Ianthe
Membro dal: 09/05/05
Recensore Junior (95 recensioni)

Non scriviamo perché vogliamo,
scriviamo perché dobbiamo.
(Somerset Maugham)


Sono una lettrice compulsiva e onnivora, un'aspirante scrittrice perfezionista e una procrastinatrice ai massimi livelli.


Ho iniziato a leggere in età prescolare e da allora ho vissuto con il naso sempre immerso ogni volta in una nuova storia. A quanto racconta mia madre, ho invece iniziato a inventare storie tutte mie prima ancora di imparare a leggere, ma per molto tempo queste sono rimaste chiuse nella mia testa o raccontate a voce, almeno fino a quando non mi sono resa conto che metterle per iscritto era l'unica cosa che sentivo davvero di voler fare nella mia vita.

Ho scoperto l'esistenza delle fanfiction a circa undici anni, grazie dapprima al fandom di Buffy (per nulla adatto alla mia età, lo so) e infine a quello di Harry Potter, ed è proprio in quest'ultimo che sono rimasta quasi in esclusiva per moltissimo tempo. Il mondo delle fanfiction mi ha dato tantissimo e ha contribuito – tanto quanto i romanzi che ho letto – a farmi crescere come persona e a rendermi la lettrice e la scrittrice che sono oggi.
Quando ho sentito, forse per insicurezza (o forse per uno sprazzo di saggezza), di non essere ancora matura abbastanza da condividere storie originali completamente mie, sono state le fanfiction e EFP a fornirmi uno spazio sicuro e meraviglioso dove poter muovere i miei primi passi nella scrittura, potendo contare sul confronto diretto coi lettori e su tutti quei mondi e personaggi già esistenti con cui poter 'giocare', in attesa di sentirmi infine pronta a mettere su carta i miei. Non posso esprimere a parole quanto io sia cresciuta grazie a tutto questo.

In seguito, una decina di anni fa, una serie di motivi mi ha spinta ad abbandonare poco a poco, senza che fosse una scelta cosciente, il sito EFP – e la lettura di fanfiction italiane in generale.

In quello stesso periodo ho scoperto l'enorme numero di fanfiction in inglese là fuori, milioni di storie scritte da persone provenienti da tutto il mondo, con bagagli culturali molto differenti e tutta un'enormità di nuove idee e topoi che non avevo mai visto nel fandom italiano. Sono stati per me anni di ulteriore crescita, anni in cui ho scoperto nuovi fandom e ho visto cambiare poco a poco i miei gusti come lettrice – e come scrittrice.
Sono cresciuta e maturata sotto tutti gli aspetti, scrittura compresa ... ma era una crescita di cui ero l'unica consapevole, perché per decenni non ho più condiviso sul web nulla di mio.

Poi, da qualche anno a questa parte, ho capito di essere finalmente pronta.
Sono pronta a scrivere di nuovo per un pubblico e, ancor più importante, sono pronta a scrivere anche quelle storie originali e completamente mie che finora non ero stata a mio agio nel condividere col mondo.

Ho sentito inoltre il bisogno di tornare a leggere e scrivere sui siti italiani, di ritornare a far parte di una comunità di scrittori/lettori in cui non ci sia più l'ostacolo della lingua straniere a costringermi al ruolo di lettrice silente. Voglio tornare a confrontarmi attivamente con gli altri, come lettrice e come autrice.
So che non sarà un processo facile né veloce, perché ci sono tantissimi autori e storie nuovi da scoprire che per me sono totalmente sconosciuti, e al contempo molti vecchi amici di EFP si sono ormai allontanati dal sito (come d'altronde io stessa ho fatto fino a poco tempo fa). Eppure poco a poco, un giorno alla volta, spero di riscoprire le nuove piccole gemme pubblicate su EFP e ricominciare a sentirmi a casa come una volta.

Tirando le somme, posso quindi dire che questo mio account ha avuto due incarnazioni precedenti, esemplificate dai due nickname che ho avuto in passato.
Il primo apparteneva alla me ancora bambina e inesperta che muoveva i suoi primi traballanti passi nel mondo delle fanfiction; l'altro apparteneva alla me adolescente che oscillava tra la convinzione di sapere già tutto e le insicurezze di chi deve ancora crescere davvero.
Spero che questa terza incarnazione sia l'inizio del percorso della me lettrice/scrittrice adulta, quello che compio con passi già sicuri, pur non sapendo ancora dove mi condurrà.


🖋️ Cosa leggo/scrivo :
Sono una lettrice onnivora e una scrittrice dall'ispirazione altrettanto eterogenea, pur se con una predilezione per gli storici, i fantasy (nelle più svariate eccezioni) e i gialli/thriller, il tutto con un immancabile tocco di romance.
Per quanto riguarda le fanfiction non originali, in passato il fandom di Harry Potter è stato sicuramente quello che ho frequentato di più (e l'unico per cui ho scritto in modo continuato), anche se come lettrice ne seguo molti altri – troppi per elencarli tutti – e non è escluso che in futuro decida di pubblicare qualcosina anche lì.


