L'etichetta
dorata attaccata alla porta non mentiva.
Bussò
un paio di volte alla porta della Dottoressa Bennett.
Poco
dopo la porta si aprì. Una donna, la cui carnagione
caffè mostrava
le sue antiche origini portoricane, sorrise raggiante ad Alex, che
poco dopo mise piede dentro l'appartamento interamente arredato e
indorato di bianco, il classico studio medico.
<<
Che succede? Di solito non mi vieni a trovare qui >> La
donna
si portò dietro l'orecchio una ciocca dei suoi folti e lisci
capelli
neri, sedendosi su una delle sedie della sala d'aspetto accanto ad
Alex, che fissava una delle piante poste al lato della porta dalla
quale era entrata. << Krystall voglio che tu mi faccia
una
visitina >> Si morse il labbro inferiore stringendo con
entrambe le mani i pantaloni all'altezza delle ginocchia.
<<
Solo se prometti di calmarti. >> Le posò una
mano su quelle
sue che tremavano.
Alex
alzò piano il viso incrociando quelle dell'amica, che
sorridendo
cercavano di confortarla. Si ritrovò, quindi, ad annuire.
Poco
dopo era distesa su una poltrona, privata dei suoi pantaloni e della
sua biancheria intima. Era anche in una posizione abbastanza scomoda.
Odiava le visite ginecologiche, troppo esposta, benchè non
fosse
pudica, rimaneva sempre timida a mostrare la sua intimità.
La sua
fortuna era che una delle sue migliori amiche fosse una ginecologa.
Cercava
di non fissare troppo gli 'arnesi di tortura'
così
come li chiamava lei.
Krystall
indossava un camice bianco e dei guanti celesti.
Si
sedette su uno sgabello blu, posizionandosi proprio davanti
l'intimità dell'amica << Rilassati Alex...
>> Le fece
segno di respirare. Ma il suo cuore batteva all'impazzata. Socchiuse
gli occhi sentendo le dita di Krystall entrarle dentro, non era
dolore, solo fastidio. Strizzò forte gli occhi, cercando di
non
contrarre i muscoli, altrimenti sì che avrebbe sentito
dolore.
Subito
dopo sentì che dentro non aveva più le dita
dell'amica.
Aprì
gli occhi e vide Krystall togliersi i guanti e gettarli nel cestino
accanto ad un mobile bianco pieno di cassetti. Poi accese un
macchinario, che azionò un monitor. Diede una controllatina
allo
schermo e poi si avvicinò ad Alex sollevandole la maglia
grigia fin
sopra il seno << Stiamo per finire >> Le
sorrise
spalmandole un liquido gelido e gelatinoso sulla pancia
<< Solo
un'ecografia e ti lascio in pace >> Prese una specie di
telecomando collegato al macchinario con il monitor e lo
pressò
sulla pancia, lasciando che il gel al contatto facesse uno strano
rumore viscido. Pochi minuti e tutto finì.
Si
pulì la pancia con una tovagliolo di carta e si
vestì, mentre
Krystall disinfettava tutto e rimetteva a posto.
<<
Allora? >> Si tirò la maglia fin sopra il
bottone dei
pantaloni blu e si sedette sullo sgabello usato prima da Krystall,
questa si girò gettando della carta nel cestino. Si
appoggiò al
mobile bianco ed incrociò le braccia al petto. La
fissò seria e
respirò piano, poi le sorrise dolcemente, facendo battere il
cuore
di Alex forte.
<<
Sei incinta di due settimane >>
Quelle
cinque parole causarono solo ansia e preoccupazione.
Era
strano a pensarlo, ma non riusciva ad essere felice.
Voleva
solo che fosse un sogno, voleva svegliarsi.
Ma
era cosciente che così non fosse e ciò la rendeva
ancora più
triste.
<<
E' tutto ok Alex ?... >> Un tono preoccupato venne fuori
da
Krystall.
<<
No, il problema è... >> Si tirò
indietro i capelli tenendoli
fermi con la mano << Non voglio adesso...è un
momento
sbagliato. Dio! >> Poggiò con energia entrambe
le mani sul
lettino. Non sapeva cosa fare : dirlo a Jared o aspettare...o
abortire. Ma a quest'ultima possibilità non voleva pensarci.
