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Autore: Car0_    08/05/2024    0 recensioni
Eleonora e Francesco sono due stagisti presso un’azienda molto importante nel milanese. Entrambi più vicini ai trenta che ai venti, vedono nel tirocinio la svolta lavorativa che cercano. Essendo gli unici stagisti nel reparto delle risorse umane, i due diventano buoni conoscenti tanto da iniziare a condividere segreti e confessioni. Il rapporto cambia tra i due, quando il tirocinio si avvicina alla fine e nessuno dei due è disposto a rinunciare al proprio lavoro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
 
 
Francesco tornò a casa con una strana euforia.
Infondo suo padre non gli aveva detto niente di particolare, era stato molto vago. Però una cosa era chiara, non poteva mollare così.
Ma cosa poteva inventarsi? Eleonora, nel complesso, rimaneva una brava dipendente che faceva il suo lavoro, in alcuni casi meglio di lui. Tuttavia, il padre gli aveva suggerito di giocare allo stesso modo della ragazza.
Ma come? In cosa poteva farla sbagliare per dare una sterzata agli eventi?
E poi la soluzione arrivò. Era sempre stata sotto i suoi occhi. Una confessione fatta da Eleonora stessa.
Manotti doveva sapere della relazione di Eleonora e Michele.
 
Dieci giorni prima della pausa natalizia, Manotti convocò Francesco nel suo ufficio. Era iniziata la scelta del D.A.
Francesco entrò nello studio dell’uomo, una stanza grande il triplo di quella in cui lavorava con Eleonora.
Lo invitò a sedersi in una delle due poltroncine disposte davanti alla scrivania.
Manotti era non molto alto e con un aspetto abbastanza giovanile per essere un sessantenne e indossare solamente completi gessati. Accolse Francesco con un sorriso abbastanza caloroso, cosa che sorprese il ragazzo, e iniziò a parlare.
«Dunque … Francesco. Come va?»
Francesco rimase per qualche secondo spiazzato dalla semplicità della domanda, «Ehm, bene grazie».
Manotti sorrise nuovamente, ma questa volta Francesco provò un certo fastidio. In fin dei conti, aveva già scelto Eleonora, perché fingeva quella cortesia?
«Spero che questi mesi siano stati formativi per lei. Poi, insomma, conoscendo Massimo, non avevo dubbi sulla tua bravura».
Continuarono a parlare di convenevoli per una decina di minuti: cosa le è piaciuto di più della sua posizione, l’esperienza più bella, a casa tutto bene, ecc.
E poi arrivò l’occasione giusta per Francesco.
«E mi dica, come si è trovato a lavorare con Eleonora?»
Doveva agire in quel momento, doveva dire tutta la verità Manotti senza pentimenti ed esitazioni.
Francesco si mosse un po’ sulla poltroncina, sentiva i palmi delle mani leggermente sudati.
«Beh, si insomma, bene. È una brava ragazza…»
Manotti alzò leggermente il sopracciglio destro «Ma…?»
«No, non c’è un “ma” … solo non so se è questa la sede giusta per parlarne, tutto qui».
Il sorriso abbandonò il volto di Manotti «Parlare di cosa, Francesco? Se deve dire qualcosa lo faccia e basta».
«Ecco, Eleonora ha una relazione con Michele».
Manotti lo guardò, ma il suo volto non cambiò.
«Intende Michele Ferrari, il vostro team leader?»
«Si, proprio lui».
Per un secondo Francesco pensò che il volto di Manotti sarebbe diventato rosso di rabbia, che l’uomo avrebbe gettato per terra tutti gli oggetti presenti sulla sua scrivania e poi avrebbe urlato una frase da vero maschio Alpha “Come si permette quel maiale a ferire la mia bambina!”, riferendosi alla figlia.
Non avvenne niente di tutto ciò. Manotti continuava ad avere il volto apparentemente rilassato.
«Ha le prove di tutto questo?»
«Sì», disse estraendo una chiavetta dalla sua tasca «E so anche che Eleonora è incita, me lo ha detto lei».
Si era vergognato quella sera, quando si era appostato sotto casa di Eleonora e aveva scattato la foto incriminata.
Quella ragazza non gli piaceva, detestava Michele ma si sentì ugualmente sporco nel compiere quel gesto. Come se fosse improvvisamente parte di un’intimità non sua.
E poi il colpo finale, dire che Eleonora era incita. Una bugia bella e buona, solo per insinuare il dubbio in Manotti.
«Va bene, Francesco. Qui abbiamo finito, alla prossima» gli disse mentre gli stringeva la mano. Il sorriso leggermente accennato sul volto.
 
