Quel
morbido letto non la voleva lasciar andare via.
Complici
erano le lenzuola di raso rosso che le imprigionavano il corpo, in
una dolce morsa.
A
completare quella piacevole prigione era il braccio di Jared sul suo
addome.
All'improvviso
il BlackBerry di Jay iniziò a squillare. Ma il suo
proprietario era
rimasto inerme, catturato dal sonno.
Alex
tentò di non farci caso, ma dopo il decimo squillo decise di
rispondere.
Allungò
il braccio sul comodino e con sforzo si appropriò dello
smartphone.
<<
Pronto? >>
<<
Jared? >> Una voce stridula ruppe i timpani alla donna.
<<
Evidentemente no, sono Alex. >> Disse scocciata
riconoscendo la
voce.
<<
Oh... ciao. Sono Olivia. Jared è con te? >>
Con quell'accento
da snob, stava suscitando istinti animaleschi.
<<
Sta dormendo, vuoi riferire a me oppure aspetti che ti chiami lui
appena si sveglia? >> Con tono acido le rispose a tono.
<<
No, puoi dirgli che oggi abbiamo appuntamento con suo padre. Fammi
richiamare comunque. Ti saluto, goditelo finchè puoi. Ciao.
>>
Con una risatina perfida riagganciò.
Sbuffò
infastidita da quell'oca. Ripose il telefono sul comodino e facendo
attenzione spostò il braccio di Jared, facendolo scivolare
sul
cuscino.
Si
alzò lentamente dal letto e sistemandosi i capelli in una
coda
disordinata andò in cucina per prepararsi un
caffè.
Quella
telefonata non era di certo il buongiorno che voleva.
<<
Buongiorno >> Disse con voce roca, mentre le baciava una
spalla
scoperta
<<
'Giorno a te >> Accennò un sorriso.
<<
Dormito bene? >> Chiese mentre si versava un po' di succo
d'arancia rossa nel bicchiere.
<<
Si, dai. Il letto è comodo >> Ghignò
<<
Solo il letto? >> Si piazzò davanti a lei.
<<
Si solo il letto. Anche perchè tu sei pelle ed ossa e avrei
dormito
malissimo se fossi stata sopra di te. >> Posò
la tazza di
caffè sul bancone.
<<
E chi ti dice che tu dovessi stare sopra... >> La
braccò
poggiando le mani sul bancone per non farla muovere. <<
Come
fai a pensare a certe cose appena sveglio! Io ho ancora il cervello
confuso e tu già vuoi scopare! Dio mio! >> Lo
allontanò in
malo modo, facendo sì che l'uomo la guardasse in modo strano
e pieno
di domande. << E' tutto ok? >> Chiese Jared
seguendo Alex
con lo sguardo.
<<
Si, tutto ok...>> Bofonchiò mentre si gettava
sul divano con
un semi broncio.
<<
Perchè non mi convinci? >> Le rispose di
rimando andandosi a
sedere accanto a lei.
<<
Perchè tu vedi sempre del mistero in tutto... ecco
perchè non ti
convinco... >> Sbuffò accendendo la tv per
vedere le news del
giorno.
<<
Come vuoi, vado a farmi una doccia >> le baciò
la guancia e
sorridendo andò al piano di sopra per dare sfogo alle sue
doti
canore.
Alex
prestò attenzione al Tgnews, almeno avrebbe ingannato il
tempo,
mentre aspettava che Jared tornasse da lei.
''G.
Leto vende la sua proprietà. Il Boss delle industrie
tecnologiche annuncia la sua pensione anticipata. Chi sarà
adesso a prendere il
suo posto?”
<<
Cazzo! >> Sbottò alzandosi dal divano e
ritrovandosi davanti
Jared, che impietrito fissava inerme lo schermo della televisione.
<<
Hey >> Alex gli sfiorò il braccio, facendolo
tornare nel mondo
dei vivi. << Ho bisogno di stare solo... >>
Non la
fissava nemmeno.
Alex
si sentì morire, ma non ebbe la forza di ribadire. Prese le
sue cose
e lasciò la casa.
Rispettava
il suo punto di vista, anche se non ne era completamente d'accordo.
Ogni
qual volta toccasse l'apice della felicità, c'era sempre
qualcosa o
qualcuno che la riportava nell'abisso della tristezza, cui uscita era
più faticosa di quanto si potesse credere.
Aprì
piano la porta di casa, non voleva svegliare Krystall
Si
tolse le scarpe e lentamente si avviò in cucina.
<<
E-E t-tu c-che ci fai q-qui??? >> Sgranò gli
occhi nel vedere
quella figura seduta sullo sgabello della penisola della cucina.
<<
Devo parlarti >> Disse risoluto e senza accennare sorriso.
<<
Ti ascolto >> Si sedette di fronte a lui, in attesa che
parlasse. L'ultima volta che venne a trovarla era per dirle cose che
le sue orecchie non avrebbero mai voluto sentire.
Preferiva
andare a Santa Monica per le vacanze, sempre affollata e assolata.
Ma
ora, arrivata davanti a quella villetta modesta non era del tutto
convinta che sarebbe stata una passeggiata.
Il
cancello si aprì e lei potè accedere al vialetto
di circa un metro
che congiungeva il cancello il legno dalla porta d'entrata.
Un
uomo dagli occhi azzurri e dai capelli brizzolati, vestito come un
vecchio lord inglese l'aspettava con un sorriso sulle labbra.
<<
E' un onore rivederti >> La strinse in un forte
abbraccio, che
la donna ricambiò amorevolmente. << Grazie
Gary. >>
Sorrise dolce all'uomo.
