salve! allora alzino la mano
tutti quelli che pensavano che non l'avrei mai finita!
Cioè... sempre he vi
ricordiate di me...spero di sì ;_;
bene, eccola. Come ha detto MoCio oggi pomeriggio quando ho annunciato
la lieta novella: 'praiso il Lordo per questo'
In ogni caso.... Close My Eyes.... ditemi he non sono la sola che ha
pianto come una cretina davanti allo schermo e ha risentito e
riguardato quell'MV all'infinito...
cioè mi commuovo a pensarci ç_ç
e quando dicono 'It's ok baby' e io ero tipo affondata in una valle di
lacrime senza ritorno... non lo so... e P.O. e Kyung che canta e tutti
e Zico, BB,
rimettiti presto.
Bene,
in ultimo, grazie infinite a tutte quelle anime pie che hanno aspettato
il secondo capitolo, vi amo.
Grazie
infinite alle gentilissime persone che hanno messo la storia tra le
preferite,
ricordate seguite e che hanno speso un attimo del loro tempo per
lasciare una
recensione
Con
questo, buona lettura!
“Io
prendo un latte alla vaniglia con panna e cacao” Yukwon si
sporse sul bancone sorridendo alla ragazza dietro il bancone.
Minhyuk
lo osservò attuare una sorta di strano incantesimo che fece
magicamente comparire scaglie di cioccolato sulla panna del suo latte e
un biscotto al cioccolato nel palmo della sua mano. In quel momento
Minhyuk realizzò che in quei minuti in cui lui e Kim Yukwon
erano rimasti seduti sul pavimento sporco della lavanderia, in quella
settimana che aveva passato a non ricordare Kim Yukwon, con tutta
probabilità si era fatto un’idea completamente
sbagliata su di lui.
“Lei
che cosa prende?” domandò la cassiera con un tono
di voce meno mellifluo.
“Iced
coffee, grazie”
Yukwon
storse il naso e la cassiera gli consegnò lo scontrino.
Con
le loro ordinazioni si sistemarono ai lati opposti di un tavolo poco
lontano dall’ingresso.
“Fai
sempre così?” domandò Minhyuk bevendo
un sorso di caffè.
“Così
come?” domandò Yukwon affondando il suo biscotto
al cioccolato nella panna che debordava dal suo latte.
Minhyuk
indicò il biscotto che Yukwon teneva in mano e
l’altro sembrò capire a cosa si stava riferendo,
gli sorrise compiaciuto mentre addentava il biscotto. Molto
probabilmente Kim Yukwon portava con sé molti più
problemi di quanto Minhyuk avrebbe immaginato. Molti di più.
“Mica
li ho rubati” commentò Yukwon con gli occhi fissi
sulla panna, come se stesse parlando con la tazza e non con Minhyk che
gli sedeva davanti. “Se con un sorriso posso ottenere della
granella sul mio latte, perché no? Un sorriso per me
è gratis, ma i biscotti no”
Minhyuk
bevve un altro sorso del suo caffè, domandandosi quante
altre cose Yukwon riuscisse a ottenere, solo per il fatto di essere Kim
Yukwon e avere una faccia del genere. Lui era sempre stato
‘l’amico di’ o ‘il ragazzo alto
con i capelli biondi’, era quello normale che, per qualche
ragione che nessuno capiva, Woo Jiho si portava sempre dietro, non che
la cosa lo avesse mai disturbato, ma quando si trovava di fronte a
persone come Woo Jiho o Kim Yukwon che avevano una sorta di fascino,
qualcosa che attirava le persone nella loro orbita senza sforzarsi
troppo, Minhyuk si domandava come ci si doveva sentire ad essere come
loro.
“Ti
ha dato fastidio?” domandò Yukwon raccogliendo la
panna con il cucchiaino.
“Niente
del genere, mi domandavo solo quanto tempo avrei impiegato io a fare lo
stesso”
Yukwon
lo guardò come se stesse studiando una forma di vita aliena,
piegando un po’ la testa di lato, spostandosi indietro,
assottigliando lo sguardo, poi sorrise poggiando il mento sulle sue
dita intrecciate.