<<
Non è il momento?... Perchè? Io non credo che Jay
si tiri indietro,
per un bambino non esiste momento per arrivare o meno. Possibile sia
un segno che sia arrivato proprio adesso. Alex... >> Si
avvicinò alla donna mettendosi in ginocchio davanti a lei
prendendole le mani e stringendole << Tu cosa vuoi
veramente?
>> A quella domanda Alex non seppe rispondere.
Alzò lo sguardo
verso l'amica senza darle un'effettiva risposta, creandosi solo
infinite domande con misere e insulse risposte.
Chiuse
la porta della camera e posò la borsa sul tavolino accanto
la
televisione.
Jared
dormiva tranquillo sul letto.
Gattonò
veloce e si stese accanto a lui, accoccolandosi al suo petto e
posizionando la mano di Jared sul suo fianco. Non poteva volere
altro.
<<
Sei tornata >> La roca voce di Jared la fece sussultare.
<<
Non pensavo fossi sveglio >> Si accoccolò
meglio socchiudendo
gli occhi.
<<
Mi sono svegliato appena ti sei seduta sul letto, ho il sonno leggero
>> Sistemò meglio il gracile corpo della
moglie, su di sé. <<
Dove sei stata? >> Chiese tra uno sbadiglio e l'altro.
<<
Un po' di sano shopping >> Mentì coperta dal
buio della stanza
<< Senti...mmmh ti va di andare a cena fuori? Domani ci
aspetta
una bella giornata con mia mamma e papà... >>
Gli carezzò
l'addome.
<<
Direi che hai avuto una bella idea >> sorrise nel buio
<<
Ma prima... >> Con voce sensuale le salì sopra
piantando le
sua calde labbra su quelle di Alex , saggiandole piano e dolcemente.
Provocando dei brividi lungo la schiena di lei << Jay...
>>
Sussurrò tra un bacio e l'altro << mmmh?
>> Rispose
leccandole il collo. << Ti amo >> Gli
sussurrò
all'orecchio.
Jared
sorrise felice e la strinse forte a sé baciandola con
più passione.
Vagò con le sue mani , fin quando non arrivò al
bottone dei
pantaloni di Alex, li sbottonò e li fece scivolare
giù, con l'aiuto
di Alex stessa.
Con
la stessa delicatezza le tolse la canotta rosa e il reggiseno.
La
baciò con gusto e passione. Poi scese lambendole il collo,
attraversando i seni e lasciandole una scia di umidi baci fino ad
arrivare all'orlo delle mutande. Le abbassò poco, scorgendo
la fonte
del suo piacere.
Guardò
Alex da lì sotto e la vide immersa nel pieno del piacere,
con gli
occhi socchiusi e con una mano che stringeva il lenzuolo, mentre
l'altra era posata sul suo addome.
Il
suo cuore perse un battito a quell'angelica visione.
Le
aprì piano le gambe, baciandole l'interno coscia, facendole
emettere
dei gemiti deliziosi. Poi iniziò a stuzzicare la sua
intimità,
leccando e infilando due dita all'interno, gesto che
peggiorò il
piacere di Alex, che si trovò quasi ad urlare.
L'eccitazione
in Jared aumentava sempre di più.
Tirò
fuori le due dita e le lecco socchiudendo gli occhi. Poi
risalì e
tornò a divorare le labbra ormai rosse di Alex.
Le
due lingue erano un tutt'uno.
Appoggiò
la sua pancia a quella di lei, strusciando contro il suo inguine, la
sua erezione nascosta dietro gli slip.
Alex
posò le mani sui fianchi di Jared, tirandolo ancor
più a sé. Con
una mano arrivò all'elastico delle mutande e le spinse un
po' più
giù << Fammi tua Jay >>
ansimò con la poca voce che
aveva.
Quelle
tre parole gli mandarono in pappa il cervello, già di quanto
non lo
fosse.
Si
sollevò un po' e tirò via gli slip, dando luce al
suo pene duro e
già bagnato.
L'impatto
con l'aria fredda gli diede un brivido lungo la schiena, sensazione
che peggiorò la sua eccitazione, arrivata ormai alle stelle.
Tornò
di nuovo su Alex e posandole un bacio casto, la penetrò a
fondo.
Ancora
e ancora.
Luci
sfarzose.
Un
quartetto d'archi nell'angolo in fondo alla sala suonava in modo
pacato, dando un senso di tranquillità agli ospiti.
