Everything
happens for
a reason. We just have to take the best of it.
Era il 20 gennaio sera ed ero nel pieno dello studio del francese,
quando un leggero bip bip dell'iPod mi convinse a mettere da
parte i libri e controllare cosa stesse succedendo nel mondo
reale.
"Sei stato/a aggiunto/a al gruppo The Motherfuckin' Deathbats,''
recitava la notifica con tono austero.
'Ah, wo, figo, sarà una cosa tipo il Green Army, andiamo a
dare un'occhiata,' mi dissi, non esattamente piena di voglia di
continuare a incasinarmi la testa con verbi ed eccezioni. Acchiappai il
pc, posato alla bell'e meglio sul comodino di camera mia, lo spolverai
con un soffio e lo accesi. Dopo un paio di minuti ero già
sul gruppo a studiarmi per bene i componenti, per decidere quale
sarebbe stato il mio approccio con loro o comunque cercare di capire
quante sarebbero state le notifiche. Già con l'Army era un
casino della madonna, figurati con due gruppi tra loro simili e con
altrettanti membri.
Scrollai un po' la pagina.
Pingu, Delfa, Redda, Olej.. Bene, almeno un po' di loro li conoscevo.
Il numero della gente nuova era comunque altissimo, quindi decisi che
avrei cominciato a parlare con quelli che come me conoscevano poca
gente e che quindi avrebbero cercato di fare amicizia più
facilmente degli altri. Il numero rimaneva comunque esorbitante.
Scendendo giù col dito, tuttavia, una ragazza
attirò la mia attenzione.
Capelli rossi scompigliati, trucco nero, occhi vispi e lineamenti
morbidi, la bocca nascosta da un piano bianco.
Quella ragazza l'avevo già vista da qualche parte, ne ero
certa, ma dove? Non riuscivo proprio a ricordarmi in che ambito
l'avessi conosciuta, se avessimo mai parlato o se ci fossimo state
antipatiche. Scartai tutte le ipotesi: andando a guardare le sue foto
capii che non eravamo mai state amiche e così mi misi
l'anima in pace, almeno sotto quel verso. Ingrandii la sua immagine del
profilo, e in un attimo ebbi un lampo di genio.
Massì, quella era Iris! Shelovesheroin! La tipa che avevo
visto su Twitter e che sembrava stimabile da ogni punto di vista,
mentale o estetico che fosse! Cazzo, quante volte avevo voluto
conoscerla per poterle dire che era una figa e che apprezzavo troppo il
suo modo di vedere le cose, ma non l'avevo contattata per vergogna!
Sorrisi tra me e me. L'occasione era arrivata, finalmente. Mi segnai
mentalmente di essere gentile con lei e continuai la mia ricerca tra i
membri. Non mi emozionai molto; c'era un sacco di casino e le notifiche
piombavano da tutte le parti. Si può dire che il primo
giorno il gruppo era così caotico che non riuscivo neanche a
ricordarmi come mi chiamavo, senza esagerare. Capii fin da quel momento
che sarebbe stato necessario disattivare le notifiche, o la mia poca
sanità mentale rimasta sarebbe scomparsa completamente nel
giro di pochissimo. Però già dal secondo giorno
le cose andavano meglio. Anche se tanta gente continuava a presentarsi,
avevamo già creato un documento in cui avevamo scritto il
nostro nome e le nostre band preferite, oltre ai nostri contatti di
Twitter e Tumblr, e avevamo cominciato a socializzare come se ci
conoscessimo da tanto. Non mi ricordo con chi parlai per primo, ma
ricordo i commenti fuori luogo del Grix e Camilla che gli dava retta,
come se fosse una cosa normalissima. Ora che lo conosco, ho capito che
non c'è niente di più normale e consono di dire
''E sì illusione che ci sia, ma stare così vicino
al culo di un cavallo non so fino a che punto gli può
giovare.'' E' una persona strana, Grix, è sempre allegro e
si apre poco con noi, però se sei giù di morale
puoi sempre contare su di lui, lo si vedeva fin dall'inizio.
