“Questa è la Coppa Lunare: può condurre il mondo verso la pace o la distruzione totale, i suoi poteri non conoscono limiti.” La mia voce si fonde con quella della creatura che ha occupato i miei pensieri, al punto da non essere certa di chi abbia effettivamente parlato.
Prendila, Sailor Pluto! Afferrala e diventerai la creatura più potente dell’universo!
Episodio 111, La coppa lunare, 740 parole

«Ti prego Haruka, resta con me…»
«Sei un angelo?»
«No, Haruka… sono solo Michiru.»
«Scusami, Michiru…»
«Non parlare Haruka, consumi troppe energie. Cerca solo di restare vigile, guardami ti prego!»
«Sei bella come una dea…» La voce si fa sempre più flebile ed impercettibile.
Continuo ad osservare nervosamente l’orologio del mio cellulare, anch’esso drammaticamente macchiato di sangue.
«Haruka, ti prego, resta con me!»
Un sospiro profondo lascia le sue labbra e un sorriso le compare in viso.
Chiude gli occhi e rilascia ogni muscolo del suo corpo, interrompendo il debole movimento del petto che mi indicava che un barlume di vita scorreva ancora dentro di lei.
Rimango pietrificata a terra, le mie mani completamente imbrattate di sangue e di impotenza.
L’unica cosa che riesco a fare è piangere. E sperare.
 

“Parlami dell’amore tra umani, ti prego.”
La tua mano si avvicina al mio viso, accarezzandolo delicatamente.
“Sei… caldo.”
Sorridi e i tuoi occhi si riempiono di tenerezza.
Mi attiri a te, cingendo il mio gelido corpo in un abbraccio di fuoco, le cui fiamme mi avvolgono senza farmi male.
Posi le labbra sulle mie e la tua lingua scivola nella mia bocca con una delicatezza infinita.
“Questo si chiama bacio.”
Racconto di un incontro clandestino tra la sirenetta Ariel e il principe Eric.

Mi preparai a lungo quella sera e, mentre mi stavo spazzolando i capelli, Neptune mi raggiunse nel mio alloggio.
“Il mare mi racconta del tuo cuore in subbuglio, Pluto.”
Istintivamente abbassai lo sguardo e lei, con la sua grazia disumana, accarezzò la mia guancia sfilandomi la spazzola di mano.
“I tuoi capelli sono meravigliosi…” sussurrò delicatamente, mentre creava la crocchia con movimenti precisi, sulla sommità del mio capo.
“Il cuore ci mette spesso davanti a decisioni difficili, amica mia: devi scegliere se seguirlo o ascoltare la testa.
Guarda nel mio Specchio, Pluto e dimmi cosa vedi…”
Prima classificata al contest "Buon compleanno anime e manga!" di bakakitsune.

Non camminare con le dita rivolte all’insù.
Non tenere con ostentazione i calcagni sospesi a mezz’aria.
Non muovere le vesti, una volta seduta.
Non muovere i piedi, una volta coricata.
Prima classificata al contest "Pacchetti e stagioni" valutato da darllenwr.

1. Seduzione.
2. Possesso.
3. Dolore, dolce dolore.
4. Passione.
5. Sorrisi.
6. Gabbie.
7. Gelosia.
8. Cecità.
9. Profumi.
10. Inevitabilmente.
Terza classificata al contest "Brevi... anzi, brevissime!" di adamantina.

“Due donne che si amano vanno contro ogni principio della morale, quindi dubito che saresti sola.” Sussurri ridendo. “E poi non mi importa del paradiso.”
La mia espressione sbigottita ti fa sorridere ancora, e non riesco a non pensare ogni volta, a quanto sei bella col sorriso sulle labbra.
“Perchè non ti interessa del paradiso?”

Perchè mi trovo al New Jersey State Lunatic Asylum?
Seconda classificata & premio "miglior stile" al Flash Contest "Incubi Notturni" di ContessaDeWinter

Avvinghio le gambe attorno a te per permetterti di scivolarmi dentro completamente, di affondare totalmente nella mia anima.
Fanne ciò che vuoi Haruka, ormai appartiene a te.
Questa storia partecipa al contest "A colpi di lemon" organizzato da Akiho87

Mi godo la leggera brezza della sera, il gomito appoggiato e la mano a reggere la mia guancia.
Un altro tiro.
Quanto sei bella dopo che abbiamo fatto l’amore, quando mi rubi la sigaretta di bocca.
La accendo solo per fartela prendere, lo sai?
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello.
Vorrei ignorarlo, solo per gustarmi gli ultimi istanti di questa meravigliosa musica che mi ricorda te.
Seconda classificata al contest "Opere d'arte in frasi" organizzato da Jo_gio17

L’ho capito quando i miei occhi hanno incrociato quelle iridi verdi.
L’ho capito quando, passandomi l’accappatoio, le nostre mani si sono sfiorate e il mio corpo è stato attraversato da un brivido.
Non si può contenere il mare.

Amare non significa "dare una spiegazione ad ogni cosa" ma spesso significa aspettare, rispettare il silenzio, non infrangere un prezioso istante di solitudine con i nostri pensieri.

"E’ una donna.
Un altro brivido mi scuote.
Rivolgo il viso al bollente getto d’acqua sperando che mi purifichi dal tumulto che sento dentro.
Prendo dell’altro bagnoschiuma nel palmo della mano e riprendo il massaggio da dove l’ho interrotto.
L’addome, il ventre.
Decido di passare alla schiena.
L’aroma di lavanda mi circonda, accompagnato da pensieri che non dovrei avere."