Hermione 1
The
beginning of a magical adventure.
Capitolo
primo.
Una
notizia verde smeraldo.
L'aria
salmastra le soffiava tra i capelli, adorava il profumo della
salsedine.
In
cima a quella scogliera si sentiva incredibilmente libera: sotto di
lei l'oceano infinito, dietro una distesa interminabile di erba verde
e profumata, era tutto per lei, solo suo.
Sentiva
di poter volare anzi, ne era certa!
Stava
per spiccare il salto nel...
«Tesoro
svegliati!»
«Hermione
è tardi!» come un fulmine a ciel sereno, la voce di sua madre si era
fatta strada nella sua testa fino a far sparire ogni traccia del
meraviglioso sogno che la avvolgeva.
Aprì
un occhio, un filo di luce dorata penetrava dalla fessura tra le
pesanti tende scarlatte.
«Sono
sveglia mamma!» urlò in direzione della porta stropicciandosi gli
occhi con le mani.
Mille
sfere di luce le riempivano gli occhi chiusi mentre cercava di
riportare alla mente l'ultima immagine del sogno... .
Niente
da fare, era svanito.
Dopo
qualche secondo, con un unico ed energico movimento, si alzò dal
letto, tolse il lenzuolo e si stiracchiò.
Inspirò
a fondo, poi andò ad aprire le tende e la porta finestra.
La
sua stanza dava sul giardino sul retro della casa, una piccola oasi
di pace, e aveva un bellissimo balconcino abbastanza spazioso da
poter ospitare una comoda sedia e un tavolino.
Era
una bellissima mattina soleggiata, d'altronde era pieno luglio e non
pioveva da quasi un mese (un record per la solitamente piovosa
Londra).
Rimase
qualche minuto appoggiata alla ringhiera, godendosi il tepore del
sole sulla pelle.
Dopo
essersi infilata la leggera vestaglia di seta lilla sopra il pigiama
smanicato, si incamminò fori dalla camera, poi giù dalle scale fino
ad arrivare in cucina.
«Ben
svegliata dormigliona!» la accolse sua madre alzandosi dalla sedia
per tostarle due fette di pane.
«Dormigliona...
Mi sembra esagerato» disse sedendosi e guardando l'orologio sopra il
frigorifero: «Non sono neanche le 9».
Sua
madre le sorrise mettendole nel piatto il pane tostato, era una bella
donna, Hermione le somigliava molto: occhi chiari, labbra carnose e
altezza media, tutto come la madre eccetto per i capelli che la donna
aveva biondi mentre lei castani come quelli del padre.
«Di
solito non scendi mai dopo le 8, non hai dormito bene?»
«Al
contrario, ho dormito benissimo. Forse il mio cervello ha finalmente
capito che sono in vacanza e mi ha permesso di dormire più a lungo»
rispose spalmando una dose generosa di marmellata alla fragola su una
delle due fette.
«Perché
papà non c'è?» solitamente c'era anche lui ad accoglierla al suo
risveglio domenicale.
«E'
andato a prendere delle cartelle allo studio» sua madre non riuscì
a nascondere lo sguardo di scusa che, puntualmente, le spuntava quando
lei o il marito portavano il lavoro a casa quando invece avrebbero
dovuto stare con la loro unica figlia.
Erano
entrambi dentisti e avevano uno studio molto popolare, cosa che era
certamente meravigliosa, ma che li teneva sempre occupati.
«Ok,
ma oggi andiamo in campagna vero? Facciamo il picnic?» gli occhi di
Hermione erano illuminati!
Lei
adorava stare all'aperto e, specialmente, adorava farlo con i suoi
genitori: era dal suo undicesimo compleanno (esattamente 10 mesi
prima) che aspettava quel picnic, ma era da altrettanto che veniva
rimandata per questo o quell'altro impegno.
«Certo
tesoro, è già tutto preparato. Devo solo riempire il cestino» la
rassicurò sua madre dandole un buffetto sulla spalla.
Finita
la colazione andò a lavarsi e vestirsi, da qualche mese le piaceva
particolarmente lavarsi i denti: infatti si era da poco tolta
l'apparecchio fisso (che odiava) ed era una gioia passare la lingua
sui denti lisci.
Tempo 20 minuti era
già di ritorno in cucina tenendo tra le mani “Ragione e
sentimento” di Jane
Austen
che aveva iniziato da poco.
«Tesoro
ti ho detto che dovresti aspettare a leggere quel libro».
«Mamma
non sono più una bambina! E poi sai benissimo che non contiene
niente di sconveniente».
La
signora Granger ogni tanto si dimenticava che aveva dato alla luce un
piccolo Einstein: non solo sua figlia era risultata sempre la
migliore del suo anno, ma aveva anche ricevuto svariate borse di
studio e moltissime richieste da scuole private prestigiose.
