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Autore: Cromatic Angel    13/04/2012    2 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Erano quasi tre anni che non vedeva quell'enorme cancello nero aprirsi davanti a sé.
Erano quasi tre anni che non percorreva quel viale alberato lungo mezzo chilometro.
Erano quasi tre anni che non giungeva alla fine del viale, davanti la gigantesca scultura dalla quale fuoriusciva una cascata d'acqua che ricadeva nella vasca rotonda.
L'enorme villa era come se stesse abbracciando il monumento.
Un uomo con l'uniforme da cameriere scese i cinque gradini in marmo e venne incontro all'auto.
Aprì cordialmente lo sportello e salutò Jared, che gli porse le chiavi.
L'uomo attese che Alex scendesse dal veicolo, poi mise in moto e portò l'auto nel
l'aerea parcheggio.
<< Sembra ieri che ci siamo sposati >> Si aggiustò la felpa e guardò in alto, rimirando gli ornamenti dei tetti.
<< Sei pronto ? >> Gli porse la mano, voltandosi verso lui con un sorriso radioso.
<< Promettimi che sulla mia lapide metterai la foto che ho come profilo su Twitter... >> la supplicò fingendosi triste.
<< Non essere tragico >> Gli prese la mano, sfilandogliela dalla tasca dei pantaloni neri super aderenti.
<< Ah no? Tuo padre non sembra essere così dolce con me >> Disse a denti stretti facendole cenno verso la porta d'entrata.
Mentre una figura slanciata si catapultava giù per i gradini con un dolce e caloroso sorriso.
<< Tesori miei! >> Avalon avvolse Jared in caldo abbraccio, stringendolo per bene, poi si dedicò alla figlia, la prese per le spalle e la guardò con amore << Sono così felice di vedervi qui >> Sorrise ancora. << Su entriamo, prima che tuo padre dia in escandescenza >> Fece l'occhiolino a Jared, voltandosi e risalendo svelta le scale.
<< Se non conoscessi tua madre penserei che mi corteggi >> Annuì sconvolto fissando la donna che con sensualità innata saliva la gradinata.
<< Sai che ti vuole un bene disumano! >> Gli sorrise e lo trascinò dentro casa << Ti preoccupi così tanto di mamma... scordi che c'è un leone in giro lì... >> Rise sommessamente pensando all'ansia che in quell'istante stava prendendo Jared.





Stranamente non aveva visto l'uomo del terrore.
Era riuscito a portare i trolley nella vecchia camera di Alex.
Il piano superiore sembrava deserto.
Immaginava che il caro suocero fosse nel suo studio, al piano di sotto.
<< Sprizzi elettricità da tutti i pori >> Alex lo abbracciò da dietro, baciandogli una spalla << Vedrai che andrà tutto bene, fidati >> Gli respirò contro, stringendolo di più a sé.
<< Se anche io avessi una figlia, se anche a lei fosse accaduto una cosa del genere... avrei reagito peggio di tuo padre. Quindi me lo merito... >> Strinse la sua mano.
<< Quindi saresti pronto a confrontarti con lui ? >> Si allontanò da lui.
<< Non sarei qui, se non lo fossi >> Si voltò per guardare sua moglie negli occhi.
<< Allora va' in giardino... perchè ti sta aspettando >> Gli sorrise dolcemente.
Era stato sempre abbastanza coraggioso, impavido e temerario. Ma quando si parlava di Michele Caffarel allora diventava un rimbecillito e l'angoscia prendeva il sopravvento, nemmeno di suo padre aveva mai avuto paura. Ma il padre di Alex gli aveva dato motivo di temerlo e di rispettare quella famiglia, ma sapeva di non aver mantenuto la parola e adesso doveva affrontare quell'uomo, che tutto era tranne che magnanimo.





