Dal testo:
‘’Stavo pensando che sei un grandissimo idiota, Malfoy. Sei meschino con tutti. Sei un codardo, sei fastidioso, vile, crudele. E penso a come sei con me: tutta un’altra storia.’’
‘’Perché?! Come sono con te?!’’
Hermione gli sorrise nuovamente. ‘’Tu lo sai.’’
‘’Sono forse migliore?’’
‘’Esattamente.’’
‘’Stai sostenendo che sarei migliore, con te?’’
‘’Tu l’hai detto.’’
‘’Smettila, Granger.’’
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Pansy sorrise maliziosamente: iniziavano i giochi. Draco aveva il respiro pesante e le pupille dilatate.
‘’Non mi interessa una sudicia Mezzosangue’’, disse lui respirando pesantemente.
‘’Tu mi appartieni, Draco.’’
Quell’affermazione, nella mente di Draco, corrispondeva ad una condanna da cui non poteva scappare.
Quindi la prese, come aveva fatto altre volte.

Sono passati centoundici giorni dalla Battaglia di Hogwarts e l'esercito di Voldemort diventa ogni giorno più forte. I membri dell'Ordine della Fenice sono costretti a nascondersi in attesa del momento giusto per riprendere la guerra. Hermione scopre che la sua straordinaria e brillante mente può essere l'arma segreta per riprende i combattimenti e vincere sacrificando, però, la sua umanità. Sarà proprio la sua mente a portarla verso uno degli uomini di spicco di Voldemort: Draco Malfoy.
Dal quarto capitolo:
''L'Hermione di un tempo si sarebbe battuta per i diritti dei prigionieri di guerra - di questo, l’Hermione attuale ne è sicura. Magari avrebbe fondato un altro club dal nome assurdo, avrebbe distribuito in giro spillette e si sarebbe offerta personalmente di lavare la schiena ai poveretti rinchiusi nelle celle.
L’Hermione attuale si era promessa, giorni addietro, che non avrebbe più tentato di lavare la schiena a Draco Malfoy.''