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"Sta bene Emma. L'abbiamo salvato."
Cercò di tirarla su in qualche modo, nonostante anch'ella fosse divorata dai rimorsi. Non voleva Emma si sentisse in colpa come si sentiva lei.
La donna accennò col capo per farle capire d'averla sentita, ma seguitò a non guardarla. Allungò una mano verso Henry e con una carezza gli sistemò all'indietro una ciocca di capelli ribelle. Regina la lasciò fare, seguendo attentamente i suoi movimenti lenti, stanchi.
Continuò a stringere Henry tra le braccia, quando d'improvviso lo sguardo della bionda la inchiodò. Quando si focalizzò sul suo viso, la vide fissarla con una strana ombra negli occhi.
Emma rimase immobile, in una silente richiesta rivolta alla bruna che però non intese. Poi, distogliendo lo sguardo, delicatamente si adagiò sul letto accanto ad Henry, che ora giaceva tra le due donne.

“Non so cosa tu voglia sentirti dire, Em- ma!”
Il modo sensuale quanto derisorio di pronunciare il suo nome, fece scaturire un brivido caldo lungo la schiena della bionda. Chiuse gli occhi, ma solo per una frazione di secondo.
“La verità è l’unica cosa che ti chiedo”
Emma vide un’ombra attraversarle lo sguardo e le sembrò fragile per un’ attimo, solo per un attimo. Poi la maschera tornò.
“Buonanotte Miss Swan”
Voltò il busto per andar via, spingendo di nuovo la porta, sicura di averla vinta stavolta.
Ma la Salvatrice fu più veloce e con un colpo di mano la spalancò.

Quando grazie all’ Ambrosia la Guerriera tornò dall’ Amazzone, con lei tornarono alla vita quelle paure e quei sentimenti da sempre taciuti.
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