Scrivere questo episodio è stato un trauma: a un
certo punto la mia tastiera ha deciso che la S non era di suo
gradimento e me la scriveva una volta sì e trenta no. Che
cosa tremenda.
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Thirteen
Arrivammo alcuni minuti più tardi; ci trovavamo nella zona
di Pall Mall, e davanti a noi si ergeva una casa dall’aspetto
ricco e ben curato. Holmes suonò senza indugio alla porta
d’ingresso.
-Eccoci qua, Watson.-
-Qua?- stavo ancora prendendo fiato dopo la corsa che avevamo fatto, e
la gamba mi doleva più del solito. –Ma Holmes,
questo posto- -
Non riuscii a finire la frase: in quel momento un maggiordomo
aprì la porta e si fece da parte con un inchino.
-Signor Holmes, dottor Watson, prego: il signore vi sta aspettando nel
salotto.
Ci accompagnò fino alla stanza, entrò per
annunciare il nostro arrivo ed uscì subito dopo,
congedandosi con un secondo inchino. Sherlock Holmes entrò
per primo, e fu così grande il mio stupore quando mi feci
avanti che per poco non mi cadde il bastone: davanti a me sedevano su
un divano le due ragazze, che appena ci videro si alzarono entrambe di
scatto.
-Dottor Watson, signor Holmes!-
-Signorine!- mi avvicinai a loro –Ma cosa- -
-Buonasera signori.-
Distratto dalle due, non mi ero accorto della presenza di un altro uomo
nella stanza, seduto su una poltrona davanti al divano; un uomo che
Holmes conosceva molto bene, e che io avevo visto solo poche volte, ma
che conoscevo di fama.
-Oh andiamo- disse il mio amico con un gesto d’impazienza
–non c’è bisogno di essere
così formali, fratello.-
-Fratello?!-esclamarono all’unisono Korinne ed Evangelina.
-Quest’uomo è Mycroft Holmes, il fratello maggiore
del signor Holmes- spiegai loro. Non sapevo molto di lui, se non quello
che avevo imparato nelle occasioni in cui le nostre strade si erano
incrociate a causa delle indagini del mio amico; sapevo comunque che le
sue capacità deduttive erano perfino superiori a quelle di
Holmes, ma non si occupava di investigazioni: era occasionalmente al
servizio del governo britannico, per il quale egli era
“l’uomo più indispensabile del
Paese”, come Holmes usava definirlo.
-Sarebbe possibile sapere cosa ti è passato per la testa,
Mycroft?-
-Oh, non sei l’unico ad essere interessato alla questione,
Sherly.-
-Lo sai che non devi intrometterti nelle mie indagini se non sotto
esplicita richiesta. –
Mycroft si sistemò nella poltrona –Ho solo
dimostrato quanta poca cautela tu ponga nella faccenda. Le signorine
sono troppo esposte: puoi camuffarle come vuoi, ma si nota lontano un
miglio che sono diverse. Se non altro, attirerebbero
l’attenzione su di loro; sarebbe meglio farle uscire di casa
il meno possibile.-
Il mio amico stava per ribattere quando intervenne miss Korinne.
-Ma che state dicendo? Non siamo degli oggetti di vostra
proprietà, e nemmeno delle bambine; sappiamo badare
benissimo a noi stesse.
-Signorina- Mycroft sospirò, rivolgendo il suo sguardo su
Korinne –non ho idea di come siate abituate, ma voi non siete
nella vostra lontana epoca, e sono sicuro che non durereste nemmeno due
giorni qui da sole. La prossima volta potrebbe non essere mia la
lettera che riceverete; dunque cosa farete?- si sistemò
sulla poltrona –Abboccherete senza esitazioni,
com’è appena successo; e allora nemmeno il grande
Sherlock Holmes potrà fare qualcosa per voi.
Korinne si agitò sulla sua parte di divano e fu
l’altra ragazza a prendere la parola –Il signor
Holmes ha ragione, Korinne. Il fatto è che siamo
terribilmente spaesate e vogliamo soltanto tornare a casa..- detto
questo si strinse nelle spalle, e non riuscii a non notare lo strano
sguardo che Korinne lanciò all’amica.