🖋️ Cosa apprezzo in una storia :
La cosa fondamentale è un ottimo stile di scrittura (mi dispiace ma il solo contenuto NON vale più della forma), profondità psicologica con una buona caratterizzazione dei personaggi, coerenza narrativa e, infine, un worldbuilding intrigante e ben gestito. Parodie comiche a parte (che possono permettersi di stravolgere questi elementi allo scopo di far ridere), credo che ogni buona storia dovrebbe possedere tutte queste caratteristiche.
Ho inoltre un amore speciale per la tipologia di fanfiction non originali "Fix-it" (soprattutto le Time Travel Fix-it) e per le "Canon Divergence/Rewrite".


Cosa NON leggo :
Innanzitutto, le storie scritte davvero male – nella grammatica, nello stile ancora acerbo oppure per l'incoerenza e immaturità nella gestione della trama. Non dubito che le persone mettano impegno anche in questi tipi di storie, ma la vita è semplicemente troppo breve per perdere tempo leggendo storie scritte male.
Per quanto riguarda, nello specifico, le fanfiction "non originali":
● non amo l'OOC se non giustificato dal canon divergence
● leggo poco le "AU - Modern Setting", visto che le varie ambientazioni sono di solito parte del motivo per cui mi innamoro di un fandom e ho quindi pochissima voglia di abbandonarle
● nel fandom di Harry Potter non leggerò mai Dramione, Tom Riddle/Hermione e soprattutto Snarry (Piton/Harry). Mai.
Facendo un discorso più generale, non amo:
● i finali aperti e l'angst portato a un livello eccessivo
● le relazioni toxic dove alla fine tutto si perdona "per amore" – anche nelle storie di fantasia, l'amore può farci perdonare molte cose ma non tutto, deve esserci un limite oltre il quale perdonare vorrebbe dire non amare e rispettare noi stessi/e
● le storie di amnesia (sì, questa è strana e molto specifica, ma non saprei spiegarla meglio se non dicendo che le amnesie come plot twist mi infastidiscono a livelli assurdi).

Infine, voglio spendere poche righe per fare una piccola riflessione su come, nel tentativo di creare protagoniste e personaggi femminili forti, si sia spesso dato un modello altrettanto esasperato e negativo con cui forse sarebbe proprio ora di darci un taglio: le protagoniste femminili "not like other girls" . Quelle forti perché "diverse" dalle altre ragazze sciocche e superficiali, quelle belle ma che (al contrario delle rivali) non sanno di esserlo perché sono umili e/o non danno peso a queste cose ... eppure mi chiedo, perché la forza di una protagonista femminile deve esprimersi sempre a discapito delle altre donne che la circondano?
Quando ero una bambina, da topo di biblioteca un po' maschiaccio quale ero, sentivo che nei libri che leggevo non fossero mai presenti personaggi femminili in cui potermi rispecchiare: nessuna piratessa, maga o guerriera che non si rivalesse, prima o poi, interesse amoroso, personaggio secondario inutile o perfino damigella in pericolo. Sono stata felice di crescere e vedere le cose cambiare, felice di vedere un numero crescente e sempre più ampio di storie in cui si prendeva atto che le donne non sono ornamenti né fragili essere indifesi e riescono a salvarsi anche da sole. E poi, in qualche modo, mi sono accorta di come lentamente anche questo fosse stato deformato in un eccesso di tipo opposto.
Nei romanzi (ma anche nei film e nelle serie tv), sempre più spesso, una donna per essere forte deve essere "not like other girls": deve essere bella ma non sapere di esserlo, sexy ma involontariamente e senza prestare reale cura al suo aspetto, deve essere una combattente e quindi non avere tempo e/o interesse per sentimenti, relazioni, feste e bei vestiti ... e in tutto questo c'è sempre quel ritornello sottinteso "lei non è come le altre ragazze, lei è speciale".
Il problema è che così facendo abbiamo scambiato un modello ideale di personaggio femminile con un altro, ma alla fin fine resta il fatto che solo una tipologia di donna viene considerata forte e degna di essere protagonista, esiste un solo e unico modello "giusto" di strong female character ed è quello che esiste per opposizione alle altre. Mettiamo insomma delle condizioni alla capacità delle donne di essere protagoniste (per essere forte "lei non è come le altre"), ma sono condizioni che in realtà non hanno nulla a che fare con la forza: maschiaccio o principessa, secchiona introversa o popolare amante delle feste, non determinano la forza d'animo, il coraggio, l'intelligenza, la resilienza e la tenacia di un personaggio femminile e questi sono i veri attributi che fanno un carattere forte.
Quindi forse è il momento di dire basta all'idea che una protagonista forte possa essere creata solo puntando il dito verso gli altri personaggi femminili e dicendo che valgono di meno perché non corrispondono al nostro ideale; basta creare un modello femminile "superiore" che si contrappone agli altri. Se vogliamo demonizzare un personaggio e contrapporlo alla nostra protagonista femminile, abbiamo cattiveria, egoismo, invidia, odio, rancore e tante altre caratteristiche negative a cui attingere, e queste non appartengono solo a un modello di persona ma praticamente a tutti, femmine e maschi. E ricordiamoci che, così come succede coi personaggi maschili, esistono milioni di tipologie di "strong character", milioni di modi di essere forti.


Gli autori più originali non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo,
ma perché mettono ciò che hanno da dire
in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima.
(Wolfgang Goethe)

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