Erano
quasi tre anni che non vedeva quell'enorme cancello nero aprirsi
davanti a sé.
Erano
quasi tre anni che non percorreva quel viale alberato lungo mezzo
chilometro.
Erano
quasi tre anni che non giungeva alla fine del viale, davanti la
gigantesca scultura dalla quale fuoriusciva una cascata d'acqua che
ricadeva nella vasca rotonda.
L'enorme
villa era come se stesse abbracciando il monumento.
Un
uomo con l'uniforme da cameriere scese i cinque gradini in marmo e
venne incontro all'auto.
Aprì
cordialmente lo sportello e salutò Jared, che gli porse le
chiavi.
L'uomo
attese che Alex scendesse dal veicolo, poi mise in moto e
portò
l'auto nel
l'aerea
parcheggio.
<<
Sembra ieri che ci siamo sposati >> Si
aggiustò la felpa e
guardò in alto, rimirando gli ornamenti dei tetti.
<<
Sei pronto ? >> Gli porse la mano, voltandosi verso lui
con un
sorriso radioso.
<<
Promettimi che sulla mia lapide metterai la foto che ho come profilo
su Twitter... >> la supplicò fingendosi triste.
<<
Non essere tragico >> Gli prese la mano, sfilandogliela
dalla
tasca dei pantaloni neri super aderenti.
<<
Ah no? Tuo padre non sembra essere così dolce con me
>> Disse
a denti stretti facendole cenno verso la porta d'entrata.
Mentre
una figura slanciata si catapultava giù per i gradini con un
dolce e
caloroso sorriso.
<<
Tesori miei! >> Avalon avvolse Jared in caldo abbraccio,
stringendolo per bene, poi si dedicò alla figlia, la prese
per le
spalle e la guardò con amore << Sono
così felice di vedervi
qui >> Sorrise ancora. << Su entriamo,
prima che tuo
padre dia in escandescenza >> Fece l'occhiolino a Jared,
voltandosi e risalendo svelta le scale.
<<
Se non conoscessi tua madre penserei che mi corteggi >>
Annuì
sconvolto fissando la donna che con sensualità innata saliva
la
gradinata.
<<
Sai che ti vuole un bene disumano! >> Gli sorrise e lo
trascinò
dentro casa << Ti preoccupi così tanto di
mamma... scordi che
c'è un leone in giro lì... >> Rise
sommessamente pensando
all'ansia che in quell'istante stava prendendo Jared.
Stranamente
non aveva visto l'uomo del terrore.
Era
riuscito a portare i trolley nella vecchia camera di Alex.
Il
piano superiore sembrava deserto.
Immaginava
che il caro suocero fosse nel suo studio, al piano di sotto.
<<
Sprizzi elettricità da tutti i pori >> Alex lo
abbracciò da
dietro, baciandogli una spalla << Vedrai che
andrà tutto bene,
fidati >> Gli respirò contro, stringendolo di
più a sé.
<<
Se anche io avessi una figlia, se anche a lei fosse accaduto una cosa
del genere... avrei reagito peggio di tuo padre. Quindi me lo
merito... >> Strinse la sua mano.
<<
Quindi saresti pronto a confrontarti con lui ? >> Si
allontanò
da lui.
<<
Non sarei qui, se non lo fossi >> Si voltò per
guardare sua
moglie negli occhi.
<<
Allora va' in giardino... perchè ti sta aspettando
>> Gli
sorrise dolcemente.
Era
stato sempre abbastanza coraggioso, impavido e temerario. Ma quando
si parlava di Michele Caffarel allora diventava un rimbecillito e
l'angoscia prendeva il sopravvento, nemmeno di suo padre aveva mai
avuto paura. Ma il padre di Alex gli aveva dato motivo di temerlo e
di rispettare quella famiglia, ma sapeva di non aver mantenuto la
parola e adesso doveva affrontare quell'uomo, che tutto era tranne
che magnanimo.
Il
gazebo in legno bianco era il punto più elegante di tutto il
giardino, non che il finto labirinto con una piccola fontana con
Apollo in centro fosse da meno, o l'orto di Avalon e la piscina
fossero da sottovalutare. Ma a Jared quel gazebo, quel tavolo
rettangolare in marmo davano un senso di tranquillità.
