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Autore: MedusaNoir    03/05/2012    2 recensioni
"Tutte noi siamo donne, donne che sanno di avere sbagliato. Nobili, coraggiose, mortali, orgogliose, fuggiamo dal nostro destino, trovando la pazzia, la solitudine, la follia, la morte. Fuggiamo inutilmente, prive di speranza, ma non prive di onore, in cerca dell'eroe che ci amerà. Mogli senza mariti, madri senza figli, figlie senza padri, regine senza patria, a cui resta solo l'oblio. E mentre il mare ci trascina lontano, senza più illusioni aspettiamo l'amato con trepidazione, con rassegnazione o tessendo una tela. Ma siamo solo donne."
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dal nostro destino

Elena

E io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito
e rea d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia.

 

Folle destino è il mio. Guardami, o Padre! Perché concedi che il Fato si prenda così gioco di me?

Volesse l’Olimpio non fossi mai stata bella: molti pretendenti, rapita, nascosta in Egitto, un simulacro di me inviato ad Ilio. O sono io? Non so più chi sono.

I troiani mi odiano, gli achei mi disprezzano e insieme mi bramano, mi sognano nelle notti accanto alle loro donne, vorrebbero me.

Elena traditrice, Elena vittima, Elena colpevole, Elena innamorata, Elena meretrice, Elena condannata. Muoiono i combattenti e io non posso evitare nulla!

- Tu non hai colpe.

Ancora più folle è il mio destino!

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Elena era la donna più bella della Grecia, aveva numerosi pretendenti e fu rapita da Paride che diede così vita alla guerra di Troia nerrata dell'Iliade. Come per molti personaggi, le fonti discordano: c'è chi dice che fu rapita anche da Teseo, chi afferma che la donna portata a Troia non fosse la vera Elena, ma una copia creata da Era per vendicarsi del giudizio di Paride e che quindi Elena si trovi in Egitto. Ho scelto di basarmi su tutte queste fonti, rendendo Elena inconsapevole di chi veramente sia: lei è sempre vittima degli eventi, ma a volte viene accusata di ciò che la sua esistenza ha generato; per cui qui Elena è confusa, afferma di trovarsi in Egitto, ma riporta le parole di Priamo, si definisce vittima e finisce con il sembrare quasi contenta che gli uomini la bramino.


La prima citazione è tratta da Elena di Euripide, mentre la frase in discorso diretto è pronunciata da Priamo nell'Iliade.

   
 
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