C’era qualcosa di strano nell’aria, però Eleonora non riuscita a dargli un nome.
L’euforia delle settimane precedenti era sparita del tutto e in quel momento sembrava essere solo un vago ricordo.
Francesco era stato già convocato da Manotti per quella specie di valutazione finale, che in teoria avrebbe decretato il “vincitore”, sempre se di vittoria si poteva parlare.
E adesso Eleonora aspettava in trepida attesa il momento in cui Manotti avrebbe chiamato lei.
 
Una mattina, ormai mancava meno di una settimana alla pausa natalizia, Michele la chiamò in disparte, voleva parlare.
Le sembrò strano ed innaturale. Era raro che il team leader chiamasse la stagista di turno per discutere di fatti lavorativi.
Guardò Michele un po’ stranita, mentre l’uomo – che si trovava sull’uscio della porta – l’aspettava con un’aria quasi infastidita.
Eleonora non era abituata a quello sguardo freddo, nemmeno in ufficio.
Lo raggiunse in un angolo più nascosto del grande corridoio.
«Mi devi dire qualcosa?» incominciò Michele con tono freddo.
Eleonora era sempre più confusa «…No?»
«Per favore non fare la finta tonta. Perché qui mi sto giocando tutto, tutto! E non parlo di un contratto da stagista!»
La ragazza sorvolò sull’ultima frase «Ma si può sapere di cosa stai parlando? Ti giuro che non capisco».
«Perché non mi hai detto di essere incita? Sei fuori di testa, per caso? Pensi che sia un gioco?»
«Incita?! Forse quello fuori di testa sei te. Non ti nasconderei mai una cosa del genere e ti assicuro che una gravidanza è l’ultima cosa che voglio in questo momento! Ma poi chi ti ha detto una cosa del genere?»
Eleonora stava letteralmente per cadere a terra. Sentiva le gambe tremare e la stanza girava vorticosamente intorno a lei. Stava accadendo proprio quello che temeva: quella relazione segreta all’improvviso era diventata di dominio pubblico. Il corridoio era vuoto ma aveva l’impressione di avere centinaia di occhi puntati su di sé.  
Michele la guardò poco convinto, ancora indeciso se crederle o meno.
«Manotti. Sa della nostra storia e mi ha detto che sei incita».
Manotti.
Non aveva assolutamente senso. Perché tra tutte le persone proprio lui poteva dire una cosa del genere.
Eleonora non sapeva come replicare.
«Adesso?» fu l’unica cosa che le uscì dalla bocca.
In realtà aveva tante domande in testa. Sarebbe stata licenzia? Michele sarebbe stato licenziato? Come sarebbe cambiato il loro rapporto? Cosa sarebbe successo in quella settimana?
«Eleonora… non lo so. È una questione complicata».
E non disse altro, la guardò un’ultima volta prima di andarsene e sparire dalla sua visuale.
E lei? Cosa avrebbe dovuto fare? Poteva tornare alla sua scrivania e continuare a lavorare come se niente fosse? Manotti le avrebbe parlato? E se sì, in privato o l’avrebbe umiliata in pubblico, davanti a tutti i suoi colleghi?
Una collega le passò accanto mentre era ancora appoggiata alla parete, lì ferma in mezzo a quel corridoio asettico.
«Eleonora, ti senti bene? Sei così pallida, hai bisogno di sederti?»
La ragazza tornò rapidamente in sé e scosse la testa, tranquillizzando la donna e ritornando verso il suo ufficio con il cuore che le pompava all’impazzata nel petto.


___

Note dell'autrice: 

Ciao a tutte e a tutti!
Ecco il terzo capitolo e direi che siamo al punto centrale della storia! Questo è forse il mio capitolo preferito al momento. In realtà, mi sono resa conto di quanto avrei potuto sviluppare sia la storia che i personaggi, però ho deciso di non apportare nessuna modifica. Ho ripreso a scrivere dopo tantissimo tempo e questa storia rappresenta una sorta di "esperimento", per sbloccarmi un po'! :)
Come sempre se avete qualche osservazione e/o correzione da fare, siete libere/i di farlo senza alcun problema sia qui che su Wattpad.

Alla prossima! 

 
   
 
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