Il tocco è leggero.
Eunhyuk ha paura che carezzarla troppo forte possa sgretolarla, come fosse fatta di delicato cristallo.
Ha quattordici anni, Choco, e la sua vita da cane è stata lunga e benevola.

WonKyu
« Kyu… », mise le mani avanti Siwon, pronto a ripararsi; una nota di panico nella voce. « Perché sei così arrabbiato? », domandò pacato.
Kyuhyun sputò fuori l’aria dai polmoni con indignazione: « E me lo chiedi pure? Io ero lì a dirti come mi sento e tu mi attacchi in faccia? Ma perché non te ne vai a ‘fanculo, cazzo? Tu e quella nuova casa di merda! »

WonKyu
Sussurrò di nuovo il nome dell’altro, raggiungendo a tentoni la sua nuca e infilandoci la mano dentro per stringergli i capelli scuri in una morsa eccitata; quindi venne con un forte e profondo gemito che gli sconquassò il petto e gli fece fremere tutto il corpo.

EunHae
« Vuoi punirmi, Hyuk? »
« Sì. »
« Con tanta cioccolata? »
« Con tanta cioccolata. »
« Non vedo l’ora, Hyukkie… »

« Rosa, gialla o blu? » La stylist glielo domanda per la centesima volta.
« Oppure? », domanda per la centesima volta Sungmin.
« Oppure il vestito leopardato. », gli mostra la donna.
Sungmin arriccia le labbra, confuso: « Tu cosa mi suggerisci? »
La stylist trattiene a stento uno sbuffo: « Il vestito leopardato te lo sei già messo, quindi è una cosa già vista… io direi di cambiare e metterti una gonna con un top. »

vaghissimo accenno EunHae
« Apri gli occhi e guarda, idiota! », disse Shindong, dandogli uno scappellotto dietro la nuca.
« Oltretutto che adesso arriva la parte clou! », si agitò eccitato Heechul.
« Mh? », domandarono in coro varie voci.
« Gunhee mi ha detto che adesso c’era la frase clou di tutto il film. », spiegò Heechul, non staccando gli occhi dallo schermo.
« MMMHHH? », domandarono ancora più sconcertati gli altri.
Poi, dalla tv, la voce di Christian Grey si levò forte e chiara: « Io non faccio l’amore. Io scopo… FORTE. »

[TeukChul]
« Potevi mettere un cerotto, accidenti! », piagnucolò Leeteuk.
Heechul roteò gli occhi al cielo: « Io un cerotto te lo metterei sulla bocca quando cominci con queste pare mentali, davvero… »

HeungSoon
Da sempre erano stati due amici che parlavano per gesti e con poche parole, imprimendo molto più valore e significato ad un’azione piuttosto che a una frase.
E se quelle carezze, quelle mani tremanti che sbottonavano un bottone dopo l’altro delle altrui camice, quelle labbra piene di passione e desiderio e amore che si scontravano con le proprie dando vita a baci appassionati e bollenti… beh, quei gesti valevano come milioni di parole ripetute per milioni di anni.
Sembravano gridare: Rimani con me, ad ogni più piccolo movimento.

KyuMin
« Che libro ti interessa? »
Kyuhyun estrasse il foglietto sgualcito dove aveva scritto il titolo del libro e l’autore dalla tasca del piumino arancione. Lo dispiegò e lesse: « “Suicide Bunny” di Andy Riley. »
Aveva trovato quel titolo cercando foto deprimenti in rete, preda del suo delirio autolesionistico. Aveva visto qualche illustrazione che lo avevano attirato. Adesso era davvero curioso di vederlo per bene.
Il Signor Park lo fissò: « Titolo interessante… »

Se si teneva conto della velocità con cui Donghae aveva poggiato la testa sui suoi pantaloni di cotone rossi e si era addormentato come un bambino, di sicuro la fiducia del minore verso il suo hyung era enorme.
Il calore si infiammò e danzò al centro del suo petto, rendendogli gli occhi lucidi di amorevole commozione.

HeungSoon
Per cercare di risolvere i problemi che stiamo superando
Dimenticali tutti.
Perché in quelle notti rimanevamo in piedi
E non siamo mai caduti.
Insieme abbiamo affrontato tutto.

WonKyu
Ma quando rientrò, notò ai piedi del letto un’altra busta. La tirò su e ne versò il contenuto sul letto finalmente sgombro. Si palesarono la t-shirt con la scritta e le mutande di Superman.
« Come ho fatto a dimenticarmele? », ridacchiò tra se.

HeungSoon
Park Heung Soo.
Il suo sogno, il suo tormento. Tutto quello che lo tiene sveglio la notte, nel bene e nel male. Nei sogni erotici o negli incubi pieni di rimorso.

KangTeuk
Il dolore non sarebbe mai passato, ma sarebbe diventato più sopportabile. La rabbia forse ci sarebbe sempre stata, ma non avrebbe prevaricato su tutto. Allacciarsi la cravatta era la prima cosa che faceva da giorni e che un po’ era servito a riprendere coscienza di se.

potrebbe essere letta come KyuMin, ma potrebbe anche essere letta senza ship. A voi la scelta
« LEE SUNGMIN! LEE SUNGMIN! LEE SUNGMIN! » Il boato della folla è incessante. Rimbomba nelle casse toraciche come un tamburo. Vibra nelle vene e circola nel sangue. Affluisce dalle dita al cervello, rendendo tutti consapevoli che quella, per i prossimi due anni, è l’ultima volta che vedranno Lee Sungmin sul palco.