<<
Su entriamo >> le fece strada.
Si
sedettero fuori in giardino, a bordo piscina, sotto un ombrellone
bianco perla posto al centro di un grande tavolo rettangolare in
legno massiccio. << Quando mi hai telefonato... non
pensavo
saresti venuta così velocemente >> Sorrise
versando un po' di
thè freddo nel bicchiere di vetro, per poi darlo ad Alex
<<
Quando si tratta di cose importanti sai bene che corro subito.
>>
Prese il bicchiere e se lo rigirò tra le mani guardando
l'acqua
della piscina muoversi lievemente toccata da quella brezza di vento
leggera << Allora dimmi come vuoi procedere
>> Si fece
serio.
<<
Gary sono sempre stata schietta, lo sai bene. Non amo molto girare
nelle cose. Quindi ti dirò tutto a patto che tu mi aiuti
>>
Per la prima volta Alex si girò a fissare l'uomo negli occhi.
<<
Due, quattro, sei...uffa! Mi sfuggono sempre. Tomo riconta tu!
>>
<<
Krys, se la matematica non è un'opinione e dal momento che
hai preso
tre confezioni contenenti dieci palloncino a pacco, non pensi che in
totale abbiamo gonfiato trenta palloncini?! >> Chiese
retoricamente l'uomo mentre attaccava l'ultimo palloncino in cima
alla colonna in stile ionico del giardino. << Inizio ad
odiarti
>> Scese dalla scala e diede un'occhiata a tutto
<<
Sembra tutto pronto... >> Annuì più
a se stessa che all'amico
<< Lo è >> Tomo la raggiunse
<< Ora dobbiamo solo
aspettare che Jared porti il resto. Quell'uomo mi rende ansioso
>>
Si massaggiò il folto pizzetto.
<<
Si batte la fiacca qui >> Mollò per terra
alcune ceste
contenenti scatolame varia.
<<
Shan se solo tu fossi arrivato quanto meno un minuto prima
sicuramente avresti sudato anche tu un po' il culo! >>
Krystall
si mise le mani ai fianchi << Quei palloncini non si sono
appesi da soli... e dato che sai dare solo aria alla tua bocca,
adesso sistema i tavoli >> Con un sorriso malefico si
diresse
nel giardino a rilassarsi un po'. << Messo alle strette
da una
donna... Amico sei messo male >> Gli diede una pacca
sulla
spalla ridendo. << Non mi bastava Ellen... adesso pure
Krys...
sono messo male >> Si grattò la nuca, per poi
abbassarsi a
recuperare le ceste pronto per disporle sui tavoli << Mi
aiuti?
>> Chiese con la voce piccola piccola << Ma
nemmeno se mi
paghi >> Rise mentre raggiungeva l'amica in giardino
<<
Fannulloni! >> Farfugliò carico come un mulo.
<<
Rivangare il passato non è la cosa migliore che mi riesca.
Ho sempre
pensato che comunque io la mia vita l'abbia vissuta alla meglio. Ho
sempre criticato tutto e tutti, avendo contro un mondo, ma sapendo
che le poche persone che avevo accanto erano quelle vere, di cui mi
fidavo. E che coloro i quali si allontanavano, invece, erano solo gli
ipocriti che volevano la mia fama, un posto nell'alta
società. >>
Prese un respiro << Non sono Dio, non sono il genio della
lampada, non posso dare nulla a nessuno se non è dovuto.
Bisogna
sudare e arrivare con le proprie forze. In pochi lo hanno capito,
nemmeno mia moglie mi ha mai creduto fino in fondo...ed ecco che fine
abbiamo fatto >> Rise amaramente << Alex...
>>
Sospirò << Sei una donna brillante e piena di
personalità.
Hai sempre pensato che ce l'avessi con te, ma volevo spronarti,
metterti alla prova... sapere che fossi pronta e solo l'anno scorso
ho capito che eri una delle persone che potevano avere la mia massima
fiducia. Sei piena di odio e amore e forza di vivere e lotteresti
fino alla morte per quello in cui credi. >>
<<
Pensavo di poterti odiare Gary, invece hai quel tocco di cinismo che
mi ricorda che sei il padre di Jay... >> Rise
<< Ma se
come tu dici... beh se sai lottare... allora perchè vuoi
affondare
tuo figlio? Gary tu adori Jared, lo so... solo lui è
così cieco da
non capire... Io... io >> Ingoiava a vuoto cercando le
parole
giuste.
<<
Alex... se solo sapessi tutta la verità... >>
Scosse la testa
pensieroso.
<<
Se solo qualcuno si degnasse a dirmela.... Jared è una
tomba... >>
Disse esasperata.
<<
Ti sbagli >> Incurvò le labbra in un dolore
interno <<
Lui ne è all'oscuro >>
Il
sangue nelle vene parve gelare.
Segreti
su segreti. Sarebbe mai finito tutto ?
Non
era più capace, avrebbe voluto urlare al mondo che ne era
stufo, che
avrebbe voluto sapere tutto insieme senza altri giri di parole, senza
ansie. Così, come una valanga.
Ma si
era promessa che avrebbe scavato a fondo senza che lui sapesse nulla,
solo quando tutti i pezzi del puzzle fossero stati al loro posto
avrebbe dato una risposta a tutte le domande che le ronzavano.
<<
So che dire una cosa così è pungente e senza
fiato... ma sarò
veloce e indolore. Ma non odiarmi... >> Prese una piccola
pausa, voltandosi verso Alex e togliendosi gli occhiali da sole scuri
come la pece, posandoli sul tavolo. << Olivia
è mia figlia >>.
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