Spesso quando
andava a trovare Alex, gli piaceva stare lì fuori con il suo
computer per definire gli ultimi accordi finanziari, o magari a
vedersi qualche film in rete. Era il suo angolo di relax.
Adesso
però quello stesso gazebo stava per essere profanato. Di
certo, in
futuro, non gli avrebbe più dato solo la sensazione di relax.
Nonostante
non lo vedesse da quasi due anni, il suo aspetto non era mutato. Non
mostrava nemmeno i suoi 56 anni. Il suo viso austero già gli
faceva
temere il peggio.
Seduto
di lato al tavolo, fissando gli alberi del suo giardino, stringendo
il suo bastone di legno pregiato, con la gamba stesa e l'altra
piegata.
Non
fissava il nuovo arrivato, che si era seduto accanto a lui, cercando
di fissare quasi lo stesso punto, invece di perdersi nelle appena
accennate rughe del Signor Caffarel.
Sperava
solo che quel bastone rimanesse al suo posto e non che salisse su per
qualche buco nero di sua conoscenza, già rabbrividiva al
solo
pensiero.
La
leggera brezza di fine autunno era frizzante, ma sotto quel gazebo si
sentiva riparato.
Il
sole tenue di New York del primo pomeriggio era invitante e
romantico, se solo non avesse avuto accanto a sé un corvo,
invece di
sua moglie.
<<
Impressionante di come l'erba qui cresca così velocemente
>>
Esordì con voce roca indicando con la punta del bastone
l'erba che
cresceva intorno al gradino del gazebo. << Solo una
quindicina
di giorni fa è venuto il giardiniere a ripulire tutto,
adesso di
nuovo è da sistemare . Con l'erbaccia non si finisce mai di
avere a
che fare >> Quella frase non era del tutto neutra. Jared
se
n'era accorto, sapeva che era una metafora. Il bello di Michele era
proprio questo : le sue frasi indirette e ben mirate. Quelle che ti
uccidono solo se le pensi, sopratutto se accompagnate da un tono
sprezzante e duro come quello che aveva appena sentito.
<<
Potrebbe chiamare nuovamente il giardiniere, si vede che non ha fatto
un buon lavoro >> Azzardò Jared senza voltarsi.
<<
Certo potrei, come potrei semplicemente porre rimedio io. Curare io
il mio giardino come ho sempre fatto. Vedo che nonostante io abbia
avuto fiducia nel mio giardiniere, in fin dei conti non sappia fare
così bene il suo lavoro come dice... >>
Annuì a se stesso.
Gesto che Jared notò con la coda dell'occhio.
<<
La fiducia sta alla base. Non è per compassione che deve
decidere se
tenere o meno il giardiniere >> Si guardò le
mani intrecciate.
<<
Non ho compassione per nessuno. Purtroppo è il giardino di
mia
moglie, decide lei. Posso solo dare pareri, che vengono presi sempre
in considerazione. Tu che faresti ? >> A quella domanda
Michele
si voltò squadrando Jared in modo truce.
<<
Sono meticoloso nel mio lavoro, credo che prima farei quattro
chiacchiere con il giardiniere, poi se non mettesse in atto le mie
condizioni, allora in quel caso lo licenzierei. Ma non prima.
>>
Alzò lo sguardo incrociando quello dell'uomo.
<<
Quindi è ciò che dovrei fare io. Il mio unico
fiore prezioso è
stato calpestato più volte, sono stato sempre indulgente in
merito.
Ma non potevo rimanere inerme a fissare quei petali stropicciati.
Vedi... Alessandra è la mia unica figlia. Darei ogni cosa
per lei.
Ti avevo dato le mie condizioni il giorno del matrimonio. Sei durato
due anni. Hai strappato il cuore di mia figlia e ci hai ballato
sopra. E' disgustoso >> Scosse la testa nauseato
<<
Quando Alex è tornata qui in lacrime, distrutta...ho giurato
che
mai, mai al mondo avrei permesso che tu l'avresti riavuta. Invece
è
tornata da te. Ma so per certo che ricommetterai i tuoi errori. Avevo
ragione a tenerti al largo all'inizio. >> Sorrise
beffardo.
