Flashfic partecipante alla "Multifandom Challenge" del gruppo Fb "Fanfiction Challenges"
"Quello che fra loro, però, era maturato più di tutti, era stato Harry. Forse perché lui era il più piccolino, e doveva ancora imparare molte cose, ma in quelli anni Harry aveva subito dei cambiamenti epocali.
Certo, si sentiva sempre un piccolo bruchino in mezzo a grandi folle, e non capiva come mai tante ragazze si fossero pazzamente innamorate di lui. Ne era sicuramente lusingato, ma non si sentiva così speciale.
C'era un solo momento in cui il bruco diventava farfalla. Il momento in cui due paia di occhi, i più importanti per Harry, lo guardavano."

"Il Natale odorava di speranza, di freddo, e di cannella. Sì, perché sua nonna, ogni anno, in barba alle tradizioni di chi diceva che l'unico dolce da mangiare a Natale era il Panettone, preparava ogni anno dei biscotti alla cannella che erano la fine del mondo. L'impasto era morbido, e sulla cima si trovavano delle piccole scaglie di zucchero che era stato caramellato, e poi raffreddato. Avrebbe ucciso per riuscire a saper fare dei biscotti come faceva sua nonna. "

“Alle scale piace cambiare.” - Cedric ricordava come se fosse ieri il giorno in cui il prefetto di Tassorosso glielo aveva detto per la prima volta, al suo primo anno.
Il momento in cui tutto era cambiato. Da ragazzino timido e impacciato con un gran cuore, Cedric era diventato uno studente della più grande scuola di Magia del mondo.
L'idea lo terrorizzava, non si sentiva all'altezza. E se ne era reso conto solo su quelle scale. E ora, dopo sei anni di permanenza stabile in quell'immenso edificio, si ritrovava esattamente al punto di partenza. Su quelle strane scale a cui piaceva cambiare. Anche i sentimenti provati dal timido bambino di qualche anno prima non erano cambiati. Cedric era terrorizzato da qualcosa di più grande di lui: il Torneo Tre Maghi."

"Pansy Parkinson aveva una famiglia difficile alle spalle composta da un padre troppo assente, e una madre con le convinzioni peggiori. Fin dalla tenera età a Pansy era stato insegnato a guardare storto le persone diverse da lei. I Nati Babbani, i Mezzosangue, i Babbani stessi.
Pansy Parkinson non amava sé stessa. Non l'aveva mai fatto. Il doversi vedere ogni mattina allo specchio le provocava disgusto, non era il tipo di ragazza che piaceva all'altro sesso, con la sua fronte troppo alta, e l'espressione troppo arcigna. "
"Perché Draco Malfoy conosceva l'amore, sebbene nella sua vita ne avesse ricevuto poco. Vedeva l'amore tutti i giorni camminare nei corridoi della sua scuola, nella Sala Comune dei Serpeverde, in Sala Grande.
Draco Malfoy adorava il marrone. Il marrone dei suoi capelli, così lisci e perfetti. Quei capelli che ogni tanto si sentiva sul viso quando lei lo abbracciava.
Draco Malfoy alla fine era timido. Non riusciva a dichiarare i suoi sentimenti, anche se sapeva benissimo che probablmente erano ricambiati. "

"Per amore di Rose, Scorpius avrebbe fatto tutto. Tutto ciò che gli era possibile, e forse anche di più. Ma quel piccolo particolare era fastidioso. Comprare una casa era stato necessario. Casa di Rose era sempre piena. Piena di amici, parenti, cugini, vestiti di Ron sparsi ovunque, e piena delle grida di Hermione. Piena di odio nei confronti di Scorpius da parte di chiunque facesse Weasley di cognome, ad eccezione per Rose, ovviamente, e per Hugo. E casa di Scorpius, beh, Rose preferiva metterci piede il meno possibile. Elfi domestici, antiche cianfrusaglie, Malfoy sempre troppo arrabbiato, e commenti continui sul valore del suo sangue non erano certo tutto ciò che lei desiderava."

"Blair non aveva mai pregato sul serio. Non in modo così devoto.
Non aveva mai dovuto pregare per nulla, Blair. Per nulla che amava almeno.
Ma amava Chuck più di sé stessa, e se c'era un modo per porre fine a questa sofferenza doveva tentare."