“Sei
affascinante Lee Minhyuk, non dovresti sminuirti e le ragazze hanno un
debole per le fossette”
“Grazie,
ma non mi interessa”
Yukwon
guardò fuori dalla vetrata del locale e sembrò
seguire qualcuno tra la folla dal modo in cui i suoi occhi sembravano
muoversi. Minhyuk seguì il suo sguardo cercando di capire
cosa stesse guardando, ma poi si perse seguendo un uomo con un cappello
giallo che metteva un piede davanti all’altro come fosse
stato su un ponte tibetano.
“Il
mio coinquilino ha un pesce, quando gli dà da mangiare ci
parla, ma bisbiglia così piano che non lo sento, a volte ho
il dubbio che stiano complottando la conquista del mondo o qualcosa del
genere” disse Yukwon di punto in bianco.
Minhyuk
guardò Yukwon, Yukwon guardò Minhyuk e entrambi
scoppiarono a ridere, per nessun motivo in particolare e mentre
guardava Yukwon ridere si sentì un po’ meno solo
nella sua disgrazia.
Stava
ancora ridendo quando il suo cellulare vibrò nella sua
tasca.
‘La
tua lavatrice è in salvo, loverboy’
Rispose
velocemente ringraziando Jiho e tornò a guardare Yukwon, i
suoi occhi ancora brillanti per quell’accenno di lacrime che
sembravano dover cadere da un momento all’altro, ma era solo
un’impressione.
“Insomma
che cosa fai nella vita?” domandò Minhyuk e Yukwon
storse il naso e prese un altro cucchiaino di panna prima di mescolare
la poca restante con il latte alla vaniglia.
“Cerco
di stare a galla” rispose e diede un morso al biscotto.
“Lavoro in un negozio di animali” aggiunse dopo un
po’, quasi stesse parlando da solo o con la tazza del
caffè.
Minhyuk
immaginò Yukwon in mezzo ad una miriade di piccoli cuccioli
teneri e pelosi e pensò che il negozio in cui lavorava
doveva guadagnare miliardi.
Si
mise a seguire le volute di fumo ormai flebili che salivano dal latte
di Yukwon, ma quasi subito si perse a guardare le labbra arricciate di
Yukwon e quel graffio che tagliava a metà il labbro
inferiore.
“Posso
domandarti come mai sembravi appena uscito da una rissa la prima volta
che ci siamo visti?”
Il
viso di Yukwon si contorse in una smorfia e Minhyuk quasi si
pentì di aver chiesto.
“Non
piangevo per quello” si sbrigò a dire Yukwon, e
Minhyuk bevve un sorso di caffè per evitare di sorridere,
non sarebbe stato appropriato. “Quella è stata
colpa mia”.
Aggrottando
le sopracciglia Minhyuk strinse la presa sulla tazza di
caffè, mentre Yukwon dava un piccolo morso al biscotto.
“Hai
presente quando fai volare l‘aquilone e corri senza guardare
e l‘aquilone rimane incastrato tra i rami di un
albero?”
Minhyuk
annuì, nonostante non capisse dove Yukwon volesse arrivare.
“Mi
sentivo così, come se stessi guardando l‘aquilone
incastrato sull‘albero con ancora il filo tra le
mani”
Bevve
un sorso di latte e arricciò il naso e sorrise malizioso
“Poi un ajhusshi molto gentile mi ha aiutato a riprendere
l‘aquilone”
Minhyuk
lo guardò incuriosito. “Ah sì? E chi
sarebbe questo signore?”
“Oh,
è una persona molto affascinante, ha delle fantastiche
fossette” disse sfiorandosi le guance con gli indici.
“Mi
hai appena chiamato ‘ajhusshi’?”
Yukwon
gli fece l’occhiolino.
“Ho
anche detto che sei molto affascinante”.
