dopo aver conosciuto Blaine Anderson, più che disponibile ad aiutarlo ad affrontare i suoi problemi, ed essersene invaghito.
Ma quando arriva alla Dalton, Sebastian Smythe, un Usignolo inusuale, lo accoglie in maniera decisamente particolare e si propone per offrirgli il suo aiuto.
Alla fine, ci sono dieci cose che Sebastian Smythe può insegnare a Kurt Hummel, ma ci sono anche dieci cose che Kurt Hummel può insegnare a Sebastian Smythe.
Dal Prologo:
“Sei vergine, vero?”
Si sentì morire.
Come si permetteva di parlare con lui di … quelle cose, così intime, e neanche in senso generico e … la sua mente fu totalmente scombussolato da quell’argomento. Non ci pensava neanche solitamente, allontanava quei pensieri sul nascere, non voleva averci a che fare e lui non poteva pretendere di … insomma, non doveva permettersi.
“Io-non-tu-“ Balbettò confusamente, spostando il volto per sfuggire alla sua carezza, ma le dita di Sebastian lo raggiunsero di nuovo senza esitazioni, a differenza della voce tremante con la quale Kurt stava tentando di dire qualcosa di sensato; [...]
“Sei vergine, sì.”