La canzone disperata
We’re soarin’, flyin’ There’s not a star in heaven That we can’t
reach
If we’re trying So we’re breaking free
You know the world can see us In a way that’s different than who we
are
Creating space between us ‘Til we’re separate hearts
But your faith it gives me strength Strength to believe
We’re breakin’ free
We’re soarin’
Flyin’ There’s not a star in heaven That we can’t reach If we’re
trying Yeah, we’re breaking free Oh, we’re breakin’ free
Can you feel it building Like a wave the ocean just can’t control
Connected by a feeling Ohhh, in our very souls Rising ‘til it lifts
us up So every one can see
-We’re breaking free-
Taylor arrivò a scuola stanchissima e senza aver fatto colazione: la sera
prima aveva mangiato così tanto gelato per cercare, invano, di tirarsi su di
morale, che non aveva avuto fame.
Arrivata nell’aula della Darbus, si sedette al solito banco al fondo
dell’aula. Gabriella si sedette accanto a lei salutandola con un sorriso.
Cinque minuti dopo arrivarono Chad e Troy. Quest’ultimo salutò Gabriella con
un bacio a fior di labbra e poi raggiunse l’amico, che si era seduto dalla parte
opposta dell’aula.
Taylor guardò per qualche secondo la schiena di Chad, domandandosi se anche
lui aveva passato la serata come lei, triste e depresso, o se invece era andato
ad una festa, o al cinema, a divertirsi, magari con quell’oca di cui preferiva
non pronunciare nemmeno il nome, senza pensare a lei nemmeno lontanamente.
J.Lo. entrò nell’aula sculettando, e fece un gran sorriso a Chad. Dalla
posizione in cui era Taylor non poteva vedere la reazione del ragazzo, ma non ci
voleva certo un genio per capire che qualunque essere umano maschio si sarebbe
sciolto davanti a quel genere di sorriso. Tuttavia...
Era davvero freddo come si era mostrato il giorno prima davanti allo
scuolabus? Oppure aveva finto, e un po’ gli dispiaceva che loro due non si
parlassero più? Non che dovesse disperarsi e rotolarsi a terra battendo i pugni,
però... insomma, davvero non gli importava proprio nulla?
Ma non poteva continuare a pensarci per troppo tempo, la Darbus era entrata e
non poteva permettere che il pensiero di Chad la distraesse dalla scuola.
Chad lanciò un’occhiata rapida a Taylor, dopo aver completamente ignorato il
saluto di una J.Lo. che si allontanò oltraggiata, ma si voltò nuovamente verso
l’insegnante, che li aveva salutati con il suo solito tono entusiasta,
riservando un particolare sorriso ai suoi prediletti, che si erano da poco
moltiplicati diventando quattro: Sharpay, Ryan, Troy e Gabriella.
-Bene, ragazzi. Oggi, studieremo una poesia di Pablo Neruda.-
Un mormorio di falsa eccitazione percorse l’aula, come quasi ogni volta che
dovevano studiare una poesia: tutti fingevano di essere entusiasti per non
subire le grida della Darbus, ma le poesie non piacevano a nessuno, in realtà.
Erano troppo lontane da loro, ed esprimevano sentimenti che non riuscivano a
comprendere. O almeno, la maggior parte delle volte.
-Allora, il titolo è La canzone disperata.-
Altro falso mormorio emozionato. Taylor aprì il quaderno ad un foglio bianco
e scrisse il titolo e il nome dell’autore, preparandosi a prendere appunti, e lo
stesso fece Gabriella.
-Il tuo ricordo emerge dalla notte in cui sono. Il fiume riannoda al
mare il suo lamento ostinato.
Abbandonato come i moli all'alba. E' l'ora di partire, oh
abbandonato!-
Taylor soffocò un gemito. E ti pareva! Proprio quel giorno doveva mettersi a
leggere una poesia spezzacuore?
-Sul mio cuore piovono fredde corolle. Oh sentina di rifiuti, feroce
tana di naufraghi!
In te si accumularono le guerre e i voli. Da te innalzarono le ali gli
uccelli del canto.