Mentre
sua madre riordinava la cucina, Hermione si diresse in salotto dove
aprì la grande finestra facendo entrare la dolce brezza estiva, per
poi immergersi nella lettura in attesa del ritorno del padre.
Aprì
il libro e subito fu come se fosse entrata in un mondo parallelo:
quando leggeva si estraniava totalmente dalla realtà e niente
riusciva a distrarla, o quasi...
«Ecco
papà» esclamò riscossa dal rumore di pneumatici sulla ghiaia del
vialetto.
Gli
si precipitò in contro, aprì di scatto la porta e nella fretta di
raggiungerlo inciampò nel tappetino: stava per schiantarsi a terra
di testa quando un'improvvisa e potente folata di vento tiepido la
sollevò evitandole la caduta.
Hermione
lanciò un'occhiata imbarazzata al padre.
Lui
cancellò subito lo sguardo preoccupato dai suoi occhi: ormai era
abituato ad veder accadere eventi strani attorno a sua figlia,
inizialmente sia lui che la moglie si erano preoccupati, ma dopo
qualche anno avevano accettato quelle stranezze come parte integrante
della figlia.
Le
sorrise incoraggiante aprendo le braccia per accogliere quel piccolo
fiore.
Era
un uomo alto e anello, con due occhi scuri e profondi, ma anche
dolci.
«Ciao
tesoro, sei pronta per la nostra scampagnata?» le chiese
scompigliandole i capelli crespi.
«Certo
che si!»
«Bene,
allora lasciami portare questi documenti nell'ufficio e poi possiamo
partire» disse allontanandosi.
«Fai
presto però!» urlò lei in direzione della porta aperta.
Era
troppo felice, sorridendo si voltò a guardare la tranquillità della
via: il gatto rosso della vicina era acquattato sotto la siepe,
probabilmente a caccia di lucertole, la signora Carter della casa
difronte stava innaffiando le aiuole, due bambine giocavano a
rincorrersi qualche casa più in là e dall'incrocio tra la sua via e
quella accanto, si stava avvicinando un vecchietto con una
lunghissima barba bianca, un abito luccicante color smeraldo lungo
fino ai piedi e un cappello a punta dello stesso colore.
Aspetta
un momento.
Tornò
a guardare in direzione dell'uomo.
Che
strano.
C'era
davvero un vecchietto stravagante che si faceva strada verso di lei.
Hermione
continuò ad osservarlo incuriosita: quando fu a due metri da lei si
fermò estrasse un foglio dalla tasca e dopo avervi dato un'occhiata
lo rimise via.
Riprese
a camminare e con grande stupore della ragazza voltò nel vialetto di
casa sua.
«Buongiorno, ho il piacere di conoscere la signorina Hermione Granger?»
domandò gentilmente scrutandola da sopra gli occhiali a mezzaluna.
Hermione
rimase a fissarlo con la bocca aperta per qualche istante prima di
rispondere: «Ehm, si. Si sono io.»
«Bene.
Assolutamente meraviglioso! Io sono il professor Albus Silente.
Vorrei parlare con te e con i tuoi genitori. Sono in casa?»
«C-certo,
vado a chiamarli».
Scattò
verso la porta, poi si ricordò che non era educato e allora
rallentò.
Appena
ebbe oltrepassato la soglia riprese a correre.
«Mamma
c'è un signore stranissimo in giardino che vuole parlare con te e
papà. Oh e anche con me» disse tutto di un fiato.
La
madre parve perplessa: «Strano, non aspettiamo nessuno. Ha detto
come si chiama?»
«Si.
Professor Albus Silente.» rispose Hermione spingendola verso
l'ingresso.
«Professore
hai detto?» la domanda morì sulle labbra della donna mentre vedeva
per la prima volta Silente.
«Buon dì. Lei deve essere la signora Granger. Incantato» disse baciando
la mano alla donna.
«S-si,
ehm salve».
Silente
sembrava parecchio divertito da tutta la situazione.
«Come
le avrà detto sua figlia io sono Albus Silente»
«Piacere,
vuole seguirmi dentro?»
«Con
piacere.»
Si
avviarono in casa.
«Che
dimora incantevole» disse Silente facendo un leggero inchino verso
la signora Granger.
«La
ringrazio, Hermione andresti a chiamare tuo padre mentre accompagno
il signor Silente in salotto?»
«Si
mamma.»
«La
prego, da questa parte.»
Quando
Hermione fu di ritorno con il padre trovarono Silente seduto su una
poltrona.
«Buongiorno, mia figlia mi ha detto che vuole parlare con noi. E' un
professore giusto?»
Silente
gli andò subito in contro per stringergli la mano: «Professor
Silente per la precisione».