‘Sta
parlando di nuovo con il pesce. Probabilmente progettano la mia morte
dopo che ho finito i cereali al cioccolato’
‘Sto
pensando di vendere il tavolo della cucina per comprare un
tagliaerba’
‘Probabilmente
questo è il momento in cui dovresti spegnere la televisione
e farti una vita, hyung’
Minhyuk
sorrise e vide Jaehyo allungare il collo per sbirciare il display del
suo cellulare. Lo fulminò con lo sguardo e si
spostò sul bordo opposto del divano per rispondere.
“Tanto
lo so che è il tuo nuovo amichetto”
Minhyuk
sbuffò rispondendo al messaggio.
‘Idee?’
“Insomma
siamo amici, dividiamo un appartamento, mi sembra che ci sia abbastanza
fiducia reciproca perché tu possa parlare con me di queste
cose, insomma” continuò Jaehyo.
‘Ti
passo a prendere tra un’ora. Vestiti pesante’
Minhyuk
o guardò con un sorriso accondiscendente. “Ahn
Jaehyo, tu vuoi solo che io ti racconti di Yukwon per andare a vantarti
con Jiho del fatto che tu sai e lui no e, dato che la pace domestica
è tra le mie priorità, credo che andrò
nella mia stanza ad ascoltare un po‘ di musica”
Jaehyo
lo guardò incredulo, poi bisbigliò qualcosa, ma
Minhyuk stava già chiudendo la porta.
‘Non
posso, stasera devo lavorare’
‘:(’
Minhyuk
si gettò sul letto di peso e prese il suo lettore mp3 dal
comodino, scorse la playlist e scelse qualcosa di tranquillo, giusto
per fare da sottofondo.
La
canzone non era neanche a metà che il suo cellulare prese a
squillare.
“Non
puoi darti malato?”
Nascose
una risata nel palmo della mano. “No, mi dispiace”
“Sappi
che stai rinunciando ad una delle migliori serate della tua
vita”
Minhyuk
sbuffò. “Me ne pentirò per il resto dei
miei giorni, ma tengo molto alla mia igiene personale, quindi credo che
sceglierò di andare a lavoro per pagare l‘ultima
bolletta dell‘acqua prima che ce la taglino”
Sentì
Yukwon ridere all’altro capo del telefono.
“Possiamo
vederci quando stacco”
“Chiamami
quando hai finito”
In
quel momento il pensiero di doversi infilare in una camicia troppo
bianca con il collo troppo stretto e andare a rinchiudersi per almeno
sei ore, volendo essere ottimisti, in un ristorante italiano lo faceva
rivoltare.
Chiuse
gli occhi sospirando e sentì il tumore della porta che si
apriva.
“E
allora a quel punto io gli ho detto… Mi stai
ascoltando?” chiese Kyung seguendo Jiho
nell’ingresso.
“Certo
Kyucumber, ti sto ascoltando, continua”
Kyung
posò le due buste della spesa sul pavimento e si tolse le
scarpe, Jiho si sfilò le sue di corsa e si sbrigò
ad appoggiare le sue buste della spesa sul tavolo della cucina.
Passando
vicino al divano Kyung salutò Jaehyo che, come al solito si
limitò ad agitare la mano senza distogliere lo sguardo dalla
TV.
“Minhyuk
è in camera?” domandò Jiho iniziando a
sistemare la spesa.
“Sì,
se n’è andato dopo che ho cercato di carpire
informazioni sul suo nuovo amichetto” rispose Jaehyo
mettendosi in ginocchio sul divano con il mento poggiato sulla
spalliera.
“State
parlando di Yukwon?”
Il
sorriso di Jiho divenne un ghigno malefico e Kyung avrebbe voluto
rimangiarsi la domanda. “Woo Jiho, qualsiasi cosa tu stia per
chiedermi la risposta è no. E comunque io non ne so
più di te”
“Non
ho ancora formulato la domanda”
“Che
cosa ti… ”
“Woo
Jiho, smettila di cercare di estorcere informazioni a terzi”
disse Minhyuk uscendo dalla sua stanza già pronto per andare
a lavoro.