Tende
avorio che cadevano dalle imponenti finestre dorate.
Tappeti
rossi che adornavano l'immensa sala contenente una trentina di tavoli
tondi ricoperti da tovaglie panna.
<<
Prego >> Un cameriere con dei guanti bianchi gli
mostrò il
tavolo. Come la galanteria vuole, poi fece scivolare una sedia
permettendo ad Alex di sedersi. Infine porse i menù e si
dileguò
silenzioso, come a tempo di musica.
<<
Un ristorante più sobrio no? >> Chiese
sorridendo Jared mentre
sistemava il tovagliolo porpora sulle proprie cosce.
<<
Avevo bisogno di questa atmosfera >> Si leccò
le labbra
sistemando nervosamente le posate, già perfettamente
posizionate al
loro posto.
<<
Ah, non ti piacciono i ristoranti in cui ti porto? >> Ci
scherzò su Jared, provocandola.
<<
Stupido >> Sorrise << I ristoranti in cui
mi porti sono
perfetti, ma serviva un locale come questo per ciò che ho
intenzione
di fare... >> Sorrise maliziosa.
<<
Orgia con tutti questi? >> Spalancò gli occhi
guardandosi
intorno << Ma la maggior parte sono vecchi e uomini! Ma
non se
ne parla! >> Le sussurrò spaventato.
<<
Ma quanto sei scemo! >> Gli picchiò la mano
<< Non è di
orge che si tratta! >> Rise piano.
<<
Vuoi fare uno spettacolo da burlesque? >> Si
aggiustò la
giacca blu elettrica.
<<
Jay...le tue fantasie sessuali mi spaventano! >> Prese il
menù
e iniziò a sfogliarlo.
<<
Fossero solo quelle a spaventarti >> Prese anche lui un
menù.
<<
Insinui forse qualcosa Signor Leto ? >>
Pronunciò il cognome
con un accento francese.
Jared
sorrise scuotendo la testa senza distogliere lo sguardo dal
menù, se
l'avesse fatto molto probabilmente avrebbe dato spettacolo su quel
tavolo e davanti a tutti delle sue doti sessuali << Non
provocare Signora Leto!... che prendi? >>.
<<
Mmmh non saprei, su scegli tu. Stasera offro io! >>
Chiuse il
menù in cuoio e sorrise soddisfatta al marito
<<
Come mai offri tu? Si festeggia qualcosa? >>
Alzò lo sguardo
verso Alex, che raggiante l'osservava.
<<
Ma...sai non si festeggia nulla. Solo che ho voglia di cambiamenti.
>> Incrociò le dita sotto il mento, sostenendo
la testa e
facendola ciondolare di tanto in tanto.
<<
Tipo? >> Chiuse il menù raccogliendo anche
l'altro e ponendoli
entrambi sul bordo del tavolo, per poi concentrarsi sugli occhi di
Alex.
<<
Tipo una casa grande, sono stufa di abitare in attici>>
Iniziò
ad elencare.
<<
Poi? >> Si fece curioso. Sorridendo accattivante.
<<
Mmh...una macchina tutta mia. >> Guardò un
punto indefinito
per ricordarsi l'elenco di cose che avrebbe voluto cambiare e avere.
<< Ma una macchina grande, non sportiva, tanto per quelle
eleganti c'è quella tua.>>
<<
Un Q5 andrebbe bene ? >> Rise.
<<
Si, bianco per favore. >> Annuì seria.
<<
Ma cosa te ne fai di un macchinone del genere, non ti sentiresti
sola? E poi
dove
andresti tutta sola? >> Chiese sempre più
curioso
<<
Beh, per fare la spesa sarebbe utile o per uscire con le amiche.
>>
Disse pensandoci su
<<
Ma una comune macchina andrebbe bene...nemmeno fossi una madre con
figli a carico. Troppo esagerato. >> Disse scartando
l'idea del
Q5.
<<
Quindi mi compreresti quel bestione solo se avessimo figli ?
>>
Inarcò un sopracciglio lasciando le labbra socchiuse.
<<
Si, sicuramente si. Ma poi perchè dovrei comprartelo io? Tu
un tuo
stipendio l'hai! >> Chiese sbigottito.