«La
sua gentilissima moglie è andata a prendere della limonata».
Hermione
si diresse in cucina per aiutarla, mentre il padre chiedeva a Silente
in cosa consisteva il suo lavoro.
Ancora
non sapeva perché ma quell'uomo la incuriosiva tantissimo.
Prese
due bicchieri già pronti e tornò quasi correndo in salotto.
«...
che genere di materia insegna?» stava dicendo suo padre.
«Oh
grazie mille Hermione. Oh non insegno più in realtà, ora sono
preside.» bevve qualche sorso di limonata.
«Veramente
squisita, complimenti signora. Dunque ora che siamo tutti qui posso
scendere un po' più nei dettagli»
«Come
stavo dicendo a suo marito io sono un insegnante, o meglio lo ero ora
sono preside, di Hogwarts.»
«Hogwarts?
Non ho mai sentito parlare di questa scuola...» lo interruppe la
signora Granger.
«Oh
beh è una scuola un po' speciale in effetti. Prima di raccontarvi
ancora di Hogwarts però, vorrei farvi una domanda, forse vorrai
rispondermi tu Hermione.»
La
ragazza arrossì immediatamente.
«Quello che voglio
sapere è se ti è mai capitato di fare accadere delle cose senza
sapere come. Cose particolari e quasi impossibili. Dimmi, ti è mai
successo?»
Tutti e tre i
Granger furono spiazzati da quella domanda.
Come faceva
quell'uomo a saperlo? Forse finalmente avrebbero saputo la verità?
«Ehm, si. Si mi è
capitato.»
Silente sorrise: «Ne
ero certo, vedi le cose che tu fai sono magie!»
Cosa
aveva detto? Doveva aver sentito male!
«Ma andiamo! La
magia non esiste» affermò suo padre sogghignando.
«Lei dice? Eppure
non credo che sia mai riuscito a spiegarsi gli strani avvenimenti che
capitano a sua figlia, o sbaglio?»
Lo sguardo di
Silente era gentile, ma qualcosa faceva pensare che ti potesse
leggere dentro.
«No, no non
sbaglia. Ma com'è possibile che sia magia?! Andiamo è così,
così...»
«Così strano! Già.
Ebbene è quello che è! Hermione tu sei una strega, non ho nessun
dubbio in proposito.»
Una
strega, lei?
Più ci pensava, più la cosa prendeva forma nella sua testa: non era
poi così improbabile, che altra spiegazione c'era?
Sorrise
di rimando al professore.
«Molto
bene! Allora tornando ad Hogwarts...» estrasse una lettera dalla
veste e la porse a Hermione.
«Hogwarts
è una scuola di magia, ogni anno vi si riuniscono giovani maghi e
streghe da tutta la Gran Bretagna per ricevere la loro istruzione e
imparare a controllare i loro poteri. Le magie che tu hai compiuto
sono state frutto di emozioni particolarmente forti, tu infatti non
sei ancora in grado di controllare i tuoi poteri, ma dopo qualche
anno ad Hogwarts sarai una strega coi fiocchi!»
Hermione
scartò la lettera, conteneva un biglietto del treno e due fogli di
pergamena, su uno erano scritte tante cose insolite: titoli di libri
di scuola dai nomi strani come il “Manuale di Incantesimi” o
“Guida pratica alla trasfigurazione per principianti”,
indicazioni sull'abbigliamento “Un paio di guanti di protezione in
pelle di drago o simili” (drago?!)
e una serie di accessori tra cui una bacchetta magica!
«Ma,
mi scusi, com'è possibile che nostra figlia sia una strega?»
esclamò la signora Granger che fino a quel momento era rimasta in
silenzio.
«Ammetto
di aver sempre pensato che quello che Hermione sa fare avesse a che
fare con qualcosa di simile. Ma nelle nostre famiglie non c'è
nessuno di magico».
«E
poi se esistessero maghi e streghe lo saprebbero tutti! O no?»
domando perplessa.
«In
effetti, no! E' dal 1692 che la Confederazione Internazionale dei
Maghi ha approvato uno statuto Internazionale di Segretezza, esso ci
impedisce di praticare qualsiasi magia di fronte ai babbani, o meglio
lo si può fare ma poi si viene arrestati!»
ridacchiò
Silente.
«E
per quanto riguarda la discendenza, beh innanzitutto non possiamo
sapere se qualche vostro antenato possedesse poteri magici. In
secondo luogo non sono rari i casi di maghi e streghe nati in
famiglie babbane, i poteri magici sono innati e si manifestano nelle
persone che possiedono particolari qualità!»
«Mi
scusi professore, cosa sono i babbani?» chiese Hermione.
