"Le dita picchiettano sul tavolo, veloci, sintomi di agitazione.
La ragazza non può far a meno di notarlo e dedicare all'altra un sorriso malizioso: non le capita spesso di vedere la maggiore preoccupata, è un'occasione rara che vuole gustarsi fino in fondo.
Un, due, tre, quattro.
Il suono secco e ripetitivo dell'unghia sul legno ha un che di melodico.
Poi la mano della donna si blocca all'improvviso. Gli occhi tempestosi si alzano a scrutare l'altra, a indagarla.
(...)
-Quanto dovrò restare?-
-Abbastanza da non morire-
(la versione finalmente corretta, e si spera definitiva, della storia omonima pubblicata in precedenza sul mio account. Eccomi, come promesso sono tornata a infastidirvi)
(lasciate un commento, positivo o negativo che sia: è sempre ben accetto!)

La ragazza dello specchio non aveva paura di nulla.
Guardava avanti, fiera, ridendo in faccia alla vita e ad ogni difficoltà.
La ragazza dello specchio brillava, accecava, risplendente dell'approvazione altrui.
Io no.

"Ma il dolore arriva all'improvviso, infrangendosi come un'onda.
Perché non vedo la luce?
Urlo, allora, urlo, la voce che esce strozzata. Mi alzo, mi copro gli occhi come per risparmiare quella consapevolezza.
Ancora. Le mani mi bloccano ancora, mi cingono in un abbraccio che mi sembra una morsa. E la voce, di nuovo, rassicura, mi calma, o almeno ci prova.
Ma io grido di nuovo."
Non ricorda molto, prima del Buio.
Non ricorda cosa abbia fatto, né cosa gli sia successo. Sa solo di vivere in un'oscurità ormai perenne.
Rimasto cieco dopo un incidente, Nathan deve fare i conti con la vita di tutti i giorni che non può più vivere in maniera ordinaria.
E il Buio non gli da pace.

Sto bene.
Vuota effigie.

Sogno di urlare, ma temo il ruggito della realtà contro la mia pelle.
Chi giudicherà un povero matto?

Sara è bella, bella come un angelo.
Ti inginocchi accanto al suo letto, perché non sai far altro che questo, perché vorresti riuscire a credere che è come le altre volte, che ha solo avuto un capogiro, che si risveglierà presto, ti sorriderà, ti carezzerà il volto, ti mostrerà il vostro bambino.
Vorresti riuscire a credere che è andato tutto per il meglio e presto sarai con la tua famiglia.

"No, ora ascoltami. Non parlare, tanto sai che non potrò udirti.
Non verrò a dirti che sei speciale, perchè non lo sei.
Siamo sette miliardi di persone, e ognuno di noi si illude di essere differente. è ironico come questo credo ci renda in fondo meno speciali.
Ti accontenteresti di essere chiamato ordinario?"

Un semplice, folle dialogo.
Che segue l'ordine delle lettere dell'alfabeto.
Si nota che mi piace farmi del male?

"I nostri sono baci chimici.
Sanno di ferro, cloro e radioattività. Anche di sangue, a volte, ma è solo un'impressione: non fa parte di noi"
piccolo sclero della sesta ora di lezione, la storia può essere intesa in più di un modo. A voi la sentenza.

Sono giovani, troppo giovani, ma già hanno conosciuto la crudeltà del mondo.
Hanno perso ciò che avevano di più caro ma non vogliono perdere loro stessi. E riavranno ogni cosa con gli interessi.
Sono inesperti, ma vogliono combattere, perché sopravvivere è la priorità.
Perché non permetteranno alla vita di demolirli.
Sono loro.
L'altro Ordine della Fenice.
(attenzione: alto contenuto di idiozia!)

"E se un giorno scoprissi che tutta la tua esistenza è frutto di un mero sogno?"
Oz è arrivato alla fine del suo viaggio. La sua scomparsa è imminente ed il vuoto che lascia è così grande...
Ma se avesse aperto gli occhi? Se si fosse svegliato per scoprire che nulla di ciò in cui credeva è reale?
(Lieve OzxAlice)

INTERATTIVA- iscrizioni chiuse.
Sono passati circa quattro anni dalla morte di Naraku. I nostri protagonisti vivono ora un'esistenza felice e tranquilla. Kagome e Inuyasha si sono sposati, Miroku e Sango hanno dei figli.
Ma basta l'arrivo di una strana ragazzina e il ricomparire della presenza che credevano di aver cancellato da anni a rompere quell'equilibrio che, benché sembri perfetto, è terribilmente effimero.
Possibile che Naraku sia vivo?
“Ho sentito di un rito, praticato da potenti stregoni secoli orsono. Si chiamava “Viaggio dell'anima” e consente di frammentare un'anima e nasconderla in un altro corpo. Lui...quel mostro...non è rinato. La sua anima ha compiuto il Viaggio.”

"Mi manchi"
Ne dubito, ma non lo scrivo.

Poesia che mi è venuta in mente ieri pomeriggio, davanti al bellissimo mare che avevo davanti durante una passeggiata.
Un mare grigio, scuro da farmi pensare all'inchiostro.

Esperimento di poesia del tutto insensato, partorito durante le malsane ore di scuola.
Avviso in anticipo di essere dotata di una metrica inesistente (la morte della musicalità) e di aver scritto un testo ad alto contenuto di stupidaggini. Mi aspetto di essere linciata sulla pubblica piazza per questo.
Di cosa parla? Di uno studente che perde l'autobus.
Andiamo, dove sono finite le belle poesie d'amore del passato?!