A volte basta un semplice sogno per risvegliare sentimenti che si credevano sopiti.
Perché non sempre "lontano dagli occhi" significa anche "lontano dal cuore"...
Sorridi intenerito nel notare che Jack non è cambiato affatto, in tutti questi anni: stessi capelli bianchi e spettinati, stessa risata cristallina, stessa espressione dolce e scanzonata al tempo stesso.
E stessi, incredibili, occhi azzurri, che adesso ti stanno osservando con interesse.

Non sempre la vita ti permette di essere te stesso: a volte sei costretto a mostrare al mondo una forza che non riesci ad avere.
E a nascondere il dolore dietro una maschera.
E stavolta è lui a baciarlo.
Lo bacia per ripicca, lo bacia per risposta ad una sfida immaginaria, lo bacia perché ha un fottuto bisogno di scaricare tutta la tensione accumulata in quei giorni infernali e qualcosa gli dice che non è saggio prendere a pugni un procuratore nell’aula di un tribunale.
[Storia partecipante al contest Angst vs Fluff [Contest a squadre di edite e inedite] indetto da Claire roxy sul forum di EFP]

Cento drabble su Future Trunks, sulle direttive della Big Damn Table.
Cento frammenti di una vita travagliata, di un cuore sempre in bilico tra passato e futuro.

Una Big Damn Table un po' particolare, che proverà a cogliere un frammento (uno soltanto) di cento diversi personaggi del fantastico manga che è One Piece.
Alcuni di questi saranno personaggi "famosi", altri si sono incontrati soltanto di sfuggita, ma tutti loro avranno l'occasione di raccontare qualcosa di sé.

Storia partecipante alla sfida 1frase indetta da LiveJournal
Cinquanta frasi su cinquanta temi diversi, tutte incentrate sulla coppia Castiel/Nathaniel.
#10 – Sguardo
Nonostante ci avesse riflettuto parecchio, Nathaniel davvero non ricordava quando aveva iniziato a considerare lo sguardo corrucciato di Castiel sexy e non irritante.

Perché non tutti gli eroi muoiono combattendo sul campo di battaglia.
Con la piena disapprovazione di Multani, Rofellos insegnava allegramente agli elfi di Yavimaya le parole più rudi e scortesi mai proferite a Llanowar.
Liberamente ispirato al gioco di Magic: The Gathering

Undici piccoli scorci della vita di Shanks il Rosso, sulle note di altrettante canzoni.
Una sfida che non avrei mai pensato di intraprendere, ma che mi ha coinvolto all'improvviso, senza lasciarmi scelta.

Si dice che la notte porta consiglio, ma a volte è proprio la notte a porti domande a cui non vorresti rispondere.
Perchè, per certe domande, non esiste una risposta "giusta": puoi soltanto scegliere il male minore.
Sempre che tu riesca a riconoscerlo.
«Devo parlarti, Shika.» Gli dici quindi, sfruttando il più banale degli incipit di circostanza.
Lo vedi ghignare appena – probabilmente se l’aspettava – prima di sollevarsi a sedere.
«Lo immaginavo.» Ti risponde infatti, voltandosi a guardarti.
La luce del sole gli illumina il viso, rendendo evidenti i segni di una probabile notte in bianco: colorito pallido, occhiaie scure e una pesante stanchezza negli occhi.
E nonostante tutto questo è bello da togliere il fiato.
Attenzione: questa storia è il diretto seguito di Fumare fa male (riveduto e corretto)

Un professore troppo ligio alle regole.
Una promessa troppo difficile da mantenere.
Un cuore che batte troppo forte per essere ignorato.
E pensare che è iniziato tutto con una semplice supplenza...
«Allora, prof, devo smettere?» Sussurrò, soffiando le parole sulla sua pelle umida.
Giorgio sapeva benissimo quale sarebbe stata la risposta giusta.
Ma la ignorò deliberatamente.
«No.» Mormorò, chiudendo di nuovo gli occhi.

Cento parole per cento drabble... diecimila parole, non una di più, non una di meno, per descrivere una storia d'amore.
Ecco a voi il mio nuovo esperimento, nato dalla mia personale convinzione di non avere una vita abbastanza complicata XD.
Sarà una storia dolce, a tratti introspettiva, forse un po' malinconica, ma soprattutto vedrà entrambi i punti di vista di questi due protagonisti, incontratisi forse per caso, forse perché era il loro destino
Lui, capelli mori, occhi carbone.
Lei, capelli biondi, occhi miele.
Lui, giacca di pelle e sorriso sicuro.
Lei, vestito di seta e sorriso impacciato...
Erano diversi come il giorno e la notte... ma forse sarebbero riusciti a trovare il loro personale tramonto.

Laggiù, dove presente e passato si intersecano confondendosi in un unico – bellissimo – sbaglio.
È là che si rifugiano i ricordi.
«Solo per oggi, dici?» Ripete, osservandoti come se fossi un indovinello particolarmente interessante.
Non rispondi – non serve – e lasci che sia lui a fare la prossima mossa.
«D’accordo, Raito-kun.» Decide infine. «Sarà il tuo regalo di Natale.»

In un mondo sorretto dalla forza del cuore, è solo affidandosi ad esso che un uomo può riuscire a trovare la forza di combattere.
Soprattutto se dalla sua battaglia dipende la felicità della persona che ama.
E poi, all’improvviso, accade il più incredibile dei miracoli: Zagato ti sorride.
Un sorriso puro e sincero, bello come neanche le stelle potranno mai aspirare ad essere.

Due vecchi amici e una panchina, immersi nella luce del tramonto e nel tepore dei ricordi.
E quella missione che, alla vigilia della partenza, nessuno dei due riesce a considerare uguale alle altre.
«Ascolta, che ne diresti di fare una scommessa? Tu punti sulla mia sconfitta, io sulla mia vittoria… dopotutto ogni volta che abbiamo scommesso hai sempre perso, giusto? Ma se per caso io dovessi tornare vincitore… tu sarai mia.»

L'alcol è il peggior nemico dell'uomo.
Lo è perché porta a galla desideri che dovrebbero restare nascosti.
A ben vedere, quindi, è proprio l'uomo il peggior nemico di se stesso.
E dentro di te sai che quello è un atteggiamento che non avrebbe mai, da sobrio. Lo sai, ma non ti allontani né poni fine a quel gioco che sta diventando decisamente pericoloso.
Forse, in fondo, sei ubriaco anche tu.
Ma dopotutto non ti importa. Non stasera.
Attenzione: la storia ha subito notevoli modifiche al fine di eliminare l'OOC.

La competizione può essere un bene o un male.
Può aiutare a migliorarsi, o avvelenare il sangue.
E poi può servire a creare una maschera.
Perché la competizione, in fondo, può nascondere tante - troppe - cose.
«Pensavo che mi volessi morto.» Secco, lapidario. Se Byakuia voleva mettere alla prova i nervi di Abarai, quello era decisamente il metodo giusto.
Ma il tenente in questione non si fece scoraggiare. Anzi, accentuò quel sorrisetto, guardandolo come se, per una volta, fosse un passo avanti a lui.
«Eppure ve l’avevo detto:» gli ricordò «se voi moriste, io non avrei più una ragione per diventare più forte.»
Silenzio. Poi «È solo per questo, Renji?» chiese.