"Papà,
meno male che i nonni ci viziano!”
“Bambini!
Non correte intorno alla piscina che si scivola!”
“Blaine,
piantala di fare il papà rompipalle e rilassati.”
Blaine
sbuffò a quello che era l'ennesimo rimprovero di Sebastian e
lo
guardò storto da sopra gli occhiali da sole che indossava,
per poi
andare a sedersi sulla sdraio accanto alla suocera che, nel
frattempo, sorseggiava una bevanda fredda.
Una
delle cose che Blaine amava di più della famiglia di
Sebastian era
che non avevano quasi mai dubbi riguardo le vacanze estive, viste la
dimensioni della villa nel sud della Francia dei genitori del marito.
Trascorrevano lì dei periodi sin da quando erano solo
ragazzi
nell'età delle fughe romantiche; poi, con l'arrivo dei
bambini e
l'avanzare dell'età dei genitori di Sebastian, i suoceri
avevano
cominciato a passare in Europa l'intera estate, ospitandoli per
lunghi periodi e approfittandone anche per stare coi nipoti che
vedevano così poco durante l'anno.
Quando
erano in Francia, Blaine e Sebastian erano davvero in vacanza, visto
che Sean e Caroline insistevano per fare i nonni ventiquattrore su
ventiquattro e viziavano i nipoti fino all'inverosimile, comprando
giocattoli e vestiti costosi e non badando a spese per portarli
ovunque desiderassero, lasciando spesso i due papà per conto
loro a
godersi il dolce far niente.
La
villa dei signori Smythe era qualcosa di estremamente meraviglioso,
con tutti i comfort che una persona potesse desiderare e persino un
campo da tennis personale, su cui Sean amava sfidare il genero e sul
quale vinceva tutte le volte, dato che Blaine non era per niente un
asso in quello sport. I bambini si divertivano a fare il tifo per il
papà o per il nonno, e persino Sebastian lo incitava a
vincere
contro il padre. Non succedeva mai, ma potevano sempre riderci su un
bicchiere di vino la sera quando i bambini erano in giardino ad
acchiappare le lucciole.
Una
delle comodità sicuramente più apprezzate era la
stupenda piscina,
con tanto di trampolino, che avevano fatto costruire da un paio di
anni; era persino completa di idromassaggio, cascata e una specie di
torrentello che scorreva per tutto il giardino. Era un sogno poter
passare lì le vacanze ed era praticamente per quello che
nessuno dei
due si opponeva quando Sean li invitava a passare mezza estate da
loro.
E
poi Blaine adorava letteralmente i suoceri. Erano due persone
squisite che, sebbene viziassero i suoi figli all'inverosimile, era
palese che fossero nonni assolutamente perfetti ed amorevoli.
“Oh
Sebastian, tuo marito sa cosa fare con i suoi figli, non essere
così
scontroso!” ridacchiò Caroline con un forte
accento francese
quando Blaine si sedette con un sospiro accanto a lei, appoggiandogli
una mano sul braccio abbronzato e calandosi in testa un grosso
cappello di paglia. “E poi ha ragione, il bordo della piscina
è
molto scivoloso.”
Sebastian
alzò gli occhi al cielo. “Al massimo finiscono in
acqua
mamma, cosa vuoi che sia?”
“Vorrei
ricordarti che tua figlia non è capace a nuotare e che
nell'ultima
settimana hanno preso il vizio di giocare nella parte della piscina
dove l'acqua è più profonda,” si
lamentò Blaine ancora una
volta, ottenendo l'appoggio della suocera.
“Eh,
che problemi! Imparerà a nuotare, è furba la
bambina,” commentò
Sean da dietro il suo giornale, dando come al solito ragione al
figlio.
Sebastian
rise sotto i baffi e si alzò dalla sua sdraio per andare a
mettere
un braccio intorno alla vita di Blaine, che si era di nuovo alzato
per gridare ad Annie e Tommy di non correre lungo l'orlo della
piscina.
“Lasciali
giocare, dai,” gli mormorò in un orecchio prima di
lasciargli un
bacio sulla spalla, facendo arrossire Blaine, il quale, nonostante
stessero
assieme da anni ed anni, non era ancora abituato a certi gesti di
affetto non troppo velati in presenza dei suoceri, nonostante ormai
lo considerassero quasi un figlio.
“Se
cadono e si fanno male ce li porti tu all'ospedale per mettere il
gesso, eh.”
“Anche
perchè il tuo francese se ben mi ricordo fa proprio schifo,
no?”