«Ottima
domanda. E' così che noi maghi chiamiamo le persone senza poteri
magici»
«Tornando
a noi. L'anno scolastico inizia il 1° settembre, i ragazzi possono
tornare a casa sia per le vacanze di Natale che per quelle di Pasqua,
per arrivare alla scuola gli studenti devono prendere l'Espresso di
Hogwarts che parte alle 11 in punto dalla stazione di King's Cross al
binario 9¾!
Tutte
le cose necessarie per la scuola le potete trovare ad Diagon
Alley,
sarà necessario che per prima cosa voi vi rechiate alla Gringott (la
banca dei maghi) per cambiare i soldi.»
«Se
avete una cartina vi mostro come arrivarci.»
I
signori Granger erano ancora molto scioccati, quindi fu Hermione ad
alzarsi e andare a prendere la mappa della città.
«Molte
grazie»
Dopo
che ebbe mostrato la strada ai suoi genitori tornò a rivolgersi alla
ragazza.
«I
tuoi genitori non riusciranno a vedere il Paiolo Magico, ma tu si.
Una volta entrati chiedete al barista, Tom, di farvi entrare ad
Diagon
Alley.
Nelle due lettere che ti ho appena consegnato ci sono indicate tutte
le cose di cui avrai bisogno a scuola e anche le indicazioni per
arrivare a prendere il treno».
Silente
continuò a sorridere gioviale.
«Quindi
è tutto? Aiuto ancora non ci credo!» disse a un tratto il signor
Granger.
Poi
scoppiò a ridere: «Una strega! Lo sapevo che eri speciale tesoro,
ma... accidenti!»
Anche
la signora Granger iniziò a ridere, Silente osservava silenzioso
Hermione.
Rimasero
così per un po', infine Silente si alzò: «Devo dire che avete
accettato tutta la faccenda più alla svelta di quello che credevo!»
«Già
se ne va?» chiese Hermione con una nota di tristezza nella voce.
«Purtroppo
il dovere mi chiama, ma ci vedremo il primo settembre a scuola! E
poi, se non erro, avete in programma un picnic!»
Si
salutarono tutti calorosamente, ma solo Hermione accompagnò il
professore fin fuori.
«Io,
io volevo ringraziarla! Mi ha dato la notizia più bella della mia
vita» la ragazza era rossa come un pomodoro.
«Cara
ragazza! Diventerai una grande strega, è già tutto dentro la tua
testa!» le fece l'occhiolino e poi si incamminò verso la fine della
via.
Hermione
lo seguì con lo sguardo, per un momento fu coperto da un pino:
Hermione si aspettava di vederlo comparire subito dopo, ma niente.
Era
come scomparso.
Tornò
dentro e trovò i suoi genitori in cucina.
«Che
notizia è?!» le disse la madre.
«Già,
è incredibile!»
«Allora
andiamo?»
Hermione
annuì forte.
Per
tutto il viaggio verso la campagna la ragazza non proferì parola:
non stava elaborando la notizia, ci aveva creduto subito, era
sicura che le cose che faceva dovevano essere, in qualche modo,
spiegabili razionalmente e l'esistenza della magia non la stupiva poi
così tanto.
Quello
che le dava da pensare era la certezza dell'infinità di cose che
ancora non conosceva, provava quell'euforia che solo conoscere cose
nuove sapeva darle.
Il
resto della giornata proseguì tranquilla, ogni tanto qualcuno
accennava a Silente e ai suoi vestiti sgargianti, per il resto
passarono il pomeriggio a fare congetture su cosa avrebbe studiato a
scuola.
Hermione
non vedeva l'ora di andare a Diagon Alley.
Quella
sera, sotto le coperte, era talmente eccitata che non riusciva a
prendere sonno, si alzò e prese dei fogli dal comodino, aprì le
tende e poi la finestra: la brezza notturna la invase portandole le
voci dei suoi genitori provenienti dalla veranda: «...sono
certa che sarà più che all'altezza, la nostra streghetta».
La
ragazza sorrise sedendosi sulla sedia che in quegli anni era stata
come il trampolino di lancio per le sue avventure immaginarie, lesse
per l'ennesima volta le lettere della scuola.
Un
nuovo capitolo della sua vita stava per iniziare...
Si,
sarò all'altezza!
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Ormai
ho perso ogni speranza e non mi aspetto più delle recensioni!
Non
per questo smetto di scrivere, assolutamente no!
E
visto che al momento ho il blocco e non riesco a proseguire la storia
The
Marauders, mi sono dedicata a
quest'ideuzza che da qualche tempo mi stuzzicava il cervelletto.
Quindi
ecco a voi la nuova storia,
l'idea è quella di raccontare le giornate di Hermione da quando ha
scoperto di essere una strega fino al primo giorno di scuola!
Spero
proprio che vi piaccia. =)
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