Donne

di MedusaNoir
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Dal nostro destino

Elena

E io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito
e rea d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia.

 

Folle destino è il mio. Guardami, o Padre! Perché concedi che il Fato si prenda così gioco di me?

Volesse l’Olimpio non fossi mai stata bella: molti pretendenti, rapita, nascosta in Egitto, un simulacro di me inviato ad Ilio. O sono io? Non so più chi sono.

I troiani mi odiano, gli achei mi disprezzano e insieme mi bramano, mi sognano nelle notti accanto alle loro donne, vorrebbero me.

Elena traditrice, Elena vittima, Elena colpevole, Elena innamorata, Elena meretrice, Elena condannata. Muoiono i combattenti e io non posso evitare nulla!

- Tu non hai colpe.

Ancora più folle è il mio destino!

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Elena era la donna più bella della Grecia, aveva numerosi pretendenti e fu rapita da Paride che diede così vita alla guerra di Troia nerrata dell'Iliade. Come per molti personaggi, le fonti discordano: c'è chi dice che fu rapita anche da Teseo, chi afferma che la donna portata a Troia non fosse la vera Elena, ma una copia creata da Era per vendicarsi del giudizio di Paride e che quindi Elena si trovi in Egitto. Ho scelto di basarmi su tutte queste fonti, rendendo Elena inconsapevole di chi veramente sia: lei è sempre vittima degli eventi, ma a volte viene accusata di ciò che la sua esistenza ha generato; per cui qui Elena è confusa, afferma di trovarsi in Egitto, ma riporta le parole di Priamo, si definisce vittima e finisce con il sembrare quasi contenta che gli uomini la bramino.


La prima citazione è tratta da Elena di Euripide, mentre la frase in discorso diretto è pronunciata da Priamo nell'Iliade.





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