“Che
bisogno ho di impararlo se ci sei tu?” scherzò
ancora Blaine,
permettendo a Sebastian di avvinciarsi alle sue
labbra, non badando alle risate dei suoceri dietro alle spalle.
“Guardate
che se avete bisogno di un po' di tempo da soli, ai bambini ci
pensiamo noi!”
Blaine
si staccò dalla bocca del marito quando sentì la
battuta del
suocero e le conseguenti risate di tutti, arrossendo e lanciando
un'occhiataccia a Sebastian che, però, sembrava non badarci
più di
tanto, visto che aveva iniziato a guardarlo in quel modo.
Lo
fissò dritto negli occhi e andò a sussurrargli
nell'orecchio. “Sai,
forse papà ha ragione... potremmo andare
su e-”
Sebastian
non riuscì a finire quella frase perchè un
sonoro splash catturò
l'attenzione di entrambi, seguito poi dalle urla di Tommy che aveva
cominciato a sbracciarsi dall'altra parte del giardino rispetto a
dove erano loro, esattamente sul bordo della piscina dove l'acqua era
più profonda.
“Papà!
Papà! Annie è caduta!”
Nessuno
ebbe tempo di dire o fare nulla, a parte imprecare sonoramente e
precipitarsi da Tommy e verso quegli schizzi nell'acqua dove era
caduta Annie; Sebastian era davanti, seguito da Blaine e i nonni.
Blaine
non si accorse neanche di quello che stava succedendo. Vide solo il
marito buttarsi in piscina e nuotare verso la figlia e prese Tommy
fra le braccia, come per paura che cadesse pure lui.
Tornò
a respirare quando vide la testolina bionda di Annie sbucare fuori
dall'acqua e aggrapparsi al collo di Sebastian, riempendo l'aria di
un pianto così disperato che fece preoccupare tutti.
L'uomo
nuotò fino alla scaletta con la bambina tra le braccia, per
poi
uscire mentre lei ancora singhiozzava.
Caroline
fu accanto al figlio e alla nipote in un attimo, avvolgendo la
bambina in un telo. Annie, però, non aveva intenzione di
staccarsi
dal collo del padre neanche per farsi asciugare.
Blaine
si avvicinò a Sebastian immediatamente, carezzando i capelli
della
figlia e scambiandosi con lui un'occhiata allarmata.
“Scricciolo,
va tutto bene. C'è papà qui, non ti succede
nulla.”
Eppure
Annie non la smetteva di piangere, impaurita e tremante come una
foglia. Sebastian la avvolse nell'asciugamano colorato e la strinse
forte a sé, prima di lanciare uno sguardo rassicurante a
Blaine e ai
genitori e allontanarsi dal caos con la bambina tra le braccia,
sussurrandole dolcemente di calmarsi.
Blaine
si passò una mano sul capo e sospirò con fare
sollevato osservando
i suoceri, preoccupati tanto quanto lui, finchè non
sentì Tommy
prenderlo per un dito.
Abbassò
lo sguardo per incontrare i suoi occhi ambrati, lucidi e in pensiero.
“Papà
mi dispiace, è stata colpa mia. Non dovevamo correre sul
bordo della
piscina.”
Blaine
si sentì stringere il cuore nel vedere il faccino del suo
bambino
così amareggiato e rammaricato e, con un sorriso, lo prese
in
braccio e seguì i nonni nel tornare alle sdraio, decisamente
più
tranquilli.
“Ma
non è stata colpa tua, non è successo
niente,” lo rassicurò
Blaine, percependo le braccia di Tommy stringersi attorno al suo
collo e baciandolo sui riccioli scuri.
“Annie
adesso sta bene?”
“Sì,
si è solo presa un gran bello spavento. Sta benissimo e
c'è papà
con lei.”
Il
bambino sospirò avvolto a lui e non mollò la
presa nemmeno quando
Blaine si sedette sulla sdraio. “Dovevo andare io a salvarla,
ma
avevo paura dell'acqua profonda.”
Blaine
notò un sorriso sul volto della suocera a quelle parole
così dolci
di Tommy e non potè che sorriderle di rimando, scuotendo la
testa.
“Sei piccolo, non potevi salvarla tu.”
“Ma
il nonno mi ha insegnato a nuotare! Sono un bimbo grande, e devo
proteggere Annie!”
“Facciamo
che la proteggi quando sei più grande, eh campione? Adesso,
vieni
con me che ti insegno a giocare a tennis, così poi giochiamo
io e te
contro papà e vinciamo.”
Blaine
scoppiò quasi a sghignazzare quando Sean comparve alle sue
spalle
con una mini racchetta da tennis e un cappellino con la visiera,
identico al suo e, a quelle parole, Tommy finalmente si
svicolò dal
padre.