-E’ assolutamente comprensibile che siate sconvolte dagli
avvenimenti, ma adesso è quanto mai necessario mantenere la
calma. Dopotutto, siete in ottime mani.-Mycroft sorrise.-Forse sarebbe
meglio che per un po’ di tempo non usciate di casa: non
dobbiamo dimenticare che siete state scoperte a spiare due criminali. A
questo proposito Sherly- Rivolse lo sguardo verso il fratello-So che ti
sei interessato al caso. Hai già scoperto qualcosa a
riguardo? Ma vi prego, accomodatevi e perdonate la mia scortesia.-
–Non fare come se non lo sapessi già, Mycroft.
– il mio amico sorrise leggermente con sarcasmo. Ci
sistemammo rispettivamente sul posto libero del divano e su una seconda
poltrona.
-Comunque- continuò –Non ho intenzione di
trattenermi più del dovuto: dobbiamo accompagnare a casa le
signorine, poi Watson dovrà tornare al suo lavoro, ed io al
mio.
Il tè venne portato e noi ascoltammo in silenzio le parole
di Sherlock Holmes.
-Sappiamo con certezza che il furto è stato solo un pretesto
per uccidere il giudice Crane; Buster e Davies devono lavorare per
qualcuno, non avendo alcun collegamento con la vittima, e sapevano
esattamente ciò che dovevano fare: sono penetrati nella casa
ed hanno addormentato la servitù, poi hanno ucciso il
giudice; dopodiché si sono preoccupati di sottrarre qualche
oggetto di valore.- sollevò le spalle. –Un banale
tentativo di nascondere la verità. Scotland Yard
è già sulle loro tracce.
-Non vuole partecipare alle ricerche?- intervenne Evangelina
-Oh, no no, almeno per questa volta nutro una modesta fiducia
nell’operato delle forze dell’ordine.- Holmes
unì i polpastrelli –Ciò che piuttosto
mi interessa sono le ricerche più in profondità:
se riesco a scoprire chi si cela dietro al delitto, il gioco
è fatto. Per adesso però è tutto quel
che sappiamo.
-Non proprio tutto.- Mycroft sollevò pigramente una mano e
prese dalla scrivania di fronte a lui un giornale, che porse al
fratello. Si trattava del Times e recava in prima pagina il titolo
“Tragedia in tribunale”. Holmes cominciò
a leggere ad alta voce:
E’ deceduto alle ore sette e trentacinque di questa mattina
John Lohan, ucciso da un attacco cardiaco in un’aula
dell’Old Bailey. Lohan, proprietario di un negozio di
oreficeria nei pressi di Regent’s Square, stava presiedendo
come giurato al processo di Dave Crowell, arrestato due giorni fa con
l’accusa di furto con scasso: era la seconda volta come
giurato, e si è rivelata fatale per la vittima. Si ritiene
si sia trattato di cause naturali, dovute soprattutto
all’età dell’orefice, ma non
è esclusa la premeditazione; il processo è stato
quindi rinviato in attesa del verdetto di Scotland Yard.
Il mio amico si fermò e restituì il giornale al
fratello, unendo poi i polpastrelli, immerso nella meditazione.
–Interessante..prima un giudice e adesso un giurato. Ritieni
che le morti siano collegate?-
-Senza dubbio.- Mycroft annuì –Ciò che
i giornalisti ancora non sanno è che è stata
analizzata l’acqua del bicchiere usato da Lohan durante il
processo; i risultati sono piuttosto chiari.
-Veleno?- intervenne Korinne.
-Digitale, più precisamente.
La digitale è una pianta originaria dell'Europa, utilizzata
in medicina per la sua azione cardiotonica e diuretica. Assunta in
quantità superiori può causare un arresto
cardiaco, e non v’era dubbio che potesse trattarsi del veleno
impiegato per la morte del giurato. Mi chiesi cosa intendesse fare
Holmes: la situazione stava diventando sempre più
complicata, e quasi cominciai a dubitare che le signorine sarebbero
riuscite a tornare alla loro epoca; comunque fino a quel momento,
Mycroft aveva ragione, avrebbero avuto bisogno di protezione.