Tutto hai inghiottito, come la lontananza. Come il mare, come il tempo.
Tutto in te fu naufragio!
Era l'ora felice dell'assalto e del bacio. L'ora dello stupore che ardeva
come un faro.-
Chad dovette stringere la penna nella mano fino a farsi male per non alzarsi
così, in mezzo alla classe, andare da Taylor e baciarla davanti a tutti. Per
riprendersi quel bacio che J.Lo., quella cretina, aveva rubato...
- Ansietà di nocchiero, furia di palombaro cieco, torbida
ebbrezza d'amore, tutto in te fu naufragio! Nell'infanzia di nebbia la mia
anima alata e ferita. Scopritore perduto, tutto in te fu naufragio! Ti
attaccasti al dolore, ti aggrappasti al desiderio. Ti abbatté la tristezza,
tutto in te fu naufragio!-
Taylor cercò di scrivere qualche frase, qualche passaggio che le sembrava
importante, ma non ci riusciva, le tremava la mano. Fingendo di scrivere, si
morse il labbro inferiore tenendo lo sguardo basso, per evitare di incrociare
quello di Chad.
-Feci retrocedere la muraglia d'ombra, andai oltre il desiderio e
l'atto. Oh carne, carne mia, donna che amai e persi, te, in quest'ora
umida, evoco e canto. Come una coppa albergasti l'infinita tenerezza, e
l'infinito oblio t'infranse come una coppa. Era la nera, nera solitudine
delle isole, e lì, donna d'amore, mi accolsero le tue braccia.-
Chad non riuscì a trattenersi e, anche se aveva deciso che non l’avrebbe
fatto, si voltò per lanciare un’occhiata a Taylor. La ragazza non stava
guardando verso di lui, prendeva appunti come se niente fosse, come se quella
poesia non la toccasse minimamente... ma all’improvviso la vide sfiorarsi la
guancia con un gesto tremante, come a voler nascondere qualcosa.
Forse...
Fortunatamente, l’ora terminò, e l’insegnante annunciò che avrebbero
continuato il giorno seguente.
Grandioso rifletté Taylor uscendo dall’aula Prossimamente su questi
schermi: Un’altra ora di tortura per Taylor McKassy. Non vedo l’ora.
Taylor andò al suo armadietto per posare i libri e prendere quelli di storia
per l’ora successiva. Appena aprì l’armadietto, però, un foglio bianco di carta
intestata attirò la sua attenzione. Sembrava che qualcuno l’avesse infilato nel
suo armadietto.
Lo prese e, visto che era piegato in quattro, lo aprì. Erano poche righe,
scritte con una scrittura ordinata ma poco comprensibile. Strinse gli occhi per
leggere meglio:
Per la signorina Taylor McKassy:
la prego di trovarsi alla serra nel primo intervallo, dopo la
seconda ora di lezione,
ho bisogno di discutere con lei di alcuni aggiornamenti
riguardanti
il programma del Club delle Scienze per l’anno scolastico,
poiché ho avuto una riunione
con gli organizzatori del Decathlon del prossimo anno.
Professor Tynder
Domandandosi perchè mai il professor Tynder, il professore che organizzava il
Club delle Scienze, volesse parlare solo con lei invece che con tutti come
faceva di solito, e per di più nella serra invece che in laboratorio, Taylor
chiuse l’armadietto e si avviò verso la classe di storia.
L’ora di storia, anche senza Neruda, fu dura da sopportare: Chad era giusto
dietro a Taylor, e ogni volta che l’uno diceva qualcosa l’altro sentiva qualcosa
scuotersi, dentro, provocando più dolore di quanto avrebbero immaginato.
Era strano pensare che fino a pochi mesi prima praticamente non si
conoscevano.
Alla fine dell’ora, Chad raccolse velocemente le sue cose, salutò Troy e,
mentre l’amico gli augurava -In bocca al lupo-, uscì dalla classe di
corsa.