Il gazebo in legno bianco era il punto più elegante di tutto il giardino, non che il finto labirinto con una piccola fontana con Apollo in centro fosse da meno, o l'orto di Avalon e la piscina fossero da sottovalutare. Ma a Jared quel gazebo, quel tavolo rettangolare in marmo davano un senso di tranquillità. Spesso quando andava a trovare Alex, gli piaceva stare lì fuori con il suo computer per definire gli ultimi accordi finanziari, o magari a vedersi qualche film in rete. Era il suo angolo di relax.
Adesso però quello stesso gazebo stava per essere profanato. Di certo, in futuro, non gli avrebbe più dato solo la sensazione di relax.
Nonostante non lo vedesse da quasi due anni, il suo aspetto non era mutato. Non mostrava nemmeno i suoi 56 anni. Il suo viso austero già gli faceva temere il peggio.
Seduto di lato al tavolo, fissando gli alberi del suo giardino, stringendo il suo bastone di legno pregiato, con la gamba stesa e l'altra piegata.
Non fissava il nuovo arrivato, che si era seduto accanto a lui, cercando di fissare quasi lo stesso punto, invece di perdersi nelle appena accennate rughe del Signor Caffarel.
Sperava solo che quel bastone rimanesse al suo posto e non che salisse su per qualche buco nero di sua conoscenza, già rabbrividiva al solo pensiero.
La leggera brezza di fine autunno era frizzante, ma sotto quel gazebo si sentiva riparato.
Il sole tenue di New York del primo pomeriggio era invitante e romantico, se solo non avesse avuto accanto a sé un corvo, invece di sua moglie.
<< Impressionante di come l'erba qui cresca così velocemente >> Esordì con voce roca indicando con la punta del bastone l'erba che cresceva intorno al gradino del gazebo. << Solo una quindicina di giorni fa è venuto il giardiniere a ripulire tutto, adesso di nuovo è da sistemare . Con l'erbaccia non si finisce mai di avere a che fare >> Quella frase non era del tutto neutra. Jared se n'era accorto, sapeva che era una metafora. Il bello di Michele era proprio questo : le sue frasi indirette e ben mirate. Quelle che ti uccidono solo se le pensi, sopratutto se accompagnate da un tono sprezzante e duro come quello che aveva appena sentito.
<< Potrebbe chiamare nuovamente il giardiniere, si vede che non ha fatto un buon lavoro >> Azzardò Jared senza voltarsi.
<< Certo potrei, come potrei semplicemente porre rimedio io. Curare io il mio giardino come ho sempre fatto. Vedo che nonostante io abbia avuto fiducia nel mio giardiniere, in fin dei conti non sappia fare così bene il suo lavoro come dice... >> Annuì a se stesso. Gesto che Jared notò con la coda dell'occhio.
<< La fiducia sta alla base. Non è per compassione che deve decidere se tenere o meno il giardiniere >> Si guardò le mani intrecciate.
<< Non ho compassione per nessuno. Purtroppo è il giardino di mia moglie, decide lei. Posso solo dare pareri, che vengono presi sempre in considerazione. Tu che faresti ? >> A quella domanda Michele si voltò squadrando Jared in modo truce.
<< Sono meticoloso nel mio lavoro, credo che prima farei quattro chiacchiere con il giardiniere, poi se non mettesse in atto le mie condizioni, allora in quel caso lo licenzierei. Ma non prima. >> Alzò lo sguardo incrociando quello dell'uomo.
<< Quindi è ciò che dovrei fare io. Il mio unico fiore prezioso è stato calpestato più volte, sono stato sempre indulgente in merito. Ma non potevo rimanere inerme a fissare quei petali stropicciati. Vedi... Alessandra è la mia unica figlia. Darei ogni cosa per lei. Ti avevo dato le mie condizioni il giorno del matrimonio. Sei durato due anni. Hai strappato il cuore di mia figlia e ci hai ballato sopra. E' disgustoso >> Scosse la testa nauseato << Quando Alex è tornata qui in lacrime, distrutta...ho giurato che mai, mai al mondo avrei permesso che tu l'avresti riavuta. Invece è tornata da te. Ma so per certo che ricommetterai i tuoi errori. Avevo ragione a tenerti al largo all'inizio. >> Sorrise beffardo.
