01. [Trincea][Un Nibbio] [Prussia;N.Italia]
02. [Calore][Una Gabbia][Oc!Siberia;Oc!Alaska]
03. [Riflesso][Per un milione d'anni -amata- maledetta][Oc!Terni;Oc!Perugia]
04. [Cravatta][Mrs. Bitch][Genderbender!Francia;Genderbender!Spagna]
05. [Mura][Secchi di sassi][Lituania;Polonia;Russia;Oc!Siberia]
Sai quante lingue parlano queste mura?- domandò. Lituania scosse la testa e Siberia lo guardò – Ne parlano più di cinquanta.
- Davvero?
- Già.- Siberia si voltò, dandogli la schiena – Riescono ad urlare anche in lituano, a quanto pare.
Lituania abbassò il capo, osservandosi le scarpe. – Non smetteranno di gridare in lituano finché non smetteranno di farlo anche in polacco.
- Allora grideranno per molto tempo.-

- Hai un ultimo desiderio, État français?- domandò Francia poggiandole la bocca del mitra sulla nuca candida dalla quale aveva spostato i corti ricci.
- Dio abbia pietà della mia anima. Anche se forse non lo merito.
- Adieu, ma soeur.
Vichy sorrise, anche se Francia non lo vide. America entrò di corsa non appena sentì lo sparo. Colpì con i piedi il cappello cremisi.
[Oc!Regime di Vichy]

Bérénice e Natal piangevano abbracciati, in fondo alla stanza. Ma a Carlo in quel momento non importava.
Per la prima volta nella sua [non]vita stava piangendo abbracciato a qualcuno e in più quel qualcuno era Emauele.
Era un momento memorabile, no?
[Oc!Ossola][Oc!Salò][Menzionamento di Oc!Regime di Vichy e Oc!Spagna Franchista. Evviva la precisione!]

- Lituania…- mugolava con la testa reclinata sul cuscino e gli occhi semi chiusi – Lituania, sto per cadere.[...]
- Dove state cadendo, signor Russia?
[light lemon] [al diavolo i generi!Decidetelo voi cos'è, dannazione!]

Alaska chiamò Canada agitando una mano, invitandolo a sedersi con lei e Siberia.
Canada sorrise, non riuscendo a fare a meno di chiedersi come le due donne potessero trovare divertente un pic-nic fatto sul terreno innevato.
Nonostante tutto si sedette sulla coperta, sfiorando con le dita i fiorellini ricamati che l’adornavano.
Prese la tazza blu che Alaska gli porgeva e sorseggiò il the caldo osservando le due donne parlare fra loro.
(Oc!Alaska, Oc!Siberia, Oc!Kaliningrad)
{Quarta classificata al Concorso "Nazional Geografico" indetto da SillyHatter.}

- Sai, Ossola, mi piacciono i tuoi occhi. – Salò spostò il coltello dal suo collo al suo viso, lasciandolo scivolare sullo zigomo. – Sono belli. Color fumo, direi.
- Sono grigi.
- Anche il fumo è grigio. Hai presente quello che viene dalle ciminiere?
- Non sto neanche ad immaginare quali ciminiere intendi, Salò.

- Nel fascismo è la salvezza ♫ - con una pedata spalancò la scalcinata porticina. Un gruppo di uomini si voltò di scatto per guardarlo.
Si tolse dalla spalla il fucile e sorrise allegramente - Della nostra libertà ♫
Uscì dalla baracca poco dopo. Nell’aria aleggiava un odore forte di polvere da sparo e sangue.
Germania lo fissò – Sei sporco si sangue sulla faccia, Salò.
Oc!Salò

- Калинингра́д…!
- Non mi chiamo così.
Sbottò il bambino, continuando a dargli le spalle e affondandosi le mani in tasca.
- Il mio nome è Königsberg, che ti piaccia o no, Russia.
Russia/Oc!Kaliningrad

Prussia non era arrabbiato. Non era neanche triste o depresso, in fondo.
Solo che non si riconosceva più.
Ed era anche ovvio: come riconoscere il grande generale, il riformatore, il conquistatore, l’uomo che era passato dall’essere niente all’essere un impero in quel ragazzo solitario ed irritante, gonfio di birra, ira e belle speranze andate a farsi benedire?

Ricordava la storia di ogni ferita, una per una. Le vittorie, le sconfitte, le “tecnicamente vittorie” e le “abbiamo perso troppi uomini per considerarla una vittoria”.
Sorrise poi, passando le dita sulla cicatrice che spiccava più di tutte. Era un segno irregolare e profondo, ad uncino.
“ Un segno a P.”
Si corresse, seguendo la curva della lettera. Non aveva mai capito se aveva vinto o perso quella battaglia, ma il fatto che non avesse tutto il nome di quello stronzo scritto sul pube gli faceva pensare di aver vinto.
O, almeno, di non aver perso.
Nella sua stanza non c’erano cadaveri né odore di sangue, né polvere da sparo e nuvole biancastre di pulviscolo.
Sorrise al suo stesso volto, scivolando in ginocchio sul tappeto. Slacciò e abbassò leggermente i pantaloni per poter vedere meglio la cicatrice.
Sentì le dita inguantate stringersi al suo collo e il fiato caldo ed acido andare a sbattere sul suo viso. Vide i denti serrati in un ghigno soddisfatto.

Perché non ridi America?
Sussurrava una voce roca nella tormenta di neve. America si voltò, cercando freneticamente con lo sguardo la fonte di quella voce.
- Chi c’è là?!
Perché non ridi?
Dovrebbe essere divertente, dovresti ridere.
- Cosa dovrebbe essere divertente?!

Ancora steso sul letto, vedeva Feliciano alzarsi e dirigersi in bagno. Tornava poco dopo, ancora splendidamente nudo e cominciava a raccogliere i suoi vestiti. Lo guardava rivestirsi con calma e tranquillità, seguendo con gli occhi i movimenti delle dita mentre chiudevano la camicia, allacciavano la cravatta, stringevano i lacci delle scarpe.
Poi Feliciano si chinava verso di lui e lo baciava sulla fronte. E Ludwig si sentiva sprofondare nel profumo di Feliciano, perché se quel profumo era forte mentre facevano sesso in quel momento era a dir poco intossicante.
[Messaggio dall'illustre Akrois: perchè non sò mai scegliere i generi? ç_ç]

Lui e lei sono seduti uno davanti all’altra.
Lui mette lo zucchero nel caffè, mentre il TG dà la notizia di un nuovo attentato in Afganistan.
Lei taglia il pane, mentre il TG dice che c’è un’epidemia di malaria in un qualche paese dell’Africa.

[Perchè i panni sporchi, si lavano in famiglia]
ci è dato sciegliere tutto, nella vita.
solo una cosa non potremo mai e poi mai, cambiare.
la nostra FAMIGLIA.
[ - Yuri-Chan, è normale che tu sia preoccupata per Haruka…
- Chi sarebbe preoccupato per chi? Io mi preoccupo solo per la condizione politica mondiale, sai? ]

C’era una volta, un dio che si sentiva un pò solo ed una bambola senza vita.