“Non
capisco perché ti rifiuti di parlare con noi, siamo amici,
no?”
Minhyuk
scosse la testa e diede le spalle a Jiho aprendo il frigo per prendersi
una bottiglietta d’acqua.
“Yukwon
non ha niente a che vedere con la nostra amicizia Jiho, e il discorso
è chiuso”
Jiho
sbuffò contrariato mentre sistemava i cereali e i biscotti
nel ripiano più alto della credenza. Borbottò
qualcosa di non intellegibile che fu prontamente ignorato, mentre
Jaehyo aveva spento la TV e se ne era andato nella sua stanza, con
tutta probabilità indirettamente offeso dal discorso di
Minhyuk.
“Io
vado, se faccio tardi il signor Jang mi decurta i minuti di ritardo
dallo stipendio, nuova politica per incentivare la
puntualità” disse Minhyuk e prese un sorso dalla
bottiglia.
“Vengo
anche io” disse Kyung prendendo dal tavolo una busta della
spesa. “Jihoonie mi aspetta tra poco, dobbiamo andare a
comprare un regalo per la sua ragazza”
Minhyuk
prese le chiavi di casa dalla ciotola sopra al frigo e si
voltò un attimo a guardare Jiho che faceva del suo meglio
per ignorare entrambi.
“Woo
Jiho”
“Cosa?”
“Ieri
sera ho mangiato l‘ultima scatola di pocky”
Jiho
si voltò fulminando Minhyuk con lo sguardo.
“Cosa!?”
“Almeno
adesso ce l‘hai con me per un motivo” rispose
Minhyuk candidamente prima di mettere un braccio intorno al collo di
Kyung e avviarsi verso la porta.
“Yah!
Lee Minhyuk… Yah!” gridò inutilmente
Jiho, Minhyuk si stava chiudendo la porta alle spalle.
“Nella
vita passata devo aver ucciso qualcuno per meritare tutto
questo” mormorò tra sé e sé.
“Allora?”
domandò Kyung mentre si calava le mani in tasca nel, vano,
tentativo di darsi un tono.
“Allora
cosa?”
“Dai,
avanti, raccontami di questo Yukwon” disse strizzando
l’occhio.
“Ci
siamo visti un paio di volte, Jiho e Jaehyo esagerano come al
solito”
“Ma
ti piace”
“Forse”
rispose Minhyuk sorridendo sotto i baffi.
“Yah!
Lee Minhyuk” esclamò Kyung tirando fuori una mano
dalla tasca per assestare un cazzotto nella spalla di Minhyuk
“non mentirmi”
“Non
è un tipo che incontri tutti i giorni”
“Ed
è… carino? Bello?”
Minhyuk
sorrise di fronte al leggero imbarazzo di un sinceramente interessato
Kyung.
“Sexy?”
aggiunse infine sbattendo velocemente le palpebre e rischiando di far
soffocare Minhyuk per il troppo ridere.
“Finito?”
la voce assonnata di Yukwon lo fece sorridere.
“Ti
ho svegliato?” domandò Minhyuk uscendo dal locale
e respirando finalmente aria fresca.
“No,
mi stavo giusto annoiando”
“Oh,
davvero?”
“Già
e gradirei tu facessi qualcosa in proposito”
“È
un ordine?”
“Un
consiglio, devi mantenere vivo l‘interesse”
“Sono
a sua disposizione, Choha”
“In
tal caso è convocato a palazzo”
“Kim
Yukwon, mi stai proponendo una notte di sesso selvaggio”
“Forse…”
Minhyuk
guardò la camicia bianca che indossava e si
soffermò sulla macchia di sugo che fino a poco prima era
coperta dal grembiule, ma che ora era lì bene in vista e
costatò con disgusto di puzzare in maniera ridicola di
fritto. Stava davvero per andare da Yukwon in quello stato?