I primi due giorni nel gruppo sono passati velocemente. Chiacchieravamo
tutti senza problemi e cominciava a formarsi quella che ora
è una famiglia unita ed amorevole, e poi eravamo tutti
eccitati dall'idea di un gruppo sugli Avenged Sevenfold dove non ci
sarebbero stati hater o non fan. Ultimamente è sempre
più difficile trovare gruppi del genere, perché
gli infiltrati arrivano sempre, presto o tardi, ed è una
cosa negativa sotto certi aspetti, anche se poi anche loro diventano
parte integrante della famiglia. Però si vede benissimo
quanto sono fuori luogo in un momento in cui tutto il gruppo
è su di giri per un concerto o un CD del gruppo X e i
non-fan stanno semplicemente lì tipo, 'Potrei comparlo e
andare a vederli, ma mi fanno schifo quindi passo.' Cioè,
dai, che cosa ci stai a fare nel gruppo? Conti i post?
Nei Deathbats non era così. Ogni momento era differente,
tutti i membri sprizzavano energia da tutti i pori e non potevi non
sentirti coinvolto in quest'atmosfera di allegria e voglia di
vivere, anche se eri depresso. Loro erano, e sono,
semplicemente tutto quello di cui puoi mai aver bisogno per star bene.
E poi loro hanno le loro fisse e delle curiosità
che non possono che attirarti, e una di queste curiosità
sono i fake. Okay, va bene, i fake ci sono sempre stati, ma questa
volta era diverso. E non solo perché io ero riuscita a
interpretare uno dei miei bassisti preferiti; ma perché poi
era successa una cosa che non mi era mai accaduta prima, quando rolavo
sulla pagina dei Chemical.
La gente si è messa a scegliersi i partner.
Okay, direte voi, e allora? No, non 'e allora.' Non capite. Non
è così semplice come sembra.
Nel marasma generale, in cui Syn si prendeva Zacky, Matt Val e Jimmy
resuscitava dal reame dei morti, io sono riuscita a 'riservarmi' una
ragazza. Giuls. Una ragazza vivace, castana, con gli occhi marroni e
dei lineamenti dolci e lisci; che pareva brillare tutta quando
sorrideva. Sembrava le si illuminassero gli occhi, talmente era bella.
Quindi la cosa più naturale che mi era passata per
l'anticamera del cervello era stata dire a tutti che era mia, e che
quindi nessuno poteva provarci con lei. L'ho scritto così,
senza neanche chiederle niente; fortuna che è pazza di
Johnny o mi avrebbe mandato a fanculo fin dal primo istante. Quando le
ho chiesto l'amicizia non pensavo sarebbe cambiato qualcosa, anche se
sotto sotto speravo almeno di diventare buoni amici, e quando sono
andata a guardarmi le sue foto ci sono rimasta uno schifo. Avete
presente quelle persone belle, ma belle davvero? Quelle così
meravigliose che ti crolla l'autostima sotto terra solo a guardargli la
punta delle scarpe? Lei è una di quelle. Dopo quattro foto
potevo ben dire di essere la persona più fortunata del mondo
ad avere una chance di diventare sua amica, se non di peggio. Ero come
sconvolta, sono rimasta a guardare quelle immagini per ore e ore, senza
avere il coraggio di commentargliele o mettere mi piace. Sembrava una
bambolina, una di quelle bambole fragili e perfette che quando le vedi
sugli scaffali nei negozi pensi, 'Wow, chissà come
dev'essere somigliare a una di quelle?' Cominci a chiederti
perché tu sia così imperfetta e loro sembrino
meravigliose in ogni piccolo dettaglio, e poi ti rispondi che
è normale, sono bambole. Be', io non potevo farlo. Lei era
vera, una ragazza in carne ed ossa, e guardando le sue immagini potevo
solo venire investita da un camion mille e mille volte, senza smettere
mai di trascinarmi sempre più giù, verso il buio,
verso l'oblio, verso la mancanza di autostima. Però era come
una droga; non riuscivo a smettere di guardarla, di sperare di
diventare un po' come lei, di poter acquisire anche solo un minimo
della sua bellezza, giusto quanto bastava per non sentirmi
più l'ultima merda della Terra, poi mi sarei accontentata di
essere okay. Anche se in realtà poco importava,
perché comunque il mio carattere ha sempre attirato solo
persone tristi, depresse o con tendenze autodistruttive, e lei non mi
sembrava affatto così. Mi sembrava così piena di
vita, di voglia di scherzare e ridere, che io e la mia apatia ci siamo
sentite completamente inutili, oltre che stupide. Più la
guardavo e più mi veniva voglia di chiederle se era vera, se
era davvero così, o semplicemente se sapeva di essere un
qualche tipo di dea scesa in terra; però la timidezza mi
bloccava.
