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Autore: Asteria_90    16/02/2007    1 recensioni
“Le tue ali bianche sono ormai spezzate.
Te le ho tagliate io.
Le ho mutate per sempre, e sono orgoglioso di averlo fatto.
Ora sono nere, come la pece.”
***
Due visioni, due realtà.
In fondo siamo tutti angeli, se pur con sfumature diverse.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Seconda parte

Seconda parte

Frammenti d’eternità

 

 

You don't remember my name
I don't really care
can we play the game your way?
can I really lose control?

[Lose Controll – Evanescence]

 

La notte, la quiete.

Rombi di automobili nella strada sottostante.

Sono seduto sul divano di pelle bianca, come tutto l’arredamento nella mia abitazione.

Un dolce fagotto accoccolato tra le mie braccia.

Rido sotto le labbra, pensando al pericolo che sta correndo questa ragazza dai lunghi capelli castani.

Sembra non curarsene per niente o, anzi, esserne deliziata.

 

Uhm… non fate quella faccia.

Lei è soltanto la preda di qualche notte fa.

Sapete com’è… ogni tanto è anche bello giocare con le proprie vittime.

 

Ogni angelo ha i suoi protetti.

In fondo, anche l’angelo dell’Inferno a volte può cadere in questa tentazione.

Egli gioca con la vita altrui, guida i giri della giostra… fino a quando non deciderà di fermarla definitivamente.

Di far scendere i passeggeri…

…o magari di chiedere loro il pagamento del biglietto.

 

Tu dici di esserti innamorata di me, ma non sai chi sono.

Non lo immagini.

Non conosci neanche il mio nome, quello vero.

Buffa la sorte… sentire una come te mentre mi dici di amarmi.

 

E’ semplicemente ridicolo.

Tu ti sei soltanto infatuata di quel mio viso angelico, così simile al tuo.

Del mio sguardo turchese che, unito ai tuoi occhi, forma un immenso oceano.

 

L’oceano è enorme, pericoloso… piccola mia.

Ti ci puoi perdere in un battito di ciglia, anche se sai nuotare.

Ti giri e puoi scoprire che lo scoglio di prima, tuo unico appiglio, non c’è più.

Lo dico quasi con pietà verso di te.

 

Sembri così innocente.

Candida, bianca ed ingenua.

La pelle chiara, morbida, senza traccia di alcun fondotinta.

Probabilmente non ti sei mai interessata a te in questo senso.

Tu sì che sei davvero un angelo, sia fuori che dentro.

 

Che sia forse una sfida questa?

La mia sfida?

 

Ancora una volta…

Guancia contro guancia.

Pupilla contro pupilla.

Come sempre.

 

No, forse…

Soltanto…

Angelo contro angelo.

Inferno contro Paradiso.

Dolce contro amaro.

Buio contro luce.

 

Io non posso guardare la luce, il Sole… mi ucciderebbero.

Tu invece ne vivi, la emani dagli occhi.

 

Come sei caduta con me?

Come hai potuto essere così ingenua quando ti ho mostrato dei canini più sviluppati del normale?

Molti, tutti, sarebbero fuggiti.

 

Forse perché anche tu credi che io sia solo fumo.

Parole al vento in vecchi libri di storie fantastiche.

Astrazione.

 

Io, per te, sono soltanto un angelo.

Un ragazzo dai capelli platino e dal fascino sconvolgente.

Quello che, per cercare di attirarti in un posto isolato per ucciderti, ti ha regalato un mazzo di fiori in un pub del centro.

 

-Sei un angelo-

mi sussurrasti all’orecchio, qualche giorno fa.

 

Ed io… io non ho saputo resistere ad accettare quella sfida.

A cercare di vincerla con quel sorriso sarcastico sulle labbra.

Sei stata la prima che me lo ha detto così, in quel modo.

Mi hai dato la tua mano e io l’ho presa.

 

Non sai, però, di aver stipulato un contratto a vita.

Una firma con inchiostro indelebile…

Una scrittura impressa col sangue.

 

Ho detto a vita?

No, mi sono sbagliato.

Per l’eternità.

 

I Non morti non muoiono mai.

Non hanno vincoli, ma possono stringerne.

 

Sei ancora appoggiata alla mia spalla, mentre io ti accarezzo dolcemente la nuca.

Gioco per un secondo con una ciocca dei tuoi capelli.

Hai gli occhi socchiusi e non vedi che io sto ridendo silenziosamente.

 

Una risata cupa, sarcastica.

 

Anche qui ci distacchiamo, mia piccola creatura.

La tua risata è cristallina, limpida.

La stessa di un normale, banale… angelo del Paradiso.

 

Perché dico banale?

Bè, perché ognuno di voi mortali ne ha uno protettore, no?

Facendo il conto… quanti ne dovrebbero esistere?

 

Milioni?

Allora diventa banale.

 

Nessuno però ha l’angelo dell’Inferno.

Nessuno ha il privilegio di avere me.…

…per l’eternità.

 

Perché io ho già vinto la mia sfida.

Basta pensarlo appena che già lo sento.

 

Cosa?

Il tuo sangue scorrere frenetico nella mia bocca.

Un semplice, piccolo morso appena accennato, ma sufficiente per farti svenire.

 

Il marchio.

Ora sei mia, la mia piccola prigioniera.

Il mio fragile angolo di paradiso.

 

La vampirizzazione è appena iniziata.

In poche ore sarai come me.

Non morta.

 

Perche questa, per me, è solo una vittoria, tu consideralo un privilegio.

In silenzio, ti sdraio sul divano, in attesa che ti svegli.

Io non perdo mai il controllo.

I vampiri agiscono, nel buio.

 

Tra poco, tra un centinaio di anni, forse…

… potrò iniziare a volerti bene.

 

***

Postata anche la seconda parte di quello che per me è stato soltanto un esperimento, non so se ben riuscito o meno. Ringrazio chi mi ha donato un po’ del suo tempo leggendo il precedente capitolo.

Come sempre, commenti e/o critiche sono più che graditi; mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.

Alla prossima.

Gloria

 

 

 

 

  
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