“Sarebbe
una proposta molto allettante, ma mi vedo costretto a rifiutare. Non
sono esattamente al meglio della forma, sono una specie di patatina
fritta deambulante e indosso una camicia che ha visto giorni migliori,
ma ringrazio per l‘offerta, mi sento lusingato”
“E
se offrissi una doccia e un massaggio rilassante? Ci so fare con le
mani, sai?”
Lo
stomaco di Minhyuk fece una capriola e un brivido gli percorse la
schiena.
“Ti
spiego la strada” disse Yukwon senza aspettare la risposta di
Minhyuk che poteva benissimo immaginarselo mentre sorrideva come il
gatto che ha avuto la crema.
Yukwon
viveva in un 2DK in un palazzo che probabilmente era stato costruito
durante il boom economico del ‘60 e su cui non era
più stata messa mano, non che fosse fatiscente o che cadesse
a pezzi, era semplicemente brutto. Erano più o
meno otto piani dove abitavano per lo più famiglie e
studenti che non potevano permettersi di vivere più vicini
al centro.
Non
che Minhyuk vivesse in un appartamento tanto più lussuoso,
aveva solo la fortuna di avere altre due persone con cui dividere
l’affitto.
Yukwon
abitava all’ultimo piano, dopo aver dato un occhiata
all’ascensore Minhyuk prese un bel respiro e optò
per le scale.
Yukwon
lo aspettava sulla porta, non appena Minhyuk mise piede sul
pianerottolo lo trascinò dentro.
“Taeil-hyung
è dalla sua ragazza per il fine settimana” si
sbrigò a precisare Yukwon mentre spingeva Minhyuk verso il
bagno. “Sinistra acqua calda, destra acqua fredda, il
bagnoschiuma è quello giallo e lo sciampo è
quello con la fragola stampata sopra” aggiunse chiudendo la
porta.
“I
vestiti puliti sono sul lavandino” gridò dietro la
porta chiusa.
E
così Minhyuk si ritrovò a spogliarsi nel bagno di
Yukwon senza sapere se si fosse appena infilato in una di quelle
situazioni alla ‘Misery non deve morire’ o se
avesse appena vinto al lotto. Quale che fosse la risposta tanto valeva
che si facesse una doccia. Prima di entrare nella doccia
constatò che ‘i vestiti’ erano un paio
di boxer ancora incartati e un paio di pantaloni di una tuta. Niente
maglietta, il che era un punto a favore di entrambi i possibili scenari.
Senza
pensarci troppo Minhyuk si buttò sotto la doccia, era sempre
stato un tipo dai riflessi pronti, in qualche modo se la sarebbe cavata.
Uscito
dalla doccia Minhyuk si mise i vestiti che Yukwon gli aveva fornito e
senza esitare, spinto da una sorta di volontà kamikaze,
aprì la porta del bagno fece i tre passi che portavano
all’unica stanza illuminata della casa.
Quando
si fermò sulla soglia vide Yukwon arrotolato su enorme puffo
rivestito in pelo sintetico blu, avvicinandosi vide che si era
addormentato aspettando che uscisse dalla doccia.
Si
trattenne dal ridere e si inginocchiò. Addio notte di sesso
selvaggio, non che ci avesse sperato.
“Yukwonnie”
lo chiamò piano, ma Yukwon non diede segni di vita.
Minhyuk
si voltò a guardare il letto perfettamente rifatto di Yukwon
e per la prima volta si soffermò a guardare la stanza dove,
a quanto pareva, Yukwon abitava. Era verde pallido, probabilmente
riverniciata da poco e si soffermò su una delle ante
dell’armadio inondata di ritagli di giornali, adesivi,
figurine e scritte oscene. Nell’angolo tra la scrivania e
l’armadio c’era libreria ad angolo,
nell’ultimo ripiano c’erano impilati dei libri che
probabilmente non venivano toccati da anni, dato lo strato di polvere
che li ricopriva, poi a scendere c’erano, cd e fotografie e
nel penultimo ripiano in basso c’erano delle targhe e un paio
di trofei.