<<
Ma cosa c'entra? Potrebbe essere un regalo! >> Scosse le
spalle
articolando le mani in strani movimenti.
<<
Ma per il tuo compleanno si va in Italia! Non ti basta come regalo?
>> Sorrise sghembo.
<<
Ah si? Leto regaleresti questo a tua moglie per i suoi trentanni? Non
ti facevo così tirchio! >> Incrociò
le braccia al petto,
mettendosi il broncio e facendo la finta offesa.
<<
Ok, ok... >> Rise rassegnandosi << Cosa
vuoi? Casa o
macchina? >>.
<<
Entrambe >> Disse con aria dispettosa, trattenendosi dal
non
ridere.
<<
Che cosa?? >> Quasi strillò <<
Mi vuoi rovinare! >>
L'additò.
<<
Ah si? Bene! Allora non regalarmi nulla! Un giorno te ne pentirai!
>>
Voltò la testa dall'altro lato, imbronciandosi nuovamente.
<<
Forse un giorno me ne pentirò...ma almeno non
sarò sul lastrico >>
Sorrise sfiorandole una spalla scoperta dal tubino grigio sassi.
<<
Sai che non ti metterei mai sul lastrico...ma io ne ho davvero
bisogno di una casa grande e di una macchina >> Si
voltò verso
Jared, con gli occhi grandi grandi come il gatto si sherek
<<
Alex fai la seria! >> Fece la faccia quasi scocciata.
<<
Ma sono seria Jay! >> Gli stritolò la mano
cercando di
persuaderlo.
<<
Allora...per ora la casa è un sì. Ma solo se mi
dici il vero
motivo! E non credo sia perchè ti voglia dare ai party come
Paris
Hilton. Non mi dire che vuoi far venire a vivere con noi i tuoi?
>>
Disse quasi terrorizzato ed era estremamente serio.
<<
Tu sei tutto idiota! Spero solo non prenda da te ! >>
Sbuffò,
non rendendosi conto di aver detto un pensiero ad alta voce.
Istintivamente spalancò gli occhi e si tappò la
bocca con la mano.
<<
Chi dovrebbe non prendere da me? >> Sgranò gli
occhi ansante.
<<
Che? Chi? >> Si allarmò anche lei, deglutendo
a fatica. Aveva
rovinato tutto ...voleva arrivarci piano, aveva scelto tutto con cura
per dirgli la novità. Ma l'eccitazione era troppa e aveva
mandato
tutto all'aria.
<<
Hai appena detto 'Spero solo non prenda da te' >>
Imitò la
voce della donna, come fosse una gallina sgozzata.
<<
JAY!!! > Lo prese a colpi di tovagliolo. << Io non
parlo
così! >> Scoppiò a ridere.
<<
Sei adorabile quando sorridi >> Le sfiorò il
viso con l'indice
<< Adessodimmisubitottutto!! >>
Protestò come un bambino
di tre anni.
Alex
bloccò le risa e prese un respiro.
Sorrise
dolcemente e gli prese una mano.
Prima
la baciò e la strusciò contro la guancia
socchiudendo gli occhi
perfettamente truccati. << Avrei voluto dirtelo in modo
diverso, ma adesso non ho come nasconderlo ancora >>
Continuò
a sorridergli, poi poggiò la mano sul suo ventre
<< E'
arrivato il momento di completarci...>> Prese un'enorme
respiro
e poi << … Jay sono incinta...
>> Disse con le lacrime
agli occhi.
Rimase
zitto.
Fissava
Alex. Poi la pancia. Poi la sua mano posata sul ventre. Poi di nuovo
Alex.
E
poi eccolo lì, un attacco di panico. << Sto
per diventare
padre >> Sussurrò a se stesso, mentre bianco
in viso si
accasciava alla sedia.
Sotto
lo sguardo impressionato di Alex, che scoppiò a ridere poco
dopo.
Si
aspettava tutto, meno che uno svenimento precoce.
E
non era nemmeno al primo mese. Di lì alla nascita
chissà cosa le
avrebbe fatto vedere.
Note
Autrice : Eccoci
qui...diciamo che la nostra storia è arrivata ad un punto di
svolta, ma non siamo nemmeno a metà del racconto... vi
annuncio anche che le sorprese non sono finite ._.
Vi ringrazio sempre
per continuare a seguire e a commentare! *_*
Un abbraccio, Ny =)
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