Avrà un appuntamento con J.Lo.... pensò Taylor Oh, ma andiamo, la vuoi
piantare, razza di stupida? Come pensi che possa farti bene passare le ore a
pensare a lui? Avanti, pensa al programma del Decathlon e basta...
-Gabriella, io devo incontrare il professor Tynder, deve parlarmi del
prossimo Decathlon... ti raggiungo a matematica.- disse Taylor quando ebbe
finito di riporre i libri nella borsa.
-D’accordo.- sorrise Gabriella.
Taylor uscì dalla classe.
-Salve, Taylor.- la salutò un’odiosa, fin troppo conosciuta voce. Taylor si
voltò senza smettere di camminare e J.Lo. la raggiunse –Volevo parlarti, hai un
secondo?-
-No.- rispose secca Taylor, senza accennare a rallentare.
-Allora ti parlo mentre camminiamo... volevo dirti che mi dispiace
davvero per quello che è successo l’altra sera, ma cosa posso farci, se
Chad preferisce me a te, dopotutto, non raccontiamoci idiozie, naturale che
quando può avere una co...-
J.Lo. non terminò la frase. Non la terminò perchè qualcuno, che Taylor non
avrebbe mai smesso di ringraziare, aveva fatto cadere qualcosa sul pavimento.
Qualcosa di umido e scivoloso. Qualcosa che J.Lo. pestò, scivolando come il
migliore dei calciatori brasiliani. Caso sfortunato, o meglio,, caso
fortunato volle che in quell’istante una bidella passasse dietro di loro,
spingendo il contenitore dell’immondizia, contro il quale urtò il braccio di
J.Lo., rovesciandolo. Rovesciandoselo in testa, per essere precisi.
Taylor lanciò un sorrisetto di scherno, più che altro per nascondere la
tristezza, ad un’esterrefatta J.Lo. con una buccia di banana in testa e del
budino sulla maglia e, tra le risate dei presenti, si allontanò.
Uscì in cortile e in dieci minuti arrivò alla serra. Al primo piano,
l’insegnante non si vedeva da nessuna parte.
-Professore?- chiamò incerta –Professor Tynder?- ripeté, salendo le scale.
Arrivò al secondo piano, ma anche lì non si vedeva nessuno...
-Ciao.-
Taylor sobbalzò spaventata e, lanciando un urletto, si voltò di scatto.
-Scusa.- disse Chad avvicinandosi a lei –Non volevo spaventarti.-
-Non mi sono spaventata.- ribatté lei immediatamente –Ero solo... sorpresa. E
poi, che ci fai tu qui? Io aspetto il professor Tynder, quindi sarebbe meglio se
tu...-
-Se io me ne andassi?- concluse la frase Chad, continuando ad
avvicinarsi.
-Esatto, bravissimo, grandioso, come sei perspicace. Ci si vede eh?- Taylor
continuava quasi inconsciamente ad allontanarsi mentre lui si avvicinava sempre
di più.
-Non ti sembra strano che io sia qui proprio ora, anche se non ci sono mai
venuto in tutta la vita?- le fece notare Chad.
-Non...- Taylor capì d’improvviso ciò che intendeva –Sei stato tu? Era
tuo quel biglietto?- domandò con occhi ridotti a fessure.
-Si.- ammise il ragazzo.
-Sei solo un cretino, Chad...- Taylor fece per andarsene, ma mentre passava
accanto al ragazzo lui la afferrò per un polso, costringendola a voltarsi verso
di lui.
- Taylor, devi ascoltarmi...-
-Devo? Io non devo fare proprio niente, Chad. Sei tu che
devi lasciarmi.- ribatté lei sprezzante. Sentiva che le lacrime
ricominciavano a spingere per uscire, ma non poteva piangere davanti a lui, non
poteva e non voleva.
-Taylor, ti prego.- Chad la guardò così dolcemente, fisso negli occhi, che
Taylor rivisse in un secondo tutte le emozioni di due sere prima, compreso
l’attimo in cui l’aveva visto con J.Lo., e non riuscì più a trattenersi.