Incuriosito,
Minhyuk si avvicinò. Erano trofei di danza, tutti primi
secondi e terzi posti, notò anche un attestato di
partecipazione ad una gara che gli sembrava di aver sentito nominare
alla TV. Quindi Yukwon ballava e a quanto pareva era anche bravo, ma
non glielo aveva mai detto.
Minhyuk
storse il naso al pensiero, ma lasciò subito perdere, se
Yukwon non glielo aveva detto probabilmente aveva le sue ragioni.
Stava
per rialzarsi quando con la coda dell’occhio vide Yukwon
muoversi.
“Ah,
mi sono addormentato” disse prima di notare Minhyuk vicino
alla libreria. “Non mi hai svegliato per poter mettere le
mani sui miei sporchi segreti e ricattarmi?”
domandò allungando le braccia sopra la testa e inarcando la
schiena.
“Beccato”
rispose Minhyuk alzando le braccia.
“Trovato
niente di interessante?”
Minhyuk
indicò la libreria “Non leggi molto e hai un certo
talento per la danza?”
“Complimenti
Sherlock” rispose Yukwon alzandosi e squadrando Minhyuk da
capo a piedi senza un’ombra di vergogna.
“Già,
hai dimenticato di lasciarmi una maglietta da…”
“Non
h dimenticato niente” rispose Yukwon con un sorriso
compiaciuto.
Un
punto per Misery, pensò Minhyuk.
“Vieni,
sdraiati” disse Yukwon indicando il suo letto.
“Sbaglio o ti avevo promesso un massaggio”
Minhyuk
cedette e si avvicinò al letto. “Sulla pancia, per
favore”
Con
la testa affondata nel morbido cuscino di Yukwon Minhyuk poteva solo
indovinare che cosa fossero i rumori che sentiva.
Due
punti per Misery. si disse mentre cercava di ricordare se avesse visto
Yukwon chiudere a chiave la porta principale.
Sentì
dei cassetti aprirsi e poi il peso di Yukwon sul suo fondoschiena.
“Giornata
pesante?” domandò Yukwon mentre iniziava a
massaggiare il collo contratto di Minhyuk dedicando attenzioni
particolari alle vertebre cervicali.
Minhyuk
emise un gemito di soddisfazione prima di rispondere.
“Orribile”
Yukwon
spostò la sua attenzione sulla spalla sinistra e si
abbassò tanto che Minhyuk trasalì sentendo il suo
respiro sul collo. “Vediamo di finire in bellezza
allora”
Ok,
un punto per il sesso selvaggio, ma non ci sperava troppo, davvero.
“Quindi
sei un piccolo asso nella danza?” domandò cercando
di concentrare la sua attenzione su qualcosa che non gli rendesse
imbarazzante alzarsi una volta finito il massaggio.
“Insomma,
me la cavo” rispose Yukwon con un tono di voce neutro, quello
che usava quando sembrava volersi straniare.
Minhyuk
gemette di nuovo mentre le mani di Yukwon lavoravano diligentemente
sulla sua schiena sciogliendo i nodi e facendo rilassare i muscoli.
“Avevo
una crew fino a qualche tempo fa” disse Yukwon dopo un attimo
di silenzio, e Minhyuk lo guardò con la coda
dell’occhio, aveva lo sguardo perso mentre le sue mani
continuavano a lavorare. “Poi è successo quel che
è successo” aggiunse frettolosamente, stavolta
però Minhyuk non voleva lasciar cadere l’argomento.
“Ha
a che fare con il nostro primo incontro? Con l‘occhio nero e
i graffi?”
Yukwon
sorrise scompigliandogli i capelli con la mano. “Mai pensato
di fare il detective?”
Minhyuk
a quel punto si voltò sulla schiena facendo accomodare
Yukwon sui suoi fianchi e guardandolo negli occhi.
