Seconda parte
Seconda parte
Frammenti d’eternità
You don't remember my name
I don't really care
can we play the game your way?
can I really lose control?
[Lose
Controll – Evanescence]
La notte, la
quiete.
Rombi di
automobili nella strada sottostante.
Sono seduto sul
divano di pelle bianca, come tutto l’arredamento nella mia abitazione.
Un dolce fagotto
accoccolato tra le mie braccia.
Rido sotto le
labbra, pensando al pericolo che sta correndo questa ragazza dai lunghi capelli
castani.
Sembra non
curarsene per niente o, anzi, esserne deliziata.
Uhm… non fate
quella faccia.
Lei è soltanto la
preda di qualche notte fa.
Sapete com’è…
ogni tanto è anche bello giocare con le proprie vittime.
Ogni angelo ha i
suoi protetti.
In fondo, anche
l’angelo dell’Inferno a volte può cadere in questa tentazione.
Egli gioca con la
vita altrui, guida i giri della giostra… fino a quando non deciderà di fermarla
definitivamente.
Di far scendere i
passeggeri…
…o magari di
chiedere loro il pagamento del biglietto.
Tu dici di
esserti innamorata di me, ma non sai chi sono.
Non lo immagini.
Non conosci
neanche il mio nome, quello vero.
Buffa la sorte…
sentire una come te mentre mi dici di amarmi.
E’ semplicemente
ridicolo.
Tu ti sei
soltanto infatuata di quel mio viso angelico, così simile al tuo.
Del mio sguardo
turchese che, unito ai tuoi occhi, forma un immenso oceano.
L’oceano è
enorme, pericoloso… piccola mia.
Ti ci puoi
perdere in un battito di ciglia, anche se sai nuotare.
Ti giri e puoi
scoprire che lo scoglio di prima, tuo unico appiglio, non c’è più.
Lo dico quasi con
pietà verso di te.
Sembri così
innocente.
Candida, bianca
ed ingenua.
La pelle chiara,
morbida, senza traccia di alcun fondotinta.
Probabilmente non
ti sei mai interessata a te in questo senso.
Tu sì che sei
davvero un angelo, sia fuori che dentro.
Che sia forse una
sfida questa?
La mia sfida?
Ancora una volta…
Guancia contro
guancia.
Pupilla contro
pupilla.
Come sempre.
No, forse…
Soltanto…
Angelo contro
angelo.
Inferno contro
Paradiso.
Dolce contro
amaro.
Buio contro luce.
Io non posso
guardare la luce, il Sole… mi ucciderebbero.
Tu invece ne
vivi, la emani dagli occhi.
Come sei caduta
con me?
Come hai potuto
essere così ingenua quando ti ho mostrato dei canini più sviluppati del normale?
Molti, tutti,
sarebbero fuggiti.
Forse perché
anche tu credi che io sia solo fumo.
Parole al vento
in vecchi libri di storie fantastiche.
Astrazione.
Io, per te, sono
soltanto un angelo.
Un ragazzo dai
capelli platino e dal fascino sconvolgente.
Quello che, per
cercare di attirarti in un posto isolato per ucciderti, ti ha regalato un mazzo
di fiori in un pub del centro.
-Sei un angelo-
mi sussurrasti
all’orecchio, qualche giorno fa.
Ed io… io non ho
saputo resistere ad accettare quella sfida.
A cercare di
vincerla con quel sorriso sarcastico sulle labbra.
Sei stata la
prima che me lo ha detto così, in quel modo.
Mi hai dato la
tua mano e io l’ho presa.
Non sai, però, di
aver stipulato un contratto a vita.
Una firma con
inchiostro indelebile…
Una scrittura
impressa col sangue.
Ho detto a vita?
No, mi sono
sbagliato.
Per l’eternità.
I Non morti non
muoiono mai.
Non hanno
vincoli, ma possono stringerne.
Sei ancora
appoggiata alla mia spalla, mentre io ti accarezzo dolcemente la nuca.
Gioco per un
secondo con una ciocca dei tuoi capelli.
Hai gli occhi
socchiusi e non vedi che io sto ridendo silenziosamente.
Una risata cupa,
sarcastica.
Anche qui ci
distacchiamo, mia piccola creatura.
La tua risata è
cristallina, limpida.
La stessa di un
normale, banale… angelo del Paradiso.
Perché dico
banale?
Bè, perché ognuno
di voi mortali ne ha uno protettore, no?
Facendo il conto…
quanti ne dovrebbero esistere?
Milioni?
Allora diventa
banale.
Nessuno però ha
l’angelo dell’Inferno.
Nessuno ha il
privilegio di avere me.…
…per l’eternità.
Perché io ho già
vinto la mia sfida.
Basta pensarlo
appena che già lo sento.
Cosa?
Il tuo sangue
scorrere frenetico nella mia bocca.
Un semplice,
piccolo morso appena accennato, ma sufficiente per farti svenire.
Il marchio.
Ora sei mia, la
mia piccola prigioniera.
Il mio fragile
angolo di paradiso.
La
vampirizzazione è appena iniziata.
In poche ore
sarai come me.
Non morta.
Perche questa,
per me, è solo una vittoria, tu consideralo un privilegio.
In silenzio, ti
sdraio sul divano, in attesa che ti svegli.
Io non perdo mai
il controllo.
I vampiri
agiscono, nel buio.
Tra poco, tra un
centinaio di anni, forse…
… potrò iniziare
a volerti bene.
***
Postata anche la seconda parte di quello che per me è stato soltanto un
esperimento, non so se ben riuscito o meno. Ringrazio chi mi ha donato un po’
del suo tempo leggendo il precedente capitolo.
Come sempre, commenti e/o critiche sono più che graditi; mi farebbe piacere
sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
Gloria
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