"Harry era la sua ancora di salvezza nei momenti di sconforto, era la casa che avevano deciso insieme di comprare, appena accanto alla casa dove i suoi erano morti a Godric's Hollow.
Harry era il dolore di dover dire a Ron che fra loro non ci sarebbe stato niente, perchè lei amava un altro ragazzo, aveva sempre amato un altro ragazzo.
Harry era il viaggio che avevano fatto in Cornovaglia, pochi giorni dopo essersi messi insieme, in cui la maggior parte del tempo l'avevano passata a baciarsi su una scogliera fra gli spruzzi del mare, ed il vento nei capelli."

"Il fatto che quella ragazza le avesse salvato la vita, comunque, rendeva Haymitch inquieto come non mai. Avrebbe dovuto ricambiare il favore prima o poi, ed un'alleanza con lei sembrava la cosa migliore da fare in quel momento.
Con la sua scaltrezza, e la velocità di lei, sarebbero stati un duo senza precedenti.
Peccato che non ci sia spazio per due, negli Hunger Games. Il vincitore deve essere uno."

"Stefan pensava ad Elena costantemente. Ogni momento della sua vita che passava a pensare a qualcos' altro che non fosse lei, sembrava sbagliato. Elena era stato, era tuttora, e sarebbe sempre stato l'amore della sua vita."
"Elena non voleva pensare a Stefan, ed ogni volta che il suo cervello provava a mettere insieme un ricordo della sua vita mortale lo ricacciava indietro."

I suoi occhi erano spenti, non erano più colorati di un azzurro acceso e splendente, ma piuttosto sembravano candele appena prima di spegnersi.
Percy sapeva anche che sarebbe toccato a lui andarla a consolare, dopotutto quello che avevano passato nell'ultimo periodo li aveva legati con un legame che, tutti e due lo sentivano, non si sarebbe più spezzato.
“Andiamo” - pensava il ragazzo - “Hai affrontato molto di peggio in queste ultime settimane di una ragazza triste e irritabile.”

"Era solo uno spicchio della Luna che era una volta adesso. Svuotata, lasciata al suo destino, non curante di ciò che la circondava, se non per la scuola e la sua famiglia. Tutto il mondo gravava sulle sue spalle, e lei, povero Spicchio di Luna, non riusciva a sopportarlo. Era fragile, per ora se l'era cavata alla meraviglia, ma si sarebbe spezzata presto."

"Ron non meritava di essere lasciato, ma Hermione stava cambiando, le sue necessità stavano cambiando. Stava crescendo. E Ron non sembrava farlo con lei. Quindi per almeno un anno la giovane, ormai ex, Grifondoro, si districava fra le uniche due cose che le davano conforto. Studio ed Harry, studio ed Harry, studio ed Harry, come una sinfonia conosciuta e rassicurante."

Nessuno mi chiede la ragione per cui non riesco ad andare avanti normalmente nella mia vita dopo la morte di Fred.
A loro sembra strano che io preferisca chiudermi in casa, invece di accettare le loro offerte ad uscire, ogni tanto.
Tutti i miei fratelli sono stati male per la morte di Fred, ma sapevano che il mio legame con lui era diverso.
Era più profondo. La sintonia che c'era fra noi si poteva percepire ad ogni sguardo, ad ogni movimento, ad ogni parola.

D'improvviso però, accadde un avvenimento che non si presenta nelle normali fiabe che Bella era abituata a leggere fin dall'infanzia.
Edward se ne andò, senza lasciar traccia, disse che avrebbe fatto in modo di non essere mai esistito nella sua vita.

"Amore, hai detto che Luna non poteva venire stasera vero?" - chiese Hermione a Ron.
"No, ha detto che domani usciva un'edizione strordiaria del Cavillo e quindi doveva aiutare suo padre a finire ogni cosa in tempo necessario." - rispose il rosso - "Perchè?"
"No, niente, pensavo.." - rispose Hermione, scambiandosi una complice occhiata con Harry. Sicuramente anche lui aveva capito che qualcosa non andava.