<< Lei è stato sempre pieno di pregiudizi Michele. Non sa quello che c'è tra me sua figlia. Come può essere così cinico nei miei confronti. Non ha mai provato a conoscermi, sempre sulla difensiva, sempre così contro nei miei riguardi. Ma che le ho fatto? Cazzo! >> Sbottò nervoso.
<< E mi chiedi pure che hai fatto? Hai la faccia tosta ragazzo. Tsk! Alex ha buon senso. Non denigrerei mai i suoi piani o i suoi punti di vista. Ma ho veramente paura che il suo amore cieco verso te, la possa ricondurre nel dolore. Se mi avesse ascoltato a quest'ora sarebbe felicemente sposato con Nik Mendes, e tu saresti stato un vago ricordo. >> Ritornò a fissare gli alberi.
<< Nik Mendes è un coglione. >> Disse sconcertato pensando a quel medico, figlio di un amico di famiglia di Alex. Le girava sempre intorno, con la bava sulle labbra. << Lei non può decidere di cosa sua figlia possa e voglia avere. Deve solo accettarlo. Non ha più quindici anni, è matura e sa decidere. >> Stava diventando scontroso. Sapeva che lo sarebbe stato, nonostante volesse evitarlo. Ogni volta che iniziava a discutere con lui, arrivava in questo stato. Ma non riusciva ad essere se stesso, sapeva che doveva rimanere sulla difensiva, per non affondare...per non dargliela vinta.
<< E' vero. La mia fortuna è di avere una figlia d'oro. Ma la tua fortuna è che mia figlia ti protegga, perchè non puoi nemmeno immaginare come possa trascinarti a fondo. Costance ha sempre detto che tra i suoi figli tu eri il più testardo e rivoluzionario. All'inizio pensavo si sbagliasse, ma ecco che aveva ragione. Sei come tuo padre >> Scosse la testa nervoso.
<< Non mi paragoni a mio padre. Siamo diversi e lo sa bene. >> Si stava inalberando sempre di più.
<< Certo, siete diversi... ma nulla ti dice che ciò che sei ora possa sfociare in ciò che è tuo padre. >> Sorrise sprezzante.
<< Se mi odia non le do torto. Ma non si può permettere di dare valutazioni improprie sul mio conto, senza nemmeno avermi mai conosciuto. >> Si alzò aggiustandosi la felpa. Ne aveva abbastanza di quella conversazione dura e umiliante e non voleva rimanere lì con le mani che gli prudevano. Tirare un pugno al padre di Alex non era nei suoi propositi giornalieri.
<< Conosco i tipi come te e purtroppo so che fino a quando mia figlia ti amerà sarò costretto a vederti. Instauriamo una tolleranza, solo per educazione. Non per altro. >> Michele si sollevò con fatica facendo leva con la mano sinistra sul tavolo, mentre puntava il bastone sul mattone per alzarsi e mettersi di fronte a Jared, tendendogli la mano libera.
<< Ad una condizione : Alex ne deve stare fuori . >> Disse rigido e serio fissando intensamente l'uomo di fronte a sé.
<< Te l'ho detto, proteggere mia figlia è la mia unica priorità. Quindi è una condizione che posso accettare >> Nessun sorriso trapelò da quelle labbra.
Anche se titubante.
Anche se non credeva in pieno a quelle parole.
Anche se sicuramente se ne sarebbe pentito prima o poi.
Anche se sotto c'era qualche tipo di fregatura ancora celata.
Jared tese la mano per stringere quella davanti a lui.


Note autrice : Eccovi qui la foto del mitico padre di Alex =)

Michele :  
http://tinypic.com/view.php?pic=152yhrp&s=5
  
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