-Perchè dovrei ascoltarti?- domandò mentre una lacrima le rigava la guancia
–A me non importa nulla di te...-
-Se non te ne importa...- la interruppe Chad –Perchè stai piangendo?-
-Smettila!- gridò Taylor –Se non mi lasci, giuro che mi metto a urlare!-
-Non l’ho baciata, Taylor. Lei ha baciato me. Io l’ho respinta, io...- Chad
sentì che Taylor smetteva di tirare per liberarsi -...io non sono mai stato
interessato a lei, Taylor.-
-Perchè mi stai dicendo queste cose?- domandò Taylor soffocando un
singhiozzo.
-Perchè io...- Chad non sapeva cosa dire, come spiegare ciò che sentiva,
tutte quelle strane emozioni che sentiva in quel momento, ma capì che poteva
fare qualcosa di molto meglio che parlare. Si avvicinò e le accarezzò una
guancia, asciugandole una lacrima.
Per Taylor, tutto si mosse come un sogno. Chad si chinò su di lei, facendo
passare le mani sui suoi fianchi, e le loro labbra si incontrarono lievemente
per staccarsi quasi subito. Taylor sentì le gambe cederle, e dovette appoggiarsi
a Chad per non cadere.
-Chad io... non... credevo...-
-Nemmeno io.- sorrise Chad, e si chinò nuovamente su di lei.
Gabriella e Troy entrarono a lezione di matematica, ma i posti di Chad e
Taylor rimasero vuoti.
We’re breakin’ free We’re soarin’ Flyin’ There’s not a star in
heaven That we can’t reach If we’re trying Yeah we’re breaking free
Ohhhh runnin’ Climbin’ To get to that place To be all that we can
be Now’s the time So we’re breaking free We’re breaking free
Ohhh , yeah
More than hope More than faith Gabriella:
This is true This is fate And together We see it comin’ More
than you More than me Not a want, but a need Both of us breakin’
free
Soarin’ Flyin’ There’s not a star in heaven That we
can’t reach If we’re trying
Yeah we’re breaking free Breaking free
Were runnin’ Ohhhh, climbin’ To get to the place To be all that
we can be Now’s the time
Now’s the time
So we’re breaking free Ohhh, we’re breaking free
Ohhhh
You know the world can see us In a way that’s different than who we
are
-We're breaking free-
___________Nota di Herm90
____La poesia è "La canzone disperata" di pablo Neruda_______
Ed eccoci alla fine! Mi spiace che sia finita, veramente... (a noi no!
N.d.Tutti... E vabbò, a me si! N.d.A. XD) comunque, prima o poi dovevo
chiuderla, e avevo finito i testi delle canzoni! XD no, non è vero... a dire la
verità, mi è venuta ben più lunga di quanto avessi programmato all'inizio!
Comunque, ne sto iniziando un'altra, perciò non mi assenterò per molto :)
Allura, ringraziamenti: Pikky91 (sono contenta che tu abbia gradito
Chad con i timpani rotti dalla banshee infuriata! E a quella tua compagna così
simpatica... potresti farle capitare un piccolo incidente come quello a J.Lo.,
qui sopra XD), Marty92 (condivido, Taylor/Chad 4ever... e anche Troy e
Gabriella, ma si, perchè no... grazie^^), Titty90 (su su, non disperare,
ce n'è già in lavorazione un'altra... e poi, io aspetto sempre la tua! Ok, ok,
la pianto di romperti con la tua shot... non c'è bisogno di tirare fuori il
fucile XD), evanescense88 (ecco, ora che l'hai ribadito un milione è
perfetto, almeno la voce si sparga! spero che la conclusione ti sia piaciuta!) e
Mirandolina (esimia collega, sempre al tuo servizio! Visto che tu hai
continuato la tua -belliximo chappy, ma te l'ho già scritto nel commento- ho
pensato di lasciarti completamente intatta la salute psicofisiga continuando il
"parallelismo" e postando anch'io il tanto agognato bacio! Alla prossima, o al
tuo prox chappy!).
Ok, ora ho davvero finito...
Ciao, e grazia a tutti quelli che hanno letto e sono giunti alla
conclusione!
Bacioni!
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