“Davvero,
nonno? Divento bravo come te poi?”
“Sicuramente
peggio di tuo padre non puoi diventare! Dai vieni, andiamo al campo
adesso che c'è ombra.”
Tutti
scoppiarono in una fragorosa risata a quelle parole, Blaine compreso,
e Tommy, dopo aver lasciato un bacio sulla guancia del padre, si
calò
il piccolo cappello con la visiera in testa e si
incamminò per
mano con il nonno in direzione del campo da tennis.
Blaine
li osservò andare via in compagnia di Caroline, notando che
Sebastian si stava avvicinando con Annie tra le braccia, visibilmente
più calma e senza lacrime sulle guance.
“Voi
li viziate troppo questi bambini, Carol,” sospirò
Blaine con un
sorriso alla donna, prima di alzarsi e andare incontro al marito.
Annie
era avvinghiata al suo collo di Sebastian con la testa appoggiata
contro il suo petto, avvolta nel telo colorato e il volto contro la
pelle del padre.
“Ehi,”
Blaine le carezzò la schiena caloroso e si
scambiò un'occhiata con
Sebastian, che lo rassicurò di non essere più in
ansia. “Stai
bene, amore?”
“Si
è solo spaventata, vero scricciolo?”
La
bambina annuì alle parole di Sebastian e si strinse ancora
di più
al suo collo, meritandosi le coccole di entrambi i papà, che
sorridevano entrambi apprensivi.
A
un certo punto, alle loro spalle comparve Caroline con un gran
sorriso e un asciugamano da mare asciutto per Sebastian, ancora tutto
fradicio.
“Amore,
vieni dalla nonna così papà si asciuga. Ti ho mai
fatto vedere le
bambole di tua zia Lily?”
A
quell'ultima frase, Annie sollevò il viso dal padre e scosse
la
testa in direzione di Caroline.
“Non
te le ho fatte vedere? Ma sono bellissime! Hanno tanti vestitini
colorati e tutte le scarpette. Vieni con la nonna, dai.”
La
donna aprì le braccia in direzione della nipote e, in un
lampo,
Annie si strinse al suo collo, lasciando a Sebastian l'asciugamano
asciutto. La nonna fece l'occhiolino ai due uomini e si
allontanò
con la piccola in braccio in direzione di casa, raccontandole di
queste presunte bambole della sorella di Sebastian, lasciando soli i
due papà sull'orlo della piscina.
“Sta
bene?” domandò Blaine, volendo assicurarsi che
Annie fosse a
posto.
“Ma
sì, si è solo spaventata un po', e ha fatto
spaventare noi. Tommy?”
Blaine
sorrise. “Si è sentito in colpa, ma tuo padre lo
ha portato a
giocare a tennis e, a quanto pare, più schifo di me non
può fare.”
Sebastian
ridacchiò e provò ad abbracciare Blaine, ma
quello si scansò con
una smorfia. “Dai, che sei tutto bagnato!”
“Beh
sai, potresti accompagnarmi intanto che vado a togliermi il
costume.”
“Scordatelo.”
“Ne
sei proprio sicuro? Guarda che non ci metto niente a cacciarti
giù
in piscina e obbligarti a
venire con me a cambiarti.”
Blaine
guardò prima lui e poi la distesa d'acqua calma dietro di
loro,
prima di sospirare e offrirgli le proprie dita con un sorriso quasi
rassegnato.
“E
andiamo a toglierci il costume come quando avevamo vent'anni. Non
cambierai mai, vero?”
Sebastian
lo prese per mano e si incamminarono scalzi per il sentiero
ciottolato in mezzo all'erba che li avrebbe condotti nella depandance
in cui alloggiavano.
Perchè,
in fondo, anche se erano passati tutti quegli anni e avevano due
bambini che li chiamavano papà, erano sempre quei due
adolescenti in
una delle loro tante fughe romantiche.
Solo
che questa volta avevano i baby-sitter.
*
Qui
parla la segretaria di Marti aka la sua beta aka Ilaria.
La Marti
oggi è in giro a vagabondeggiare fino a pomeriggio tardi e
quindi ha
affidato a me il compito di aggiornare le Daddies.
Siccome amo
mettere ansia, MENO DUE ALLA FINE ;___________;
Per qualsiasi
informazione, o se volete semplicemente fare due chiacchiere con la
Marti, la trovate
QUI: https://www.facebook.com/pages/IrishMarti/323695684343895 [sono
una frana nel mettere i link, sorry]
*waves hand*
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