<<
Lei è stato sempre pieno di pregiudizi Michele. Non sa
quello che
c'è tra me sua figlia. Come può essere
così cinico nei miei
confronti. Non ha mai provato a conoscermi, sempre sulla difensiva,
sempre così contro nei miei riguardi. Ma che le ho fatto?
Cazzo! >>
Sbottò nervoso.
<<
E mi chiedi pure che hai fatto? Hai la faccia tosta ragazzo. Tsk!
Alex ha buon senso. Non denigrerei mai i suoi piani o i suoi punti di
vista. Ma ho veramente paura che il suo amore cieco verso te, la
possa ricondurre nel dolore. Se mi avesse ascoltato a quest'ora
sarebbe felicemente sposato con Nik Mendes, e tu saresti stato un
vago ricordo. >> Ritornò a fissare gli alberi.
<<
Nik Mendes è un coglione. >> Disse sconcertato
pensando a quel
medico, figlio di un amico di famiglia di Alex. Le girava sempre
intorno, con la bava sulle labbra. << Lei non
può decidere di
cosa sua figlia possa e voglia avere. Deve solo accettarlo. Non ha
più quindici anni, è matura e sa decidere.
>> Stava
diventando scontroso. Sapeva che lo sarebbe stato, nonostante volesse
evitarlo. Ogni volta che iniziava a discutere con lui, arrivava in
questo stato. Ma non riusciva ad essere se stesso, sapeva che doveva
rimanere sulla difensiva, per non affondare...per non dargliela
vinta.
<<
E' vero. La mia fortuna è di avere una figlia d'oro. Ma la
tua
fortuna è che mia figlia ti protegga, perchè non
puoi nemmeno
immaginare come possa trascinarti a fondo. Costance ha sempre detto
che tra i suoi figli tu eri il più testardo e
rivoluzionario.
All'inizio pensavo si sbagliasse, ma ecco che aveva ragione. Sei come
tuo padre >> Scosse la testa nervoso.
<<
Non mi paragoni a mio padre. Siamo diversi e lo sa bene.
>> Si
stava inalberando sempre di più.
<<
Certo, siete diversi... ma nulla ti dice che ciò che sei ora
possa
sfociare in ciò che è tuo padre. >>
Sorrise sprezzante.
<<
Se mi odia non le do torto. Ma non si può permettere di dare
valutazioni improprie sul mio conto, senza nemmeno avermi mai
conosciuto. >> Si alzò aggiustandosi la felpa.
Ne aveva
abbastanza di quella conversazione dura e umiliante e non voleva
rimanere lì con le mani che gli prudevano. Tirare un pugno
al padre
di Alex non era nei suoi propositi giornalieri.
<<
Conosco i tipi come te e purtroppo so che fino a quando mia figlia ti
amerà sarò costretto a vederti. Instauriamo una
tolleranza, solo
per educazione. Non per altro. >> Michele si
sollevò con
fatica facendo leva con la mano sinistra sul tavolo, mentre puntava
il bastone sul mattone per alzarsi e mettersi di fronte a Jared,
tendendogli la mano libera.
<<
Ad una condizione : Alex ne deve stare fuori . >> Disse
rigido
e serio fissando intensamente l'uomo di fronte a sé.
<<
Te l'ho detto, proteggere mia figlia è la mia unica
priorità.
Quindi è una condizione che posso accettare >>
Nessun sorriso
trapelò da quelle labbra.
Anche
se titubante.
Anche
se non credeva in pieno a quelle parole.
Anche
se sicuramente se ne sarebbe pentito prima o poi.
Anche
se sotto c'era qualche tipo di fregatura ancora celata.
Jared
tese la mano per stringere quella davanti a lui.
Note
autrice : Eccovi
qui la foto del mitico padre di Alex =)
Michele :
http://tinypic.com/view.php?pic=152yhrp&s=5
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