“Stavo
con uno della crew, un cretino con manie di grandezza. Si doveva
compensare altre mancanze e quindi sparava enormi cazzate”
Minhyuk stava per ribattere, ma Yukwon lo batté sul tempo
“Lo so, lo so, perché ci stavo? Sono arrivato a
Seul con 500‘000 won nel mio libretto di risparmi e uno zaino
non credevo di poter aspirare a molto, quindi mi sono
accontentato.”
Minhyuk
fece scorrere le mani aperte sulle cosce di Yukwon cercando di sembrare
rassicurante.
“All‘inizio
era tutto fantastico, poi abbiamo iniziato a litigare e litigare e
litigare”
Yukwon
agitava le mani parlando e nel cervello di Minhyuk qualcosa
scattò.
“Fammi
capire” disse mettendosi seduto con la schiena poggiata alla
testiera del letto. “Ti ha messo le mani addosso?”
Yukwon
sembrò stupito dalla domanda, ma annuì e Minhyuk
si sentì catapultato in una di quelle soap-opere spagnole
delle sette che sua madre guardava quando lui andava al liceo,
improvvisamente si sentiva estremamente vicino a Jorge e comprendeva la
sua rabbia cieca quando aveva scoperto che Concita era stata picchiata
da suo marito, nonché fratellastro di Jorge.
Yukwon
sembrò leggere nel pensiero di Minhyuk perché gli
prese il volto fra le mani e sorrise maliziosamente.
“Dovevi
vedere lui, gli ho rotto il naso” disse con tono soddisfatto.
Minhyuk
evitò di pensare che con quello facevano tre punti a favore
di Misery e che in futuro, sempre che ce ne fosse stato uno avrebbe
fatto meglio a non far arrabbiare Yukwon, almeno non troppo, e
cercò di concentrarsi sulle labbra di Yukwon sempre
più vicine e sulle mani di Yukwon che scendevano sempre
più in basso.
“Dove
sono?” chiese Jiho dopo che Kyung ebbe riattaccato.
“Infondo
alla strada” rispose Kyung.
“Era
ora!” esclamò Jaehyo gettando le braccia al cielo.
“Li
vedo!” gridò Jihoon che si era spalmato contro il
vetro della finestra che dava sulla strada.
In
un attimo tutti accorsero spalmando ancora di più Jihoon
contro il vetro e cercando di avere almeno uno spicchio di finestra per
poter spiare il fidanzato di Minhyuk.
“Quindi,
quello è Yukwon” Jaehyo parlò per primo.
“Sembra
carino” disse Jihoon.
“Minhyuk
ti h detto dove si sono conosciuti?” domandò Jiho
picchiettando sulla spalla di Kyung che cerava di non cadere addosso a
Jihoon mentre Jaehyo, in piedi su uno sgabello si appoggiava alla sua
spalla destra per non cadere.
“In
lavanderia” rispose Kyung.
“Od-…”
Jiho non riuscì a finire la frase che Jihoon aveva
già spalancato la finestra agitando le braccia verso Minhyuk
e Yukwon che ormai erano quasi arrivati al portone.
“Hyung!
Minhyuk-hyung!” gridò cercando di attirare la loro
attenzione.
Kyung,
cercando di evitare che Jihoon finisse col cadere dal quarto piano gli
cinse la vita con le braccia privando Jaehyo del suo unico appoggio.
Jaehyo traballò sullo sgabello cercando di riacquistare
l’equilibrio, ma fallendo miseramente e cadendo in avanti
portandosi dietro Kyung e di conseguenza Jihoon e riuscendo, in un
ultimo tentativo disperato di salvarsi, ad aggrapparsi alla felpa di
Jiho trascinando giù anche lui.
Minhyuk
scosse la testa, spingendo Yukwon verso le scale antincendio.
“Quelli
erano…” chiese Yukwon indicando al finestra.
Minhyuk
annuì.
“Credo
di capire molte cose ora” aggiunse.
Salendo
le scale Minhyuk fece scivolare la sua mano su quella di Yukwon
intrecciando le loro dita.
“Per
supporto morale” disse e Yukwon diede una leggera stretta
prima di trascinare Minhyuk fino a quarto piano.