John Watson ha poche certezze nella vita: una di queste è il non saper ballare. E l'essere costretto a iscriversi ad una stupida scuola di ballo per imparare a farlo era davvero l'ultima cosa che avrebbe voluto.
Almeno, questo fino a quando non si trova davanti a Sherlock Holmes, uno dei suoi istruttori: uno spocchioso ma tremendamente affascinante ex ballerino professionista dalla lingua tagliente e una storia alle spalle di cui non parla volentieri. E con il tempo, grazie a molte lezioni e altrettante disavventure, John si renderà conto che alla fine ballare non è poi così male...
L'importante è farlo con la persona giusta.
{Johnlock AU}

24 Dicembre 1992
Il campanile di Saint Luke battè le 6 della sera.
Mycroft Holmes , 17 anni . Pallido ed allampanato fissò con un sopracciglio inarcato il fratellino Sherlock di 7 anni più piccolo.
“Per l’ultima volta William Sherlock Scott Holmes , lascia che tata Adrienne ti faccia il nodo alla cravatta , lo spettacolo inizierà tra un’ora e siamo terribilmente in ritardo. “ Sospirò allacciandosi il lungo cappotto blu.
“No.” Un ringhio basso. “ Ogni Vigilia di Natale mi costringi a seguirti in quello stupido tendone ma quest’anno no!” Battè il piede a terra. “Non mi piace il circo, fanno male agli animali…” Borbottò lasciandosi annodare la cravatta ed infilare il cappotto.
“Te l’ho già spiegato, il vecchio circo Lewis è stato sostituito da quello dei Watson! Loro sono famosi in tutta Europa perché le loro attrazioni circensi sono prive di animali….” Aprì e chiuse le braccia esasperato.
Sherlock serrò un poco gli occhi ed arricciò le labbra “ Se scopro che stai mentendo dico a mamma che nascondi i cupcake nel comodino!” Lo additò
Fu così che Sherlock Holmes incontrò per la prima volta John Watson piccolo acrobata con grandi sogni.
La loro amicizia nacque per caso e proseguì in un crescendo di sentimenti sino all'età adulta.
Inizialmente piccoli incontri limitati al periodo natalzio, giorni in cui il circo si fermava di routine a Londra ma che con il passare degli anni presero consistenza sino ad apportare un cambiamento totale nella vita dell'acrobata e del futuro consulente investigativo....

Raccolta di oneshot ispirate dalle fanart o prompt che ho trovato in rete su questa bellissima serie. Per lo più Johnlock centriche, con probabile presenza di slash.
Aggiunta la storia I'll be home for Christmas:Sherlock è lontano da casa per una missione, ma durante questo periodo il legame con John si rinforza. John gli chiede di tornare a casa per Natale, riuscirà Sherlock ad accontentarlo?
Questa storia, in versione inglese, partecipa alla H.I.A.T.U.S. Johnlock challenge di dicembre.

John e Sherlock si sono conosciuti da adolescenti e sono diventati amici, ma sono stati separati. Le loro strade, però, sono destinate a incrociarsi ancora, perché il loro Legame è troppo profondo e nulla potrà tenerli divisi.
Omegaverse. Omega John. Alfa Sherlock. Vamplock. Vampire Sherlock.

Tu hai sempre detto che i sentimenti sono un difetto chimico, che compromettono la funzionalità e la stabilità del cervello. E hai ragione, è così.
I sentimenti ti buttano a terra e ti schiacciano, qualunque essi siano.
E tu non puoi farci niente. Mi dispiace, Sherlock Holmes, nemmeno tu.
Perché, che ti piaccia o meno, anche tu sei umano. E lo sai.

Due adolescenti si incontrano. John è un Omega. Sherlock è un vampiro. Entrambi si sentono intrappolati dalla propria famiglia, ma diventeranno l'uno l'anima dell'altro.
Omegaverse. Vampirelock.

Piccola raccolta di one shot e flash a tema Johnlock.
Poco più che brevi barlumi, senza una precisa collocazione temporale.
(Il rating può variare)

(L'avvertimento crossover è dato dal fatto che per scriverla mi sono ispirata alla stagione "Freak Show" di AHS, tuttavia per leggerla non è assolutamente necessario aver visto la serie visto che non ricorrono personaggi ma solo idee di base).
John Watson è il medico di una piccola e calma cittadina americana sperduta in mezzo a ettari di campi di grano. Reduce della guerra di Corea, ha trovato nel suo paese natale una felicità standard; fatta di una moglie adorabile, un impiego sicuro e una piccola e confortevole casetta.
Tutto però è destinato a cambiare quando nella sua vita entrano un uomo dal sorriso crudele e uno dagli occhi di ghiaccio.
Niente spoiler degni di nota
E niente la quarta stagione è stata un giro sulle montagne russe (nel senso che mi ha afferrata per il baricentro e mi ha sballottata su e giù fino a lasciarmi incerta se essere felice o triste) ad ogni modo io reagisco così: con questa storia.