"E se se l'è presa a male per quello che ho detto prima? Ho
usato poco tatto, magari l'ho irritata," continuavo a ripetermi. In
fondo non la conoscevo per niente, magari avevo esagerato e non me
n'ero resa conto, o magari lei era una di quelle che alle persone
comuni e un po' sfigate non rivolge neanche la parola. Più
guardavo quelle foto più non la smettevo di complessarmi, ma
al problema pose risposta lei. Mi aprì la chat,
così, a buffo, e mi salutò, chiedendomi come
stavo e tutte le classiche cose che ci si chiede aprendo una
conversazione per la prima volta. Io ero tesa, decisamente tesa, e non
sapevo cosa risponderle per non fare brutta figura o per non sembrarle
antipatica. 'Sii te stessa,' direbbero tutti, ma quella è la
cosa più complicata da fare, soprattutto quando sei in ansia
e ti senti come se ti mancasse l'ossigeno nei polmoni, come se il
sangue ti si fosse fermato nelle vene e il tuo cuore fosse
semplicemente imploso tutto d'un tratto. Giuls mi faceva sentire in
quel modo, fin dai primi tempi. E porca miseria, sembrava averci preso
gusto a parlare con me. Non potevo che esserne felice però,
mi sembrava di vivere in un sogno. Non mi sembrava neanche strano
sentirmi così, credevo fosse normale, in fondo stavo
parlando con la persona più bella che avessi mai visto in
vita mia e non potevo non sentirmi al settimo cielo. Però me
lo sentivo, da qualche parte nel profondo, la cosa non si sarebbe
fermata lì. No, lei era troppo perfetta perché mi
potessi accontentare del semplice fatto di chattarci di tanto in tanto;
sentivo come il bisogno di conoscerla, avvolgerla, farla diventare
parte integrante della mia vita, per poi non lasciarla andare
più via e tenerla al mio fianco per sempre. Una cosa un po'
da maniaci, forse, però non potevo fare a meno di
desiderarlo ogni volta che leggevo il suo nome sotto un post.
Dovevo farci amicizia. Non riuscivo a pensare ad altro, nonostante ci
provassi con tutta me stessa, e poco m'importava di ferire Elide, Julia
o chiunque ci tenesse a me, desideravo solo lei e solo lei riusciva a
farmi sentire così viva e allo stesso tempo così
morta. Aveva un qualche potere su di me, riusciva a farmi sentire come
non mi ero mai sentita prima, ed era bello, decisamente bello. Troppo
bello perché finisse. Però c'era sempre in mezzo
quella mia dannata timidezza; quindi non la cercavo mai e speravo
sempre che fosse lei a farlo visto che io non ne avevo la forza,
sebbene lo desiderassi con tutta me stessa. Bella cosa, il mio
carattere. La paura che avevo di rovinare tutto era addirittura
maggiore del desiderio di parlarle, di chiederle della sua giornata, di
passare del tempo con lei, e più i giorni passavano
più mi sentivo giù, inutile. Un pezzo di carbone
in mezzo agli zaffiri per farla breve. Però lei era un
raggio di sole, l'unica che riuscisse a tirarmi su in ogni momento del
giorno, qualunque cosa fosse successa. Se fossi credente potrei dire
che me l'ha mandata Dio, ma visto che non lo sono mi
accontenterò di dire che è semplicemente la cosa
più meravigliosa che sarebbe mai potuta capitarmi in questa
vita, senza esagerare. E l'unica cosa che mi costringeva a rimanere coi
piedi per terra era che la conoscevo da davvero troppo poco per poter
motivare le mie sensazioni, e che quindi non mi avrebbe presa sul serio
se gliel'avessi detto. Quindi l'unica cosa che mi restava da fare era
aspettare e rimanere sempre più intrappolata nella ragnatela
della sua perfezione.
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