Il mio amico decise intanto di riportare le ragazze da zia Annabelle;
saremmo tornati dopo cena a Pall Mall per continuare le indagini, ma
Korinne ed Evangelina non erano d’accordo.
-Ormai ci siamo dentro anche noi- disse Eva –Se per adesso
non possiamo contribuire alle indagini, fateci almeno partecipare alla
conversazione.
---
Nei giorni che seguirono l’ispettore Lestrade ci fece di
nuovo visita, e venimmo quindi a sapere che John Lohan, come dicevano i
giornali, aveva partecipato in veste di giurato già ad un
primo processo, quello di Henry Duncan, ritenuto colpevole
dell’omicidio di due prostitute. Secondo quanto scaturito
dalle indagini, le due erano state più volte ricattate da
alcuni uomini, fra i quali Henry Duncan, conosciuti in
quell’ambiente con il nome di “Banda di Osborn
Street”, che chiedevano una sterlina alla settimana in cambio
di protezione. Un giorno le due donne avevano espresso
l’intenzione di denunciarli alla polizia e la Banda aveva
pensato bene di evitarlo, ma una terza donna, Kelly Lynn, aveva trovato
il coraggio di testimoniare contro di loro. Gli uomini erano ormai in
prigione da quasi un anno, mentre Henry Duncan e un complice, ritenuti
i veri colpevoli dell’omicidio, vennero giustiziati poco
tempo dopo il processo.
-Kelly Lynn..- il grigiastro filo di fumo della sigaretta accompagnava
le riflessioni del mio amico, mentre fuori voci e rumori andavano via
via affievolendosi nelle tranquille ore che seguivano il pranzo.
-Non v’è dubbio che ci sia un legame fra le morti
e il processo di questo Henry Duncan. Faremmo meglio a farci raccontare
i dettagli dalla signorina Lynn, la prostituta che ha testimoniato
contro la Banda di Osborn Street.
-Se vuole posso andarle a parlare io.- mi offrii
-Apprezzo la sua disponibilità, Watson, ma, con tutto il
rispetto, non ne caverebbe un ragno dal buco: è probabile
che non si fidi di lei, dopo tutto ciò che è
successo.
-Teme che possa sembrare un malvivente? – ero sconcertato
–Io, Holmes?
-Non ha importanza chi lei sia, Watson: la strada ha insegnato a donne
come Kelly a non fidarsi della gente, che siano vecchi ubriaconi o
giovani in marsina. L’abito non fa il monaco, e queste donne
lo sanno molto bene.
Purtroppo il discorso di Holmes non faceva una piega.
-Cosa consiglia di fare, dunque?
-Credo che Kelly si aprirebbe di più con una donna giovane
come lei, del suo stesso ceto.
Lo guardai con aria interrogativa, non capendo dove volesse arrivare, e
il mio amico rispose al mio sguardo con un sorriso puntato di malizia.
-Watson, abbiamo trovato un impegno utile per le signorine.
***
DataLore1001001:
(impazzirò a scrivere il tuo nick tutte le volte..) Eccola
qui lei, sempre pronta a dire cavolate ogni qualvolta si presenta
l’occasione! :D hehe, quella frase dello corso capitolo ti
era proprio piaciuta, me la ripetevi in continuazione..e i due
mestieri? Un tocco di classe. “Oh Holmes,
costaggiù, eh!” <-- questa cosa mi doveva
significare? XD Che dire, ti rendo il DOyle! con tanto affetto e ti
aspetto al prossimo capitolo! :D
FrancYeah:
Orsacchiotto John-John *^* Che bello :’D Ma sei
così sicura che alla fine torneranno a casa? Hehe, chi lo
sa..;) ti ringrazio tanto per i complimenti, e pero che a lungo andare
questa storia non ti stia annoiando. Un bacione! <3
Un grazie
grande grande anche a tutti i miei lettori silenziosi! :D
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