Una misteriosa sparizione costringe Sherlock Holmes ad indagare sotto le mentite spoglie di baby-sitter a casa del ricco vedovo John Watson. Riuscirà a tenere a bada la piccola Rosie, carpire la fiducia di John e dei suoi amici e tutto soltanto per risolvere il caso, senza farsi coinvolgere?
[johnlock!AU]

Raccolta di storie di genere mistery/thriller
Prima storia: "Amnesia" John Watson si sveglia all'ospedale senza ricordare nulla del suo passato.
Seconda storia: "Il Gatto Nero" (liberamente ispirata dal racconto di Edgar Allan Poe). Sherlock e John ricevono la visita di un gatto e strani avvenimenti accadono nell'appartamento dei vicini.
Terza storia: "Il reparto" Sherlock deve affrontare il suo problema finale
[light!johnlock]

Pur di conseguire il suo obbiettivo di diventare consulente investigativo, Sherlock Holmes, studente al terzo anno della facoltà di chimica, si ritrova a fare il lavoro più ingrato e imbarazzante sulla faccia della Terra, per di più in un posto che praticamente incarna l'Inferno: il barista da Starbucks.
Sherlock odia tutto di quel posto- chiunque abbia coniato il termine "Frappuccino" applicandolo ad una sottospecie di disgustoso frullato merita la galera a vita, a sua detta- e soprattutto detesta i clienti che lo obbligano a preparare quegli intrugli.
Anche se... Okay, diciamolo pure: per John Watson, quinto anno a medicina, si sente quasi in grado di fare un'eccezione.
{Johnlock; Uni!lock AU}

Questa storia in soli tre brevi capitoli è basata sul musical “Annie”.
Sherlock e John sono due orfani, che la sfortuna ha destinato all’orfanotrofio gestito da Irene Adler.
Non è certo un posto dove dei bambini crescano con qualche forma d’amore, specialmente quelli strani, che danno più problemi degli altri…
Dal testo: Non erano molte le famiglie che desideravano adottare degli orfani già grandicelli, che non avrebbero potuto plasmare totalmente come veri figli loro: chi lo faceva di solito cercava un aiuto domestico o per lavorare in fabbrica, non solo fare beneficenza.
John era il tipico bambino inglese, biondo e con grandi occhi blu, piuttosto bassino per la verità, ma di buon carattere e sorridente, e tutti i suoi compagni di sventura dicevano che era uno di quelli con più speranze, perché si capiva che si sarebbe adattato.
Sherlock, invece, era il vero outsider in quel gruppetto. Aveva ricci ribelli così scuri da sembrare quasi neri, se non era sotto una luce, e assurdi occhi celesti ma sottili come quelli dei cinesi che trafficavano nella zona dei Docks.
Attenzione!!! [ abuso di minori (non sessuale); accenno di pedofilia]
vostra,
Setsuna

Cosa succederebbe se, Victor Trevor primo e unico fidanzato di Sherlock ai tempi del college, tornasse a Londra dopo una lunga assenza durata 4 anni? || Ambientata dopo la S3, ma senza Rosie.

“Le coincidenze sono le cicatrici del destino.”
(Carlos Ruiz Zafón)
[Flash composta da due drabble][Missing Moment tra 4x01 e 4x02]

post-s4
---
La cucina ha l'aria di un posto che viene usato di rado, dal monolite bianco del frigorifero vuoto istoriato di magneti noiosi e volantini di diversi take away, alle mattonelle shabby-chic macchiate d'oro.
C'è un segno sulla parete, a circa un piede dal battiscopa che corre al lato del frigorifero, dove Sherlock è sicuro che Mycroft lasci cadere la valigetta ogni sera, fermandosi poi ad aprire il frigorifero prima di cedere alla stanchezza, alla pigrizia o alla gola.
Lo fa al buio, a giudicare dal modo in cui le sue impronte digitali sono distorte, piccole chiazze leggermente oleose sulla superficie liscia e altrimenti lucida dell'elettrodomestico.
È tanto più strano, quindi, che la cucina profumi di cioccolato e burro e che il pavimento immacolato sia sporco di farina.
La vista più strana, comunque, è Mycroft in jeans e maglioncino, con le maniche arrotolate fino ai gomiti e un grembiule bianco.
Se non fosse completamente pulito da ben due mesi tre settimane e due giorni, Sherlock penserebbe di avere di fronte una delle sue più assurde allucinazioni.